Tour delle Cave di Marmo in jeep a Carrara
Il panorama che si apre mentre la jeep sale lungo i fianchi delle Alpi scolpite dalle cave di marmo è lunare. Le pareti, tanto bianche da abbagliare, segnate dalle tracce dell'estrazione dei blocchi che rivelano l'importante impronta lasciata dall'uomo accompagnano, ai lati, il passaggio dei mezzi. I percorsi sono continuamente modificati dai cantieri legati all'attività estrattiva, eseguita nelle 82 cave ricavate nella porzione delle Apuane collocata nella provincia di Carrara da una decina di aziende che fino ad ora ha intaccato il 6% del marmo disponibile.
In certi tratti le jeep devono salire in retromarcia perchè poi mancherebbe lo spazio necessario alla manovra. Ogni cava ha un numero, un nome ed una particolarità legata alle venature del marmo, indice di qualità e prezzi diversi. Dal grembo della Cava Carbonera ad esempio è stato ritagliato il Monolite Mussolini che domina, a Roma, il Foro Italico. Un gigantesco blocco di marmo, di 17.40 metri di lunghezza, 2,30 di lato alla base e 2 all’apice che il 25 novembre del 1928 venne fatto scendere tramite un convoglio trainato da 60 paia di buoi che, lentamente, su binari lubrificati, dalle Alpi Apuane arrivò fino alla spiaggia, dove ad attenderlo c'era l' enorme galleggiante, “l’Apuano”, appositamente costruito dalla Marina Militare e sul quale fu imbarcato con rotta verso Fiumicino.
Dal grembo delle Apuane nasce anche il blocco di marmo dal quale Michelangelo ricavò una delle sue opere più famose, la Pietà. Ed ora la cava ne ha assunto il nome ed è nota come Cava Michelangelo. Un luogo magico, come tutto il resto che lo circonda. Le cave di marmo racchiudono un mondo, fatto di sacrifici, temerarietà e pericoli mitigate soltanto dai progressi tecnologici che permettono ora di tagliare i blocchi tramite cavi di acciaio diamantati. Per secoli, dall'epoca dei romani al 1700 i blocchi venivano separati spingendo dei pioli bagnati nelle fessure naturali delle rocce. Aumentando di volume, i pioli forzavano il marmo e lo spaccavano. Nel Settecento i pioli vennero sostituiti dalla polvere esplosiva ed ora dai cavi diamantati. Del passato resta la professione dei tacchiaioli che, appesi alle corde percorrono i fianchi delle cave per pulirne la superficie. Un mestiere pericoloso, anzi, pericolosissimo.
La visita alle cave di marmo può assumere contorni diversi in base al tipo di curiosità da soddisfare. Le possibilità sono tante, dalle visite guidate in jeep, ai corsi di scultura creativa, all'aperitivo in cava durante il tramonto, al trekking. Basta scegliere. Le visite guidate a bordo delle comode jeep 4x 4, partono dalla località La Piana, dove le guide illustrano la storia delle cave e delle modalità di estrazione. Da li si sale grazie alla potenza dei mezzi che non temono le asperità del terreno e all'abilità delle guide sugli stessi percorsi usati dai camion che trasportano il marmo. Il viaggio verso i bacini marmiferi continua fino a 1000 metri di altitudine.
Mentre si sale, si delineano, verso valle, sempre più nitidi i contorni della località di Colonnata, nota oggi soprattutto per la produzione di lardo. La sua origine, in epoca romana, è legata allo sfruttamento dei bacini marmiferi. Lì vivevano gli schiavi utilizzati come mano d'opera per l'attività estrattiva. Per questo Colonnata è letteralmente incastonata fra le cave. Le jeep non percorrono soltanto i tracciati interni usati dalle aziende estrattive ma anche alcuni tratti delle vecchie gallerie, in particolare quella che si incunea nel cuore della montagna fino a sfociare nella Cava museo dei Fantiscritti da cui si ricava il famoso marmo bianco di Carrara.
