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Le cittą fantasma, tour tra le cittą abbandonate del mondo

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Di solito le città sono frammenti di mondo che, mentre racchiudono culture e vite differenti, osservano lo scorrere del tempo e assistono al susseguirsi di abitanti diversi: generazioni e generazioni di uomini, sempre nuove ma forse simili tra loro, si rincorrono negli anni tra quelle stesse strade che hanno creato. Ma a volte le città non sopravvivono ai propri fondatori, e allora succede che nascano le cosiddette “città fantasma”: edifici vuoti, finestre a cui nessuno si affaccia, porte che non avvolgono alcuna quotidianità. Eppure hanno ancora molto da raccontare: ecco una lista di sette città abbandonate ricche di storia e di fascino, dall’aria misteriosa e non proprio rassicurante.

Pripyat (Ucraina)
Ecco un luogo particolarmente inquietante: poco lontano dalla città fantasma di Pripyat avvenne, nell’aprile del 1986, la famigerata esplosione della centrale di Chernobyl, ricordata nel mondo come il peggior disastro nucleare della storia. Pripyat è un amaro collegamento tra il passato e il futuro: se da un lato racconta una catastrofe che molti preferirebbero dimenticare, allo stesso tempo preannuncia quali pericoli si potrebbero correre se dovesse verificarsi un’altra tragedia simile. Benché la zona non sia abitabile gli esperti assicurano che visitare il sito non comporti rischi, e alcuni animali, come lupi e cinghiali, hanno ripopolato l’area.

Oradour-sur-Glane (Francia)
Risale al 1944 l’abbandono di Oradour-sur-Glane, cittadina francese del Limousine, presa di mira dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo la località perse tragicamente 642 residenti e ancora adesso si vedono le cicatrici del massacro nei palazzi danneggiati, le strade malmesse e le auto bruciate. La scena è talmente toccante da pretendere assoluto silenzio durante la visita.

Kayakoy (Turchia)
Il grande villaggio che prima della guerra greco-turca aveva ospitato migliaia di cristiani, rimase deserto all’inizio degli anni Venti. Oggi Kayakoy è caratterizzato da chiese e case rovinate, ovunque aleggia un’atmosfera decadente e allo stesso tempo affascinante, ma grazie al lavoro di artigiani e agricoltori c’è la speranza che il centro possa rinascere.

Kolmanskop (Namibia)
... Pagina 2/2 ...Prima di venire abbandonata, Kolmanskop era una località mineraria: ancora oggi si vedono le strutture per l’estrazione e le abitazioni degli addetti, che ormai contengono soltanto sabbia. Fondata dai tedeschi grazie alla ricchezza di materie prime della zona, la città vanta la presenza del primo treno dell’Africa e visse un periodo di vera prosperità, ma una volta esaurite le risorse locali il deserto ha ricominciato ad inghiottire l’area che gli apparteneva. Oggi la sabbia sta lentamente cancellando le strade e gli edifici, e il destino di Kolmanskop è di sparire per sempre tra le dune.

Centralia (Stati Uniti)
In un angolo della Pennsylvania sorge Centralia, una città segnata dal dolore che molti vorrebbero dimenticare: non a caso, da diversi decenni, il suo codice di avviamento postale è stato cancellato dagli indici e sono state bloccate le strade d’accesso alla località, in modo che a nessuno venisse in mente di visitarla. Nel 1960, infatti, scoppiò un grande incendio in una miniera di carbone, che rilasciò un’enorme quantità di gas tossici nell’aria, e gli abitanti vennero evacuati. Qualcuno, tuttavia, ipotizzò che si trattasse di una messinscena strategica, che consentisse a un gruppo di impostori di utilizzare abusivamente l’antracite del sito.

Sanzhi (Taiwan)
Non si trattava di una centrale né di una miniera, ma di un luogo di vacanza per i militari statunitensi che si trovavano a nord di Taiwan. La forma è decisamente avveniristica, soprattutto per l’epoca in cui venne costruita, ma sin dal primo momento la neonata città apparve maledetta: durante i lavori di realizzazione morirono moltissimi operai, e nella zona si verificarono tanti incidenti d’auto. A detta degli abitanti del posto sarebbe colpa della posizione scelta per il resort, proprio sopra un’antica necropoli. In effetti il villaggio vacanze non fu mai utilizzato, ed è tuttora deserto.

Humberstone (Cile)
Nel 2005 la vecchia raffineria cilena Saltpepper ha meritato il prestigioso riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. La città, in cui gli operai lavoravano e vivevano, consentì l’utilizzo dei nitrati raccolti come fertilizzanti, che risultarono utilissimi alle aziende agricole d’America e d’Europa.
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