Trekking in Alto Adige: escursione alle cascate di Barbiano e alle Trechiese
“Il paese dalla torre pendente”: così viene soprannominato Barbiano, località situata a 830 m s.l.m. La punta ottagonale del campanile della chiesa parrocchiale consacrata a San Giacobbe il Vecchio è infatti visibilmente pendente: con un’altezza di 37 metri e una punta inclinata di 1,57 m rispetto alla base, il campanile ha un’inclinazione addirittura maggiore di quella della torre di Pisa. Barbiano, grazioso paesino di circa 650 abitanti nei pressi di Bressanone, in provincia di Bolzano, è un bellissimo luogo per soggiornare e per avventurarsi in trekking alla scoperta della natura.
Il comune, adagiato nella parte meridionale della Val d’Isarco, si estende da Colma attraverso Sant’Ingenuo, Barbiano paese e Bagni Trechiese, fino a terminare nei pressi della montagna di casa, il Corno del Renon. Il clima mite di questa vallata altoatesina ha sempre attirato ospiti illustri fra cui Goethe che fece sosta proprio qui durante il suo viaggio attraverso l’Italia mentre Christian Morgenstern e Sigmund Freud soggiornarono a Bagni Trechiese.
Dal parcheggio poco fuori Barbiano un itinerario di circa 5 km accompagna sino alle Trechiese (per percorrerlo calcolare circa 1 ora e 50 minuti); l’alternativa è partire dal centro del paese, nei pressi della torre pendente (da qui circa 30 minuti in più di camminata).
Si può scegliere di fare l’anello completo oppure solo il tratto di andata per poi recarsi al nuovo ponte sospeso che, attraversando il rio Ganda, collega Barbiano con la frazione di San Ingenuino: lunga 120 metri e alta 55 metri dal fondovalle, questa suggestiva passerella pedonale a nastro teso, del peso di 2 tonnellate, è opera degli ingegneri Moser e Lorenzi.
L’escursione s’inoltra lungo il sentiero Wasserfallweg che inizia a salire all’interno di un bosco di castagni con uno splendido panorama sulla Val d’Isarco; sulla destra si costeggia una piccola fattoria con animali da cortile e caprette dove in autunno si possono anche acquistare ottime castagne.
Una mezz’ora di cammino, fra alberi di alto fusto e profumi autunnali, porta alla cascata inferiore di Barbiano che si presenta in tutta la sua imponenza con un salto fragoroso di 85 metri. Proseguendo l’itinerario, a tratti più impegnativo, si sale su delle scalette in legno, arrivando alla seconda cascata, la superiore, più piccola ma altrettanto suggestiva.
Un belvedere con panchine e “chaise longue” in legno permette di fermarsi per contemplare il panorama mozzafiato sulla valle, la Plose e più in lontananza il Sassolungo e lo Scilliar.
Poco dopo ecco anche il terzo livello della cascata che si può attraversare grazie ad un ponte in legno. Si imbocca il sentiero numero 6 che indica il percorso per le Trechiese raggiungibili in altri 50 minuti fra boschi senza troppi dislivelli.
Procedendo s’incontrano erbe officinali di ogni genere fra cui la piantaggine, usata per lenire le punture d’insetti o come sciroppo contro la tosse (secondo la tradizione anche per scoprire il numero dei figli che si avrà in base ai “filamenti” rimasti nel gambo dopo averlo strappato); l’alchemilla, utile per dolori femminili e in grado di donare eterna bellezza se strofinata sulla pelle o bevendone la rugiada mattutina; il solidago, contro le infiammazioni.
Usciti dal bosco, dove a tratti si percorrono passaggi “single track” su cui prestare maggiore attenzione, s’incrocia una strada asfaltata su cui procedere sino a ritrovare le indicazioni per il sentiero 6 che indica l’arrivo a destinazione in poco più di 30 minuti.
Da una radura erbosa s’intravedono le Trechiese, una accanto all’altra: tetti in legno, tre campanili e pietre in bella vista. Quella dedicata a Santa Maddalena è la più grande ma anche la più recente e priva di affreschi; in onore di Santa Gertrude è invece quella con l’affresco esterno che ritrae San Cristoforo, protettore dei pellegrini.
Infine la chiesa di San Nicolò con il coro ricoperto di affreschi. Questi tre piccoli edifici religiosi, costruiti fra il 13° e il 16° secolo, sorgono in una vecchia località di culto pagana.
Al termine del trekking una sosta gastronomica d’obbligo è al maso Messnerhof (www.messnerhof-dreikirchen.it), al civico 8 di Barbiano-Trechiese, a due passi dalle tre chiesette gotiche, immerso nei pascoli montani e raggiungibile solo a piedi.
