La Cattedrale di Santa Maria Vergine di Toompea, a Tallinn
Si chiama Toomkirik ed è la Cattedrale luterana intitolata a Santa Maria Vergine di Toompea, a Tallinn, nel cuore della capitale dell'Estonia.
La cattedrale di Santa Maria Vergine di Toompea (in estone Neitsi Maarja Piiskoplic Toomkirik) è una chiesa eretta all’interno della collina di Toompea, l’altura che ospita la Città Vecchia di Tallinn e il suo Castello, i luoghi più suggestivi della capitale dell’Estonia. È la sede dell’arcivescovo di Tallinn, capo spirituale della Chiesa Evangelica Luterana dell’Estonia, e pertanto la chiesa più importante del paese baltico, quella dove vengono ordinati i nuovi sacerdoti.
La storia di questo edificio va talmente indietro nel tempo che non esistono documenti certi sulla sua fondazione. Si presume che il primo edificio religioso, in legno, sia stato costruito dagli invasori Danesi, che presero il controllo della città nel giugno del 1219, dopo aver conquistato questi territori anche sollecitati del Papa che voleva convertire al Cristianesimo questa parte di Europa non ancora evangelizzata.
Dieci anni più tardi giunsero in città dei monaci domenicani provenienti dal monastero danese di Ribe, con l’intento di fondare un monastero e ricostruire l’esistente chiesa in pietra. Né la chiesa né il monastero erano ancora stati completati quando, nel 1233, i monaci vennero sterminati in un conflitto con i Cavalieri Portaspada dell’Ordine Livoniano, e la chiesa, violata, venne sconsacrata. Poco dopo venne emesso il primo documento in cui si cita la chiesa: fu la lettera con la quale si chiese a Roma il permesso di riconsacrare la chiesa
Nel 1240 fu portata a termine la costruzione, partendo dai muri portanti lasciati dai domenicani, e venne consacrata alla Vergine Maria. Si trattava di un edificio piuttosto semplice, più o meno delle dimensioni dell’attuale presbiterio e con una sola navata senza soffitto a volta, povero com’era la diocesi di Reval (il nome di Tallinn a quell’epoca). Verso la fine del XIII secolo si reperirono le finanze, non senza difficoltà a quanto si intuisce dall’irregolarità con la quale procedettero i lavori, per dare inizio a una profonda ristrutturazione della chiesa, che difatti terminò parecchio più tardi, nel 1319.
Il risultato fu un edificio largo con tre navate relativamente corte, lunghe 29 metri, al cui corpo principale fu annesso un presbiterio, collegato da un ampio arco trionfale. Per adeguare la struttura alla sua nuova funzione, la diritta parete orientale venne sostituita da un abside poligonale e il presbiterio coperto da alte volte a vela sferica. I mensoloni e tutte le altre parti del presbiterio vennero decorati con motivi vegetali, di cui oggi si possono ammirare solo dei resti carbonizzati, e una sinuosa scala – che conduceva a un pulpito - venne eretta sulla parete occidentale assieme a una piccola cappella, sovrastata da un sottotetto che oggi ospita l’organo.
La costruzione del soffitta a volta è opera della fine del XIV secolo, quando i semplici decori geometrici cominciarono a prevalere su quelli naturalistici in voga fino ad allora, lasciando una profonda impronta sull’edificio. Nel XV secolo vennero condotti altri lavori sul corpo principale e sulle cappelle: venne eretta la Cappella di San Giorgio sul lato settentrionale e un’altra, non più esistente, nell’angolo nord orientale. Stranamente per quei tempi, la chiesa non aveva un campanile, ma solo una piccola torre, la cui base è sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Gli inizi del XVI secolo portarono grandi cambiamenti nella vita della chiesa. L’affissione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero nel 1517 diede inizio alla Riforma Protestante che presto si diffuse in queste terre: nel 1524 tutte le chiese della parte bassa della città si erano già convertite al Cristianesimo Evangelico. La Chiesa di Santa Maria Vergine rimase intatta e sotto l’amministrazione del vescovo cattolico per quasi altri quarant’anni, fino a quando, nel 1561, anche questa venne riformata, divenendo la chiesa principale della diocesi luterana.
