Visitare il Barrio Gran Via di Madrid: la Broadway madrilena
La Gran Vía č una delle principali strade di Madrid. Taglia in due il centro della capitale spagnola unendo calle de Alcalā con Plaza de Espaņa. Su questa famosa via dello shopping si affacciano alcuni tra i pių importanti edifici della cittā..
Se di giorno è il cuore commerciale di Madrid, alla sera ne diventa il centro della movida: Gran Vía, che non è solo una delle principali arterie di Madrid ma anche uno dei suoi quartieri, unisce Calle de Alcalà con Plaza de España. Un percorso di 1,3 chilometri fra i rioni Salamanca e Arguelles in cui ammirare splendide testimonianze di edifici storici che risalgono alla Belle Epoque affiancati da altri più austeri, testimoni della dittatura franchista. Ma anche boutique lussuose, ristoranti, fast food, locali e centri per lo shopping.
La costruzione di questa avenida iniziò nel 1910 all’epoca di Alfonso XIII° anche se già da alcuni decenni era in progetto una calle elegante e alla moda. Per realizzarla ci vollero tre tranche di lavori: la prima, sino a San Luis, fu completata nel 1915, la seconda nel 1917 raggiunse Plaza Callao e l’ultima venne inaugurata poco prima del 1931. Centinaia di edifici antichi furono demoliti per lasciar spazio a un’arteria che divenne lo specchio della modernità.
A rendere particolarmente celebre Gran Vía è il tratto fra le piazze de Callao ed España in cui si trovano sale cinematografiche e teatri musical che soprattutto nel corso degli anni ’50 l’hanno fatta apprezzare come Broadway madrilena.
Fra il 1907 e il 1911 su progetto degli architetti francesi Jules e Raymond Février fu costruito per la compagnia di assicurazione Union y el Félix Espanol, il Metropolis, all’angolo fra Calle de Alcalà e Gran Via, uno degli edifici più famosi della capitale. Il design è in stile Beaux Arts con la facciata decorata da ornamenti: le statue che poggiano sulle colonne corinzie sono le rappresentazioni allegoriche di commercio, agricoltura, industria e miniere.
A sormontare il Metropolis è una magnifica cupola nera che culmina con la dea alata Vittoria, realizzata dallo scultore spagnolo Federico Coullaut-Valera Mendigutia, scelta per sostituire la statua bronzea originale che ritraeva le figure mitologiche di Phoenix e Ganimede, simbolo dell’Union y el Fenix Espanol. Quando nel 1972 Metroplis Seguros, una compagnia di assicurazioni rivale, acquistò il palazzo, i proprietari presero con sé la statua in bronzo per adornare la loro nuova sede: a quel tempo la scelta fu piuttosto discutibile poiché l’opera scultorea era divenuta nel tempo l’icona della skyline di Madrid. Tre anni più tardi, l’attuale scultura installata sul Metropolis divenne altrettanto famosa.
Al civico 28 di Gran Via s’innalzano gli oltre 80 metri del grattacielo Telefonica, costruito per la compagnia telefonica nazionale su progetto di Ignacio de Cardenas Pastor fra il 1926 e il 1929. Primo skyscraper di Spagna e fra i primi in Europa, con i suoi quattro orologi illuminati di rosso è tutt’oggi uno dei palazzi storici della citta madrilena.
Passeggiando alla scoperta della Gran Vía di Madrid si può ammirare il palazzo Madrid-Paris al numero 32. Costruito nel secondo decennio del XX° secolo e firmato da Theodore Anasagasti, su idea dell’architetto francese Braive, l’edificio ospitò i primi magazzini della capitale; ristrutturato nel 1934, ha mantenuto l’aspetto originale sino al 1956 quando l’architetto Fernando Canovas del Castillo lo ha profondamente trasformato eliminando le cupole laterali e sormontandone la cima con la scultura di Phoenix.
All’incrocio con Plaza del Callao si trova il Palacio de la Prensa, sede della prestigiosa Asociacion de la Prenza, progettato da Pedro Muguruza Otano. A posare la prima pietra di questo edificio inaugurato nel 1929 fu, quattro anni prima, re Alfonso XIII°.
Al numero 41 di Gran Vía (all’angolo con Calle Jacometrezo) sorge invece uno dei più carismatici edifici della città, il Carrion, più noto a tutti come Capitol per via dell’omonimo cinema che ospita. Considerato una reminiscenza dell’architettura newyorkese, il palazzo si distingue per la sua facciata curva e i suoi 54 metri di altezza: la costruzione iniziò nel 1931 e si protrasse sino al dicembre dell’anno successivo mentre l’auditorium venne aperto al pubblico nell’ottobre del 1933. Come lo potete riconoscere? Se il profilo cosmopolita a imitazione delle città americane vi dice poco, alzate il naso all’insù per vedere il grande neon pubblicitario con la scritta Schweppes che troneggia sulla torre dell’edificio. Il cinema invece incanta per il marmo, il granito lucido e la pietra blu di Murcia che ne decorano l’esterno mentre all’interno è un susseguirsi di pregevoli decorazioni marmoree.
