Prato della Valle, la visita alla grande piazza di Padova
Famosa per il capodanno ed il suo mercato il Prato della Valle č una delle piazze pių grandi d'Europa, resa unica dalle sue 78 statue e dagli eleganti palazzi che la circondano.
Con i suoi 90 mila metri quadrati di estensione (per esattezza 88.620), Prato della Valle è una delle più vaste e scenografiche piazze d’Italia e d’Europa progettata nella sua forma attuale nel 1775 da Domenico Cerato, abate e professore di architettura dell’università padovana, su richiesta del procuratore della città Andrea Memmo.
Già sede della fiera dedicata al santo di Padova e delle adunanze popolari, nel corso dei secoli l’area fu anche luogo di spettacoli tant’è che in epoca romana ospitò il teatro Zairo, i cui resti talvolta affiorano nella canaletta dell’isola Memmia. La piazza venne poi utilizzata per festeggiare annualmente la liberazione di Ezzelino e dal 1405, con una corsa di cavalli, l’avvento della dominazione veneziana. Sino al 1503 vi si svolsero inoltre importanti fiere in onore di san Prosdocimo e santa Giustina.
Il nome Prato della Valle pare sia stato utilizzato la prima volta nel XII° secolo. Durante l’epoca romana e sino all’alto Medioevo quest’area era conosciuta come Campo Marzio o Campo di Marte perché spesso utilizzata per ospitare funzioni di tipo militare. Fu poi definita Valle del Mercato e Prato di santa Giustina per via delle fiere ospitate e della presenza del luogo di culto dedicato alla protomartire padovana. Il nome Prato della Valle, dai termini latini pratum e valle scelti a indicare uno spazio ampio dove poteva anche crescere l’erba e paludoso, venne utilizzato anche in epoca sabauda quando la grande piazza fu ufficialmente intitolata a Vittorio Emanuele II°.
Al centro del Prato della Valle sorge l’isola Memmia, così chiamata in onore del suo committente, cinta da una canaletta ellittica e percorsa da due viali che si incrociano ad angolo retto. A rendere quest’area così suggestiva sono la fontana (inaugurata solo nel 1926) circondata da panchine in pietra d’Istria, sedici vasi ornamentali e quattro ponti – quello nord, i due degli obelischi e quello dei papi – che si stagliano alle estremità. Quest’ultimo, a cui è stato assegnato il nome dei papi per le 4 statue di pontefici che lo decorano, ha al di sotto due cloache separate da una sorta di diga da cui entrano e escono le acque del canale Alicorno che ai giorni nostri si presenta quasi tutto interrato lungo il suo percorso.
Attorno all’isola corre una duplice fila di 78 statue in pietra raffiguranti personaggi legati alla storia di Padova, realizzate fra il 1775 e il 1883 in gran parte da scultori locali e da Giovanni Ferrari. I gruppi scultorei sono numerati nel piedistallo che riporta anche l’iscrizione commemorativa del personaggio e del donatore. La statua numero 44 ad esempio raffigura Andrea Memmo e fu realizzata nel 1794 mentre la numero 52 rappresenta il marchese Giovanni Poleni ed è una copia dell’originale eseguita da Antonio Canova nel 1780 e custodita nel museo civico di Padova. Con la pietra di Costozza (pietra calcarea da taglio) sono state realizzate queste statue dedicate a personaggi illustri fra cui il fondatore Antenore, Torquato Tasso, Petrarca, Galilei e Ariosto. Nel 1776 un regolamento della città vietò di immortalare nella pietra figure di santi, persone in vita e personaggi che non avessero avuto legami reali con Padova: la scultura del 1775 dedicata a Cicerone venne infatti rimossa dall’isola Memmia proprio perché non aveva legami con la città. Al suo posto venne collocata quella di Antenore donata dallo stesso Andrea Memmo.
In realtà le opere scultoree erano originariamente 84 ma negli ultimi anni del 1700 sei di queste, raffiguranti i dogi di Venezia, vennero distrutte dai soldati dell’esercito napoleonico; altre furono invece con il passare dei decenni furono danneggiate dagli agenti atmosferici ma poi prontamente restaurate e sostituite.
