Tour tra i canali di Bologna
Seguire un itinerario tra i canali è forse una delle chiavi di lettura più appassionanti per scoprire Bologna e la sua storia. Se da un lato la città ha conosciuto un forte sviluppo in altezza soprattutto grazie alla “selva” di torri erette in epoca medievale, nelle oscurità dei suoi sotterranei si cela un mondo altrettanto antico ma meno noto, fatto di corsi d’acqua e complessi marchingegni di regolazione idrica.
Bologna è una vera e propria città sull’acqua, sospesa su una rete di canali artificiali lunga circa 60 km che tuttora si estende al di sotto dei nostri piedi. Per rintracciarne l’origine dobbiamo fare però un tuffo indietro nel passato, e tornare all’epoca in cui Bologna era protagonista di fiorenti commerci e sede di numerosi mulini e opifici.
Siamo nel Medioevo, precisamente nel XII secolo: la città, priva di un fiume naturale, decide di deviare il corso del Reno e del Savena che scorrono al di fuori delle mura e ricavare artificialmente alcuni canali, allo scopo di portare acqua ai mulini del grano e della seta nonché di agevolare la navigazione verso il Po. La lavorazione della seta, in particolare, si era diffusa in città alla fine del Duecento ed era ben presto divenuta il fiore all’occhiello della produzione manifatturiera cittadina, trasformando Bologna nella capitale italiana del settore tessile, assieme a Milano. I lavori di deviazione arrivano al completamento nel XVI secolo con la creazione di 5 canali (Navile, Reno, Savena, Cavaticcio e delle Moline), tutt’oggi esistenti, coperti progressivamente dagli anni ‘50 del Novecento nell’ambito di un grande progetto di riassetto urbanistico. Nonostante ciò, il legame della città con le acque riemerge dal passato attraverso alcuni tratti ancora visibili nel centro storico e nelle prime periferie urbane, che vi mostreremo nel corso di questo tour dei canali bolognesi in 5 tappe.
Questa via rientra ormai a pieno titolo nell’elenco dei luoghi più conosciuti e visitati di Bologna, tanto da essersi meritata anche il soprannome di “piccola Venezia”. Si tratta infatti di uno dei punti più suggestivi da cui ammirare il riaffiorare delle acque sotterranee; affacciandosi alla famosa Finestrella si può infatti sbirciare il Canale delle Moline e il suo placido corso, stretto fra i variopinti palazzi del centro. Ma è anche uno dei punti più estesi: il canale scorre in maniera perpendicolare a tre vie - via Piella, via Malcontenti e via Oberdan - ed è quindi visibile per un lungo tratto, riportato alla luce nel 1998. Il suo nome deriva invece dalla presenza in tempi antichi di una quindicina di ruote dei mulini utilizzate in particolare per le lavorazioni del grano.
Un altro breve tratto ancora scoperto del reticolo di canali bolognesi si trova in via della Grada, all’estremità occidentale del centro storico. Proprio qui le acque del canale Reno, deviate nei pressi della Chiusa di Casalecchio, entravano nel cuore di Bologna; data l’importanza di questo luogo per i commerci cittadini, i flussi di merci e le persone in entrata venivano controllati attraverso due grate di ferro (da qui il nome “Grada”), ancora presenti, che all’occorrenza venivano abbassate anche per evitare l’ingresso di detriti naturali trasportati dalla corrente. Accanto alla porzione del canale tutt’oggi visibile si trova la Chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada, mentre proprio di fronte, lungo la via, si estende l’antico Opificio della Grada. Aperto nel 1681 da Giambattista Mengarelli, l’edificio ospitava in origine una conceria il cui funzionamento avveniva grazie all’energia del canale. Nel corso dei secoli l’Opificio ha attraversato varie destinazioni d’uso, e prossimamente riaprirà al pubblico come centro didattico e documentale sulle acque di Bologna. Questo tratto del canale è poi al centro di una storia molto curiosa, che coinvolge quella che potremmo definire la “spiaggia dei bolognesi”: a fine Ottocento in questa zona si trovava infatti uno stabilimento balneare, dedicato a chi desiderava combattere la calura estiva con un bel bagno nelle acque del Reno!
Che Bologna stia letteralmente riscoprendo i suoi canali lo dimostra l’intervento di recupero di un’altra area urbana, quella del Parco del Cavaticcio. Nel corso del XIII secolo in questo luogo nacque il porto fluviale di Bologna, attraversato dal canale Cavaticcio, una diramazione del canale di Reno le cui acque venivano impiegate per alimentare un terzo canale, quello del Navile. Dopo un lungo progetto di riqualificazione, nel 2011 il corso del Cavaticcio è stato riportato per un breve tratto in superficie, all’interno di un complesso che ricostruisce idealmente l’antica area portuale di Bologna. Il parco è delimitato inoltre dal MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, e dalla Salara, in origine magazzino del sale e attualmente sede del Cassero, il centro LGBTI di Bologna.
