Francia: referendum per vietare il burqua anche ai turisti
Il governo francese ha annunciato giovedì scorso che presenterà una proposta di divieto di coprire il volto in pubblico, e quindi all'usanza dei Burqa e dei veli islamici, valido anche per i turisti oltre che ai residenti di nazionalità francese. Questa proposta ha suscitato una serie di reazioni, ed anche un vasto scetticismo, sulla legittimità del piano.
Il ministro Nadine Morano ha ribadito che anche i visitatori dovranno rispettare la "legge" e scoprire i loro volti, spingendo i critici a speculare se i clienti del lusso di origine saudita saranno costretti a svelare li loro volto durante il loro shopping lungo gli scintillanti Champs-Elysees. Ma la ministra ha ribadito che quando si arriva in un paese, si deve rispettare le leggi di quel paese, come anche un cittadino francese deve fare, quando si reca in un altro paese.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva sostenuto mercoledì sostenuto un rigoroso appello al divieto dell'uso in pubblico del velo, noto in Francia come il burqa, evitando di introdurre le proposte più moderate, quelle che si concentravano su provvedimenti riferiti unicamente alle istituzioni statali come scuole e municipi. Il progetto di legge sarà così presentato al gabinetto il mese prossimo.
Per la destra francese non si capisce il motivo perché si debba accettare il velo sugli autobus e non nel municipio, oltre che ribadire la linea che il burqa fa male la dignità delle donne e la parità tra i sessi. Il primo ministro Francois Fillon ha ribadito di essere pronto ad assumere un "rischio giuridico", sostenendo il divieto, anche se il provvedimento potrebbe essere impugnato dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo per il fatto che esso viola la libertà di religione. Infatti la più alta corte della Francia ha già avvertito il governo che un divieto totale potrebbe essere illegittimo. Cossì fosse sarebbe per Sarkozy una seconda sconfitta costituzionale nel giro di pochi mesi, visto che alla fine dell'anno scorso, il suo progetto di una carbon tax era stato respinto perché le sue molte lacune violavano il principio di uguaglianza.
Il ministro Nadine Morano ha ribadito che anche i visitatori dovranno rispettare la "legge" e scoprire i loro volti, spingendo i critici a speculare se i clienti del lusso di origine saudita saranno costretti a svelare li loro volto durante il loro shopping lungo gli scintillanti Champs-Elysees. Ma la ministra ha ribadito che quando si arriva in un paese, si deve rispettare le leggi di quel paese, come anche un cittadino francese deve fare, quando si reca in un altro paese.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva sostenuto mercoledì sostenuto un rigoroso appello al divieto dell'uso in pubblico del velo, noto in Francia come il burqa, evitando di introdurre le proposte più moderate, quelle che si concentravano su provvedimenti riferiti unicamente alle istituzioni statali come scuole e municipi. Il progetto di legge sarà così presentato al gabinetto il mese prossimo.
Per la destra francese non si capisce il motivo perché si debba accettare il velo sugli autobus e non nel municipio, oltre che ribadire la linea che il burqa fa male la dignità delle donne e la parità tra i sessi. Il primo ministro Francois Fillon ha ribadito di essere pronto ad assumere un "rischio giuridico", sostenendo il divieto, anche se il provvedimento potrebbe essere impugnato dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo per il fatto che esso viola la libertà di religione. Infatti la più alta corte della Francia ha già avvertito il governo che un divieto totale potrebbe essere illegittimo. Cossì fosse sarebbe per Sarkozy una seconda sconfitta costituzionale nel giro di pochi mesi, visto che alla fine dell'anno scorso, il suo progetto di una carbon tax era stato respinto perché le sue molte lacune violavano il principio di uguaglianza.
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