Itinerario tra i luoghi della Gorizia nascosta tra passaggi segreti e leggende
Sappiamo che sono opere monumentali, piazze affollate, palazzi nobiliari e nomi altisonanti i luoghi che affollano le guide turistiche ma sappiamo altrettanto che sono gli angoli più nascosti o le vie dal nome curioso quelle che racchiudono più di ogni altro luogo la vera storia di una città
È proprio con l’intento di assaporarne la sua essenza curiosa e inaspettata che si può intraprendere un viaggio alla scoperta della Gorizia più nascosta.
L’itinerario può iniziare alternativamente da Corso Italia, dove sorge Villa Vervega definita frutto di un progetto “sconcio e irreparabile” dalle istituzioni ottocentesche, da via Angiolina, strada che ricorda un grande amore passato, oppure da viale Trieste dove si può scorgere quella che fino al 1958 era una famosa casa di appuntamenti.
Percorrendo le vie di Gorizia ci si rende subito conto del perché viene chiamata “città giardino” e del perché fu scelta come residenza dalla ricca borghesia asburgica. Ricordo del suo passato è il Civico Stabilimento Bagni di via Cadorna che, a fine Ottocento, l’amministrazione comunale decise di aprire al pubblico per trasformare Gorizia nella “Nizza austriaca”.
Per chi invece volesse ammirare un edificio unico nel suo genere e che richiama una decorazione molto diffusa nel mondo austroungarico, può recarsi al numero 18 di via Santa Chiara: la Palazzina de’ Grazia è una villa con pareti esterne completamente decorate a stucco, con armoniose volute che si accompagnano a decorazioni floreali, mascheroni e putti.
Fulcro del viaggio alla scoperta dei segreti di Gorizia è Piazza Vittoria, uno dei luoghi simbolo della città. Prima di arrivarci però, vale la pena fermarsi all’angolo tra Corso Verdi e via Oberdan per ammirare il palazzetto de’ Grazia dove, il 21 marzo 1797, ci soggiornò Napoleone Bonaparte.
Piazza Vittoria, invece, è il salotto della città, opera dell’architetto goriziano Nicolò Pacassi. Nella memoria dei goriziani rimangono bene impressi alcuni vecchi edifici, ora demoliti, che sorgevano in quei luoghi e che potrebbero raccontare storie di un violento passato. La caserma di fanteria, per esempio, era stata una macchina da guerra che, allo scoppio del primo conflitto mondiale, fece arruolare un gran numero di soldati: il reclutamento era crudele e improvviso, venivano infatti posti dei cordoni ai due capi del Corso e chiunque si trovasse sul marciapiede veniva fermato e condotto in caserma per poi essere arruolato alla frontiera polacca.
Da Piazza Vittoria l’itinerario può proseguire lungo via Rastello, una delle strade più antiche della città.
Adesso lungo la via si possono trovare numerose botteghe ma un tempo, proseguendo verso la sua estremità, i negozi si diradavano e la strada si apriva su un grande prato oltre il quale proseguivano le strade per la Carinzia e per il resto della regione. Di notte, per evitare ingressi sgraditi, in questo punto della strada veniva calato un cancello di legno a rastrello talmente imponente che la strada venne battezzata con il suo nome.
Da queste parti sembra ci fossero molti passaggi segreti che rimandavano alle profonde cantine e ai pozzi ancora esistenti in questa antica strada. Attorno a questi passaggi sono ruotate sempre misteriose leggende e si dice che anche il Castello della città avesse avuto camere sotterranee e corridoi che lo collegavano alla campagna, ad altri manieri o punti strategici di Gorizia.
L’itinerario attraverso la Gorizia nascosta si può chiudere risalendo Monte Santo, il cui nome evoca una storia miracolosa. Si narra che a una pastorella che si trovava su quel monte apparve la Madonna che le chiese di costruire un tempio: arrestata dall’autorità politica per il suo racconto, la ragazza riuscì a evadere per ben due volte in circostanze misteriose. Riconosciuto il miracolo, durante i lavori di edificazione della chiesa si sono susseguiti altri straordinari segnali divini come il ritrovamento di vari oggetti simboleggianti la Madonna.
