Visita alla Piazza Ducale di Vigevano
La piazza rinascimentale di Vigevano realizzata dal Bramante e i cui progetti sono contenuti nel Manoscritto H di Leonardo da Vinci.
Piazza Ducale corrisponde alla grande vetrina di Vigevano, la lucida concezione di uno spazio bello, romantico, calcato dagli zoccoli della storia e luogo di fantasie poetiche sigillate dalla memoria di illustri eminenze delle arti come il celebre compositore Arturo Toscanini, un uomo che tanto amava questo salotto a cielo aperto da essere portato qui, pur afflitto dalla malattia, per ammirarne le similitudini ai motivi orchestrali seduto al tavolino di uno dei tanti bar. La premessa tratteggia un connubio d’antico e moderno di notevole impatto scenografico, assimilabile per certi versi a un palcoscenico teatrale definito su quattro lati da portici classicheggianti che pullulano di locali, ristoranti, caffetterie ma anche eleganti negozi a misura di turista. La piazza acclama il suo compagno più fedele e attore principale dello spettacolo intramontabile, il magnifico Castello Visconteo Sforzesco - e la Torre del Bramante - che abbraccia contemplatori di ogni dove.
Feto architettonico partorito dalla volontà di Ludovico il Moro, la sfarzosa anticamera d’ingresso alla roccaforte passa dall’ideazione alla realizzazione nel 1492, vedendo la luce nella sua completezza due anni dopo in occasione della visita di Carlo VIII, il quale si rese subito conto di trovarsi a camminare su uno dei primissimi archetipi di piazza rinascimentale d’ispirazione romana, emblema della concezione architettonica lombarda maturata nel XV secolo. Il progetto maneggiato dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci (presente ai lavori trasse ispirazione per alcuni disegni contenuti nei suoi codici) ha preso corpo nella definizione di una pianta rettangolare dilatata su 134 metri di lunghezza e 48 di larghezza e composta da tre lati, chiusi dal quarto costituito dalla Cattedrale di Sant'Ambrogio.
Una lenta trasfigurazione ha interessato la struttura della Piazza, originariamente corredata di due archi trionfali che interrompevano la serie di portici e di una rampa in pietra che attraversava la linea mediana fino all’ingresso del fortilizio, utilizzata per la percorrenza di cavalli e carri assai numerosi all’epoca. L’aspetto odierno si deve nell’ordine alla direzione dell’ingegnere ducale Ambrogio da Corte e successivamente al disegno del vescovo Caramuel, che ritenne necessario nel 1680 intervenire con modifiche tattiche finalizzate a cingere il quarto lato tramite la facciata della Cattedrale e snellire la forma attraverso l’eliminazione degli archi trionfali e della rampa d’accesso al castello, esteticamente pesante. Fino all’epopea napoleonica, il nome attribuito al sinuoso spazio rimase Piazza del Duomo, prima che venisse giustamente imposto quello attuale, il più conforme alla nobiltà di cui si fregia, una nobiltà che trasuda soprattutto dalla leggerezza del contorno porticato e delle arcate sostenute da 84 colonne a capitelli dalle fogge differenziate fra loro a creare estrosità e non ridondanza. Ogni colonna - e questo è importante – riporta nella parte a essa superiore un medaglione sul quale viene ritratto un personaggio d’epoca romana e rinascimentale con in sovrimpressione uno specifico motto o proverbio.
Nel tempo la veste della piazza è stata notevolmente abbellita a fronte di un necessario restauro compiuto nel corso degli anni Novanta per preservare e mantenere vivi gli implementi artistici dei pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca, che si dettero a incisive decorazioni nell’anno 1903 su ispirazioni di pitture risalenti addirittura al ‘400. Non può ovviamente passare inosservato ad alcuno il pregevole selciato della piazza, composto da ciottoli bianchi che imprimono motivi curvilinei su un tappeto di altri ciottoli d’opposto colore provenienti dal fiume Ticino. Il manto in lastre di serizzo sostituisce la vecchia pavimentazione in mattoni disposti a lisca di pesce. I lampioni in ghisa sono una precisa eredità del 1911, così come i comignoli multiformi posti sui tetti dei caseggiati che fanno da cornice al cuore di Vigevano.
