Proposta di viaggio in Mali: il sahara di Timbuctu, Mopti, Djenne e Sangha
Situato alle porte dell’Africa Nera e occupato per la maggior parte del suo territorio dal deserto, il Mali affascina per la magia del suo sontuoso passato, per i suoi orizzonti sahariani, per la ricchezza culturale e per l’incredibile varietà di etnie.
Una terra forte e intensa, dove alle suggestive moschee costruite interamente in fango si susseguono villaggi di arenaria rosa scolpiti nelle pareti rocciose fino agli sconfinati panorami desertici dolcemente ondulati che sembrano tratti da un racconto di Lawrence d’Arabia.
Qui si può ancora incontrare l’Africa vera, quella delle origini, l’Africa dove la vita è rimasta quella di sempre, dove convivono 32 diverse etnie custodi di ancestrali segreti e antiche nozioni astronomiche, che hanno saputo conservare ciascuna il proprio idioma e i propri costumi. Prima fra tutte quella dei Dogon, “il popolo a cui è data parola, il popolo delle stelle”, gente straordinaria che vive traendo energia e vitalità dal grande Niger, che nella stagione delle piogge si dilata e diventa un mare ai bordi del deserto.
Il viaggio organizzato da TOAssociati vi permette di scoprire questa parte di Africa meno conosciuta, ma non per questo meno bella, cuore e crocevia dell’Africa occidentale, dove oro, avorio, spezie e schiavi venivano scambiati con sale e convogliati verso i mercati europei e mediorientali.
Il programma non può che cominciare proprio dalla misteriosa Timbuctu, situata alla porte del deserto, una città grande, con moschee e palazzi di argilla color ocra-rosso o di pietra calcarea chiamata al horr, un tempo punto d’incontro delle tantissime carovane di cammelli che attraversavano tutto il deserto del Sahara. Era chiamata “la regina delle sabbie” e passeggiando per le sue stradine fatte ancora oggi di sabbia, così come i pavimenti delle case stesse, scoprirete una città tranquilla fatta di botteghe e artigiani in mezzo a tante merci colorate e profumate, di aromi esotici, di un mondo plurietnico e multiculturale.
Si prosegue per Mopti, la “Venezia del Mali”, posta alla confluenza dei fiumi Niger e Bani, oggi uno dei centri commerciali più attivi del Paese con il suo porto colmo di piroghe che trasportano uomini e merci, il suo mercato brulicante e carico di odori e la sua gente, pescatori dell’etnia Bozo, che vivono nei villaggi lungo il fiume Niger pescando ed essiccando il pesce.
Un viaggio in Mali deve necessariamente toccare Djenne, una delle città più antiche e pittoresche dell’Africa occidentale. Una visita a piedi della città vi condurrà dapprima alla famosa moschea, il più grande monumento in terra del mondo, poi alle scuole coraniche, alle botteghe degli artigiani che producono i tessuti Bogolan, ma soprattutto al vivace mercato settimanale circondato dall’acqua.
Dopo una visita alla famosa grotta di iniziazione e delle pitture rupestri di Songho, si raggiunge Sangha, famosa per la sua architettura e simbolo della cultura Dogon, dove si visitano i “toguna”, le case dei feticci, i granai e le case sacre riservate alle donne.
Si giunge finalmente alla regione dei Dogon, una terra arida e assolata abitata da questo popolo, uno tra i più enigmatici dell’intero pianeta. I loro villaggi di fango sono costruiti sull’orlo ed ai piedi della famosa Falesia di Bandiagara e collegati fra loro da aeree scalette di legno e vertiginosi sentieri. Visitare alcuni dei più bei villaggi Dogon, tra cui Banani, Ireli dichiarato Patrimonio dell’Umanità, Amani e i suoi coccodrilli sacri, Tirelli con la spettacolare danza tribale delle maschere Dogon, significa entrare nel mistero di questo popolo e della sua cultura tramandata gelosamente senza lasciare alcuna traccia scritta.
Ancora una sosta a Segou, la principale città della tribù dei Bambara situata sulle rive del fiume Niger, prima dell’ultima immancabile tappa alla capitale Bamako, dove si trova uno dei migliori musei etnografici dell’Africa occidentale. Nel quartiere centrale si trova anche il Grand Marché, o meglio quello che resta del mercato in stile coloniale dopo il rovinoso incendio nel 1993, dove vi perderete facilmente tra le bancarelle disposte lungo i marciapiedi e le strade laterali, che vendono ogni sorta di mercanzia, dai tessuti indaco all’oro e alle cassette di musica africana, alle medicine tradizionali.
Accompagnatore d'eccezione: Stefano Pensotti
Chi è Stefano Pensotti.
Stefano PENSOTTI (www.stefanopensotti.com) è fotografo da più di 30 anni con esperienza pluriennale di fotoreportage all’estero (Europa - Asia - Africa). I suoi servizi sono stati pubblicati da numerose riviste italiane tra cui Living in Milano, Private, Illustrazione Italiana, La Stampa, il Giornale, L’Unità, Gente di Fotografia, Il Giornale di Sicilia, GenteViaggi, Io Donna - Corriere Sera, Sette – Repubblica. Ha realizzato nove volumi fotografici e le sue opere sono conservate nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, alla Fondazione Italiana per la Fotografia, nell’Archivio Fotografico Italiano di Castellana e nella Galleria Melesi di Lecco. È vincitore del Premio Chatwin - Camminando per il mondo 2007. Di lui anno scritto Luigi Erba, Denis Curti, Roberto Mutti, Lanfranco Colombo, Gianfranco Arciero. Ha viaggiato in Europa, Africa e Asia… ed ovviamente viaggia in solitaria o accompagnando piccoli gruppi di Viaggiatori, da… sempre!
I villaggi della civiltà Dogon.
Per capire la civiltà Dogon bisogna osservare l’architettura dei villaggi. Il centro gravitazionale di ogni villaggio Dogon è il “toguna”, il luogo dove gli anziani vi si riuniscono per discutere gli affari del villaggio o semplicemente per chiacchierare, fumare o riposarsi. I toguna sono costruiti con un tetto basso, cosicché gli uomini sono costretti a rimanere seduti prevenendo discussioni che possono degenerare in liti o risse. Qui si prendono le decisioni più importanti, oppure si chiacchiera e ci si riposa, ma sempre, le donne sono bandite dal toguna. Un’altra struttura tipica è il granaio che si riconosce per il tetto di paglia a forma di cono. Un tempo erano chiusi da porticine di legno finemente scolpite, ma oggi ne rimangono solo rari esempi.
Check-in: Da Timbuctu al Paese dei Dogon
Durata: 10 giorni/9 notti.
Itinerario: Italia, Bamako, Timbuctu, Mopti, Djenne, Mopti, Songho, Sangha, Tireli, Sangha, Bandiagara, Segou, Bamako, Italia.
Quota: a partire da 2.680 Euro a persona in camera doppia (minimo 16 partecipanti)
La quota comprende: voli di linea della compagnia Air France, franchigia di kg 15 bagaglio, voli interni come da programma, trasferimenti e trasporti come da programma, la sistemazione come previsto da programma, trattamento di pensione completa ad esclusione della cena il giorno dell’arrivo e l’ultimo giorno a Bamako, accompagnatore locale parlante italiano, accompagnatore dall’Italia, assicurazione inter-assistance e annullamento viaggio, documenti e set di viaggio, visto d’ingresso.
La quota non comprende: due pasti principali, bevande, mance, facchinaggio, eventuali tasse locali in uscita dal Paese, spese extra e personali e quanto altro non indicato ne “la quota comprende”.