L’appartenenza alla nuova confessione comportò anche dei cambiamenti nell’edificio: le cappelle che prima erano luoghi di preghiera divennero dei luoghi di sepoltura, e nel XVII secolo ne venne aggiunte altre, assieme a una libreria tutt’ora adibita a raccogliere i testi religiosi. Nel tempo vennero raccolti anche opere d’arte e accessori di valore, donate dai membri della congregazione. Il disastroso incendio del 6 giugno 1684, che rase al suolo la Cittadella di Toompea, non risparmiò l’edificio religioso, anche se fu l’unico a rimanere in piedi: andò distrutto l’intero arredamento ligneo, crollarono alcune volte e molte delle decorazioni in pietra vennero irrimediabilmente danneggiate.
La ricostruzione cominciò subito dopo e venne portata a termine già verso la fine dello stesso secolo. Gli elementi decorativi vennero commissionati al famoso scultore ligneo C. Ackermann. Il piano originale prevedeva, oltre alla ricostruzione della chiesa, anche l’erezione del campanile, ma l’esplodere della Grande Guerra del Nord nel marzo del 1700 impedì la prosecuzione dei lavori. Nel 1710 l’Estonia rimase senza vescovo, assenza che si protrasse per ben oltre un secolo, e le sue funzioni vennero svolte dal sacerdote in capo alla chiesa Tallinn.
Fu solo nel 1779 che venne finalmente costruito il campanile in stile barocco, approfittando dell’importante ristrutturazione avviata sulle decorazioni interne e che portò allo spostamento del pulpito su una delle colonne dell’arco trionfale, alla costruzione dell’alloggiamento dell’organo e a una diversa collocazione delle panche. Dal 1832 il Sovrintendente dell’Estonia, allo stesso tempo leader luterano nonché un ufficiale russo, da qui condusse le sorti della Chiesa dell’Estonia fino al 1919, quando Jakob Kukk venne eletto primo vescovo.
L’interno della chiesa è affascinante, pur nella sua contraddittorietà: alle forme pulite e slanciate verso l’alto tipiche del gotico si contrappone il barocco dalle forme voluttuose che caratterizzano l’altare maggiore e il pulpito – entrambi opera di Ackermann – nonché dei numerosi stemmi appesi alle pareti (che costituiscono la più ricca collezione di tutta l’Estonia) e di parte della panche. Ma le sovrapposizioni stilistiche non si fermano qui. Si trovano sia elementi classicisti, come la monumentale tomba dell’ammiraglio Samuel Grieg e l’obelisco che ricorda il conte Ferdinando von Tiesenhausen - figura alla quale si ispirò Tolstoj per il personaggio di Andrei Bolkonsky in Guerra e Pace, - sia opere in stile storicista come l’organo del 1878 e la tomba all’ammiraglio ed esploratore Adam Johann von Krusenstern.
Contribuiscono al singolare concretismo anche alcune lapidi gotiche e il sepolcro in stile rinascimentale che accoglie le spoglia del generale Pontus de la Gardie, uno dei pochissimi elementi sopravvissuto al grande incendio. Fra le tombe ospitate nella chiesa vi è anche quella di Otto Johann Thuve, una specie di Don Giovanni estone, famoso per la vita licenziosa ricca di amanti e gozzoviglie. In punto di morte chiese di essere seppellito nei pressi della soglia della chiesa, in modo che tutti i fedeli ne calpestassero la tomba e potesse, con questo atto di umiltà, meritare che la sua anima venisse salvata. La leggenda vuole che, in realtà, la ragione per cui volle la sua tomba in quel punto fu per sbirciare, anche da morto, sotto le gonne delle fedeli che si inginocchiano all’entrata. La decorazione degli interni è completata da vessilli di battaglia e candelieri barocchi.
