Il Ponte Sanguinario di Spoleto
Il Ponte Sanguinario di Spoleto, da non confondere con il ponte delle torri o ponte dei sucidi è una delle attrazioni romane della città.
L’Umbria, terra di Santi e di uomini, cela le sue leggende raccontandole in parallelo alla storia che volge in un’unica direzione voltandosi di tanto in tanto indietro a rimirare Assisi, Gubbio, Perugia e Spoleto.
Proprio in quest’ultima l’incanto dell’arte incontra a più riprese i controversi accadimenti di epoche passate assorbendo il tocco purpureo e drammatico del vissuto martire, percepibile nettamente al cospetto del Ponte Sanguinario, ormai un must nella lista dei luoghi da visitare in città.
Fu il frutto del volere dell’imperatore Augusto, un progetto ingegneristico attuato per compiere il superamento fisico dell’allora fiume Tessino da parte della via Flaminia ma anche della via Pedemontana congiungente Spoleto a Foligno.
Ma perché “sanguinario”? L’infelice soprannome rimanda alle persecuzioni cristiane foriere di numerose esecuzioni avvenute proprio sul ponte: qui i martiri venivano decapitati e le loro teste gettate nel fiume, eppure si presume che in acqua vi finivano anche i corpi di chi combatteva nel vicino Anfiteatro. Per questo motivo alcuni lo abbinano erroneamente al cosidetto ponte dei sucidi, e cioè il monumentale Ponte delle Torri.
Le storie si rincorrono freneticamente, cosicché si narra inoltre dell’uccisione nel 253 a.C. dell’imperatore romano Emiliano per mano di un suo soldato al seguito, che interruppe di fatto una sovranità di soli tre mesi; dal ponte si dice sia stato decollato il Santo Patrono di Spoleto, San Ponziano, la cui testa avrebbe successivamente alla mozzatura compiuto tre salti andando a posarsi nell’esatto punto dove ora sorge la chiesa a lui dedicata, quel punto in cui la stessa testa cominciò a zampillare non sangue bensì acqua purissima.
Come detto, le leggende fanno ancora capolino, sicché si vocifera di un cunicolo sotterraneo capace di collegare il ponte con la Rocca Albornoziana, un passaggio finora mai trovato che sarebbe stato utilizzato alla fine del ‘400 da Lucrezia Borgia per incontrare i tanti amanti.
Un nome che è, dunque, fucina di ricordi funesti, senonché altre ipotesi si sono fatte spazio senza però scalzare quella primariamente estrapolata: la denominazione può a ragion veduta essere considerata una corruzione del termine “sandapilarius” che identificherebbe la porta sandapilaria dell’Anfiteatro romano, oppure un rimando diretto al torrente Sanguineto confluente del Tessino.
Poco importa se vi siano chiare connessioni, sta certo che il ponte, rinvenuto solo parzialmente (hanno fino adesso visto la luce soltanto due arcate su tre) nel 1817 e tuttora in fase di progressivo recupero, rappresenta l’ennesima meraviglia (insieme alle tantissime chiese, all’Arco di Druso e Germanico, al Teatro Romano e alla casa di Vespasia Polli) di una cittadina che ha proprio tutte le carte in regola per fomentare turismo da qui all’eternità. Tutti i suoi gioielli, compresi il Ponte Sanguinario e il Ponte delle Torri, continuano a reggere brillantemente la prova del tempo, si trovano in ottimo stato di conservazione e, più belli che mai, costituiscono l’attrattiva architettonico-culturale di una porzione regionale davvero suggestiva.
Dove: Piazza della Vittoria – Spoleto (Perugia).
Quando: venerdì, sabato, domenica e festivi.
Orari: dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 17.
Come arrivare: partendo in auto dal capoluogo Perugia, percorrere la SS 75 fino a Foligno per poi imboccare la SS 3 Flaminia; da Roma si prenda la SS 204 per Terni e successivamente la SS 3 Flaminia con uscita a Spoleto sud. Una volta in città è comodo spostarsi in pullman e a Piazza Vittoria, dove soggiace il Ponte Sanguinario, vi arrivano le Circolari A – B – AC – C – D – E – F – G – Navetta Centro – linee 1 – 2 – 3/B – 3/C – 4 – 5 – 6 – 7 – 8 – 10.
