Moderna Museet: a Stoccolma il tempio dell'arte contemporanea
Il Museo d'Arte Moderna di Stoccolma, Moderna Museet, è una delle attrazioni più importanti della capitale della Svezia.
Il Museo d’Arte Moderna (Moderna Museet) di Stoccolma, dislocato sull’isola di Skeppsholmen, è uno dei musei di arte moderna e contemporanea più importanti d’Europa e uno di quelli che più ha influenzato il modo di proporre l’arte nel secolo scorso.
La Svezia da sempre è all’avanguardia nel campo dei musei. Non a caso fu il primo paese europeo, dopo l’Italia, a poter vantare un museo pubblico, già nel 1792, realizzato grazie alle opere d’arte provenienti dalle collezioni reali e da quella di antichità di Gustavo III. Quando nel 1866 si portò a termine la costruzione dell’edificio in cui ospitare il nuovo Museo Nazionale, lo spazio disponibile era sufficiente per il materiale già disponibile ma si rivelò inadeguato per espandere le collezioni. Fu soprattutto agli inizi del Novecento, col fermento artistico portato fra gli altri dall’Espressionismo, che nello scandinavo Munch aveva uno dei suoi massimi esponenti, che si cominciò a concepire uno spazio dedicato alle avanguardie artistiche.
Il personaggio che diede la spinta per concretizzare decenni di discussioni sterili fu l’artista Otte Sköld, pittore e disegnatore influenzato dal cubismo e dal futurismo ma anche scenografo per il Teatro Reale Drammatico, a cui, nel 1950, venne assegnato l’incarico di curatore del Museo Nazionale. Tanto fece che riuscì a trovare i fondi e gli appoggi politici per costruire un museo dedicato all’arte del Novecento, ma non meno importante fu il fatto di circondarsi di validi collaboratori, fra cui Bo Wennberg e Pontus Hulten, che in seguito si rivelò una delle figure più importanti d’Europa nel settore museale.
I lavori iniziarono nel 1953 ma erano ben lungi dall’essere completati quando Hulten volle utilizzare l’edificio per accogliere la mostra itinerante del famoso dipinto “Guernica” di Picasso, accompagnato da 93 disegni preparatori, che stava facendo il giro dei musei più importanti del Vecchio Continente. I lavori vennero sospesi per un paio di mesi, il tempo dell’esposizione temporanea, e le opere dell’artista cubista vennero accolte nella prima sala, dove il tetto non era ancora terminato ed erano stati messi dei teloni per riparare l’ambiente dagli agenti esterni. Fu una trovata rischiosa ma di grande effetto: la grande tele cubista, che racconta del bombardamento operato dai nazisti sull’omonima città basca, era perfetta per un ambiente a suo modo drammatico, quasi come se il tetto mancante fosse stato distrutto dagli stessi ordigni bellici che aveva distrutto la città spagnola. La mostra fu un successo e il museo divenne famoso prima ancora di essere stato portato a termine.
Nel 1958 il museo venne definitivamente inaugurato e il discorso venne tenuto da Sköld, pochi mesi prima della sua scomparsa. Il primo direttore fu Wennberg, ma fu a partire dal 1960, quando gli subentrò Hulten, che il museo attraversò la sua epoca d’oro. Le mostre fecero conoscere al curioso pubblico della capitale svedese non solo gli artisti che con le loro opere erano stati i precursori dell’Arte Moderna come Van Gogh ma anche i nuovi protagonisti della scena artistica internazionale come Léger, Klee, Arp, Magritte, Pollock, Kandisky e Le Corbusier, oltre ai principali artisti svedesi quali Erixson, Kylberg, Hjorth e Hjertén. Hulten, che era entrato nello staff del museo in qualità di esperto di cinema alternativo, seppe proporre anche la più difficile arte contemporanea con mostre tematiche dedicate ad artisti emergenti ma ancora poco conosciuti al grande pubblico come Warhol, Rauschenberg, Cage, Oldenburg, Kienholz e altri.
