Via delle Volte, passeggiata nel cuore medievale di Ferrara
Via delle Volte, descritta nel libro il Giardino dei Finzi Contini è l'emblema del cuore medievale di Ferrara.
Imboccare Via delle Volte, a Ferrara, significa intraprendere un viaggio nel passato medievale del capoluogo estense, immergersi in un contesto unico, intriso di storia, fascino e magia. Questa strada, stretta e acciottolata, è un vero e proprio monumento, una sorta di museo all’aria aperta, una tappa immancabile per qualunque turista in visita alla città. A delimitarla sono graziosi edifici a due piani costruiti tra il XIV e il XV secolo, intonacati con tinte chiare o in mattone faccia a vista, ma tutti gli occhi sono per le volte e gli archi, a tutto sesto o a ogiva, che si susseguono a perdita d’occhio per l’intera estensione della via.
Via delle Volte si trova nella parte meridionale del centro di Ferrara, a due passi da Piazza Trento e Trieste, dalla Cattedrale e dal Castello Estense. Il suo corso, di circa 2 km di lunghezza, corre parallelamente a Via Carlo Mayr, a sua volta orientata lungo l’asse nord-ovest/sud-est come il poco distante Po di Volano che, all’altezza di Pontelagoscuro, si stacca dal Po scendendo verso Ferrara. Il suo orientamento e la sua lunghezza hanno rappresentato un elemento fondamentale per lo sviluppo urbanistico della città medievale che, tra il VII e l’XI secolo, andò progressivamente formandosi partendo proprio da Via delle Volte.
La natura del nome è fin troppo evidente, sia che vi immettiate da sud, da Via Giuoco del Pallone, che da nord, all’altezza di Via San Romano. L’intero tracciato viario è sormontato da innumerevoli volte un tempo utilizzate come attraversamento dai mercanti locali per passare dai magazzini, allineati sul lato meridionale, alle residenze, talvolta utilizzate anche come botteghe. Per cercare di comprendere meglio il perché di tale scelta progettuale è bene ricordare che all’epoca, fino al 1152, il corso del Po non seguiva esattamente l’andamento odierno, ma era praticamente addossato alla via, ricalcando sostanzialmente il tracciato di quella che oggi è via Carlo Mayr; in questo modo i mercanti, dalle proprie residenze-botteghe, avevano accesso diretto ai rispettivi magazzini, alle proprie imbarcazioni e al fiume.
Oltre ai magazzini e alle botteghe dei mercanti, in passato Via delle Volte era conosciuta anche come la via dei bordelli; qui, lontano da sguardi indiscreti, si concentravano le case di appuntamento della città e più in generale quelle attività che non richiedevano eccessiva pubblicità, soprattutto in una città governata per secoli dallo Stato Pontificio. Per capire cosa volesse dire percorrere Via delle Volte possiamo basarci sui testi di alcuni grandi scrittori ferraresi, di nascita o di adozione, che si sono divertiti a rievocare le antiche atmosfere della strada. Il più famoso è senza dubbio Giorgio Bassani (1916-2000) che, ne “Il giardino dei Finzi Contini” (1962) la descrive come “Priva di marciapiedi, il ciottolato pieno di buche, la strada appariva anche più buia del solito. Mentre avanzavamo quasi a tentoni, e con l’unico aiuto, per dirigerci, della luce che usciva dai portoncini socchiusi dei bordelli […]”. Breve ma altrettanto accattivante è lo spaccato proposto dal collettivo Luther Blisset (oggi noto come Wu Ming) nel proprio romanzo d’esordio, “Q” (1999): “Passiamo sotto gli archi che sorvolano la via. Una strada che non dorme mai: un gran da fare di conciatori, fabbri e calzolai di giorno; di cosce e tette di notte”.
Oggi Via delle Volte e le sue traverse (Via Chiodaiuoli, Via delle Scienze, Via del Carbone, Via San Romano e anche la parallela Via Ragno) sono punteggiate di locali, osterie e ristorantini dove gustare piatti tipici della cucina ferrarese circondati da un’atmosfera dal sapore antico. D’inverno, quando la nebbia avvolge il capoluogo e la città pare congelata, un’aura magica torna ad avvolgere la strada regalando scorci mozzafiato da immortalare in indimenticabili cartoline.
Via delle Volte si trova nella parte meridionale del centro di Ferrara, a due passi da Piazza Trento e Trieste, dalla Cattedrale e dal Castello Estense. Il suo corso, di circa 2 km di lunghezza, corre parallelamente a Via Carlo Mayr, a sua volta orientata lungo l’asse nord-ovest/sud-est come il poco distante Po di Volano che, all’altezza di Pontelagoscuro, si stacca dal Po scendendo verso Ferrara. Il suo orientamento e la sua lunghezza hanno rappresentato un elemento fondamentale per lo sviluppo urbanistico della città medievale che, tra il VII e l’XI secolo, andò progressivamente formandosi partendo proprio da Via delle Volte.
La natura del nome è fin troppo evidente, sia che vi immettiate da sud, da Via Giuoco del Pallone, che da nord, all’altezza di Via San Romano. L’intero tracciato viario è sormontato da innumerevoli volte un tempo utilizzate come attraversamento dai mercanti locali per passare dai magazzini, allineati sul lato meridionale, alle residenze, talvolta utilizzate anche come botteghe. Per cercare di comprendere meglio il perché di tale scelta progettuale è bene ricordare che all’epoca, fino al 1152, il corso del Po non seguiva esattamente l’andamento odierno, ma era praticamente addossato alla via, ricalcando sostanzialmente il tracciato di quella che oggi è via Carlo Mayr; in questo modo i mercanti, dalle proprie residenze-botteghe, avevano accesso diretto ai rispettivi magazzini, alle proprie imbarcazioni e al fiume.
Oltre ai magazzini e alle botteghe dei mercanti, in passato Via delle Volte era conosciuta anche come la via dei bordelli; qui, lontano da sguardi indiscreti, si concentravano le case di appuntamento della città e più in generale quelle attività che non richiedevano eccessiva pubblicità, soprattutto in una città governata per secoli dallo Stato Pontificio. Per capire cosa volesse dire percorrere Via delle Volte possiamo basarci sui testi di alcuni grandi scrittori ferraresi, di nascita o di adozione, che si sono divertiti a rievocare le antiche atmosfere della strada. Il più famoso è senza dubbio Giorgio Bassani (1916-2000) che, ne “Il giardino dei Finzi Contini” (1962) la descrive come “Priva di marciapiedi, il ciottolato pieno di buche, la strada appariva anche più buia del solito. Mentre avanzavamo quasi a tentoni, e con l’unico aiuto, per dirigerci, della luce che usciva dai portoncini socchiusi dei bordelli […]”. Breve ma altrettanto accattivante è lo spaccato proposto dal collettivo Luther Blisset (oggi noto come Wu Ming) nel proprio romanzo d’esordio, “Q” (1999): “Passiamo sotto gli archi che sorvolano la via. Una strada che non dorme mai: un gran da fare di conciatori, fabbri e calzolai di giorno; di cosce e tette di notte”.
Oggi Via delle Volte e le sue traverse (Via Chiodaiuoli, Via delle Scienze, Via del Carbone, Via San Romano e anche la parallela Via Ragno) sono punteggiate di locali, osterie e ristorantini dove gustare piatti tipici della cucina ferrarese circondati da un’atmosfera dal sapore antico. D’inverno, quando la nebbia avvolge il capoluogo e la città pare congelata, un’aura magica torna ad avvolgere la strada regalando scorci mozzafiato da immortalare in indimenticabili cartoline.