Il freddo umido circonda ogni cosa: sculture, gioielli realizzati con marmo e pezzi di cavo diamantato e acquistabili li soltanto, e bottiglie di vino. Si, avete letto bene. La cava viene utilizzata per invecchiare lo "Straordinario", spumante ottenuto dai vitigni vermentino e albarola dei colli apuani, caratterizzato dall'etichetta in rame, dal tappo impreziosito da perle e circondato da marmettola. La produzione è davvero limitata, soltanto un centinaio di bottiglie che vengono confezionate in scatole di legno con il coperchio scorrevole in marmo di Carrara. Guardando le pareti rese lisce dai tagli inferti dai potenti macchinari mossi dall'uomo nelle viscere delle Apuane, la sensazione che emerge è che, davvero, tutto sia possibile. Compresa l'opportunità di scolpire, o perlomeno, di provarci.
A Cava Lazzareschi, i titolari, eredi dei primi temerari che affrontarono il duro lavoro di estrazione del marmo, organizzano, durante i mesi estivi, dei corsi di scultura creativa. Sono aperti ad un massimo di 8 partecipanti, ed è possibile farsi trasportare dal piazzale di cava, accessibile a tutti, fino al laboratorio allestito più su, in un punto panoramico che spazia sulle vette e lì affrontare 4 ore di scultura con strumenti manuali e pneumatici e l'assistenza di due professionisti. Il marmo scolpito resta di proprietà dell'autore a fine corso. La pietra, scelta insieme al maestro scultore, viene prima disegnata con una matita in superficie e poi incisa. Credetemi. Si tratta di una esperienza totalizzante, durante la quale ci si appassiona come non mai. La sensazione del marmo che cede e si lascia plasmare seguendo le linee tracciate dalla propria creatività è unica, come la curiosità di vedere il risultato della trasformazione operata.
Deporre gli occhiali protettivi, cuffie e strumenti per ascoltare il richiamo della pausa o dell'aperitivo offerto o lasciare la postazione è durissima. A meno che, non si tratti di affrontare un'altra delle intense emozioni che le cave di marmo sanno regalare: la visita al murale firmato dallo street art brasiliano Eduardo Kobra. ll dipinto che raffigura la testa del David di Michelangelo è stato creato nel 2017 nel cuore della cava Goia di Gualtiero Corsi. I colori del tramonto che si riflettono sul marmo e riscaldano l'atmosfera, rendono quel momento della giornata il più suggestivo per godere della vista magnifica sul panorama e sull'opera e, perchè no, immortalare il momento con qualche selfie. L'area nella quale è stato realizzato il dipinto può essere raggiunta anche a piedi, dai paesi di Colonnata e Bedizzano.
In certi tratti le jeep devono salire in retromarcia perchè poi mancherebbe lo spazio necessario alla manovra. Ogni cava ha un numero, un nome ed una particolarità legata alle venature del marmo, indice di qualità e prezzi diversi. Dal grembo della Cava Carbonera ad esempio è stato ritagliato il Monolite Mussolini che domina, a Roma, il Foro Italico. Un gigantesco blocco di marmo, di 17.40 metri di lunghezza, 2,30 di lato alla base e 2 all’apice che il 25 novembre del 1928 venne fatto scendere tramite un convoglio trainato da 60 paia di buoi che, lentamente, su binari lubrificati, dalle Alpi Apuane arrivò fino alla spiaggia, dove ad attenderlo c'era l' enorme galleggiante, “l’Apuano”, appositamente costruito dalla Marina Militare e sul quale fu imbarcato con rotta verso Fiumicino.
Dal grembo delle Apuane nasce anche il blocco di marmo dal quale Michelangelo ricavò una delle sue opere più famose, la Pietà. Ed ora la cava ne ha assunto il nome ed è nota come Cava Michelangelo. Un luogo magico, come tutto il resto che lo circonda. Le cave di marmo racchiudono un mondo, fatto di sacrifici, temerarietà e pericoli mitigate soltanto dai progressi tecnologici che permettono ora di tagliare i blocchi tramite cavi di acciaio diamantati. Per secoli, dall'epoca dei romani al 1700 i blocchi venivano separati spingendo dei pioli bagnati nelle fessure naturali delle rocce. Aumentando di volume, i pioli forzavano il marmo e lo spaccavano. Nel Settecento i pioli vennero sostituiti dalla polvere esplosiva ed ora dai cavi diamantati. Del passato resta la professione dei tacchiaioli che, appesi alle corde percorrono i fianchi delle cave per pulirne la superficie. Un mestiere pericoloso, anzi, pericolosissimo.