Il primo decennio di vita è caratterizzato da un grande successo di pubblico e di critica, che portò al museo nuovi finanziamenti statali,vennero utilizzati per aumentare quantità e qualità delle collezioni. Entrarono opere di Kirchner, Ernst, Balla, De Chirico, Mirò, Dalì, Mondrian e Picasso, contribuendo a far diventare quella del Moderna Museet una delle collezioni più importanti del panorama internazionale, nonostante qualche rimostranza da parte degli appartenenti al mondo dell’arte contemporanea. A queste acquisizioni si aggiunsero anche numerose donazioni private che portarono opere di Léger, Picasso, Mondrian, Chagall, Mirò, Giacometti e altri nomi di grande valore.
Gli eventi del 1968 e la conseguente crisi portarono il museo a un diverso approccio. Si conclusero meno acquisizioni ma si diede alla luce l’idea di un museo a più ampio raggio: si diede sempre più spazio al cinema, alla danza, alla fotografia ma anche all’interazione con gli spettatori, specialmente i più piccoli, che da allora hanno sempre avuto nel Moderna Museet un interlocutore privilegiato. Uno dei primi eventi che li riguardava, già nel 1968, fu l’allestimento di una stanza piena di schiuma e giochi chiassosi, dove il limite fra arte e gioco veniva definitivamente abbattuto. Forte del lavoro fatto a Stoccolma, nel 1974 Hultén divenne il primo direttore del Centre Georges Pompidou di Parigi, all’epoca ancora in via di costruzione, carica che mantenne per 8 anni. Gli successe l’artista svedese Philip von Schantz. Poco dopo il museo venne chiuso per importanti lavori di ristrutturazione che, inizialmente grandiosi, videro ridursi drasticamente il budget a disposizione.
Si susseguirono nuovi direttori e mostre importanti dedicate ad artisti affermati come Picasso, Chagall e Matisse ma anche a figure nuove come Picabia e altri, fra cui gli italiani Renato Guttuso, Lucio Fontana e Mario Merz. Nel 1993 dei ladri si calarono di notte dal tetto e rubarono 6 tele di Picasso e due di Braque, di cui solo 3 del pittore spagnolo vennero in seguito ritrovate. Con l’avvento del nuovo Millennio, si tenne un concorso internazionale per dare al museo una nuova sede, vinto dall’architetto spagnolo Moneo. La nuova sede, che consente spettacolari vedute dei canali che circondano l’isola, venne inaugurata nel 1998 ma problemi di umidità e muffa costrinsero a continui interventi fino al 2004. Durante questo periodo il museo ne approfittò per portare le sue collezioni in giro per la Svezia e per il mondo ma anche continuando a mantenere un approccio innovativo, proponendo discussioni digitali, installazioni di mobili IKEA e ingresso gratuito per tutti. Spesso alternativi anche i criteri d’esposizione, con le opere disposte in ordine cronologico inverso, cioè con un percorso concepito per mostrare dapprima le opere d’arte contemporanea e solo in seguito quelle che le hanno precedute o ispirate.
Nel 2005 Hultén donò 700 opere della sua collezione personale al museo. Nel 2007 venne reintrodotto il biglietto d’entrata e nel 2009 venne inaugurata una filiale del museo a Malmö, dove prima era ospitato il Museo Rooseum. Il parco attorno al museo ospita diverse sculture, fra cui spiccano opere di Picasso e Calder. Un museo particolare, che richiede un approccio diverso da quello dei classici musei, molto interattivo e che per questo piace anche ai bambini.
Accesso
Gli orari di apertura sono i seguenti: dalle 10:00 alle 18:00, martedì e venerdì l’apertura è prorogata fino alle 20:00, lunedì chiuso. Fino a gennaio 2016 l’entrata era gratuita solo il venerdì dalle 18:00 alle 20:00 per la collezione permanente del museo e per la maggior parte, ma non tutte, delle esibizioni temporanee, alle quali comunque i ragazzi sotto i 18 anni. Da febbraio 2016 l’entrata gratuita dovrebbe essere stata estesa anche agli altri giorni, sempre con l’eccezione di alcune mostre provvisorie. Maggiori informazioni sul sito ufficiale del museo, in svedese e inglese: www.modernamuseet.se/stockholm/en/.
