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Venezia in pericolo: Italia Nostra scrive lettera all'UNESCO

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Grido di allarme per Venezia: lo ha lanciato Italia Nostra, la storica associazione nata per tutelare il patrimonio naturale, artistico e storico dell'Italia. Con una lettera inviata all'Unesco Italia Nostra ha evidenziato alcune criticità della città lagunare, problematiche così gravi che potrebbero far decadere Venezia dalla lista dei Patrimoni dell'umanità, per le negligenze e il disinteresse da parte delle autorità locali e nazionali alla sorveglianza e preservazione di queste importanti zone naturali e culturali.

In un'intervista pubblicata sul quotidiano britannico The Telegraph il presidente di Italia Nostra, Alessandra Motta Molino ha bene evidenziato queste criticità della Serenissima: sicuramente il flusso turistico che sta facendo perdere la sua “anima” alla città che deve far fronte a 60.000 turisti al giorno, quasi il doppio del numero che può sostenere. Questo flusso che rende difficile la vita dei cittadini di Venezia sta gradualmente facendo spopolare la città, con i suoi abitanti che decidono di andare e vivere sulla terraferma.

La situazione è stata poi aggravata dal crescente numero di navi giganti da crociera che visitano Venezia, dato che la loro scia erode le delicate sponde fangose e alla lunga danneggerebbe i pali di legno su cui sono costruiti i palazzi della città. Inoltre c'è il progetto per costruire un importante porto in laguna, a Dogaletto-Giare che porterebbe inevitabilmente ad un aumento del traffico in laguna, con danni al delicato equilibrio naturale.

L'aumento previsto del livello del mare e della frequenza delle tempeste porterà ad un innalzamento della superficie della laguna veneta di circa 50 cm entro la fine del secolo, minacciando di minare le fondamenta di secolari palazzi e chiese e allagare completamente alcune parti della città. Già adesso l'alta marea, in particolare durante l'inverno, inonda gran parte della città intorno a Piazza San Marco, un punto di riferimento per milioni di turisti.
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Dragaggio, discariche e la costruzione di una nuova città satellite in terraferma, a pochi chilometri da Venezia, possono radicalmente cambiare l'ecosistema lagunare e rappresentare un rischio enorme per la sopravvivenza di uno degli ambienti urbani più belli del mondo. Anche secondo Cristiano Gasparetto, ex membro della Commissione per la salvaguardia di Venezia, ha aggiunto che il progetto di costruire una metropolitana subacquea di 10 km, che collega la terraferma con Venezia rischia di diventare una catastrofe ecologica.

Nel tentativo di salvare la città è partita la costruzione di una barriera idraulica contro le inondazioni, dal costo di circa 3,5 miliardi di euro, il progetto Mose, che consiste di 78 porte giganti in acciaio attorno alle tre bocche principali da dove fa ingresso l'acqua in laguna dal vicino Adriatico. Il progetto, che dovrebbe essere operativo nel 2014, farà come il suo omonimo predecessore e cioè letteralmente dividere le acque lagunari da quelle marine, regolando il flusso di acqua dal mare, impedendo i picchi alluvionali.

Il problema però rimarrebbe: se nei prossimi 100 anni il livello del mare sarà tale che le barriere dovranno rimanere chiuse per tutto il tempo, verrà in pratica bloccato lo scambio naturale di acqua di mare che è fonte di vita per la laguna. Senza questo scambio la Laguna Veneta e Venezia rischiano di veder morire il loro ambiente.

 Pubblicato da il 11/07/2011 - - ® Riproduzione vietata

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