La Casa-Museo di Salvador Dalì a Portlligat, Cadaques
La Casa Museo di Salvador Dalì si trova a Port Lligatalla periferia di Cadaques in Catalogna (Spagna). E' qui tra gli ulivi della Costa Brava che Dali ha tratto ispirazione per le sue opere ed ha vissuto gran parte della sua esistenza con la compagna Gala.
Salvador Dalí ebbe una vita all’insegna dell’eccentricità, dell’amore per Gala – sua compagna di vita e sua musa ispiratrice – e per il denaro. Fu tutto: pittore, scultore, fotografo, cineasta, sceneggiatore e scrittore. Un artista a 360 gradi. Nacque a Figueres ma visse gran parte della sua esistenza a Portlligat (o Port Lligat), piccola insenatura della costa Brava, a 15 minuti a piedi da Cadaques (due orette in macchina da Barcellona).
“Non posso dipingere in nessun altro luogo. Devo stare a Port lligat, vedere i marinai, il colore degli ulivi e del pane, sentire la pace, il paesaggio, con la sua devozione e pietà interne.”
Questo legame indissolubile, che lo unisce fino alla morte a questa terra, si forgia in tenera età quando trascorre con la famiglia, anno dopo anno, la stagione più bella: l’estate. Fu così che arrivò presto la consapevolezza: “Sono cresciuto tra queste pietre, qui ho forgiato la mia personalità, ho scoperto il mio amore, ho dipinto le mie opere, ho costruito la mia casa. Non posso separarmi da questo cielo, da questo mare da queste rocce, sono ormai legato per sempre a Port-lligat, dove ho definito tutte le mie verità più sincere e le mie radici.”
La Casa dove visse è un’edificio bianco dalla forma irregolare. Divenne quello che è quando, attorno al 1930, Dalí comprò una piccola baracca di pescatori proprio in riva al mare, a Portlligat. Subito dopo si rese conto che in quei pochi metri quadrati non si sentiva realizzato. Voleva donare spazio all’arte e possedere un vero studio, non solo, amava talmente tanto Gala - la sua donna e musa - che non poteva di certo farle mancare una degna dimora. Fu così che poco dopo comprò un’altra baracca e poi un’altra e poi ancora un’altra. Nel giro di qualche anno era riuscito a divenire l’unico ed indiscusso proprietario di tutte le case che affacciavano sulla piccola insenatura. Ne bucò i muri, unì le catapecchie, costrui scale interne e corridoi per collegare gli spazi.
Piani alti e bassi. Tutto concepito per dare, anche in questo contesto, libero sfogo all’arte. Il risultato fu un unico complesso che, visto da fuori, sembrerebbe uno fra tanti, in realtà si tratta di una meravigliosa casa museo, un contenitore d’arte e stravaganza. Al suo interno non mancano animali imbalsamati, oggetti orientali, manichini, gabbie per i grilli, stanze ovali e porte a forma di piramide.
Gli ambienti che lo compongono sono di diversa natura. Nella stanza dell’ingresso - "Sala dell'Orso" - ti darà il benvenuto un orso polare che indossa fiero collane di perle e medaglie. E’lui che illumina l’ambiente tenendo tra i suoi artigli una lampada in vimini. Qui si trova la famosa poltrona sofà a forma di labbra che l’artista realizzò ispirandosi alla dolce bocca dell’attrice americana Mae West.
Dall’ingresso si arriva, attraverso uno stretto passaggio alla cucina - ambiente sobrio decorato con stelle marine e un tavolo che ospita due immensi candelabri disegnati dallo stesso Dalí - e in seguito, alla biblioteca. Quest’ultima non è solo concepita come sala di lettura e consultazione ma anche come la "Sala dei Cigni" visto che in cima ai vecchi volumi ce ne sono tre, imbalsamati, immensi e con le ali semi spiegate. In realtà a Dali non importava granchè avere una biblioteca: “quando dipingo chiedo a Gala di leggermi i grandi autori. Non la ascolto ma mi immergo nel rumore delle parole.”
Chi invece amava perdersi tra le righe dei romanzi era proprio lei, Gala, la quale possedeva un’intera stanza - chiamata la “Sala Ovale” - molto intima e isolata, in cui trascorreva ore ed ore immersa nella lettura. Spesso, quando lei leggeva Dalí dipingeva nel suo studio. Si tratta di uno spazio bagnato dalla luce, con due finestre di cui una dà al nord mentre l’altra al mare, con vista sulla baia di Portlligat: “Portlligat è il luogo delle realizzazioni. E’il luogo perfetto per il mio lavoro. Tutto viene ordito affinchè sia così: il tempo scorre più lentamente e ogni ora ha la sua giusta dimensione. Vi è tranquillità geologica: è un caso planetario unico.”
Dallo studio, salendo altri gradini si passa attraverso la “Sala Gialla” con divani e arredi del color del sole e la “Sala degli Uccelli” che ospita gabbie dalle diverse dimensioni, fino ad arrivare alla sontuosa ed unica camera da letto della casa. E’ abbastanza evidente che la coppia non voleva che nessuno disturbasse il loro mondo o che rovinasse il proprio pazzo equilibrio. Amavano ricevere ospiti ma come arrivavano se ne dovevano anche andare. Il giardino era il luogo di riunioni e incontri. Ci sono una piscina orientaleggiante, un altro divano tappezzato di loghi pubblicitari e una terrazza con tazze giganti al posto dei vasi.
Detto ciò, siete curiosi di sapere come Dali passava le sue giornate in questa splendida casa? Così: “Mi alzo molto presto e, dopo aver fatto colazione mi metto subito a lavorare. Verso mezzogiorno faccio una piccola pausa per andare a nuotare 10 minuti. Dopo pranzo normalmente mi rimetto a lavorare, perchè devo sfruttare il tempo, e a partire dalle 19.30 ricevo le persone che vengono fin qui per vedermi”.
Dalí visse in questo luogo fino alla morte della sua amata. Dopo il triste avvenimento decise che era giunta l’ora di lasciare la dimora e cercare un’altro riparo. Da allora, non solo non mise più piede a Portlligat ma non prese nemmeno più in mano un pennello.
Casa-Museu Salvador Dalí
Platja Portlligat, s/n, 17488 Cadaqués, Girona, Spagna
Aperta da inizio febbraio ad inizio gennaio (Chiude per 4 settimane dal lunedì dopo l'Epifania)
Per altre possbili date di chiusura consulta il sito ufficiale per gli Orari per le visite
Prezzi: per la visita della casa e giardino intero 11 euro, ridotto 8 euro. Chi vuole visitare solo l'oliveto rispettivamente 5 e 4 euro. E' obligatoria la prenotazione,i gruppi non devono superare le 8 unità