Un luogo di grande fascino dunque, da vivere soprattutto d’estate quando nel parco risuonano le note dei concerti organizzati nell’ambito del Biografilm festival.
Con i suoi illustri esempi di scultura e i solenni monumenti funebri, il Cimitero Monumentale della Certosa vale di per sé una visita. Tanto più che in questa zona un po’ periferica della città si trova un altro, lungo tratto del canale di Reno, ricavato dalla deviazione del fiume omonimo a partire dalla fine del XII secolo, che pone in collegamento la Chiusa di Casalecchio con il centro di Bologna, passando attraverso la Grada. Esteso per una lunghezza di 5,5 chilometri, il canale di Reno è affiancato da un percorso ciclopedonale che vi consigliamo di seguire, almeno in parte, per scoprire con i vostri occhi i risultati di questa straordinaria opera d’ingegno medievale. Procedendo in direzione della Chiusa, lungo l’itinerario avrete modo di osservare il Santuario della Madonna di San Luca che si staglia contro il cielo dall’alto del Colle della Guardia. Se poi vi spingerete fino a Casalecchio, ad attendervi ci sarà il meraviglioso Parco Talon, un’enorme distesa verde che si sviluppa proprio attorno all’opera idraulica della Chiusa.
Il canale Navile nasce nell’attuale zona di via del Porto, nei pressi del Parco del Cavaticcio, e attraverso un complesso sistema di canali si spinge fino al fiume Po, per congiungersi infine con il Mare Adriatico. Sulle sue acque navigavano un tempo le imbarcazioni destinate a trasportare merci dal mare fino al cuore di Bologna; lungo il percorso del Navile si trovavano però alcuni dislivelli, che venivano superati grazie a sistemi idraulici chiamati “sostegni”, tra cui il Sostegno del Battiferro. L’ultima tappa del nostro itinerario fra i canali di Bologna si raggiunge attraverso un’ulteriore pista ciclopedonale che da via de’ Carracci, dietro alla stazione centrale, segue il corso del canale Navile e giunge sino al Sostegno del Battiferro per poi superarlo, in direzione di altri sostegni. Attorno al Battiferro rimangono tuttora alcune testimonianze di antiche attività industriali ormai dismesse, quali ad esempio una fornace da laterizi che attualmente ospita il Museo del Patrimonio Industriale.
Bologna è una vera e propria città sull’acqua, sospesa su una rete di canali artificiali lunga circa 60 km che tuttora si estende al di sotto dei nostri piedi. Per rintracciarne l’origine dobbiamo fare però un tuffo indietro nel passato, e tornare all’epoca in cui Bologna era protagonista di fiorenti commerci e sede di numerosi mulini e opifici.
Siamo nel Medioevo, precisamente nel XII secolo: la città, priva di un fiume naturale, decide di deviare il corso del Reno e del Savena che scorrono al di fuori delle mura e ricavare artificialmente alcuni canali, allo scopo di portare acqua ai mulini del grano e della seta nonché di agevolare la navigazione verso il Po. La lavorazione della seta, in particolare, si era diffusa in città alla fine del Duecento ed era ben presto divenuta il fiore all’occhiello della produzione manifatturiera cittadina, trasformando Bologna nella capitale italiana del settore tessile, assieme a Milano. I lavori di deviazione arrivano al completamento nel XVI secolo con la creazione di 5 canali (Navile, Reno, Savena, Cavaticcio e delle Moline), tutt’oggi esistenti, coperti progressivamente dagli anni ‘50 del Novecento nell’ambito di un grande progetto di riassetto urbanistico. Nonostante ciò, il legame della città con le acque riemerge dal passato attraverso alcuni tratti ancora visibili nel centro storico e nelle prime periferie urbane, che vi mostreremo nel corso di questo tour dei canali bolognesi in 5 tappe.
1. Via Piella
Questa via rientra ormai a pieno titolo nell’elenco dei luoghi più conosciuti e visitati di Bologna, tanto da essersi meritata anche il soprannome di “piccola Venezia”. Si tratta infatti di uno dei punti più suggestivi da cui ammirare il riaffiorare delle acque sotterranee; affacciandosi alla famosa Finestrella si può infatti sbirciare il Canale delle Moline e il suo placido corso, stretto fra i variopinti palazzi del centro. Ma è anche uno dei punti più estesi: il canale scorre in maniera perpendicolare a tre vie - via Piella, via Malcontenti e via Oberdan - ed è quindi visibile per un lungo tratto, riportato alla luce nel 1998. Il suo nome deriva invece dalla presenza in tempi antichi di una quindicina di ruote dei mulini utilizzate in particolare per le lavorazioni del grano.
