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Tour in Siria della carovana di Donnavventura 2010 (9 pagine)

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Damasco, le Donnavventura visitano la città della Siria

La Siria sta per offrire al team di donnavventura un’altra giornata densa di emozioni ed incontri. Questo paese che nessuna delle reporter aveva mai visto prima continua a non deludere, anzi! Alle bellezze naturali, alle meraviglie architettoniche, si unisce la cordialità delle persone che, sorridenti e curiose, vogliono farsi fotografare con queste insolite ragazze tutte vestite uguali, armate di macchine fotografiche e cavalletti. Per arrivare alla Damasco vecchia bisogna attraversare parte della città, passando davanti alla stazione di Hijaz, costruita appositamente per arrivare sino alla Mecca. E’ domenica mattina, per noi un giorno di festa ma non da queste parti, dove è tutto un brulicare di persone in attività, botteghe, negozi, carretti, la città pulsa di vita con la sua aria cosmopolita ed il profumo d’oriente. Ana ci fa notare un insolito negozio dove tutta la merce è esposta all’esterno, sul ballatoio e per vederla per acquistarla è sufficiente chiedere al gestore di mettere l’oggetto a cui si è interessati, una cintura in pelle o un foulard, in una sorta di cestino che viene calato all’altezza del potenziale cliente che, se interessato, metterà nello stesso cestino la cifra necessaria all’acquisto. Un sistema non troppo comodo forse ma di sicuro impatto! Le ragazze arrivano nella piazza di fronte alla grande moschea Omayyade, c’è un gran via vai di persone ed un gruppo di donne velate di nero, che scopriamo poi essere irachene, si mette in posa per farsi immortalare con il team italiano.

Le nostre ragazze non passano certo inosservate e nel giro di pochi minuti altri curiosi, armati di telefonini per lo più, scattano foto a tutt’andare. Fa sem pre uno strano effetto essere oggetto di tante attenzioni, è buffo quando le mamme mandano i figlioletti a posare insieme alle donneavventura come fossero attrici famose, chissà cosa se ne fanno poi di quelle foto e per fortuna nessuno chiede autografi, sai che imbarazzo! Le ragazze si allontanano dalla piazza per inoltrarsi nelle vie della città vecchia, racchiusa ancora nelle originarie mura romane. Come già accaduto ad Aleppo anche qui si incontrano venditori ambulanti di succhi di frutta, in questo caso melograno e more. In realtà Clotilde aveva letto da qualche parte che a Damasco si poteva trovare il succo di mora frullato al momento e la prima missione della giornata era proprio quella di andarlo a cercare. C’è voluta un po’ di fortuna ma la missione è stata compiuta, succo di mora per tutte! Missione un po’ frivola certo, ma non si può sempre pensare a templi e a regine del passato, Damasco è una città viva e dinamica, viene proprio voglia di andarla a scoprire in tutti i suoi risvolti, frivoli e non. Aggirandosi fra le vie Clotilde nota in un negozio di giocattoli, come anche la Barbie si adegui alle norme di abbigliamento islamico e indossi anch’essa il velo scuro, lo stesso che portano alcune donne sedute appena al di fuori del retro della grande moschea. Sono irachene anch’esse, si fa fatica a capire da che città provengano e come mai si trovino a Damasco, che siano qui in gita? Potrebbe darsi, del resto l’Iraq non è poi così lontano. Tra le vie della città vecchia si incontrano negozi di vario genere e botteghe artigianali dove ancora si realizzano pregiati oggetti in rame e metallo completamente a mano. Un lavoro certosino che si avvale di tecniche che si tramandano tali e quali da secoli.

C’è anche uno storico locale a due passi dalla moschea Omayyade, il cafè Al-Nawfara. Laura ci racconta che è stato aperto nel ‘700 e che da allora è frequentato da viaggiatori ed avventurieri. Oggi forse ha perso un po’ di quel fascino che poteva avere quando arrivare fino a Damasco, specie per un occidentale, costituiva una sorta di impresa, ma restano comunque intatte quell’aura un po’ retò e quell’atmosfera d’altri tempi. Francesca è andata a curiosare da qualche parte, la scopriamo solo mentre scende una scala di pietra e Clotilde è lanciatissima nel chiacchierare con le signore che incontra, cosa si diranno poi? Già capire i rispettivi nomi è un’impresa, ma il bello del viaggiare sta proprio in questo, confrontarsi con le persone e ridere delle rispettive incomprensioni. Si comunica a gesti e con gli occhi, a volte è più che sufficiente. Damasco ha qual fascino particolare che le viene dalla sua storia millenaria. La più antica far le città, la più ambita d’oriente, la più sognata, cantata da poeti ed artisti, contesa da califfi ed imperatori. Chiamata “perla d’Oriente” da Traiano e citata nel Corano come la “città delle colonne”. E’ stata greca, romana, bizantina, capitale del primo stato arabo e fulcro dell’impero islamico. Ancora oggi se respira quella mescolanza di culture e genti che per secoli hanno solcato le sue strade, dandole quell’impronta inconfondibile che la fa essere unica fra le altre. Laura ci racconta della città, delle sue mura romane che ne racchiudono il nucleo antico, della moschea e del colorato suq, dove ogni giorno un gran via vai di venditori ed acquirenti si schiva e si spintona in una frenesia ben poco orientale, ma anche questa è Damasco.

