Parco Sempione, passeggiata nel polmone verde di Milano
Il parco Sempione di Milano, guida alla visita tra ponti e laghetti.
Nella classifica dei luoghi più amati dai milanesi, Parco Sempione occupa sicuramente una delle primissime posizioni. E’ sufficiente passeggiare qualche minuto all’ombra degli alberi secolari del più grande parco urbano della città per rendersi conto del legame che lo lega agli abitanti, felici di trascorrere il proprio tempo nel vasto polmone verde di Milano. Pur non essendo neanche lontanamente paragonabile per dimensioni ad altri celebri parchi quali Central Park o Hyde Park, Parco Sempione è un crogiuolo di storia e cultura, ricco di attrattive da vedere, oltre che frequentemente teatro di importanti manifestazioni, eventi e concerti.
La storia dell’antico “Barcho”, in passato adibito a riserva di caccia dai Visconti e gli Sforza, subisce una svolta nel penultimo decennio del XIX secolo, un periodo di radicale cambiamento per l’intera città e non solo. Tra le annose emergenze all'attenzione dell’amministrazione meneghina c’è infatti la sistemazione della spianata estesa alle spalle del Castello Sforzesco, fino a quel momento nota come Piazza d’Armi e utilizzata per esercitazioni e parate da parte di vari eserciti fino a quello Regio Italiano. Le ipotesi si susseguono, ma nel piano regolatore del 1884 compare quella dell’ingegnere Beruto, fautore della realizzazione di un nuovo grande quartiere a due passi dal centro capace di assecondare la crescita demografica e il bisogno di ampliamento della città. Per fortuna, a dispetto dell’iniziale “apertura”, la municipalità opta per la bocciatura del progetto, a cui si preferisce una soluzione in linea con quelle già adottate in tante altre metropoli europee, ovvero la creazione di un grandioso parco urbano.
E’ così che Emilio Alemagna, architetto precedentemente coinvolto nella realizzazione dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, ottiene l’incarico di progettare il parco. La concezione è all’inglese, romantica, con tanto di laghetto, corsi d’acqua e sentieri che si immergono tra macchie di alberi di varie essenze, dagli esotici cedri a molli liquidambar. I lavori iniziano nel 1893, in concomitanza con la campagna di restauro del vicino castello, mentre è difficile stabilire il termine del cantiere, durante il quale sono stati costruiti numerosi edifici tra cui l’Acquario (1906), il Palazzo dell’Arte e la Torre del Parco (1933) e la Biblioteca del Parco (1954). Il successo del parco è istantaneo, gli abitanti se ne innamorano fin dal primo sguardo e il Comune lo sceglie come sede dell’imminente Esposizione Internazionale del 1906, quando per la prima volta il mondo intero si riunisce a Milano.
Scomparsi i padiglioni espositivi di inizio Novecento, Parco Sempione non ha perso il suo fascino anche grazie alle tante attrattive sparse lungo il perimetro e al suo interno. Sul lato occidentale, poco distante dalla stazione ferroviaria di Milano Cadorna, sorge il Palazzo dell’Arte, l’edificio progettato da Giovanni Muzio per ospitare la sede permanente della Triennale d’Arte Decorativa di Milano. Quest’ultima, nata nel 1923, organizza ogni tre anni un’importante esposizione internazionale dedicata all’architettura moderna ed alle più disparate attività artistico-industriali, ma tra un’edizione e l’altra nel palazzo si susseguono mostre temporanee, conferenze ed eventi. Accanto alla sede della Triennale si erge la Torre del Parco, un tempo nota come Torre Littoria, l’enorme installazione alta 109 interamente realizzata in tubi d’acciaio sui disegni di Giò Ponti, Ettore Chiodi e Ettore Ferrari. Poco distante è anche la sinuosa "Fontana metafisica" (o Bagni misteriosi), nata dal genio di Giorgio de Chirico nel 1973.
Procedendo verso nord si raggiunge un altro dei simboli di Milano, nonché un’area particolarmente vivace per via dei numerosi bar e ristoranti. Stiamo parlando dell’Arco della Pace, il grande arco di trionfo costruito a partire dal 1807 su progetto del marchese Luigi Cagnola per volere di Napoleone, che esortò il Consiglio Comunale di Milano a erigere un nuovo ingresso monumentale alla città in direzione di Parigi. Malgrado la committenza francese di inizio Ottocento, l’inaugurazione del portale avvenne solo nel 1838 sotto gli occhi di un altro imperatore, Ferdinando I d’Asburgo, che modificò sensibilmente il disegno iniziale dedicando il fornice ad un altro membro della famiglia reale austriaca, Francesco I. Ulteriori modifiche furono apportate pochi anni dopo in seguito all’insediamento dei Savoia, che ordinarono la sostituzione delle grandi iscrizioni e la consacrazione alla nuova Italia unita.
