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Viaggio a marzo in Argentina: Buenos Aires, San Antonio de Areco e le cascate Iguazu (7 pagine)

Viaggio in terra Argentina, da Buenos Aires e i quartieri, La Boca, San Telmo, Palermo, Recoleta, Tigre e il caminito, passando da San Antonio de Areco fino ad arrivare alle cascate Iguazu, patrimonio dell'umanitą unesco, tra tango e gastronomia.

Visita alle cascate Iguazł tra l’Argentina e il Brasile

La seconda parte della nostra vacanza si svolge alle Cascate dell’Iguazu (in portoghese Cataratas do Iguaçu), a 1000 km da Buenos Aires. Atterriamo all’aeroporto di Iguazu e provo subito un’emozione nuova, indescrivibile: sulla pista, oltre al nostro, c’è solo un altro aereo. Tutt’intorno, invece, nient’altro che foresta. Anche la strada che percorriamo in pullman per raggiungere l’aeroporto è una biscia lunghissima e dritta, inghiottita dalla vegetazione: a perdita d’occhio, in ogni direzione, si vede soltanto un magnifico, stupefacente, tappeto di alberi secolari. Il fiume Iguazù, che forma le cascate, scorre al confine tra l’Argentina e il Brasile, e sui due lati si sviluppano due Parchi Nazionali designati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Tutti conoscono le Cascate del Niagara, ma queste sono ancora più grandi! Si tratta di 275 getti che raggiungono i 70 metri d’altezza, concentrati perlo più sul versante argentino, con la caduta più spettacolare che avviene dalla Garganta del Diablo; è il versante brasiliano, tuttavia, che regala i punti panoramici più spettacolari. La visita del parco, che si svolge a piedi ma in alcuni tratti si fa a bordo di appositi trenini, ci richiede un’intera giornata e meriterebbe, a dire il vero, un tempo molto più lungo. Impossibile trasmettere il batticuore, le vertigini e i brividi che si avvertono nell’ascoltare il fragore impetuoso dell’acqua che cade, nel vedere il fiume risucchiato dal baratro, nell’addentrarsi nel vapore acqueo sollevato dalle immense cascate, tra ponti di legno sospesi, sentieri immersi nella vegetazione e scorci panoramici favolosi.
Non mancano gli incontri indimenticabili: gli abitanti del luogo intagliano oggetti di legno e mostrano la loro arte lungo qualche sentiero, ma i più simpatici sono i procioni, che vivono liberi all’interno del parco. Se non avete mai visto un procione, fidatevi di me: sono animali tenerissimi, con un muso dolce e curioso, e questi sono particolarmente socievoli con i turisti. Vedo sbucare una mamma coi suoi piccoli da un cespuglio e subito mi chino verso di loro per farmi fotografare… quando mi alzo in piedi mi accorgo divertita che uno dei cuccioli sta cercando di entrare nella mia borsa!

 Pubblicato da il 07/09/2010 - 37.363 letture - ® Riproduzione vietata

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