La visita alle cave di marmo può assumere contorni diversi in base al tipo di curiosità da soddisfare. Le possibilità sono tante, dalle visite guidate in jeep, ai corsi di scultura creativa, all'aperitivo in cava durante il tramonto, al trekking. Basta scegliere. Le visite guidate a bordo delle comode jeep 4x 4, partono dalla località La Piana, dove le guide illustrano la storia delle cave e delle modalità di estrazione. Da li si sale grazie alla potenza dei mezzi che non temono le asperità del terreno e all'abilità delle guide sugli stessi percorsi usati dai camion che trasportano il marmo. Il viaggio verso i bacini marmiferi continua fino a 1000 metri di altitudine.
Mentre si sale, si delineano, verso valle, sempre più nitidi i contorni della località di Colonnata, nota oggi soprattutto per la produzione di lardo. La sua origine, in epoca romana, è legata allo sfruttamento dei bacini marmiferi. Lì vivevano gli schiavi utilizzati come mano d'opera per l'attività estrattiva. Per questo Colonnata è letteralmente incastonata fra le cave. Le jeep non percorrono soltanto i tracciati interni usati dalle aziende estrattive ma anche alcuni tratti delle vecchie gallerie, in particolare quella che si incunea nel cuore della montagna fino a sfociare nella Cava museo dei Fantiscritti da cui si ricava il famoso marmo bianco di Carrara.
Il freddo umido circonda ogni cosa: sculture, gioielli realizzati con marmo e pezzi di cavo diamantato e acquistabili li soltanto, e bottiglie di vino. Si, avete letto bene. La cava viene utilizzata per invecchiare lo "Straordinario", spumante ottenuto dai vitigni vermentino e albarola dei colli apuani, caratterizzato dall'etichetta in rame, dal tappo impreziosito da perle e circondato da marmettola. La produzione è davvero limitata, soltanto un centinaio di bottiglie che vengono confezionate in scatole di legno con il coperchio scorrevole in marmo di Carrara. Guardando le pareti rese lisce dai tagli inferti dai potenti macchinari mossi dall'uomo nelle viscere delle Apuane, la sensazione che emerge è che, davvero, tutto sia possibile. Compresa l'opportunità di scolpire, o perlomeno, di provarci.
A Cava Lazzareschi, i titolari, eredi dei primi temerari che affrontarono il duro lavoro di estrazione del marmo, organizzano, durante i mesi estivi, dei corsi di scultura creativa. Sono aperti ad un massimo di 8 partecipanti, ed è possibile farsi trasportare dal piazzale di cava, accessibile a tutti, fino al laboratorio allestito più su, in un punto panoramico che spazia sulle vette e lì affrontare 4 ore di scultura con strumenti manuali e pneumatici e l'assistenza di due professionisti. Il marmo scolpito resta di proprietà dell'autore a fine corso. La pietra, scelta insieme al maestro scultore, viene prima disegnata con una matita in superficie e poi incisa. Credetemi. Si tratta di una esperienza totalizzante, durante la quale ci si appassiona come non mai. La sensazione del marmo che cede e si lascia plasmare seguendo le linee tracciate dalla propria creatività è unica, come la curiosità di vedere il risultato della trasformazione operata.
Deporre gli occhiali protettivi, cuffie e strumenti per ascoltare il richiamo della pausa o dell'aperitivo offerto o lasciare la postazione è durissima. A meno che, non si tratti di affrontare un'altra delle intense emozioni che le cave di marmo sanno regalare: la visita al murale firmato dallo street art brasiliano Eduardo Kobra. ll dipinto che raffigura la testa del David di Michelangelo è stato creato nel 2017 nel cuore della cava Goia di Gualtiero Corsi. I colori del tramonto che si riflettono sul marmo e riscaldano l'atmosfera, rendono quel momento della giornata il più suggestivo per godere della vista magnifica sul panorama e sull'opera e, perchè no, immortalare il momento con qualche selfie. L'area nella quale è stato realizzato il dipinto può essere raggiunta anche a piedi, dai paesi di Colonnata e Bedizzano.