L’organo merita un capitolo a sé. È una meravigliosa opera nata dalla commistione tra Classicismo e tardo Romanticismo, seguendo quel destino di mescolanza di stili a cui la storia di questa chiesa pare non potersi sottrarre. Costruito nel 1878 da Friedrich Landegast di Weissenfeld, venne ricostruito nel 1914 dalla famosa ditta tedesca Orgelwerkstatt Wilhelm Sauer ma l’avvento della Prima Guerra Mondiale non ne permise la completa messa in opera. Fu solamente nel 1998, a 85 anni dalla sua ricostruzione, che l’organo poté far ascoltare la propria potente voce, dopo un’attenta opera di restauro che durò sette mesi condotta dal tedesco Christian Scheffler.
La storia di questo edificio va talmente indietro nel tempo che non esistono documenti certi sulla sua fondazione. Si presume che il primo edificio religioso, in legno, sia stato costruito dagli invasori Danesi, che presero il controllo della città nel giugno del 1219, dopo aver conquistato questi territori anche sollecitati del Papa che voleva convertire al Cristianesimo questa parte di Europa non ancora evangelizzata.
Dieci anni più tardi giunsero in città dei monaci domenicani provenienti dal monastero danese di Ribe, con l’intento di fondare un monastero e ricostruire l’esistente chiesa in pietra. Né la chiesa né il monastero erano ancora stati completati quando, nel 1233, i monaci vennero sterminati in un conflitto con i Cavalieri Portaspada dell’Ordine Livoniano, e la chiesa, violata, venne sconsacrata. Poco dopo venne emesso il primo documento in cui si cita la chiesa: fu la lettera con la quale si chiese a Roma il permesso di riconsacrare la chiesa
Nel 1240 fu portata a termine la costruzione, partendo dai muri portanti lasciati dai domenicani, e venne consacrata alla Vergine Maria. Si trattava di un edificio piuttosto semplice, più o meno delle dimensioni dell’attuale presbiterio e con una sola navata senza soffitto a volta, povero com’era la diocesi di Reval (il nome di Tallinn a quell’epoca). Verso la fine del XIII secolo si reperirono le finanze, non senza difficoltà a quanto si intuisce dall’irregolarità con la quale procedettero i lavori, per dare inizio a una profonda ristrutturazione della chiesa, che difatti terminò parecchio più tardi, nel 1319.
Il risultato fu un edificio largo con tre navate relativamente corte, lunghe 29 metri, al cui corpo principale fu annesso un presbiterio, collegato da un ampio arco trionfale. Per adeguare la struttura alla sua nuova funzione, la diritta parete orientale venne sostituita da un abside poligonale e il presbiterio coperto da alte volte a vela sferica. I mensoloni e tutte le altre parti del presbiterio vennero decorati con motivi vegetali, di cui oggi si possono ammirare solo dei resti carbonizzati, e una sinuosa scala – che conduceva a un pulpito - venne eretta sulla parete occidentale assieme a una piccola cappella, sovrastata da un sottotetto che oggi ospita l’organo.
La costruzione del soffitta a volta è opera della fine del XIV secolo, quando i semplici decori geometrici cominciarono a prevalere su quelli naturalistici in voga fino ad allora, lasciando una profonda impronta sull’edificio. Nel XV secolo vennero condotti altri lavori sul corpo principale e sulle cappelle: venne eretta la Cappella di San Giorgio sul lato settentrionale e un’altra, non più esistente, nell’angolo nord orientale. Stranamente per quei tempi, la chiesa non aveva un campanile, ma solo una piccola torre, la cui base è sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Gli inizi del XVI secolo portarono grandi cambiamenti nella vita della chiesa. L’affissione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero nel 1517 diede inizio alla Riforma Protestante che presto si diffuse in queste terre: nel 1524 tutte le chiese della parte bassa della città si erano già convertite al Cristianesimo Evangelico. La Chiesa di Santa Maria Vergine rimase intatta e sotto l’amministrazione del vescovo cattolico per quasi altri quarant’anni, fino a quando, nel 1561, anche questa venne riformata, divenendo la chiesa principale della diocesi luterana.
