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Tour in Siria della carovana di Donnavventura 2010 (9 pagine)

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La Riserva naturale di Al Talila: Orici, gazzelle e Donnavventura

24.09.2010: Sveglia presto anche questa mattina, lo spettacolo che offre Palmira è tale che vale la pena rinunciare ad un’oretta di sonno per goderne appieno. Il team si dirige verso il sito archeologico imbattendosi in un bel gregge di pecore, mattutine anch’esse. Placide brucano qualche sparuto filo d’erba non lontano dai resti, mimetizzandosi con l’ambiente circostante. Le pecore viste in Siria hanno un bel manto color sabbia ed il muso scuro, insieme alle orecchie, si danno alla fuga appena vedono sopraggiungere rombante la carovana.

Arrivate al limitare di Palmira, dove l’arco monumentale segna in qualche modo l’ingresso in città, Chiara aggiunge qualche informazione ulteriore riguardante la regina Zenobia, bella e colta tanto da parlare tutte le lingue d’oriente. Una regina che per carisma e fascino non aveva nulla da invidiare a Cleopatra, di cui si dichiarava discendente, o a Nefertiti ed Hasepsut.
Nel frattempo le altre ragazze del team scattano qualche foto, immortalando anche un alto cammello che passava da quelle parti con il suo impavido cammelliere, una folcloristica un’eco dei tempi perduti che non può passare inosservata.

E via di nuovo alla volta della steppa, lasciandosi alle spalle le architetture millenarie la carovana si dirige verso est lungo una rotta di terra battuta. Non trascorre molto tempo che si incontra un gruppo di sparuti dromedari che sembra non far troppo caso alla carovana bianca. Incuriositi e quieti si lasciano quasi avvicinare, scansandosi solo all’ultimo. E poi la sorpresa, oltre ad un altro piccolo nucleo di dromedari il team avvista un branco di orici, il loro manto bianco si confonde con il terreno e le corna, specie quelle dei maschi, svettano erette ed orgogliose.

Sono animali placidi e, come fa notare Ana, hanno un “musetto simpatico” bianco anch’esso con alcune macchie scure. E’ difficile pensare che ci siano animali in grado di adattarsi a vivere in un ambiente apparentemente così ostile come questo che, in realtà, brulica di vita. Poco lontano si percepisce un movimento, sembra quasi una nebbia leggera all’altezza del terreno, ma aguzzando la vista si scorge un numeroso branco di gazzelle. Le donneavventura non si aspettavano certo di avere tanta fortuna oggi, si attivano immediatamente per immortalare il branco. Ci sono tantissimi esemplari, che si muovono silenziosi sfiorando il terreno. Chiara, entusiasta come sempre dell’avvistamento di un qualsiasi animale, li descrive: “sono gazzelle di piccola taglia, difficili da individuare perché hanno il dorso dello stesso colore della terra, una tonalità di marrone molto chiara, nelle sfumature del cipria. Delle agili creature vezzose che sarebbero quasi del tutto invisibili in questo ambiente, se non fosse per la piccola coda marrone tengono ben dritta quando corrono via. Corna proporzionate all’età dell’individuo, che crescono in continuazione e minuti zoccoli con cui si danno alla fuga assai spesso”.

Incontrare animali allo stato brado è sempre un’ emozione, specie quando si tratta di creature schive e diffidenti come le gazzelle, sarà che sono abituate a svegliarsi al mattino e a “cominciare a correre” come nel detto africano, essendo prede d’elezione per carnivori e cacciatori. L’averle in qualche modo avvicinate è certamente una fortuna e chissà, magari è anche di buon auspicio per il resto del viaggio. Capita a volte di trovare nel deserto cose abbandonate, rottami, magari di auto che hanno abbandonato in panne i loro legittimi proprietari, in questo caso le donneavventura si sono imbattute in quattro grandi cisterne piuttosto malconce… Posizionati asx e pickup in corrispondenza delle cisterne, Clotilde scherza sul fatto di portarsele appresso come scorta d’acqua, in vista delle lunghe traversate e la veneta Francesca fa capire che in una si potrebbe mettere dell’altro… allude forse a della grappa? Non sia mai! Sappiamo che alle neo-reporter è assolutamente preclusa l’assunzione di qual si voglia bevanda alcolica. In spedizione si sta a regime! Pazienza ragazze, tutta salute.

La carovana riprende la via per Palmira, sfreccia sulla terra riarsa dal sole alzando un bel po’ di polvere, ma attorno non c’è nessuno che si lamenti di questa scorribanda, al limite qualche zompettante roditore può essersi rintanato svelto sottoterra, ma nessuno se ne è accorto. Il tramonto di questa sera lascia un po’ a desiderare, non lontano sappiamo esserci stata una tempesta di sabbia, che ha portato anche sulla “città delle palme” una foschia che ne appanna i colori, peccato perché dall’alto la vista è comunque mozzafiato.
Chiara immagina quale poteva essere l’impatto per il viaggiatore che, attraversato il deserto irto di insidie e difficoltà, fosse entrato nella Palmira Adriana, allora sotto il controllo di Roma. Quale stupore tanta grandezza avrebbe suscitato. Una città cosmopolita, multietnica e fastosa oltre ogni previsione, sorta in mezzo al niente, sfruttando quell’unica fonte di acqua sulfurea, che sgorgava a metà strada fra l’Eufrate ed il Mediterraneo.

Nel frattempo il resto della squadra dà l’ultimo saluto alle rovine, lasciandosele alle spalle. La carovana bianca si allontana sfilando fra ruderi e colonne.
Oggi il diario è redatto da Chiara

 Pubblicato da il 02/03/2010 - 24.135 letture - ® Riproduzione vietata

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