Il Ponte Scaligero della fortezza di Castelvecchio a Verona
Il Ponte Castelvecchio o Scaligero č uno dei ponti degli innamorati di Verona. E' il pių monumentale dei ponti sul fiume Adige.
E’ considerato la più spettacolare testimonianza di architettura militare medievale della città di Verona: costruito in mattoni rossi con tre arcate slanciate, il Ponte Scaligero (o di Castelvecchio) si adagia sulle sponde del fiume Adige partendo dalla Torre del Mastio, al centro dell’imponente fortezza cittadina.
Definito un vero e proprio “arco di trionfo su una via d’acqua”, questa costruzione venne realizzata nell’arco di tre anni, fra il 1354 e il 1356. Non si sa con esattezza chi sia stato il suo costruttore anche se un documento datato 1495 indica il nome di tale Guglielmo Bevilacqua, architetto veronese; per alcuni storici, viste le analogie architettoniche fra il Ponte Scaligero e quello delle Navi, a progettarlo sarebbero stati invece Giovanni da Ferrara e Giacomo da Gozo.
Grazie anche alla sua particolare robustezza, quest’opera ingegneristica è riuscita a rimanere intatta per 5 secoli fin quando agli inizi del 1800 i francesi ne mozzarono la torre sul lato della campagna e ne eliminarono le merlature (poi ricostruite) per alloggiarvi i cannoni. In epoca austriaca vennero effettuati alcuni interventi di restauro ricordati anche da due lapidi su cui sono riportate la data – 1824 - e il nome del committente, Francesco I° d’Austria.
Fatto esplodere dai soldati tedeschi in ritirata nell’aprile 1945 assieme a tutti i ponti di Verona, fu poi ricostruito con altri monumenti cittadini andati persi o gravemente danneggiati nella Seconda Guerra Mondiale.
Nonostante le forti esplosioni subite, buona parte della struttura del ponte si salvò per cui si preferì ripristinare la costruzione così com’era stata edificata prima dei danneggiamenti piuttosto che costruirne una ex novo. I lavori presero il via già alla fine del 1945 con la sistemazione dell’alveo dell’Adige per poi procedere qualche anno più tardi, nel 1949, con la ricollocazione delle pietre (prese dal fiume) nelle loro posizioni originali. A occuparsi di questi interventi furono Piero Gazzola, per la Soprintendenza di Verona, coadiuvato dall’ingegnere Alberto Minghetti e dall’architetto Libero Cecchini. Nel luglio 1951 il Ponte di Castelvecchio tornò agli antichi splendori.
Ricostruito fedelmente, questo ponte aperto al pubblico solo nel 1870 (prima aveva unicamente funzione militare) rappresenta uno dei monumenti più suggestivi della città tagliata in due dall’Adige, un’attrazione turistica da non perdere se si è alla scoperta della storia più autentica di Verona. Oggi è diventato uno dei tre ponti degli innamorati (gli altri sono ponte Navi e ponte di Pietra) una delle attrazioni di Verona, città romantica per eccellenza per i luoghi legati al dramma di Romeo e Giulietta.
Ardito esempio di ingegneria civile per l’epoca in cui venne realizzato, la costruzione si presenta con un effetto visivo piuttosto scenografico e pittoresco grazie all’utilizzo di mattoni in cotto (lato superiore con merlature a coda di rondine) e di pietre bianche locali (lato inferiore) che creano un bel gioco di chiaroscuri.
Magnifico ponte fortificato asimmetrico e in discesa verso la sponda sinistra del fiume, lo “Scaligero” mostra nei suoi poco più di cento metri di lunghezza (101,84 per esattezza) anche la testimonianza di materiale di epoca romana per la sua costruzione: quando l’Adige è in secca si possono infatti ammirare alcuni capitelli corinzi murati nel primo pilastro (quello verso la fortezza di Castelvecchio); uno lo si può osservare anche lungo il camminamento mentre un altro è posizionato in un cippo funebre nella direzione dell’ex arsenale di Francesco Giuseppe I°.
Il ponte si trova nella parte posteriore della possente fortezza della signoria Scaligera (Corso Castelvecchio 2) ed è sempre accessibile gratuitamente.