L’appartenenza alla nuova confessione comportò anche dei cambiamenti nell’edificio: le cappelle che prima erano luoghi di preghiera divennero dei luoghi di sepoltura, e nel XVII secolo ne venne aggiunte altre, assieme a una libreria tutt’ora adibita a raccogliere i testi religiosi. Nel tempo vennero raccolti anche opere d’arte e accessori di valore, donate dai membri della congregazione. Il disastroso incendio del 6 giugno 1684, che rase al suolo la Cittadella di Toompea, non risparmiò l’edificio religioso, anche se fu l’unico a rimanere in piedi: andò distrutto l’intero arredamento ligneo, crollarono alcune volte e molte delle decorazioni in pietra vennero irrimediabilmente danneggiate.
La ricostruzione cominciò subito dopo e venne portata a termine già verso la fine dello stesso secolo. Gli elementi decorativi vennero commissionati al famoso scultore ligneo C. Ackermann. Il piano originale prevedeva, oltre alla ricostruzione della chiesa, anche l’erezione del campanile, ma l’esplodere della Grande Guerra del Nord nel marzo del 1700 impedì la prosecuzione dei lavori. Nel 1710 l’Estonia rimase senza vescovo, assenza che si protrasse per ben oltre un secolo, e le sue funzioni vennero svolte dal sacerdote in capo alla chiesa Tallinn.
Fu solo nel 1779 che venne finalmente costruito il campanile in stile barocco, approfittando dell’importante ristrutturazione avviata sulle decorazioni interne e che portò allo spostamento del pulpito su una delle colonne dell’arco trionfale, alla costruzione dell’alloggiamento dell’organo e a una diversa collocazione delle panche. Dal 1832 il Sovrintendente dell’Estonia, allo stesso tempo leader luterano nonché un ufficiale russo, da qui condusse le sorti della Chiesa dell’Estonia fino al 1919, quando Jakob Kukk venne eletto primo vescovo.
L’interno della chiesa è affascinante, pur nella sua contraddittorietà: alle forme pulite e slanciate verso l’alto tipiche del gotico si contrappone il barocco dalle forme voluttuose che caratterizzano l’altare maggiore e il pulpito – entrambi opera di Ackermann – nonché dei numerosi stemmi appesi alle pareti (che costituiscono la più ricca collezione di tutta l’Estonia) e di parte della panche. Ma le sovrapposizioni stilistiche non si fermano qui. Si trovano sia elementi classicisti, come la monumentale tomba dell’ammiraglio Samuel Grieg e l’obelisco che ricorda il conte Ferdinando von Tiesenhausen - figura alla quale si ispirò Tolstoj per il personaggio di Andrei Bolkonsky in Guerra e Pace, - sia opere in stile storicista come l’organo del 1878 e la tomba all’ammiraglio ed esploratore Adam Johann von Krusenstern.
Contribuiscono al singolare concretismo anche alcune lapidi gotiche e il sepolcro in stile rinascimentale che accoglie le spoglia del generale Pontus de la Gardie, uno dei pochissimi elementi sopravvissuto al grande incendio. Fra le tombe ospitate nella chiesa vi è anche quella di Otto Johann Thuve, una specie di Don Giovanni estone, famoso per la vita licenziosa ricca di amanti e gozzoviglie. In punto di morte chiese di essere seppellito nei pressi della soglia della chiesa, in modo che tutti i fedeli ne calpestassero la tomba e potesse, con questo atto di umiltà, meritare che la sua anima venisse salvata. La leggenda vuole che, in realtà, la ragione per cui volle la sua tomba in quel punto fu per sbirciare, anche da morto, sotto le gonne delle fedeli che si inginocchiano all’entrata. La decorazione degli interni è completata da vessilli di battaglia e candelieri barocchi.
L’organo merita un capitolo a sé. È una meravigliosa opera nata dalla commistione tra Classicismo e tardo Romanticismo, seguendo quel destino di mescolanza di stili a cui la storia di questa chiesa pare non potersi sottrarre. Costruito nel 1878 da Friedrich Landegast di Weissenfeld, venne ricostruito nel 1914 dalla famosa ditta tedesca Orgelwerkstatt Wilhelm Sauer ma l’avvento della Prima Guerra Mondiale non ne permise la completa messa in opera. Fu solamente nel 1998, a 85 anni dalla sua ricostruzione, che l’organo poté far ascoltare la propria potente voce, dopo un’attenta opera di restauro che durò sette mesi condotta dal tedesco Christian Scheffler.