Dall’Arco della Pace, procedendo in direzione sud-est, si arriva al punto geometricamente centrale del parco, dove un laghetto si colloca esattamente a metà strada tra l’arco e il castello. Fino a qualche anno fa, da qui si godeva di una prospettiva inquadrata in direzione dell’arco e di Corso Sempione grazie a una sorta di palcoscenico, il cosiddetto “Teatro continuo”, ideato da Alberto Burri nel 1973 ma successivamente rimosso a causa delle pressioni di parte della giunta comunale. Da non perdere inoltre i poco distanti “Accumulazione musicale e seduta”, un’installazione in cemento e acciaio coeva al teatro di Burri, ed il “Ponte delle Sirenette”, che a metà del XIX secolo si trovava sulla cerchia dei navigli vicino a palazzo Serbelloni.
All’altro capo di Parco Sempione, lungo il perimetro nord-orientale, sorgono a breve distanza l’uno dall’altra il Civico Acquario e Stazione idrobiologica e l’Arena civica. Il primo, progettato in stile liberty da Sebastiano Locati nel 1906, attira numerose scolaresche e tanti visitatori grazie al fascino percepibile anche solo osservando le pittoresche sculture poste all’esterno, mentre l’Arena è tutt’ora utilizzata come campo sportivo a dispetto degli oltre due secoli di vita.
Interamente delimitato da un’alta recinzione metallica, Parco Sempione è dotato di numerosi ingressi che si affacciano sulle vie Pagano, Elvezia, Gadio, Milton, Bertani, Legnano, Alemagna e naturalmente su piazza Castello. Gli accessi aprono ogni giorno alle 6.30 del mattino, per poi chiudere a seconda del periodo alle 20.00 (da novembre a febbraio), alle 21.00 (in marzo, aprile e ottobre), alle 22.00 (maggio) ed alle 23.30 (da giugno a settembre). A seconda della provenienza, il parco è comodamente raggiungibile in metro scendendo alle fermate di Cadorna, all’intersezione tra M1 (rossa) e M2 (verde), Cairoli (M1) o Lanza (M2), senza contare i tanti autobus e tram che fermano nelle vicinanze.
La storia dell’antico “Barcho”, in passato adibito a riserva di caccia dai Visconti e gli Sforza, subisce una svolta nel penultimo decennio del XIX secolo, un periodo di radicale cambiamento per l’intera città e non solo. Tra le annose emergenze all'attenzione dell’amministrazione meneghina c’è infatti la sistemazione della spianata estesa alle spalle del Castello Sforzesco, fino a quel momento nota come Piazza d’Armi e utilizzata per esercitazioni e parate da parte di vari eserciti fino a quello Regio Italiano. Le ipotesi si susseguono, ma nel piano regolatore del 1884 compare quella dell’ingegnere Beruto, fautore della realizzazione di un nuovo grande quartiere a due passi dal centro capace di assecondare la crescita demografica e il bisogno di ampliamento della città. Per fortuna, a dispetto dell’iniziale “apertura”, la municipalità opta per la bocciatura del progetto, a cui si preferisce una soluzione in linea con quelle già adottate in tante altre metropoli europee, ovvero la creazione di un grandioso parco urbano.
E’ così che Emilio Alemagna, architetto precedentemente coinvolto nella realizzazione dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, ottiene l’incarico di progettare il parco. La concezione è all’inglese, romantica, con tanto di laghetto, corsi d’acqua e sentieri che si immergono tra macchie di alberi di varie essenze, dagli esotici cedri a molli liquidambar. I lavori iniziano nel 1893, in concomitanza con la campagna di restauro del vicino castello, mentre è difficile stabilire il termine del cantiere, durante il quale sono stati costruiti numerosi edifici tra cui l’Acquario (1906), il Palazzo dell’Arte e la Torre del Parco (1933) e la Biblioteca del Parco (1954). Il successo del parco è istantaneo, gli abitanti se ne innamorano fin dal primo sguardo e il Comune lo sceglie come sede dell’imminente Esposizione Internazionale del 1906, quando per la prima volta il mondo intero si riunisce a Milano.
