Costa Azzurra d'autore: un weekend sulle orme di Picasso
Quest’estate, un salto in Costa Azzurra sarà un’occasione per fare bagni di sole, tra paesaggi naturali e borghi incantevoli, ma soprattutto per scoprire e apprezzare un Picasso forse meno conosciuto ma ugualmente affascinante.
Mougins: bouganville e minotauri
In questo borgo arroccato nell’entroterra di Cannes, Pablo Picasso si spense all’età di 91, nella sua camera del Mas Notre-Dame-de-Vie, l’8 aprile del 1973. Ancora oggi a Mougins si respira arte a ogni angolo, sarà che dal 2018 il villaggio ospita un museo a cielo aperto con opere di artisti contemporanei, ogni anno diversi, che si possono ammirare in diversi punti della città – quest’anno è la volta di Gabriël Sterk che omaggio Picasso con una scultura alta 2,40 metri proprio all’entrata del paese –; sarà per l’attività culturale sempre frizzante e attenta alle novità, nel 2021 ha aperto i battenti il Centre de la Photographie che fino all’11 giugno ospita il reportage fotografico di Marie Baronnet, un racconto del confine tra Stati Uniti e Messico visto con gli occhi di chi tenta di attraversalo e di chi cerca di difenderlo. E poi ci sono le tante gallerie d’arte che si aprono sulle stradine lastricate, piene di buganvillee, e i luoghi di Picasso.
Il sodalizio con Mougins inizia alla fine degli anni Trenta, quando Picasso soggiorna all’Hotel Vaste Horizon con la sua musa dell’epoca Dora Maar e altri amici artisti come Jean Cocteau, Paul Eluard, Lee Miller e Man Ray. Sono anni di sperimentazione (Vedi Foto sotto Jguido) , leggenda vuole che Picasso avesse disegnato sul muro della stanza una cornice chiedendo ai compagni di completarla, ma che poi l’albergatore avesse fatto ridipingere i musi della stanza.
A Mougins Picasso ritorna in piana stabile nel 1961 quando acquista il Mas Notre-Dame-de-Vie come regalo per la moglie Jacqueline Roque.
Seguire le orme del Minotauro è facilissimo grazie a “Regard sur Picasso”, un’iniziativa che comprende eventi, mostre ed esposizioni, aperta fino al 31 ottobre 2023. Presso l’ufficio del turismo è disponibile una cartina con indicati i luoghi raggiungibili a piedi. Si può partecipare a visite guidate (la visita a Vaste Horizon è possibile solo su appuntamento), se si fa da soli il suggerimento è di iniziare dall’esposizione di Henri Traverso con la proiezione del docufilm “Picasso & Mougins” che vi aiuta a inquadrare il contesto. Il Lavoir ospita una trentina di fotografie di André Villers, mentre al MACM, il Musée d'Art Classique de Mougins fondato da Christian Levett – proprietario del vicino ristorante L’Amandier per anni tempio di Roger Vergé, uno dei padri della nouvelle cuisine, ospita una sala dedicata al maestro –, oltre alla collezione permanente omaggia Picasso con la mostra temporanea “Vu par les autres” (fino al 30 settembre) che racconta il maestro sotto 4 aspetti diversi, lo sguardo delle donne, l’uomo, i compagni di lavoro, l’arte.
Da non perdere infine la visita alla Chapelle Notre-Dame-de-Vie, con il minotauro di Beth Carter e le fotografie dell’amico Lucien Clergue che ha immortalo Picasso proprio durante l’ultimo periodo a Mougins.
Antibes: sulle orme dei pittori, tra assaggi di assenzio e sapori provenzali
Da Mougins al mare il passo è breve; e così tra il ‘40 e il ‘55 Picasso si muove tra Antibes e Vallauris con un’abitudine radicata da restare impressa – Picasso era solito arrivare con la famiglia in una spiaggia di Golfe -Juan, sempre verso le 11 e mezzo, oggi quella spiaggia è stata ribattezzata Plage Pablo Picasso – e con una continuità favorita da collaborazioni virtuose.
Nel ‘46 Dor de la Souchère propone a Picasso di sfruttare parte del castello Grimaldi come atelier, è l’inizio di un intenso periodo creativo che produce un lascito di 23 dipinti e 44 disegni da La Gioia di vivere al Satiro. Nel 1948 il museo viene arricchito con le 78 ceramiche realizzate presso l'atelier Madoura di Vallauris, ma è solo nel 1966, che il castello Grimaldi diventa ufficialmente Museo Picasso, il primo nazionale dedicato all’artista. Oggi il museo, arricchito nel 1991, grazie al lascito di Jacqueline Picasso, ospita al primo piano una collezione permanente, mentre al piano superiore, dall’8 aprile al 2 luglio la mostra temporanea “Picasso 1969 -1973 la fin du début” che si concentra sugli ultimi anni dell’artista.
(Vue de la terrasse du musée, 2008-09-18.Oeuvre de Juan Miro © Sucesio Miro/Adagp, Paris, 2008. Photo © Jean-Louis Andral)
Dalla terrazza, la vista sul golfo e i bastioni della città è spettacolare, potete scegliere di percorrere le rempart fino a Plage de la Salis, sulla strada dei pittori che qui hanno tratto ispirazione – una copia in lava smaltata è installata nei luoghi in cui ogni artista soleva mettere il cavalletto –, magari facendo sosta al 44 boulevard Wilson dove Picasso e Dora Maar soggiornarono nell'estate del 1939, per poi allungare fino a Plage de la Garoupe, amata dal maestro.
