Fabbriche di Careggine, il paese sommerso dal Lago di Vagli in Toscana
Un paese che riemerge dal fondo di un lago non è certamente un evento che capiti spesso. In effetti, nel caso di Fabbriche di Careggine, minuscola frazione di Vagli di Sotto, in provincia di Lucca, scomparsa dalle mappe tra il 1947 e il 1953 in seguito alla costruzione di una diga dell’Enel sul torrente Edron, prima di oggi è successo solo nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994.
In quest’ultima circostanza furono centinaia di migliaia i turisti – qualcuno ne stimò addirittura un milione – che giunsero da tutto il mondo per vedere con i propri occhi l’aspetto di quell’antico borgo di origine medievale fondato da un gruppo di fabbri ferrai bresciani nel XIII secolo.
A quell’epoca i passaggi di mano erano frequenti: la cittadina venne conquistata dagli Estensi prima di raggiungere la sua massima importanza nel XVIII secolo nel momento in cui fu costruita la via Vandelli che collegava Modena a Massa.
Le maestranze trovarono sostegno nel Duca di Modena Francesco III d'Este il quale, nel 1755, concesse loro esenzioni fiscali e altri privilegi (tra cui l’esenzione dal servizio militare) per incrementare l’attività metallurgica.
Seguirono fasi di decadenza e altre di maggiore vigore economico, come quella della prima parte del XX secolo, grazie alla presenza e allo sfruttamento dei bacini marmiferi nei paraggi. Fu la decisione di costruire un bacino idroelettrico da parte dell’allora Selt-Valdarno (attuale Enel) durante il regime fascista nel 1941 a sancire definitivamente l’abbandono forzato di Fabbriche di Careggine.
La costruzione della diga alta 92 metri cominciò però soltanto dopo la fine della guerra, nel 1947, e comportò l’evacuazione dei 146 abitanti, i quali vivevano allora nelle 31 case disposte attorno alla chiesa di San Teodoro.
Terminata la diga si procedette al riempimento dell’invaso con le acque del torrente che formarono il Lago di Vagli nel 1953, il quale, per la sua posizione spettacolare, potrebbe essere inserito nella classifica dei laghi più belli della Toscana.
Da allora il paese giace sott’acqua in attesa dell’occasione giusta per tornare alla luce, almeno per qualche mese. È solitamente lo svuotamento del lago per lavori di manutenzione che consente al campanile, al cimitero e alle vecchie case di pietra della fu località in Alta Garfagnana di riprendersi il proprio posto sulle carte geografiche e diventare di diritto uno dei borghi medievali della Toscana da visitare assolutamente.
Pur senza date precise, si leggeva nel messaggio, la fonte della notizia era certa e anche l’Enel aveva confermato l’informazione poco dopo con una nota, specificando come si stesse formalizzando un memorandum di intesa con lo stesso Comune e Romei srl a supporto del "Progetto Essere 2020 - Vagli", volto a “promuovere un turismo responsabile, attraverso la sensibilizzazione e la crescita culturale della collettività in materia di energia pulita e rinnovabile: tra le proposte considerate nell'ambito dell'iniziativa vi sono l'apertura di siti adibiti a musei digitali indoor, la realizzazione di istituzioni museali sul territorio e sulla storia locale, la riqualificazione dell'ambiente naturale, compresa la pulizia dell'invaso di Vagli mediante una serie di attività che, attraverso il possibile svuotamento del bacino, prevedono la realizzazione di attività manutentive sulle opere idrauliche, interventi ambientali con lavori di ingegneria naturalistica e progetti di valorizzazione turistica".
Purtroppo l'emergenza sanitaria ha costretto a rimandare a data indefinita il progetto, visto che il riemergere del borgo avrebbe richiamato una folla enorme di persone, ovviamente ingestibile in tempi di pandemia. Dal Comune, però, fanno sapere che l'impegno a riprogrammare lo svuotamento del lago rimane e se ne riparlerà non appena possibile.
La voglia di rivedere il paese sommerso non è solo quella dei suoi antichi abitanti, ma anche quella condivisa da tutto il territorio, che godrebbe inevitabilmente di un afflusso di visitatori straordinario, con le ovvie ricadute economiche e occupazionali per la provincia di Lucca.
Considerando gli effetti della crisi generata dal Coronavirus, l’occasione per un rilancio è evidente e sarebbe funzionale anche alle altre attività sul Lago di Vagli, dove negli ultimi anni si è investito in attrazioni come il ponte tibetano sospeso o il cosiddetto “Volo dell’angelo”, la spettacolare discesa sul lago con una zip line, entrambi ottimi motivi per trascorrere una giornata con una gita fuori porta in Toscana.
