Perù: surriscaldamento globale mette in pericolo i ghiacciai della Cordillera
Il cambiamento climatico sta costando una larga fusione dei ghiacciai del Perù che secondo una recente stima, confortata da immagini satellitari, hanno perso il 26% della loro superficie negli ultimi 33 anni.
La riduzione è equivalente a 188 chilometri quadrati della cosiddetta “Cordillera Blanca”, la più alta catena montuosa tropicale nel mondo. La catena montuosa è la patria di più di settecento ghiacciai, con il ghiacciaio Huascaran dichiarato patrimonio mondiale dall'UNESCO.
Marcos Zapata, capo della unità di glaciologia presso l'Istituto Nazionale delle risorse naturali peruviane (INRENA), dice che la fusione dei ghiacciai ha raggiunto ora un tasso di circa 20 metri l'anno, rispetto ud un ritiro medio di nove metri l'anno che si registrava fino al 1977.
Zapata è stato un oratore del Ciclo di Conferenze sulla glaciologia del Perù, organizzato da INRENA a Lima a metà di questo mese (18 luglio).
"Attualmente vi è un tasso maggiore di fusione dei ghiacciai e quindi vi è un relativo aumento dei flussi nei fiumi e ruscelli" a sottolineato un altro esperto, Nelson Santilla, ricercatore presso l'unità di glaciologia di INRENA.
Santilla ha poi sottolineato che, mentre in questo momento non ci sono significativi effetti negativi, la gente deve essere messa in guardia circa la correlazione di questo fenomeno e il futuro delle portate dei fiumi: ciò potrebbe avere gravi conseguenze in quanto la popolazione e il numero di zone agricole vicino ai ghiacciai sta crescendo a tassi più alti di quelli tre o quattro decenni fa. Esiste in fatti un delicato equilibrio nel bilancio idrico, tra le zone dei ghiacciai, gli altopiani in quota detti “Paramos” ed il resto del paese. Alterando la velocità di fusione dei ghiacciai, ed aumentando la pressione demografica le riserve d’acqua dolve potrebbero essere messe in potenziale pericolo, anche perché uno studio del 2002 indica che il Paramos è una fonte di acqua potabile per tredici milioni di peruviani che vivono sulla costa. Fonte: ENN.com
La riduzione è equivalente a 188 chilometri quadrati della cosiddetta “Cordillera Blanca”, la più alta catena montuosa tropicale nel mondo. La catena montuosa è la patria di più di settecento ghiacciai, con il ghiacciaio Huascaran dichiarato patrimonio mondiale dall'UNESCO.
Marcos Zapata, capo della unità di glaciologia presso l'Istituto Nazionale delle risorse naturali peruviane (INRENA), dice che la fusione dei ghiacciai ha raggiunto ora un tasso di circa 20 metri l'anno, rispetto ud un ritiro medio di nove metri l'anno che si registrava fino al 1977.
Zapata è stato un oratore del Ciclo di Conferenze sulla glaciologia del Perù, organizzato da INRENA a Lima a metà di questo mese (18 luglio).
"Attualmente vi è un tasso maggiore di fusione dei ghiacciai e quindi vi è un relativo aumento dei flussi nei fiumi e ruscelli" a sottolineato un altro esperto, Nelson Santilla, ricercatore presso l'unità di glaciologia di INRENA.
Santilla ha poi sottolineato che, mentre in questo momento non ci sono significativi effetti negativi, la gente deve essere messa in guardia circa la correlazione di questo fenomeno e il futuro delle portate dei fiumi: ciò potrebbe avere gravi conseguenze in quanto la popolazione e il numero di zone agricole vicino ai ghiacciai sta crescendo a tassi più alti di quelli tre o quattro decenni fa. Esiste in fatti un delicato equilibrio nel bilancio idrico, tra le zone dei ghiacciai, gli altopiani in quota detti “Paramos” ed il resto del paese. Alterando la velocità di fusione dei ghiacciai, ed aumentando la pressione demografica le riserve d’acqua dolve potrebbero essere messe in potenziale pericolo, anche perché uno studio del 2002 indica che il Paramos è una fonte di acqua potabile per tredici milioni di peruviani che vivono sulla costa. Fonte: ENN.com
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