Fra le particolarità che riguardano l’isola che si staglia maestosa al centro del Prato vi è la piantumazione del primo albero che risalirebbe al 1805, un esemplare di tiglio chiamato anche “della libertà”, ad inizio di una serie di 100 che impreziosirono l’area a partire dagli anni successivi. Nel 1990 i platani furono danneggiati a causa della presenza di un fungo che ne richiese l’abbattimento ad eccezione di uno rimasto in vita sino al 2001. Oggi gli alberi che decorano di verde e ombra questa oasi cittadina sono una cinquantina di aceri riccio che raggiungono l’altezza di una ventina di metri.
A circondare Prato della Valle vi sono edifici e dimore prestigiose fra cui spicca Palazzo Angeli, già dimora del cardinale e umanista Giovanni Bessarione e poi di Andrea Memmo, con un’elegante pentafora. Se sul lato nord si trova questa quattrocentesca struttura, a est si staglia la casa dell’esule fiorentino Palla Strozzi mentre a occidente si può ammirare la neogotica Loggia Amulea, già caserma dei Vigili del Fuoco, ricostruita nel 1859 da Eugenio Maestri e dove nel portico vi sono le belle statue di Dante e Giotto eseguite da Vincenzo Vela nel 1865. Voluta ad inizi ‘600 dal cardinale Marco Antonio da Mula per ospitare i giovani che frequentavano l’università di Padova, la loggia fu gravemente danneggiata da un terribile incendio che nel 1822 la distrusse tanto da richiederne una nuova successiva costruzione. Sulla piazza si affacciano anche Palazzo Zacco (Circolo Unificato dell’Esercito di Padova progettato da Andrea Moroni fra il 1556 e il 57) caratterizzato da guglie di coronamento. Sul lato meridionale invece, dopo l’imponente Palazzo Grimani, iniziato nella metà del ‘500 e completato nel 1621-30 da Francesco Contin, si trova l’ex Foro Boario, ora sede di uffici comunali, realizzato da Alessandro Peretti nel 1913 sul luogo del demolito convento della Misericordia.
Dalla piazza si possono inoltre ammirare la basilica abbaziale di santa Giustina, costruita in onore della prima martire della città, la basilica di sant’Antonio che ogni anno accoglie pellegrini e devoti provenienti da tutto il mondo per onorare il religioso, l’oratorio di san Giorgio e la celeberrima statua equestre del Gattamelata del Donatello.
Oggi, oltre ad essere una delle piazze più grandi e famose d’Europa, Prato della Valle ospita ogni sabato un grande mercato cittadino, quello dell’antiquariato la terza domenica del mese e numerosi eventi culturali e concerti musicali.
Già sede della fiera dedicata al santo di Padova e delle adunanze popolari, nel corso dei secoli l’area fu anche luogo di spettacoli tant’è che in epoca romana ospitò il teatro Zairo, i cui resti talvolta affiorano nella canaletta dell’isola Memmia. La piazza venne poi utilizzata per festeggiare annualmente la liberazione di Ezzelino e dal 1405, con una corsa di cavalli, l’avvento della dominazione veneziana. Sino al 1503 vi si svolsero inoltre importanti fiere in onore di san Prosdocimo e santa Giustina.
Il nome Prato della Valle pare sia stato utilizzato la prima volta nel XII° secolo. Durante l’epoca romana e sino all’alto Medioevo quest’area era conosciuta come Campo Marzio o Campo di Marte perché spesso utilizzata per ospitare funzioni di tipo militare. Fu poi definita Valle del Mercato e Prato di santa Giustina per via delle fiere ospitate e della presenza del luogo di culto dedicato alla protomartire padovana. Il nome Prato della Valle, dai termini latini pratum e valle scelti a indicare uno spazio ampio dove poteva anche crescere l’erba e paludoso, venne utilizzato anche in epoca sabauda quando la grande piazza fu ufficialmente intitolata a Vittorio Emanuele II°.
Al centro del Prato della Valle sorge l’isola Memmia, così chiamata in onore del suo committente, cinta da una canaletta ellittica e percorsa da due viali che si incrociano ad angolo retto. A rendere quest’area così suggestiva sono la fontana (inaugurata solo nel 1926) circondata da panchine in pietra d’Istria, sedici vasi ornamentali e quattro ponti – quello nord, i due degli obelischi e quello dei papi – che si stagliano alle estremità. Quest’ultimo, a cui è stato assegnato il nome dei papi per le 4 statue di pontefici che lo decorano, ha al di sotto due cloache separate da una sorta di diga da cui entrano e escono le acque del canale Alicorno che ai giorni nostri si presenta quasi tutto interrato lungo il suo percorso.