Oppure dal castello Grimaldi, potete percorrere i rempart fino a Port Vauban per ammirare il porto, in questa zona ci sono tanti ristoranti come il Restaurant Bistrot Margaux (da provare la daube de boeuf, uno spezzatino saporito, accompagnato da gnocchi di patate).
Addentratevi nel cuore antico di Antibes dalle Casemates de la création, atelier d’arte dove vedere gli artisti all’opera e acquistare souvenir unici, proseguite per Cours Masséna per una sosta al mercato provenzale – tutti i giorni dalle 6 alle 13, tranne il lunedì dal 1° settembre al 30 maggio – e un assaggio di assenzio al Balade en Provence, un locale storico che è quasi un museo di questo leggendario distillato; continuate a esplorare il quartiere di Le Safranier con le strade acciottolate e fiorite, come rue du Haut Castelet e Bas Castelet, per una sosta d’obbligo alla pasticceria bistrot Lilian Bonnefoi (di proprietà dello chef pasticcere dell’hôtel Cap-Eden-Roc).
Vallauris: ceramiche e bigarades
Il colpo di fulmine risale al 1946 quando durante l’annuale mostra Nérolium, creata dai produttori di bigaradiers – in città potete visitare l’ecomuseo di Golfe - Juan e la boutique di Vallauris – e destinata a promuovere i mestieri della comunità, ceramisti, profumieri e coltivatori di fiori d’arancio amaro (per l’appunto il bigaradier), Picasso ha un incontro casuale con Suzanne e Georges Ramié, proprietari del laboratorio di ceramiche Madoura.
Ci ritorna nel ‘48 esponendo alcuni suoi lavori e dando vita a una lunga collaborazione con l’atelier che durerà fino al ‘71. Sono gli anni in cui Picasso scopre e sperimenta diverse tecniche per lavorare la ceramica (nei primi anni a Madoura, poi acquisterà la Fournas) e si stima che abbia prodotto oltre 4000 manufatti. Proprio all’atelier Madoura, Picasso incontra la sua ultima musa Jacqueline Roque, a cui si si lega quando viene lasciato da Francoise Gilot, per poi trasferirsi a Cannes nel ’55.
A Vallauris ci sono pezzi di Picasso ovunque a partire dall’homme au mouton che troneggia nella piazza che ospita il mercato – fu proprio Picasso a farlo arrivare in una cassa al sindaco come ringraziamento alla città per l’accoglienza –, proprio a due passi da qui, nell’ex Municipio (attuale biblioteca comunale) sposò Jacqueline Roque, mentre al Museo Magnelli, il museo della ceramica, installato in un ex priorato dei monaci di Lérins, signori di Vallauris dall'XI al XVIII secolo, nella cappella è conservata La guerre et la Paix, una serie di pannelli realizzati da Picasso nel ’52, che rappresentano l’orrore della guerra e la fiducia nella pace con simboli e concetti originali quanto avvolgenti. Il museo nazionale fu inaugurato nel ’77 e nel 1996 prese il nome di Museo Magnelli, Museo della Ceramica.
Oltre alla mostra permanente che comprende un insieme di ceramiche, incisioni su linoleum e fotografie che illustrano l'intensa attività artistica di Picasso come ceramista – per comprendere il legame profondo con la città potete vedere il breve docufilm “Gli anni di Vallauris” –, il museo accoglie 16 nuove ceramiche dedicate a Suzanne Ramié e la mostra temporanea Forme & Metamorfosi fino al 20 ottobre, che si propone di esplorare la ricerca formale e plastica di Picasso attraverso tre temi, Fonti, Esplorazioni e Dialogo.
Ma a Vallauris la ceramica è un po’ ovunque, per via di una tradizione che affonda le proprie radici all'inizio del '500, quando i vasai liguri giunti per ripopolare la città contribuirono a sviluppare questa attività, grazie alla qualità dell’acqua, del legno e della terra locale, resistente al calore.
In città ci sono oltre 60 atelier boutique dove è possibile vedere i ceramisti all’opera e acquistare originali manufatti, come l’atelier Gilbert Portanier, a Vallauris dal 1948 (visite guidate da giugno a settembre tutti i giorni, tranne la domenica).
Dal centro città ci si può allungare verso Golfe -Juan per una piacevole passeggiata lungomare. Se volete gustare dei tradizionali e gustosi farcis nicois (verdure ripiene) fermatevi da CASA, mentre se siete in centro città Le Mesclun vi farà provare una daube con carne di toro.
Come organizzare il weekend
Per raggiungere la Costa azzurra potete arrivare in aereo, Nizza è il secondo aeroporto in Francia, oppure in treno. La Costa Azzurra si presta a un viaggio sostenibile, una volta a Nizza, per esplorare i dintorni, potete combinare l'autobus (linee espresse locali e regionali) e il treno. Per facilitare gli spostamenti, la regione Sud Provence-Alpes-Côte d'Azur ha istituito il progetto “ZOU! ".
Per dormire si suggeriscono tre indirizzi di ospitalità a seconda delle esigenze: Lune de Mougins, con spa e piscina, un hotel di charme fuori dal centro storico, in un’area quieta e silenziosa; Hôtel ROYAL ANTIBES sul lungomare, con spa e spiaggia privata; e il boutique hotel Blanc Sable Hotel a Vallauris con piscina, una colazione realizzata con prodotti locali e un’accoglienza familiare.
Per organizzare la visita si consiglia di consultare l’ente di promozione turistica: www.cotedazurfrance.fr e l’Ente del turismo francese: www.france.fr
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Foto di copertina: Mougins Tourisme
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