La storia del ponte
A volerne la costruzione nella seconda metà del XIV° secolo fu il principe Cangrande II° della Scala per difendere gli abitanti di Verona e disporre, in caso di necessità, di una via di fuga dal castello verso la Germania dove a regnare era il genero Ludovico il Bavaro.Definito un vero e proprio “arco di trionfo su una via d’acqua”, questa costruzione venne realizzata nell’arco di tre anni, fra il 1354 e il 1356. Non si sa con esattezza chi sia stato il suo costruttore anche se un documento datato 1495 indica il nome di tale Guglielmo Bevilacqua, architetto veronese; per alcuni storici, viste le analogie architettoniche fra il Ponte Scaligero e quello delle Navi, a progettarlo sarebbero stati invece Giovanni da Ferrara e Giacomo da Gozo.
Grazie anche alla sua particolare robustezza, quest’opera ingegneristica è riuscita a rimanere intatta per 5 secoli fin quando agli inizi del 1800 i francesi ne mozzarono la torre sul lato della campagna e ne eliminarono le merlature (poi ricostruite) per alloggiarvi i cannoni. In epoca austriaca vennero effettuati alcuni interventi di restauro ricordati anche da due lapidi su cui sono riportate la data – 1824 - e il nome del committente, Francesco I° d’Austria.
Fatto esplodere dai soldati tedeschi in ritirata nell’aprile 1945 assieme a tutti i ponti di Verona, fu poi ricostruito con altri monumenti cittadini andati persi o gravemente danneggiati nella Seconda Guerra Mondiale.
Nonostante le forti esplosioni subite, buona parte della struttura del ponte si salvò per cui si preferì ripristinare la costruzione così com’era stata edificata prima dei danneggiamenti piuttosto che costruirne una ex novo. I lavori presero il via già alla fine del 1945 con la sistemazione dell’alveo dell’Adige per poi procedere qualche anno più tardi, nel 1949, con la ricollocazione delle pietre (prese dal fiume) nelle loro posizioni originali. A occuparsi di questi interventi furono Piero Gazzola, per la Soprintendenza di Verona, coadiuvato dall’ingegnere Alberto Minghetti e dall’architetto Libero Cecchini. Nel luglio 1951 il Ponte di Castelvecchio tornò agli antichi splendori.
Ricostruito fedelmente, questo ponte aperto al pubblico solo nel 1870 (prima aveva unicamente funzione militare) rappresenta uno dei monumenti più suggestivi della città tagliata in due dall’Adige, un’attrazione turistica da non perdere se si è alla scoperta della storia più autentica di Verona. Oggi è diventato uno dei tre ponti degli innamorati (gli altri sono ponte Navi e ponte di Pietra) una delle attrazioni di Verona, città romantica per eccellenza per i luoghi legati al dramma di Romeo e Giulietta.
Ardito esempio di ingegneria civile per l’epoca in cui venne realizzato, la costruzione si presenta con un effetto visivo piuttosto scenografico e pittoresco grazie all’utilizzo di mattoni in cotto (lato superiore con merlature a coda di rondine) e di pietre bianche locali (lato inferiore) che creano un bel gioco di chiaroscuri.
Le misure del ponte Scaligero
I tre archi di diversa ampiezza – quello sulla destra si allunga per 48,69 metri mentre gli altri due hanno luce rispettivamente di 29,15 e 24 metri - si poggiano su colonne pentagonali rostrate che hanno a loro volta massicce fondamenta tanto da resistere non solo a cruenti episodi di guerra ma anche alle numerose piene dell’Adige.Magnifico ponte fortificato asimmetrico e in discesa verso la sponda sinistra del fiume, lo “Scaligero” mostra nei suoi poco più di cento metri di lunghezza (101,84 per esattezza) anche la testimonianza di materiale di epoca romana per la sua costruzione: quando l’Adige è in secca si possono infatti ammirare alcuni capitelli corinzi murati nel primo pilastro (quello verso la fortezza di Castelvecchio); uno lo si può osservare anche lungo il camminamento mentre un altro è posizionato in un cippo funebre nella direzione dell’ex arsenale di Francesco Giuseppe I°.
Il ponte si trova nella parte posteriore della possente fortezza della signoria Scaligera (Corso Castelvecchio 2) ed è sempre accessibile gratuitamente.