Se ti interessa l’argomento guarda anche la nostra galleria fotografica sulle dighe più grandi d’Italia.
In quest’ultima circostanza furono centinaia di migliaia i turisti – qualcuno ne stimò addirittura un milione – che giunsero da tutto il mondo per vedere con i propri occhi l’aspetto di quell’antico borgo di origine medievale fondato da un gruppo di fabbri ferrai bresciani nel XIII secolo.
A quell’epoca i passaggi di mano erano frequenti: la cittadina venne conquistata dagli Estensi prima di raggiungere la sua massima importanza nel XVIII secolo nel momento in cui fu costruita la via Vandelli che collegava Modena a Massa.
Le maestranze trovarono sostegno nel Duca di Modena Francesco III d'Este il quale, nel 1755, concesse loro esenzioni fiscali e altri privilegi (tra cui l’esenzione dal servizio militare) per incrementare l’attività metallurgica.
Seguirono fasi di decadenza e altre di maggiore vigore economico, come quella della prima parte del XX secolo, grazie alla presenza e allo sfruttamento dei bacini marmiferi nei paraggi. Fu la decisione di costruire un bacino idroelettrico da parte dell’allora Selt-Valdarno (attuale Enel) durante il regime fascista nel 1941 a sancire definitivamente l’abbandono forzato di Fabbriche di Careggine.
La costruzione della diga alta 92 metri cominciò però soltanto dopo la fine della guerra, nel 1947, e comportò l’evacuazione dei 146 abitanti, i quali vivevano allora nelle 31 case disposte attorno alla chiesa di San Teodoro.
Terminata la diga si procedette al riempimento dell’invaso con le acque del torrente che formarono il Lago di Vagli nel 1953, il quale, per la sua posizione spettacolare, potrebbe essere inserito nella classifica dei laghi più belli della Toscana.
Da allora il paese giace sott’acqua in attesa dell’occasione giusta per tornare alla luce, almeno per qualche mese. È solitamente lo svuotamento del lago per lavori di manutenzione che consente al campanile, al cimitero e alle vecchie case di pietra della fu località in Alta Garfagnana di riprendersi il proprio posto sulle carte geografiche e diventare di diritto uno dei borghi medievali della Toscana da visitare assolutamente.
Lo svuotamento del Lago di Vagli nel 2021
La prossima volta che questo accadrà non sarà però nel 2021, come era stato invece annunciato con un post su Facebook da Lorenza Giorgi, figlia dell’ex sindaco di Vagli di Sotto negli anni ‘90, signor Ilio Domenico Giorgi.Pur senza date precise, si leggeva nel messaggio, la fonte della notizia era certa e anche l’Enel aveva confermato l’informazione poco dopo con una nota, specificando come si stesse formalizzando un memorandum di intesa con lo stesso Comune e Romei srl a supporto del "Progetto Essere 2020 - Vagli", volto a “promuovere un turismo responsabile, attraverso la sensibilizzazione e la crescita culturale della collettività in materia di energia pulita e rinnovabile: tra le proposte considerate nell'ambito dell'iniziativa vi sono l'apertura di siti adibiti a musei digitali indoor, la realizzazione di istituzioni museali sul territorio e sulla storia locale, la riqualificazione dell'ambiente naturale, compresa la pulizia dell'invaso di Vagli mediante una serie di attività che, attraverso il possibile svuotamento del bacino, prevedono la realizzazione di attività manutentive sulle opere idrauliche, interventi ambientali con lavori di ingegneria naturalistica e progetti di valorizzazione turistica".
Purtroppo l'emergenza sanitaria ha costretto a rimandare a data indefinita il progetto, visto che il riemergere del borgo avrebbe richiamato una folla enorme di persone, ovviamente ingestibile in tempi di pandemia. Dal Comune, però, fanno sapere che l'impegno a riprogrammare lo svuotamento del lago rimane e se ne riparlerà non appena possibile.
La voglia di rivedere il paese sommerso non è solo quella dei suoi antichi abitanti, ma anche quella condivisa da tutto il territorio, che godrebbe inevitabilmente di un afflusso di visitatori straordinario, con le ovvie ricadute economiche e occupazionali per la provincia di Lucca.
Considerando gli effetti della crisi generata dal Coronavirus, l’occasione per un rilancio è evidente e sarebbe funzionale anche alle altre attività sul Lago di Vagli, dove negli ultimi anni si è investito in attrazioni come il ponte tibetano sospeso o il cosiddetto “Volo dell’angelo”, la spettacolare discesa sul lago con una zip line, entrambi ottimi motivi per trascorrere una giornata con una gita fuori porta in Toscana.
Se ti interessa l’argomento guarda anche la nostra galleria fotografica sulle dighe più grandi d’Italia.
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