A ridosso della Gran Vía, in Plaza de España, si affaccia la torre di Madrid, altro celebre grattacielo madrileno alto 142 metri: dotato di 12 ascensori, ospita appartamenti e uffici e forma un complesso architettonico piuttosto particolare. Commissionato dalla Compagnia Immobiliare Metropolitana agli architetti Julian e José Maria Otamendi Machimbarrena, fu costruito fra il 1954 e il ‘57 e ultimato qualche anno più tardi.
In stile eclettico è invece l’edificio Grassy, al civico 1 di Gran Via, costruito su un pezzo di terra triangolare (come il Metropolis). Dal 1917, anno della sua inaugurazione, si compone di due costruzioni indipendenti collegate fra loro dalla sala e dal cortile; dal ’52 ospita la gioielleria da cui prende il nome e al piano interrato accoglie un museo di orologi antichi. Ritratto nella tela “La Gran Via” di Antonio Lopez nel 1981, nei pressi di questo edificio una lapide ricorda che nel 1840 soggiornò qui anche Théophile Gautier.
Uno sguardo particolare lo meritano anche alcuni hotel come l’Atlantico, al 38, per la sua elegante architettura, e il Cibeles (Calle Mesonero Romanos 13) con i suoi ricercati elementi decorativi.
Fra i musei più caratteristici che Madrid ospita in questo quartiere c’è sicuramente il Chicote, conosciuto un tempo come Bar Chicote: situato al 12 di Gran Via, fu inaugurato nel 1931 da Pedro Chicote, barman dell’Hotel Ritz, e divenne uno dei primi locali dedicati ai cocktails di tutta la città. Pochi anni più tardi, il bar si è trasformato in un vero e proprio museo grazie alla collezione di 10 mila (ma si parla anche di 20 mila) bottiglie con differenti bevande, conservate in una cantina attigua, che il proprietario decise di mostrare al pubblico.
Si racconta che Aristotele Onassis abbia offerto al barman qualcosa come trenta milioni di pesetas per acquistarle tutte. Installato in un edificio del 1914 progettato da Luis Gutierrez Soto, questo locale è stato anche punto di ritrovo per personaggi famosi fra cui Hemingway, Sinatra, Grace Kelly, Sophia Loren e Gregory Peck. Come nacque a Chicote l’idea di questa collezione? Dalla bottiglia di cachaça, un’acquavite ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero, che un ambasciatore brasiliano gli donò durante una festa mentre lavorava ancora all’Hotel Ritz.
Per raggiungere il quartiere Gran Vía si possono utilizzare i mezzi di trasporto pubblico: metropolitana linea 1 e 5 (stazione Gran Via), linea 3 e 5 (Callao), linea 2 (Santo Domingo) e linee 2, 3 e 10 (Plaza de Espana).
La costruzione di questa avenida iniziò nel 1910 all’epoca di Alfonso XIII° anche se già da alcuni decenni era in progetto una calle elegante e alla moda. Per realizzarla ci vollero tre tranche di lavori: la prima, sino a San Luis, fu completata nel 1915, la seconda nel 1917 raggiunse Plaza Callao e l’ultima venne inaugurata poco prima del 1931. Centinaia di edifici antichi furono demoliti per lasciar spazio a un’arteria che divenne lo specchio della modernità.
A rendere particolarmente celebre Gran Vía è il tratto fra le piazze de Callao ed España in cui si trovano sale cinematografiche e teatri musical che soprattutto nel corso degli anni ’50 l’hanno fatta apprezzare come Broadway madrilena.
Fra il 1907 e il 1911 su progetto degli architetti francesi Jules e Raymond Février fu costruito per la compagnia di assicurazione Union y el Félix Espanol, il Metropolis, all’angolo fra Calle de Alcalà e Gran Via, uno degli edifici più famosi della capitale. Il design è in stile Beaux Arts con la facciata decorata da ornamenti: le statue che poggiano sulle colonne corinzie sono le rappresentazioni allegoriche di commercio, agricoltura, industria e miniere.
A sormontare il Metropolis è una magnifica cupola nera che culmina con la dea alata Vittoria, realizzata dallo scultore spagnolo Federico Coullaut-Valera Mendigutia, scelta per sostituire la statua bronzea originale che ritraeva le figure mitologiche di Phoenix e Ganimede, simbolo dell’Union y el Fenix Espanol. Quando nel 1972 Metroplis Seguros, una compagnia di assicurazioni rivale, acquistò il palazzo, i proprietari presero con sé la statua in bronzo per adornare la loro nuova sede: a quel tempo la scelta fu piuttosto discutibile poiché l’opera scultorea era divenuta nel tempo l’icona della skyline di Madrid. Tre anni più tardi, l’attuale scultura installata sul Metropolis divenne altrettanto famosa.