Proprio in quest’ultima l’incanto dell’arte incontra a più riprese i controversi accadimenti di epoche passate assorbendo il tocco purpureo e drammatico del vissuto martire, percepibile nettamente al cospetto del Ponte Sanguinario, ormai un must nella lista dei luoghi da visitare in città.
La storia del ponte e l'orgine del nome
Come evidente dal suo nome, si tratta di un ponte edificato in età romana presumibilmente nel corso del I secolo a.C.: ubicato nel sottosuolo di Piazza della Vittoria (a pochissimi metri dalla Porta San Gregorio e dalla Basilica di San Gregorio Maggiore), vi si accede da una corta rampa di scale protetta da una balaustra in ferro, è più specificamente un ponte a tre arcate circolari realizzato in blocchi squadrati di travertino, lungo in origine 24 metri, largo 4,47 e alto 8,07.Fu il frutto del volere dell’imperatore Augusto, un progetto ingegneristico attuato per compiere il superamento fisico dell’allora fiume Tessino da parte della via Flaminia ma anche della via Pedemontana congiungente Spoleto a Foligno.
Ma perché “sanguinario”? L’infelice soprannome rimanda alle persecuzioni cristiane foriere di numerose esecuzioni avvenute proprio sul ponte: qui i martiri venivano decapitati e le loro teste gettate nel fiume, eppure si presume che in acqua vi finivano anche i corpi di chi combatteva nel vicino Anfiteatro. Per questo motivo alcuni lo abbinano erroneamente al cosidetto ponte dei sucidi, e cioè il monumentale Ponte delle Torri.
Le storie si rincorrono freneticamente, cosicché si narra inoltre dell’uccisione nel 253 a.C. dell’imperatore romano Emiliano per mano di un suo soldato al seguito, che interruppe di fatto una sovranità di soli tre mesi; dal ponte si dice sia stato decollato il Santo Patrono di Spoleto, San Ponziano, la cui testa avrebbe successivamente alla mozzatura compiuto tre salti andando a posarsi nell’esatto punto dove ora sorge la chiesa a lui dedicata, quel punto in cui la stessa testa cominciò a zampillare non sangue bensì acqua purissima.
Come detto, le leggende fanno ancora capolino, sicché si vocifera di un cunicolo sotterraneo capace di collegare il ponte con la Rocca Albornoziana, un passaggio finora mai trovato che sarebbe stato utilizzato alla fine del ‘400 da Lucrezia Borgia per incontrare i tanti amanti.
Un nome che è, dunque, fucina di ricordi funesti, senonché altre ipotesi si sono fatte spazio senza però scalzare quella primariamente estrapolata: la denominazione può a ragion veduta essere considerata una corruzione del termine “sandapilarius” che identificherebbe la porta sandapilaria dell’Anfiteatro romano, oppure un rimando diretto al torrente Sanguineto confluente del Tessino.
Poco importa se vi siano chiare connessioni, sta certo che il ponte, rinvenuto solo parzialmente (hanno fino adesso visto la luce soltanto due arcate su tre) nel 1817 e tuttora in fase di progressivo recupero, rappresenta l’ennesima meraviglia (insieme alle tantissime chiese, all’Arco di Druso e Germanico, al Teatro Romano e alla casa di Vespasia Polli) di una cittadina che ha proprio tutte le carte in regola per fomentare turismo da qui all’eternità. Tutti i suoi gioielli, compresi il Ponte Sanguinario e il Ponte delle Torri, continuano a reggere brillantemente la prova del tempo, si trovano in ottimo stato di conservazione e, più belli che mai, costituiscono l’attrattiva architettonico-culturale di una porzione regionale davvero suggestiva.
Informazioni utili per visitare il Ponte Sanguinario
Nome: Ponte SanguinarioDove: Piazza della Vittoria – Spoleto (Perugia).
Quando: venerdì, sabato, domenica e festivi.
Orari: dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 17.
Come arrivare: partendo in auto dal capoluogo Perugia, percorrere la SS 75 fino a Foligno per poi imboccare la SS 3 Flaminia; da Roma si prenda la SS 204 per Terni e successivamente la SS 3 Flaminia con uscita a Spoleto sud. Una volta in città è comodo spostarsi in pullman e a Piazza Vittoria, dove soggiace il Ponte Sanguinario, vi arrivano le Circolari A – B – AC – C – D – E – F – G – Navetta Centro – linee 1 – 2 – 3/B – 3/C – 4 – 5 – 6 – 7 – 8 – 10.