La Svezia da sempre è all’avanguardia nel campo dei musei. Non a caso fu il primo paese europeo, dopo l’Italia, a poter vantare un museo pubblico, già nel 1792, realizzato grazie alle opere d’arte provenienti dalle collezioni reali e da quella di antichità di Gustavo III. Quando nel 1866 si portò a termine la costruzione dell’edificio in cui ospitare il nuovo Museo Nazionale, lo spazio disponibile era sufficiente per il materiale già disponibile ma si rivelò inadeguato per espandere le collezioni. Fu soprattutto agli inizi del Novecento, col fermento artistico portato fra gli altri dall’Espressionismo, che nello scandinavo Munch aveva uno dei suoi massimi esponenti, che si cominciò a concepire uno spazio dedicato alle avanguardie artistiche.
Il personaggio che diede la spinta per concretizzare decenni di discussioni sterili fu l’artista Otte Sköld, pittore e disegnatore influenzato dal cubismo e dal futurismo ma anche scenografo per il Teatro Reale Drammatico, a cui, nel 1950, venne assegnato l’incarico di curatore del Museo Nazionale. Tanto fece che riuscì a trovare i fondi e gli appoggi politici per costruire un museo dedicato all’arte del Novecento, ma non meno importante fu il fatto di circondarsi di validi collaboratori, fra cui Bo Wennberg e Pontus Hulten, che in seguito si rivelò una delle figure più importanti d’Europa nel settore museale.
I lavori iniziarono nel 1953 ma erano ben lungi dall’essere completati quando Hulten volle utilizzare l’edificio per accogliere la mostra itinerante del famoso dipinto “Guernica” di Picasso, accompagnato da 93 disegni preparatori, che stava facendo il giro dei musei più importanti del Vecchio Continente. I lavori vennero sospesi per un paio di mesi, il tempo dell’esposizione temporanea, e le opere dell’artista cubista vennero accolte nella prima sala, dove il tetto non era ancora terminato ed erano stati messi dei teloni per riparare l’ambiente dagli agenti esterni. Fu una trovata rischiosa ma di grande effetto: la grande tele cubista, che racconta del bombardamento operato dai nazisti sull’omonima città basca, era perfetta per un ambiente a suo modo drammatico, quasi come se il tetto mancante fosse stato distrutto dagli stessi ordigni bellici che aveva distrutto la città spagnola. La mostra fu un successo e il museo divenne famoso prima ancora di essere stato portato a termine.
Nel 1958 il museo venne definitivamente inaugurato e il discorso venne tenuto da Sköld, pochi mesi prima della sua scomparsa. Il primo direttore fu Wennberg, ma fu a partire dal 1960, quando gli subentrò Hulten, che il museo attraversò la sua epoca d’oro. Le mostre fecero conoscere al curioso pubblico della capitale svedese non solo gli artisti che con le loro opere erano stati i precursori dell’Arte Moderna come Van Gogh ma anche i nuovi protagonisti della scena artistica internazionale come Léger, Klee, Arp, Magritte, Pollock, Kandisky e Le Corbusier, oltre ai principali artisti svedesi quali Erixson, Kylberg, Hjorth e Hjertén. Hulten, che era entrato nello staff del museo in qualità di esperto di cinema alternativo, seppe proporre anche la più difficile arte contemporanea con mostre tematiche dedicate ad artisti emergenti ma ancora poco conosciuti al grande pubblico come Warhol, Rauschenberg, Cage, Oldenburg, Kienholz e altri.