Qui, Lukas e la sua famiglia propongono piatti preparati con prodotti della propria fattoria biologica: fra le specialità da non perdere ci sono lo speck di prosciutto (ma anche di spalla, carrè e pancetta) essiccato 12 mesi; knödel (canederli) in tantissime forme e colori, anche in versione dolce con le prugne; brasati e selvaggina con verdure e erbette dell’orto, tutte eccellenze a marchio “Gallo Rosso” che ne contraddistingue l’alta qualità.
Sito ufficiale: www.suedtirol.info
Il comune, adagiato nella parte meridionale della Val d’Isarco, si estende da Colma attraverso Sant’Ingenuo, Barbiano paese e Bagni Trechiese, fino a terminare nei pressi della montagna di casa, il Corno del Renon. Il clima mite di questa vallata altoatesina ha sempre attirato ospiti illustri fra cui Goethe che fece sosta proprio qui durante il suo viaggio attraverso l’Italia mentre Christian Morgenstern e Sigmund Freud soggiornarono a Bagni Trechiese.
Trekking sui sentieri di Barbiano
Dal parcheggio poco fuori Barbiano un itinerario di circa 5 km accompagna sino alle Trechiese (per percorrerlo calcolare circa 1 ora e 50 minuti); l’alternativa è partire dal centro del paese, nei pressi della torre pendente (da qui circa 30 minuti in più di camminata).
Si può scegliere di fare l’anello completo oppure solo il tratto di andata per poi recarsi al nuovo ponte sospeso che, attraversando il rio Ganda, collega Barbiano con la frazione di San Ingenuino: lunga 120 metri e alta 55 metri dal fondovalle, questa suggestiva passerella pedonale a nastro teso, del peso di 2 tonnellate, è opera degli ingegneri Moser e Lorenzi.
L’escursione s’inoltra lungo il sentiero Wasserfallweg che inizia a salire all’interno di un bosco di castagni con uno splendido panorama sulla Val d’Isarco; sulla destra si costeggia una piccola fattoria con animali da cortile e caprette dove in autunno si possono anche acquistare ottime castagne.
Una mezz’ora di cammino, fra alberi di alto fusto e profumi autunnali, porta alla cascata inferiore di Barbiano che si presenta in tutta la sua imponenza con un salto fragoroso di 85 metri. Proseguendo l’itinerario, a tratti più impegnativo, si sale su delle scalette in legno, arrivando alla seconda cascata, la superiore, più piccola ma altrettanto suggestiva.
Un belvedere con panchine e “chaise longue” in legno permette di fermarsi per contemplare il panorama mozzafiato sulla valle, la Plose e più in lontananza il Sassolungo e lo Scilliar.
Poco dopo ecco anche il terzo livello della cascata che si può attraversare grazie ad un ponte in legno. Si imbocca il sentiero numero 6 che indica il percorso per le Trechiese raggiungibili in altri 50 minuti fra boschi senza troppi dislivelli.
Procedendo s’incontrano erbe officinali di ogni genere fra cui la piantaggine, usata per lenire le punture d’insetti o come sciroppo contro la tosse (secondo la tradizione anche per scoprire il numero dei figli che si avrà in base ai “filamenti” rimasti nel gambo dopo averlo strappato); l’alchemilla, utile per dolori femminili e in grado di donare eterna bellezza se strofinata sulla pelle o bevendone la rugiada mattutina; il solidago, contro le infiammazioni.
Usciti dal bosco, dove a tratti si percorrono passaggi “single track” su cui prestare maggiore attenzione, s’incrocia una strada asfaltata su cui procedere sino a ritrovare le indicazioni per il sentiero 6 che indica l’arrivo a destinazione in poco più di 30 minuti.
Da una radura erbosa s’intravedono le Trechiese, una accanto all’altra: tetti in legno, tre campanili e pietre in bella vista. Quella dedicata a Santa Maddalena è la più grande ma anche la più recente e priva di affreschi; in onore di Santa Gertrude è invece quella con l’affresco esterno che ritrae San Cristoforo, protettore dei pellegrini.
Infine la chiesa di San Nicolò con il coro ricoperto di affreschi. Questi tre piccoli edifici religiosi, costruiti fra il 13° e il 16° secolo, sorgono in una vecchia località di culto pagana.
Al termine del trekking una sosta gastronomica d’obbligo è al maso Messnerhof (www.messnerhof-dreikirchen.it), al civico 8 di Barbiano-Trechiese, a due passi dalle tre chiesette gotiche, immerso nei pascoli montani e raggiungibile solo a piedi.
Qui, Lukas e la sua famiglia propongono piatti preparati con prodotti della propria fattoria biologica: fra le specialità da non perdere ci sono lo speck di prosciutto (ma anche di spalla, carrè e pancetta) essiccato 12 mesi; knödel (canederli) in tantissime forme e colori, anche in versione dolce con le prugne; brasati e selvaggina con verdure e erbette dell’orto, tutte eccellenze a marchio “Gallo Rosso” che ne contraddistingue l’alta qualità.
Sito ufficiale: www.suedtirol.info
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