Attorno all’isola corre una duplice fila di 78 statue in pietra raffiguranti personaggi legati alla storia di Padova, realizzate fra il 1775 e il 1883 in gran parte da scultori locali e da Giovanni Ferrari. I gruppi scultorei sono numerati nel piedistallo che riporta anche l’iscrizione commemorativa del personaggio e del donatore. La statua numero 44 ad esempio raffigura Andrea Memmo e fu realizzata nel 1794 mentre la numero 52 rappresenta il marchese Giovanni Poleni ed è una copia dell’originale eseguita da Antonio Canova nel 1780 e custodita nel museo civico di Padova. Con la pietra di Costozza (pietra calcarea da taglio) sono state realizzate queste statue dedicate a personaggi illustri fra cui il fondatore Antenore, Torquato Tasso, Petrarca, Galilei e Ariosto. Nel 1776 un regolamento della città vietò di immortalare nella pietra figure di santi, persone in vita e personaggi che non avessero avuto legami reali con Padova: la scultura del 1775 dedicata a Cicerone venne infatti rimossa dall’isola Memmia proprio perché non aveva legami con la città. Al suo posto venne collocata quella di Antenore donata dallo stesso Andrea Memmo.
In realtà le opere scultoree erano originariamente 84 ma negli ultimi anni del 1700 sei di queste, raffiguranti i dogi di Venezia, vennero distrutte dai soldati dell’esercito napoleonico; altre furono invece con il passare dei decenni furono danneggiate dagli agenti atmosferici ma poi prontamente restaurate e sostituite.
Fra le particolarità che riguardano l’isola che si staglia maestosa al centro del Prato vi è la piantumazione del primo albero che risalirebbe al 1805, un esemplare di tiglio chiamato anche “della libertà”, ad inizio di una serie di 100 che impreziosirono l’area a partire dagli anni successivi. Nel 1990 i platani furono danneggiati a causa della presenza di un fungo che ne richiese l’abbattimento ad eccezione di uno rimasto in vita sino al 2001. Oggi gli alberi che decorano di verde e ombra questa oasi cittadina sono una cinquantina di aceri riccio che raggiungono l’altezza di una ventina di metri.
A circondare Prato della Valle vi sono edifici e dimore prestigiose fra cui spicca Palazzo Angeli, già dimora del cardinale e umanista Giovanni Bessarione e poi di Andrea Memmo, con un’elegante pentafora. Se sul lato nord si trova questa quattrocentesca struttura, a est si staglia la casa dell’esule fiorentino Palla Strozzi mentre a occidente si può ammirare la neogotica Loggia Amulea, già caserma dei Vigili del Fuoco, ricostruita nel 1859 da Eugenio Maestri e dove nel portico vi sono le belle statue di Dante e Giotto eseguite da Vincenzo Vela nel 1865. Voluta ad inizi ‘600 dal cardinale Marco Antonio da Mula per ospitare i giovani che frequentavano l’università di Padova, la loggia fu gravemente danneggiata da un terribile incendio che nel 1822 la distrusse tanto da richiederne una nuova successiva costruzione. Sulla piazza si affacciano anche Palazzo Zacco (Circolo Unificato dell’Esercito di Padova progettato da Andrea Moroni fra il 1556 e il 57) caratterizzato da guglie di coronamento. Sul lato meridionale invece, dopo l’imponente Palazzo Grimani, iniziato nella metà del ‘500 e completato nel 1621-30 da Francesco Contin, si trova l’ex Foro Boario, ora sede di uffici comunali, realizzato da Alessandro Peretti nel 1913 sul luogo del demolito convento della Misericordia.
Dalla piazza si possono inoltre ammirare la basilica abbaziale di santa Giustina, costruita in onore della prima martire della città, la basilica di sant’Antonio che ogni anno accoglie pellegrini e devoti provenienti da tutto il mondo per onorare il religioso, l’oratorio di san Giorgio e la celeberrima statua equestre del Gattamelata del Donatello.
Oggi, oltre ad essere una delle piazze più grandi e famose d’Europa, Prato della Valle ospita ogni sabato un grande mercato cittadino, quello dell’antiquariato la terza domenica del mese e numerosi eventi culturali e concerti musicali.