Il primo decennio di vita è caratterizzato da un grande successo di pubblico e di critica, che portò al museo nuovi finanziamenti statali,vennero utilizzati per aumentare quantità e qualità delle collezioni. Entrarono opere di Kirchner, Ernst, Balla, De Chirico, Mirò, Dalì, Mondrian e Picasso, contribuendo a far diventare quella del Moderna Museet una delle collezioni più importanti del panorama internazionale, nonostante qualche rimostranza da parte degli appartenenti al mondo dell’arte contemporanea. A queste acquisizioni si aggiunsero anche numerose donazioni private che portarono opere di Léger, Picasso, Mondrian, Chagall, Mirò, Giacometti e altri nomi di grande valore.
Gli eventi del 1968 e la conseguente crisi portarono il museo a un diverso approccio. Si conclusero meno acquisizioni ma si diede alla luce l’idea di un museo a più ampio raggio: si diede sempre più spazio al cinema, alla danza, alla fotografia ma anche all’interazione con gli spettatori, specialmente i più piccoli, che da allora hanno sempre avuto nel Moderna Museet un interlocutore privilegiato. Uno dei primi eventi che li riguardava, già nel 1968, fu l’allestimento di una stanza piena di schiuma e giochi chiassosi, dove il limite fra arte e gioco veniva definitivamente abbattuto. Forte del lavoro fatto a Stoccolma, nel 1974 Hultén divenne il primo direttore del Centre Georges Pompidou di Parigi, all’epoca ancora in via di costruzione, carica che mantenne per 8 anni. Gli successe l’artista svedese Philip von Schantz. Poco dopo il museo venne chiuso per importanti lavori di ristrutturazione che, inizialmente grandiosi, videro ridursi drasticamente il budget a disposizione.
Si susseguirono nuovi direttori e mostre importanti dedicate ad artisti affermati come Picasso, Chagall e Matisse ma anche a figure nuove come Picabia e altri, fra cui gli italiani Renato Guttuso, Lucio Fontana e Mario Merz. Nel 1993 dei ladri si calarono di notte dal tetto e rubarono 6 tele di Picasso e due di Braque, di cui solo 3 del pittore spagnolo vennero in seguito ritrovate. Con l’avvento del nuovo Millennio, si tenne un concorso internazionale per dare al museo una nuova sede, vinto dall’architetto spagnolo Moneo. La nuova sede, che consente spettacolari vedute dei canali che circondano l’isola, venne inaugurata nel 1998 ma problemi di umidità e muffa costrinsero a continui interventi fino al 2004. Durante questo periodo il museo ne approfittò per portare le sue collezioni in giro per la Svezia e per il mondo ma anche continuando a mantenere un approccio innovativo, proponendo discussioni digitali, installazioni di mobili IKEA e ingresso gratuito per tutti. Spesso alternativi anche i criteri d’esposizione, con le opere disposte in ordine cronologico inverso, cioè con un percorso concepito per mostrare dapprima le opere d’arte contemporanea e solo in seguito quelle che le hanno precedute o ispirate.
Nel 2005 Hultén donò 700 opere della sua collezione personale al museo. Nel 2007 venne reintrodotto il biglietto d’entrata e nel 2009 venne inaugurata una filiale del museo a Malmö, dove prima era ospitato il Museo Rooseum. Il parco attorno al museo ospita diverse sculture, fra cui spiccano opere di Picasso e Calder. Un museo particolare, che richiede un approccio diverso da quello dei classici musei, molto interattivo e che per questo piace anche ai bambini.
Accesso
Gli orari di apertura sono i seguenti: dalle 10:00 alle 18:00, martedì e venerdì l’apertura è prorogata fino alle 20:00, lunedì chiuso. Fino a gennaio 2016 l’entrata era gratuita solo il venerdì dalle 18:00 alle 20:00 per la collezione permanente del museo e per la maggior parte, ma non tutte, delle esibizioni temporanee, alle quali comunque i ragazzi sotto i 18 anni. Da febbraio 2016 l’entrata gratuita dovrebbe essere stata estesa anche agli altri giorni, sempre con l’eccezione di alcune mostre provvisorie. Maggiori informazioni sul sito ufficiale del museo, in svedese e inglese: www.modernamuseet.se/stockholm/en/.