Al civico 28 di Gran Via s’innalzano gli oltre 80 metri del grattacielo Telefonica, costruito per la compagnia telefonica nazionale su progetto di Ignacio de Cardenas Pastor fra il 1926 e il 1929. Primo skyscraper di Spagna e fra i primi in Europa, con i suoi quattro orologi illuminati di rosso è tutt’oggi uno dei palazzi storici della citta madrilena.
Passeggiando alla scoperta della Gran Vía di Madrid si può ammirare il palazzo Madrid-Paris al numero 32. Costruito nel secondo decennio del XX° secolo e firmato da Theodore Anasagasti, su idea dell’architetto francese Braive, l’edificio ospitò i primi magazzini della capitale; ristrutturato nel 1934, ha mantenuto l’aspetto originale sino al 1956 quando l’architetto Fernando Canovas del Castillo lo ha profondamente trasformato eliminando le cupole laterali e sormontandone la cima con la scultura di Phoenix.
All’incrocio con Plaza del Callao si trova il Palacio de la Prensa, sede della prestigiosa Asociacion de la Prenza, progettato da Pedro Muguruza Otano. A posare la prima pietra di questo edificio inaugurato nel 1929 fu, quattro anni prima, re Alfonso XIII°.
Al numero 41 di Gran Vía (all’angolo con Calle Jacometrezo) sorge invece uno dei più carismatici edifici della città, il Carrion, più noto a tutti come Capitol per via dell’omonimo cinema che ospita. Considerato una reminiscenza dell’architettura newyorkese, il palazzo si distingue per la sua facciata curva e i suoi 54 metri di altezza: la costruzione iniziò nel 1931 e si protrasse sino al dicembre dell’anno successivo mentre l’auditorium venne aperto al pubblico nell’ottobre del 1933. Come lo potete riconoscere? Se il profilo cosmopolita a imitazione delle città americane vi dice poco, alzate il naso all’insù per vedere il grande neon pubblicitario con la scritta Schweppes che troneggia sulla torre dell’edificio. Il cinema invece incanta per il marmo, il granito lucido e la pietra blu di Murcia che ne decorano l’esterno mentre all’interno è un susseguirsi di pregevoli decorazioni marmoree.
A ridosso della Gran Vía, in Plaza de España, si affaccia la torre di Madrid, altro celebre grattacielo madrileno alto 142 metri: dotato di 12 ascensori, ospita appartamenti e uffici e forma un complesso architettonico piuttosto particolare. Commissionato dalla Compagnia Immobiliare Metropolitana agli architetti Julian e José Maria Otamendi Machimbarrena, fu costruito fra il 1954 e il ‘57 e ultimato qualche anno più tardi.
In stile eclettico è invece l’edificio Grassy, al civico 1 di Gran Via, costruito su un pezzo di terra triangolare (come il Metropolis). Dal 1917, anno della sua inaugurazione, si compone di due costruzioni indipendenti collegate fra loro dalla sala e dal cortile; dal ’52 ospita la gioielleria da cui prende il nome e al piano interrato accoglie un museo di orologi antichi. Ritratto nella tela “La Gran Via” di Antonio Lopez nel 1981, nei pressi di questo edificio una lapide ricorda che nel 1840 soggiornò qui anche Théophile Gautier.
Uno sguardo particolare lo meritano anche alcuni hotel come l’Atlantico, al 38, per la sua elegante architettura, e il Cibeles (Calle Mesonero Romanos 13) con i suoi ricercati elementi decorativi.
Fra i musei più caratteristici che Madrid ospita in questo quartiere c’è sicuramente il Chicote, conosciuto un tempo come Bar Chicote: situato al 12 di Gran Via, fu inaugurato nel 1931 da Pedro Chicote, barman dell’Hotel Ritz, e divenne uno dei primi locali dedicati ai cocktails di tutta la città. Pochi anni più tardi, il bar si è trasformato in un vero e proprio museo grazie alla collezione di 10 mila (ma si parla anche di 20 mila) bottiglie con differenti bevande, conservate in una cantina attigua, che il proprietario decise di mostrare al pubblico.
Si racconta che Aristotele Onassis abbia offerto al barman qualcosa come trenta milioni di pesetas per acquistarle tutte. Installato in un edificio del 1914 progettato da Luis Gutierrez Soto, questo locale è stato anche punto di ritrovo per personaggi famosi fra cui Hemingway, Sinatra, Grace Kelly, Sophia Loren e Gregory Peck. Come nacque a Chicote l’idea di questa collezione? Dalla bottiglia di cachaça, un’acquavite ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero, che un ambasciatore brasiliano gli donò durante una festa mentre lavorava ancora all’Hotel Ritz.
Per raggiungere il quartiere Gran Vía si possono utilizzare i mezzi di trasporto pubblico: metropolitana linea 1 e 5 (stazione Gran Via), linea 3 e 5 (Callao), linea 2 (Santo Domingo) e linee 2, 3 e 10 (Plaza de Espana).