Testimonianze d'arte in Friuli, mostra della Fondazione CRUP
Dal 5 dicembre al 1° febbraio 2009, presso l’ex Convento di San Francesco a Pordenone, sarà possibile ammirare una selezione delle oltre 500 opere recentemente acquisite dalla Fondazione CRUP, precedentemente appartenenti agli antichi Monti di Pietà del Friuli e alla Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone. “Testimonianze d’arte in Friuli” questo è il nome della mostra che permette di far conoscere al pubblico i pezzi più significativi della collezione d’arte della Fondazione CRUP. Si tratta di opere di diversa tipologia databili dal VI secolo ai giorni nostri: dipinti antichi e moderni, sculture, incisioni, oreficerie, codici, libri miniati, mobili e monete longobarde. La prima tappa svoltasi a Udine dal 10 ottobre al 30 novembre ha riscosso notevole successo.
La Pietà rappresenta il tema più trattato dai dipinti più antichi, molto probabilmente commissionati dai reggitori del Monte di Pietà di Udine. Risalgono al Settecento i dipinti del pittore carnico Nicola Grassin raffiguranti quattro episodi evangelici: l’Annunciata, la Tentazione di gola, la Tentazione di dominio, la Samaritana e uno profano, il Sacrificio di Ifigenia, quale copia di un quadro di Giambattista Tiepolo.
Riporta la firma del pittore romano Placido Romano un’affascinante olio su tela che riproduce la soppressione del Patriarcato di Aquileia, eseguito su commissione del cardinal Orsini che ne volle far dono al papa Benedetto XIV. Da segnalare tra le rappresentazioni della storia friulana il vaso celebrativo in argento del 1845 con la veduta della piazza Contarena di Udine realizzato dall’orefice udinese Luigi Conti. Il Novecento annovera numerosi artisti friulani tra cui Domenico Someda che con il suo dipinto la Morte di Dante, dalle dimensioni straordinarie di 276x360 centimetri, rispecchia il gusto artistico che dilagava in Friuli Venezia Giulia nel periodo successivo alla Grande Guerra in seguito alla frequentazione dei maestri dell’Accademia di Venezia.
Straordinarie sono le opere dei fratelli Basaldella Mirko e Afro. La Crocifissione in ceramica colorata, nata nel 1947 dalla collaborazione dei due artisti friulani, viene tutt’oggi indicata come una rappresentazione artistica unica nella produzione internazionale del Novecento, grazie all’indescrivibile forza evocativa frutto del lavoro a quattro mani. La mostra permette di ripercorrere l’evoluzione dell’arte friulana riscoprendo veri e propri tesori d’arte e costruendo, nello stesso momento, un legame tra queste opere e il Friuli Venezia Giulia, scongiurando il pericolo di una loro eventuale dispersione. I curatori della mostra Giuseppe Bergamini e Giancarlo Pauletto hanno predisposto un percorso tematico al fine di poter permettere al visitatore di apprezzare al meglio i capolavori.
La Pietà rappresenta il tema più trattato dai dipinti più antichi, molto probabilmente commissionati dai reggitori del Monte di Pietà di Udine. Risalgono al Settecento i dipinti del pittore carnico Nicola Grassin raffiguranti quattro episodi evangelici: l’Annunciata, la Tentazione di gola, la Tentazione di dominio, la Samaritana e uno profano, il Sacrificio di Ifigenia, quale copia di un quadro di Giambattista Tiepolo.
Riporta la firma del pittore romano Placido Romano un’affascinante olio su tela che riproduce la soppressione del Patriarcato di Aquileia, eseguito su commissione del cardinal Orsini che ne volle far dono al papa Benedetto XIV. Da segnalare tra le rappresentazioni della storia friulana il vaso celebrativo in argento del 1845 con la veduta della piazza Contarena di Udine realizzato dall’orefice udinese Luigi Conti. Il Novecento annovera numerosi artisti friulani tra cui Domenico Someda che con il suo dipinto la Morte di Dante, dalle dimensioni straordinarie di 276x360 centimetri, rispecchia il gusto artistico che dilagava in Friuli Venezia Giulia nel periodo successivo alla Grande Guerra in seguito alla frequentazione dei maestri dell’Accademia di Venezia.
Straordinarie sono le opere dei fratelli Basaldella Mirko e Afro. La Crocifissione in ceramica colorata, nata nel 1947 dalla collaborazione dei due artisti friulani, viene tutt’oggi indicata come una rappresentazione artistica unica nella produzione internazionale del Novecento, grazie all’indescrivibile forza evocativa frutto del lavoro a quattro mani. La mostra permette di ripercorrere l’evoluzione dell’arte friulana riscoprendo veri e propri tesori d’arte e costruendo, nello stesso momento, un legame tra queste opere e il Friuli Venezia Giulia, scongiurando il pericolo di una loro eventuale dispersione. I curatori della mostra Giuseppe Bergamini e Giancarlo Pauletto hanno predisposto un percorso tematico al fine di poter permettere al visitatore di apprezzare al meglio i capolavori.
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