Scomparsi i padiglioni espositivi di inizio Novecento, Parco Sempione non ha perso il suo fascino anche grazie alle tante attrattive sparse lungo il perimetro e al suo interno. Sul lato occidentale, poco distante dalla stazione ferroviaria di Milano Cadorna, sorge il Palazzo dell’Arte, l’edificio progettato da Giovanni Muzio per ospitare la sede permanente della Triennale d’Arte Decorativa di Milano. Quest’ultima, nata nel 1923, organizza ogni tre anni un’importante esposizione internazionale dedicata all’architettura moderna ed alle più disparate attività artistico-industriali, ma tra un’edizione e l’altra nel palazzo si susseguono mostre temporanee, conferenze ed eventi. Accanto alla sede della Triennale si erge la Torre del Parco, un tempo nota come Torre Littoria, l’enorme installazione alta 109 interamente realizzata in tubi d’acciaio sui disegni di Giò Ponti, Ettore Chiodi e Ettore Ferrari. Poco distante è anche la sinuosa "Fontana metafisica" (o Bagni misteriosi), nata dal genio di Giorgio de Chirico nel 1973.
Procedendo verso nord si raggiunge un altro dei simboli di Milano, nonché un’area particolarmente vivace per via dei numerosi bar e ristoranti. Stiamo parlando dell’Arco della Pace, il grande arco di trionfo costruito a partire dal 1807 su progetto del marchese Luigi Cagnola per volere di Napoleone, che esortò il Consiglio Comunale di Milano a erigere un nuovo ingresso monumentale alla città in direzione di Parigi. Malgrado la committenza francese di inizio Ottocento, l’inaugurazione del portale avvenne solo nel 1838 sotto gli occhi di un altro imperatore, Ferdinando I d’Asburgo, che modificò sensibilmente il disegno iniziale dedicando il fornice ad un altro membro della famiglia reale austriaca, Francesco I. Ulteriori modifiche furono apportate pochi anni dopo in seguito all’insediamento dei Savoia, che ordinarono la sostituzione delle grandi iscrizioni e la consacrazione alla nuova Italia unita.
Dall’Arco della Pace, procedendo in direzione sud-est, si arriva al punto geometricamente centrale del parco, dove un laghetto si colloca esattamente a metà strada tra l’arco e il castello. Fino a qualche anno fa, da qui si godeva di una prospettiva inquadrata in direzione dell’arco e di Corso Sempione grazie a una sorta di palcoscenico, il cosiddetto “Teatro continuo”, ideato da Alberto Burri nel 1973 ma successivamente rimosso a causa delle pressioni di parte della giunta comunale. Da non perdere inoltre i poco distanti “Accumulazione musicale e seduta”, un’installazione in cemento e acciaio coeva al teatro di Burri, ed il “Ponte delle Sirenette”, che a metà del XIX secolo si trovava sulla cerchia dei navigli vicino a palazzo Serbelloni.
All’altro capo di Parco Sempione, lungo il perimetro nord-orientale, sorgono a breve distanza l’uno dall’altra il Civico Acquario e Stazione idrobiologica e l’Arena civica. Il primo, progettato in stile liberty da Sebastiano Locati nel 1906, attira numerose scolaresche e tanti visitatori grazie al fascino percepibile anche solo osservando le pittoresche sculture poste all’esterno, mentre l’Arena è tutt’ora utilizzata come campo sportivo a dispetto degli oltre due secoli di vita.
Interamente delimitato da un’alta recinzione metallica, Parco Sempione è dotato di numerosi ingressi che si affacciano sulle vie Pagano, Elvezia, Gadio, Milton, Bertani, Legnano, Alemagna e naturalmente su piazza Castello. Gli accessi aprono ogni giorno alle 6.30 del mattino, per poi chiudere a seconda del periodo alle 20.00 (da novembre a febbraio), alle 21.00 (in marzo, aprile e ottobre), alle 22.00 (maggio) ed alle 23.30 (da giugno a settembre). A seconda della provenienza, il parco è comodamente raggiungibile in metro scendendo alle fermate di Cadorna, all’intersezione tra M1 (rossa) e M2 (verde), Cairoli (M1) o Lanza (M2), senza contare i tanti autobus e tram che fermano nelle vicinanze.