Turismo avventura: in Nuova Zelanda troppi incidenti mortali, nuove norme
Il turismo avventura preoccupa le autorità della Nuova Zelanda, nonostante questa nazione sia la patria di fenomeni mondiali come il bungee jumping: in cinque anni sono state 39 le vittime tra i turisti che si sono cimentati in sport estremi ed il governo locale ha deciso di impostare regole severe per l'industria di questo genere d'attività e progetta di valutare e rendere obbligatoria la registrazione in un albo di tutte le compagnie e le attività inerenti agli sport adrenalinici.
Il turismo d'avventura è sicuramente uno dei più rapidi per crescita in tutto il mondo. I viaggiatori stanno spendendo migliaia di euro in sport estremi e ogni anno questa richiesta porta ad invenzioni sempre più ardite e nuove attrazioni. Se di per se la notizia è buona, e dimostra dello stato di buona salute di questa industria, l'industria sta facendo bene, il rovescio della medaglia sono i molti incedenti che si verificano, e nel peggiore dei casi anche decessi causati dai mancati controlli sulla salute dei partecipanti, nonché delle procedure di sicurezza adottate. Il Ministro del Lavoro della Nuova Zelanda, Kate Wilkinson, sta attualmente lavorando a un nuovo progetto che rivoluzionerà le norme che i fornitori dei pacchetti avventura turistici dovranno seguiere nel paese agli antipodi dell'Italia.
Questo ripensamento è nato da un episodio specifico: un tragico incidente cui è seguita una lettera accorata del genitore al primo ministro che criticava il non adeguato livello di sicurezza e le norme ed i regolamenti del settore. La situazione è allora stata valutata con attenzione dal ministero, che al termine dell'inchiesta si è accorto che i risultati erano decisamente allarmanti. In appena cinque anni, tra il 2004 e il 2009, 39 persone erano morte durante le attività di turismo d'avventura. Molti di questi decessi sarebbero potuti essere evitati semplicemente da regoli migliori sulla salute e la sicurezza e con la loro costante e rigorosa applicazione. Il ministro del Lavoro sarà ora l'organo responsabile della creazione di un piano volto a migliorare e regolamentare la sicurezza di questo settore.
Il piano prevede la registrazione obbligatoria di tutti i fornitori di turismo di avventura, nonché un controllo iniziale per il rilascio della licenza, seguito da controlli regolari per garantire la salute e la sicurezza delle procedure che devono essere mantenute costanti nel tempo. Un'altra questione sollevata è che tutto il personale dovrà essere qualificato e testato. Il ministero ha intenzione di presentare il progetto definitivo il prossimo30 novembre. Si spera poi che il progetto sarà messo in pratica subito dopo la presentazione: il turismo d'avventura “fai da te” ha le ore contate in Nuova Zelanda, dove gli sport estremi torneranno ad essere nuovamente sicuri e divertenti.
Il turismo d'avventura è sicuramente uno dei più rapidi per crescita in tutto il mondo. I viaggiatori stanno spendendo migliaia di euro in sport estremi e ogni anno questa richiesta porta ad invenzioni sempre più ardite e nuove attrazioni. Se di per se la notizia è buona, e dimostra dello stato di buona salute di questa industria, l'industria sta facendo bene, il rovescio della medaglia sono i molti incedenti che si verificano, e nel peggiore dei casi anche decessi causati dai mancati controlli sulla salute dei partecipanti, nonché delle procedure di sicurezza adottate. Il Ministro del Lavoro della Nuova Zelanda, Kate Wilkinson, sta attualmente lavorando a un nuovo progetto che rivoluzionerà le norme che i fornitori dei pacchetti avventura turistici dovranno seguiere nel paese agli antipodi dell'Italia.
Questo ripensamento è nato da un episodio specifico: un tragico incidente cui è seguita una lettera accorata del genitore al primo ministro che criticava il non adeguato livello di sicurezza e le norme ed i regolamenti del settore. La situazione è allora stata valutata con attenzione dal ministero, che al termine dell'inchiesta si è accorto che i risultati erano decisamente allarmanti. In appena cinque anni, tra il 2004 e il 2009, 39 persone erano morte durante le attività di turismo d'avventura. Molti di questi decessi sarebbero potuti essere evitati semplicemente da regoli migliori sulla salute e la sicurezza e con la loro costante e rigorosa applicazione. Il ministro del Lavoro sarà ora l'organo responsabile della creazione di un piano volto a migliorare e regolamentare la sicurezza di questo settore.
Il piano prevede la registrazione obbligatoria di tutti i fornitori di turismo di avventura, nonché un controllo iniziale per il rilascio della licenza, seguito da controlli regolari per garantire la salute e la sicurezza delle procedure che devono essere mantenute costanti nel tempo. Un'altra questione sollevata è che tutto il personale dovrà essere qualificato e testato. Il ministero ha intenzione di presentare il progetto definitivo il prossimo30 novembre. Si spera poi che il progetto sarà messo in pratica subito dopo la presentazione: il turismo d'avventura “fai da te” ha le ore contate in Nuova Zelanda, dove gli sport estremi torneranno ad essere nuovamente sicuri e divertenti.
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