San Giminiamo cittą di cultura: la mostra dello scultore Paolo di Capua
L’arte di Paolo Di Capua protagonista a San Gimignano, in una mostra celebrativa dello scultore romano, sintesi della sua carriera tra legno e pietra. Sabato 12 giugno alle 17,30 nei locali della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” sarà inaugurata “Il senso del tatto”, personale delle opere di Paolo Di Capua, scultore la cui produzione si inserisce nel flusso delle ricerche plastiche che hanno segnato la storia italiana negli ultimi decenni. La mostra si configura come un’ampia retrospettiva che ripercorre l’intero arco dell’attività dell’artista ma, soprattutto, documenta esperienze e risultati dalla metà degli anni Ottanta fino a oggi. Il percorso espositivo, ricco di un grande numero di opere, si snoda fra interni ed esterni del museo con sculture sia di grandi che di medie e piccole dimensioni realizzate in pietra, legno, metallo, installazioni a misura di spazi e ambienti, accanto a disegni, schizzi, progetti.
La mostra a cura di Patrizia Ferri e Mario de Candia, è visitabile fino al 26 settembre con orario 11-17,30 tutti i giorni. Per maggiori informazioni: musei@comune.sangimignano.si.it, tel. 0577/940348.
L’arte di Di Capua - Nella scultura di Paolo Di Capua convergono più istanze fra quelle che in maniera determinante hanno caratterizzato, in direzione costruttiva e aniconica, gran parte della scultura contemporanea italiana. L’operato dell’artista è una chiara testimonianza di una modalità di approccio linguistico e formale all’interno della quale convergono più problematiche delle attuali ricerche plastiche: componenti progettuali di ascendenza spaziale-architettonica, dimensioni di scala ambientale, sensibilità manuale e tattile che, con materiali di derivazione “poverista”, si coniugano, tutti, in una direzione introspettiva. Del linguaggio della scultura, Paolo Di Capua privilegia una dimensione poetica di silenzio e vuoto, espressa con un’oscillazione non solo tra prassi costruttiva di stampo razionale concettuale ed eversione etica e linguistica, ma anche tra energia, esaltazione della materia e rarefazione quasi metafisica. Dal lavoro dell’artista emerge come carattere distintivo un’astrazione come estrema distillazione della realtà, affrontata e attuata all’interno di una dimensione condivisibile e collettiva di partecipazione sia sociale che di integrazione fra minimi e massimi sistemi. Un “progetto” di scultura pervaso da un’idea di infinito di aspirazione utopica, unitamente individuale e sociale, grazie al quale l’arte riassuma il suo ruolo di differenza e possa riappropriarsi di quello spazio antropologico di “resistenza” che le compete.
La mostra a cura di Patrizia Ferri e Mario de Candia, è visitabile fino al 26 settembre con orario 11-17,30 tutti i giorni. Per maggiori informazioni: musei@comune.sangimignano.si.it, tel. 0577/940348.
L’arte di Di Capua - Nella scultura di Paolo Di Capua convergono più istanze fra quelle che in maniera determinante hanno caratterizzato, in direzione costruttiva e aniconica, gran parte della scultura contemporanea italiana. L’operato dell’artista è una chiara testimonianza di una modalità di approccio linguistico e formale all’interno della quale convergono più problematiche delle attuali ricerche plastiche: componenti progettuali di ascendenza spaziale-architettonica, dimensioni di scala ambientale, sensibilità manuale e tattile che, con materiali di derivazione “poverista”, si coniugano, tutti, in una direzione introspettiva. Del linguaggio della scultura, Paolo Di Capua privilegia una dimensione poetica di silenzio e vuoto, espressa con un’oscillazione non solo tra prassi costruttiva di stampo razionale concettuale ed eversione etica e linguistica, ma anche tra energia, esaltazione della materia e rarefazione quasi metafisica. Dal lavoro dell’artista emerge come carattere distintivo un’astrazione come estrema distillazione della realtà, affrontata e attuata all’interno di una dimensione condivisibile e collettiva di partecipazione sia sociale che di integrazione fra minimi e massimi sistemi. Un “progetto” di scultura pervaso da un’idea di infinito di aspirazione utopica, unitamente individuale e sociale, grazie al quale l’arte riassuma il suo ruolo di differenza e possa riappropriarsi di quello spazio antropologico di “resistenza” che le compete.
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