E’ tempo di entrare nella moschea e, come fa notare Chiara, la carovana è arrivata sin qui! Le ragazze hanno dovuto togliere le scarpe ed indossare una tonaca per entrare in moschea, in modo che fossero coperte letteralmente dalla testa ai piedi, nel rispetto delle regole islamiche. Le proporzioni dell’edificio sono notevoli, la sala di preghiera è lunga più di 100 metri, può davvero ospitare un numero considerevole di fedeli. Qui si trova anche il cenotafio di san Giovanni Battista. Chiara spiega alle compagne di viaggio che san Giovanni fu martirizzato a Damasco e che in questo luogo, secondo la tradizione, fu sepolta la sua testa. Non deve stupire che all’interno di una moschea vi sia una così importante componente cristiana. Il santo è venerato anche dall’islam con il nome di Yahia e considerato un profeta precursore di Maometto, con cui la rivelazione arrivò a compimento. Nel frattempo il muezin inizia la sua preghiera…La moschea conserva altre vestigia cristiane, rimane intatta l’antica porta della precedente chiesa, inglobata nel VII secolo quando venne edificata l’attuale moschea Omayyade ed anche un antico fonte battesimale. Chiara racconta inoltre che la moschea sorge in un luogo deputato da sempre alla professione del culto. Già nel III millennio a.c. sorgeva qui un tempio eretto dagli Amorrei e dedicato al dio della tempesta Hahad. Seguirono poi le dominazione ellenistica e romana con i rispettivi dei Zeus e Giove, per arrivare al IV secolo quando il tempio fu convertito in chiesa per volere dell’imperatore Teodosio. Valentina invece si sofferma sugli elementi costitutivi la moschea, il grande cortile con al centro la cupola dell’Abluzione, la cupola del tesoro i minareti, un complesso monumentale che fa della moschea degli Omayyade, una delle più grandi al mondo. E’ tempo di fare uno spuntino e perché non approfittare di un chiosco che prepara un kebap di pollo appetitoso e croccante.

Laura, da nutrizionista, non ha nulla da obbiettare! Ana approfitta del momento di pausa per fare un quadro dettagliato del paese che ospita le Donneavventura, la Siria. Specifica confini, popolazione, moneta… precisa e impeccabile come sempre. Mentre Chiara non si fa sfuggire un silenzioso ometto che vende dei piccoli frutti selvatici. In arabo si chiamano “zaarur”, hanno un sapore che ricorda quello della mela ma sono decisamente più piccoli. Tappa obbligata a Damasco è il suo colorato suq, Clotilde ci spiega che ha addirittura origini romane che qui si possono trovare prodotti di ogni tipo oltre ad una serie di curiosità, come il venditore ambulante di succo di tamarindo o quello che gira con un carretto stracarico di caramelle colorate. E poi nel suq c’è Bakdash, la miglior gelateria del medioriente! Clotilde si cimenta nella preparazione del gelato, che utilizza sia latte di pecora che latte di capra e poi viene guarnito con pistacchi e anacardi. E’ una delizia, le donneavventura non speravano in questo gustoso diversivo, si sa ormai che la gola è il loro peccato capitale! Tante le cose curiose che si posso trovare tra queste minuscole botteghe e bancarelle, il venditore ambulante di tamarindo con aggiunta di profumo di rose, quello che propone completi intimi super sexy da indossare sotto al burka, un altro si cimenta nel realizzare disegni con cerchi concentrici, il tutto commentato da Clotilde, la referente del team per le curiosità. Clotilde poi non esita a provasi un “iscearb”, il velo portato dalle donne musulmane, non le sta affatto male, accentua la sua aria misteriosa.

C’è anche una stilosa ragazza che indossa un velo firmato da una nota maison francese. Damasco si presenta divertente e colorata anche dopo il tramonto, gli ambulanti poi sono instancabili ed anche a quest’ora si possono trovare fichi d’india e pannocchie per uno spuntino. Le ragazze fanno uno strappo alla regola e, invece di consumare una cena leggera e poi dedicarsi al lavoro, cenano in un movimentato locale siriano dove si esibiscono i dervisci rotanti nelle loro danze. Clotilde ci spiega che i dervisci appartengono ad una corrente mistica dell’islam e che hanno elaborato una serie di canti ed inni che accompagnano con evoluzioni in cui ruotano su loro stessi. Spesso alla fine della danza cadono in trance. Si tratta di una pratica molto particolare, per la quale i dervisci si fanno seguire da un maestro sufi che li prepari spiritualmente. Anche Franco Battiato cita “i dervisci tourneur che girano sulle spine dorsali” in uno dei suoi testi, ora le ragazze li hanno visti all’opera. Nel locale oltre ad ascoltare musica siriana suonata dal vivo, Valentina riesce anche a chiacchierare con due ragazze del posto e a farsi raccontare qualcosa di loro, di cosa fanno nel tempo libero e che hanno addirittura un nonno italiano, carramba che sorpresa direbbe qualcuno. Si è fatto tardi, è il caso di rientrare perché domani sarà un’altra lunga giornata. Un ultimo saluto alla città ed alle sue luci, alle cupole delle moschee illuminate, alla spada damascena che svetta psichedelica in uno slargo, alla via di San Paolo che a Damasco fu folgorato dalla fede. Sacro e profano, modernità e storia millenaria, cristianesimo ed islam fusi insieme, in un armonico susseguirsi di contrasti. Il diario oggi è redatto da Chiara

 Pubblicato da il 02/03/2010 - 24.131 letture - ® Riproduzione vietata

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