Se ti interessa l'argomento visita anche il nostro canale dedicato agli itinerari in Friuli-Venezia Giulia.
È proprio con l’intento di assaporarne la sua essenza curiosa e inaspettata che si può intraprendere un viaggio alla scoperta della Gorizia più nascosta.
L’itinerario può iniziare alternativamente da Corso Italia, dove sorge Villa Vervega definita frutto di un progetto “sconcio e irreparabile” dalle istituzioni ottocentesche, da via Angiolina, strada che ricorda un grande amore passato, oppure da viale Trieste dove si può scorgere quella che fino al 1958 era una famosa casa di appuntamenti.
Percorrendo le vie di Gorizia ci si rende subito conto del perché viene chiamata “città giardino” e del perché fu scelta come residenza dalla ricca borghesia asburgica. Ricordo del suo passato è il Civico Stabilimento Bagni di via Cadorna che, a fine Ottocento, l’amministrazione comunale decise di aprire al pubblico per trasformare Gorizia nella “Nizza austriaca”.
Per chi invece volesse ammirare un edificio unico nel suo genere e che richiama una decorazione molto diffusa nel mondo austroungarico, può recarsi al numero 18 di via Santa Chiara: la Palazzina de’ Grazia è una villa con pareti esterne completamente decorate a stucco, con armoniose volute che si accompagnano a decorazioni floreali, mascheroni e putti.
Fulcro del viaggio alla scoperta dei segreti di Gorizia è Piazza Vittoria, uno dei luoghi simbolo della città. Prima di arrivarci però, vale la pena fermarsi all’angolo tra Corso Verdi e via Oberdan per ammirare il palazzetto de’ Grazia dove, il 21 marzo 1797, ci soggiornò Napoleone Bonaparte.
Piazza Vittoria, invece, è il salotto della città, opera dell’architetto goriziano Nicolò Pacassi. Nella memoria dei goriziani rimangono bene impressi alcuni vecchi edifici, ora demoliti, che sorgevano in quei luoghi e che potrebbero raccontare storie di un violento passato. La caserma di fanteria, per esempio, era stata una macchina da guerra che, allo scoppio del primo conflitto mondiale, fece arruolare un gran numero di soldati: il reclutamento era crudele e improvviso, venivano infatti posti dei cordoni ai due capi del Corso e chiunque si trovasse sul marciapiede veniva fermato e condotto in caserma per poi essere arruolato alla frontiera polacca.
Da Piazza Vittoria l’itinerario può proseguire lungo via Rastello, una delle strade più antiche della città.
Adesso lungo la via si possono trovare numerose botteghe ma un tempo, proseguendo verso la sua estremità, i negozi si diradavano e la strada si apriva su un grande prato oltre il quale proseguivano le strade per la Carinzia e per il resto della regione. Di notte, per evitare ingressi sgraditi, in questo punto della strada veniva calato un cancello di legno a rastrello talmente imponente che la strada venne battezzata con il suo nome.
Da queste parti sembra ci fossero molti passaggi segreti che rimandavano alle profonde cantine e ai pozzi ancora esistenti in questa antica strada. Attorno a questi passaggi sono ruotate sempre misteriose leggende e si dice che anche il Castello della città avesse avuto camere sotterranee e corridoi che lo collegavano alla campagna, ad altri manieri o punti strategici di Gorizia.
L’itinerario attraverso la Gorizia nascosta si può chiudere risalendo Monte Santo, il cui nome evoca una storia miracolosa. Si narra che a una pastorella che si trovava su quel monte apparve la Madonna che le chiese di costruire un tempio: arrestata dall’autorità politica per il suo racconto, la ragazza riuscì a evadere per ben due volte in circostanze misteriose. Riconosciuto il miracolo, durante i lavori di edificazione della chiesa si sono susseguiti altri straordinari segnali divini come il ritrovamento di vari oggetti simboleggianti la Madonna.
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