Come arrivare
In auto: percorrere la A7 Milano-Genova con uscita a Gropello Pavia Sud e seguire le indicazioni per il centro città
In treno: si può prendere a Milano, stazione Porta Genova, seguendo la Milano-Mortara; arrivati a Vigevano, percorrere Viale Cairoli per 450 metri e girare a destra per via XX Settembre, la quale sfocia in Piazza Ducale dopo appena 150 metri
Feto architettonico partorito dalla volontà di Ludovico il Moro, la sfarzosa anticamera d’ingresso alla roccaforte passa dall’ideazione alla realizzazione nel 1492, vedendo la luce nella sua completezza due anni dopo in occasione della visita di Carlo VIII, il quale si rese subito conto di trovarsi a camminare su uno dei primissimi archetipi di piazza rinascimentale d’ispirazione romana, emblema della concezione architettonica lombarda maturata nel XV secolo. Il progetto maneggiato dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci (presente ai lavori trasse ispirazione per alcuni disegni contenuti nei suoi codici) ha preso corpo nella definizione di una pianta rettangolare dilatata su 134 metri di lunghezza e 48 di larghezza e composta da tre lati, chiusi dal quarto costituito dalla Cattedrale di Sant'Ambrogio.
Una lenta trasfigurazione ha interessato la struttura della Piazza, originariamente corredata di due archi trionfali che interrompevano la serie di portici e di una rampa in pietra che attraversava la linea mediana fino all’ingresso del fortilizio, utilizzata per la percorrenza di cavalli e carri assai numerosi all’epoca. L’aspetto odierno si deve nell’ordine alla direzione dell’ingegnere ducale Ambrogio da Corte e successivamente al disegno del vescovo Caramuel, che ritenne necessario nel 1680 intervenire con modifiche tattiche finalizzate a cingere il quarto lato tramite la facciata della Cattedrale e snellire la forma attraverso l’eliminazione degli archi trionfali e della rampa d’accesso al castello, esteticamente pesante. Fino all’epopea napoleonica, il nome attribuito al sinuoso spazio rimase Piazza del Duomo, prima che venisse giustamente imposto quello attuale, il più conforme alla nobiltà di cui si fregia, una nobiltà che trasuda soprattutto dalla leggerezza del contorno porticato e delle arcate sostenute da 84 colonne a capitelli dalle fogge differenziate fra loro a creare estrosità e non ridondanza. Ogni colonna - e questo è importante – riporta nella parte a essa superiore un medaglione sul quale viene ritratto un personaggio d’epoca romana e rinascimentale con in sovrimpressione uno specifico motto o proverbio.
Nel tempo la veste della piazza è stata notevolmente abbellita a fronte di un necessario restauro compiuto nel corso degli anni Novanta per preservare e mantenere vivi gli implementi artistici dei pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca, che si dettero a incisive decorazioni nell’anno 1903 su ispirazioni di pitture risalenti addirittura al ‘400. Non può ovviamente passare inosservato ad alcuno il pregevole selciato della piazza, composto da ciottoli bianchi che imprimono motivi curvilinei su un tappeto di altri ciottoli d’opposto colore provenienti dal fiume Ticino. Il manto in lastre di serizzo sostituisce la vecchia pavimentazione in mattoni disposti a lisca di pesce. I lampioni in ghisa sono una precisa eredità del 1911, così come i comignoli multiformi posti sui tetti dei caseggiati che fanno da cornice al cuore di Vigevano.
Come arrivare
In auto: percorrere la A7 Milano-Genova con uscita a Gropello Pavia Sud e seguire le indicazioni per il centro città
In treno: si può prendere a Milano, stazione Porta Genova, seguendo la Milano-Mortara; arrivati a Vigevano, percorrere Viale Cairoli per 450 metri e girare a destra per via XX Settembre, la quale sfocia in Piazza Ducale dopo appena 150 metri