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Carnevale Toscana 2025

Le sfilate di Carnevale più belle in Toscana: quando e dove sono

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Carnevale di Bientina
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Carnevale di Follonica
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Carnevale di Viareggio
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Maschere, feste, sfilate e tradizioni del Carnevale Toscano.

Poche e selezionate. Le maschere del Carnevale toscano si contano sulle dita di una mano. La più antica, nata sulla scia di quella commedia dell'arte che tanto ha regalato, in termini di personaggi, al periodo più giocoso e goliardico dell'anno, è Stenterello. Nato a Firenze e cresciuto fra mille difficoltà, o stenti, da cui il nome, è il simbolo del popolano fiorentino, sempre pronto alla battuta nonostante la povertà e le umili condizioni. A regalargli l'identità, sia fisica sia caratteriale, è stato nel XVIII secolo, il suo creatore, l'attore fiorentino Luigi del Buono, autore di commedie di successo. Nel definirne le caratteristiche pare abbia preso a modello se stesso, per la corporatura, un mendicante che vedeva abitualmente, per i modi, e l'assistente del suo barbiere, per il linguaggio semplice ma arguto. Stenterello parla ovviamente nel più fedele vernacolo fiorentino, con l'acca aspirata e la c inesistente. L'allegria che emana deriva anche dai colori che indossa, dal giallo del panciotto, all'azzurro della giubba, al rosso e rigato delle calze spaiate. I pantaloni sono neri come il cappello a punta che indossa sopra una parrucca bianca. A contendergli il ruolo di maschera toscana, arrivò nel 1930, Burlamacco, disegnato per il Carnevale di Viareggio dal pittore e grafico Uberto Bonetti, insieme alla compagna Ondina. Burlamacco riunisce un mix di personaggi: il trucco è quello di un clown con la base bianca ed il naso rosso come la bocca allargata dal sorriso, il cappello è quello di Rugantino, il mantello è tipico di Balanzone mentre il costume a scacchi bianchi e rossi come gli ombrelloni della spiaggia viareggina, ricorda il più colorato Arlecchino. Resta la gorgiera, condivisa dai Capitani Fracassa e Spaventa ed il ponpon preso in prestito dal camicione di Pierrot. Anche il suo nome ricorda altro. Il Boccaccio in una delle novelle del suo Decamerone offre spazio ad un pittore: Buffalmacco. Una semplice sostituzione ed ecco la magia: Buffalmacco si trasforma in Burlamacco. Immancabile, al suo fianco, c'è Ondina, bella ragazza in costume anni '30, simbolo dell'estate, delle spiagge e del divertimento estivo. Quarto e ultimo personaggio del Carnevale Toscano è Re Giocondo, che dal suo trono di cartapesta, guida i carri allegorici di Foiano della Chiana e declama in rima, i fatti più importanti dell'anno, inseriti nel suo testamento. Corona in testa, panciotto colorato, papillon al collo e mantello, si prepara al rogo, che conclude la sfilata ed il Carnevale con la cerimonia della Rificolonata.

Viareggio (Lu) è la città per eccellenza del Carnevale. La prima sfilata è datata 24 febbraio 1873, giorno del martedì grasso. All'epoca furono le carrozze a prendere spazio nella storia via Regia della città. L'idea fu dei giovani rampolli delle famiglie più in vista, che all'epoca frequentavano il caffè del Casinò. La fama del Carnevale crebbe ogni anno. A fine secolo comparvero i primi carri trionfali. La via Regia venne sostituita, per il loro passaggio sempre più ingombrante, dalla Passeggiata a Mare sulla quale si spostò la sfilata. Neppure la prima guerra mondiale riuscì a fiaccare lo spirito del Carnevale che risorse non appena le ostilità finirono. Nel 1921 nacque il suo inno, la “Coppa di Champagne” e la sfilata iniziò ad essere accompagnata dalle prime colonne sonore. Il movimento dei carri venne introdotto nel 1923. Due anni più tardi venne inventato quel particolare modo di lavorare la carta, definito carta a calco, da cui si ottiene la cartapesta. Nel 1930 nasce il simbolo del Carnevale, Burlamacco, accompagnato dalla fedele Ondina. Un'altra pausa, obbligata dal secondo conflitto mondiale, ed il Carnevale riprende il suo corso, cristallizzato dagli schermi Rai che nel 1954 trasmettono da Viareggio la prima diretta televisiva. Info: viareggio.ilcarnevale.com

L'altro grande evento della Toscana viene celebrato a Foiano della Chiana in provincia di Arezzo. Un mix di maschere appiedate e di carri allegorici, fra colori, allegria, confusione che coinvolge l'intera città e la rende più speciale del solito. Re Giocondo, dal suo scranno dorato, domina il corteo fino alla lettura del suo testamento ed il rogo successivo. 

Il Carnevale di Castiglion Fibocchi, a pochi chilometri da Arezzo, schiera duecento figuranti che trasformano la piazza e le vie del centro in un palcoscenico, colorato ed elegante. Maschere di cartapesta e costumi talmente ricercati da essere paragonati alle suggestioni del carnevale di Venezia. I "Figli di Bocco" nome con il quale vengono definiti gli abitanti della città contribuiscono ad animare la festa che attira artisti da strada, rappresentazioni teatrali, stand gastronomici e altro ancora. I festeggiamenti, organizzati su due giornate, vengono inaugurati dal discorso di "Re Bocco", maschera simbolica. 

A Follonica, in provincia di Grosseto, venne introdotto nel 1949 il "Carnevale Maremmano", ricorrenza che per diversi anni riuscì ad unire tutto il paese impegnato nei mesi a costruire i carri rionali. Nei primi anni del 1960 la tradizione si affievolì fino a scomparire per poi tornare nel 1979, con il nuovo nome di “Carnevale Follonichese”. I Rioni divennero di nuovo i protagonisti della manifestazione, insieme ai loro carri, aumentando fino a sette.


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