2. Via della Grada
Un altro breve tratto ancora scoperto del reticolo di canali bolognesi si trova in via della Grada, all’estremità occidentale del centro storico. Proprio qui le acque del canale Reno, deviate nei pressi della Chiusa di Casalecchio, entravano nel cuore di Bologna; data l’importanza di questo luogo per i commerci cittadini, i flussi di merci e le persone in entrata venivano controllati attraverso due grate di ferro (da qui il nome “Grada”), ancora presenti, che all’occorrenza venivano abbassate anche per evitare l’ingresso di detriti naturali trasportati dalla corrente. Accanto alla porzione del canale tutt’oggi visibile si trova la Chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada, mentre proprio di fronte, lungo la via, si estende l’antico Opificio della Grada. Aperto nel 1681 da Giambattista Mengarelli, l’edificio ospitava in origine una conceria il cui funzionamento avveniva grazie all’energia del canale. Nel corso dei secoli l’Opificio ha attraversato varie destinazioni d’uso, e prossimamente riaprirà al pubblico come centro didattico e documentale sulle acque di Bologna. Questo tratto del canale è poi al centro di una storia molto curiosa, che coinvolge quella che potremmo definire la “spiaggia dei bolognesi”: a fine Ottocento in questa zona si trovava infatti uno stabilimento balneare, dedicato a chi desiderava combattere la calura estiva con un bel bagno nelle acque del Reno!
3. Il Parco del Cavaticcio
Che Bologna stia letteralmente riscoprendo i suoi canali lo dimostra l’intervento di recupero di un’altra area urbana, quella del Parco del Cavaticcio. Nel corso del XIII secolo in questo luogo nacque il porto fluviale di Bologna, attraversato dal canale Cavaticcio, una diramazione del canale di Reno le cui acque venivano impiegate per alimentare un terzo canale, quello del Navile. Dopo un lungo progetto di riqualificazione, nel 2011 il corso del Cavaticcio è stato riportato per un breve tratto in superficie, all’interno di un complesso che ricostruisce idealmente l’antica area portuale di Bologna. Il parco è delimitato inoltre dal MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, e dalla Salara, in origine magazzino del sale e attualmente sede del Cassero, il centro LGBTI di Bologna.
Un luogo di grande fascino dunque, da vivere soprattutto d’estate quando nel parco risuonano le note dei concerti organizzati nell’ambito del Biografilm festival.
4. Cimitero della Certosa
Con i suoi illustri esempi di scultura e i solenni monumenti funebri, il Cimitero Monumentale della Certosa vale di per sé una visita. Tanto più che in questa zona un po’ periferica della città si trova un altro, lungo tratto del canale di Reno, ricavato dalla deviazione del fiume omonimo a partire dalla fine del XII secolo, che pone in collegamento la Chiusa di Casalecchio con il centro di Bologna, passando attraverso la Grada. Esteso per una lunghezza di 5,5 chilometri, il canale di Reno è affiancato da un percorso ciclopedonale che vi consigliamo di seguire, almeno in parte, per scoprire con i vostri occhi i risultati di questa straordinaria opera d’ingegno medievale. Procedendo in direzione della Chiusa, lungo l’itinerario avrete modo di osservare il Santuario della Madonna di San Luca che si staglia contro il cielo dall’alto del Colle della Guardia. Se poi vi spingerete fino a Casalecchio, ad attendervi ci sarà il meraviglioso Parco Talon, un’enorme distesa verde che si sviluppa proprio attorno all’opera idraulica della Chiusa.
5. Il Sostegno del Battiferro
Il canale Navile nasce nell’attuale zona di via del Porto, nei pressi del Parco del Cavaticcio, e attraverso un complesso sistema di canali si spinge fino al fiume Po, per congiungersi infine con il Mare Adriatico. Sulle sue acque navigavano un tempo le imbarcazioni destinate a trasportare merci dal mare fino al cuore di Bologna; lungo il percorso del Navile si trovavano però alcuni dislivelli, che venivano superati grazie a sistemi idraulici chiamati “sostegni”, tra cui il Sostegno del Battiferro. L’ultima tappa del nostro itinerario fra i canali di Bologna si raggiunge attraverso un’ulteriore pista ciclopedonale che da via de’ Carracci, dietro alla stazione centrale, segue il corso del canale Navile e giunge sino al Sostegno del Battiferro per poi superarlo, in direzione di altri sostegni. Attorno al Battiferro rimangono tuttora alcune testimonianze di antiche attività industriali ormai dismesse, quali ad esempio una fornace da laterizi che attualmente ospita il Museo del Patrimonio Industriale.
- HOTEL SCONTATI Bologna
- Meteo Bologna
- Mappa Bologna
- Guida Bologna
- Da vedere Bologna
- Nei dintorni Bologna
- Foto Bologna
- News Bologna