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Il Neo Barocco presso il Complesso Museale di S. Francesco a Montefalco

Il Festival Segni Barocchi in collaborazione con il Comune di Montefalco presenta in prima assoluta la nuova produzione di La società dello spettacolo. Nella prestigiosa sede del Complesso museale di S.Francesco di Montefalco che ospita il più importante ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli, La società dello spettacolo mette in scena “Il neo barocco”, performance multimediale ispirata al celebre saggio “L’età neo-barocca” scritto da Omar Calabrese, uno fra i più noti semiologi italiani.

Lo spettacolo sarà preceduto da una conferenza dello stesso Calabrese che si terrà sempre a Montefalco, presso il teatro S. Filippo Neri, alle ore 18. Il titolo emblematico proposto è La fine degli anni zero: dal neobarocco al neo barocco. La dissertazione di Calabrese, in link con lo spettacolo, affronterà l’analisi del nuovo assetto culturale a distanza di 23 anni dalla prima teoriazzazione dell’età neo barocca. «Il matrimonio tra Neobarocco e media si è fatto ancora più grande a scapito dell’aspetto di innovazione che aveva negli anni ’80» - spiega Omar Calabrese attualmente docente di semiotica all’Università di Siena - «La mentalità neobarocca, orientata su un “gusto” medial-televisivo di massa, si è sviluppata seguendo degli schemi stereotipi».

La società dello spettacolo, gruppo teatrale umbro che predilige una ricerca con una forte vocazione al contemporaneo e ai linguaggi del contemporaneo. «Altri lavori hanno condotto la nostra ricerca a esplorare la trasmigrazione scenica di opere di saggistica filosofica - come sa già chi conosce la nostra produzione teatrale» - precisano Michelangelo Bellani e c.l. Grugher autori rispettivamente della drammaturgia e della regia - «In questo caso però non si tratta della trasposizione scenica del celebre saggio apparso sul finire degli anni ottanta. Si tratta di una “geografia di concetti” a partire dai quali costruire una narrazione drammaturgica».
La perfomarce attraversa il fluttuante universo dell’estestica del contemporaneo e - dagli spettacolari anni ‘80 ad oggi - la persistenza del concetto di neobarocco nella cultura, nell’arte e nel cinema, nella letteratura, nella politica, nella moda, nel design e nello sport, passando ovviamente per la pubblicità e internet. «Avremmo potuto aggiungere come sottotitolo: Dal postmoderno al neobaroco o anche Da Caravaggio a Kill Bill o ancora RocoPulp. Lo spettro del ‘600 si aggira per l’Europa»-affermano i due artisti fondatori di La società dello spettacolo - «senonché quello che ci è apparso di estremo interesse è il riconoscimento di un’estetica sociale, di una “forma soggiacente” ovvero di uno “spirito del tempo” di un principio astratto, immateriale che agisce nei fenomeni (in ciò che si manifesta) e che regola il Giudizio su di essi. A questa geografia di concetti abbiamo innestato nostre personalissime suggestioni che riguardano il vissuto individuale e la storia di questi ultimi 30 anni. Abbiamo immaginato due mostri-zombi e un linguaggio fantastico, una sala della tortura in cui vengono accolti gli spettatori, le forme e i segni attinti al campionario estetico mediale del neobarocco, il desiderio dei due mostri di liberare lo spettro dell’autentico padre Barocco, il Seicento evocato a partire da rimandi alla poetica barocca e, in questo 2010, la morte di Caravaggio».
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 Pubblicato da il 13/09/2010 - - ® Riproduzione vietata

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