Visitare il Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni a Trento
Il Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni di Trento ospita numerosi esemplari di aerei che hanno fatto la storia dell'aviazione italiana, da quelli utilizzati nella Grande Guerra ai modelli che combatterono nel secondo conflitto mondiale..
Per gli appassionati di aerei il nome di Giovanni Battista Caproni (Gianni) è tanto evocativo quanto Versace lo è per la moda. Pioniere, visionario e genio dell’ingegneria aeronautica, Gianni Caproni fu il primo al mondo a mettere insieme una collezione di aerei. La sua visione “futuristica” gli ordinò, infatti, di non dismettere i velivoli non più in servizio, ma di raccoglierli in un corner appositamente dedicato. Fu dunque così che nacque a Trento il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, la cui fondazione venne sancita ufficialmente nel 1927.
Oggi questa eccellenza tutta italiana fa parte del comprensorio di indirizzi educativi e didattici del MUSE-Museo delle Scienze di Trento. Grazie ai gioielli in esso conservati, alle attività educative e culturali organizzate e alle mostre permanenti e temporanee, il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni è la Mecca per appassionati e curiosi di aerei e di gloriosa storia tricolore dei cieli. Tra le sue chicche si trovano aeromobili che hanno fatto la storia, antichi cimeli di guerra e non, effetti personali di diversi piloti, documenti storici, motori e strumentazioni di bordo.
Un vero e proprio viaggio nel passato viene regalato dalle esposizioni di racconti sui pionieri dell’aviazione, dai velivoli usati durante la Prima Guerra Mondiale, senza dimenticare il lato più umano, grazie a raccolte di oggetti ed effetti personali degli equipaggi.
Non solo: il museo propone anche un interessante racconto su come nacquero i primi voli per civili, inaugurati nei primi anni del Ventennio, spiega come era composta la flotta della Regia Aeronautica e mostra le eccellenze aeree utilizzate dall’Italia in occasione del secondo conflitto mondiale. Una sezione, infine, è dedicata agli amanti delle vertigini che potranno cimentarsi in simulazioni di volo.
Savoia, Verduzio, Ansaldo. Questo il significato dell’acronimo S.V.A. Il velivolo, progettato da questi tre protagonisti, effettuò il suo primo volo nel 1917 e raggiunse la velocità di 223 km/h. Non è questo, però, il suo primato, bensì il fatto che l’Ansaldo S.V.A. sia stato il primo aereo totalmente made in Italy della storia. Usato in origine come aereo da caccia, divenne in seguito un aeromobile da ricognizione e venne dotato di mitragliatrici, macchine fotografiche e attacchi per bombe. Un aereo da guerra, insomma. Anche Gabriele D’Annunzio ne fu un assiduo utilizzatore. Il modello esposto nel Museo fu quello dal quale vennero lanciati, su Vienna, i famosi manifesti tricolore. L’Ansaldo A.1 “Balilla”, nato nello stesso anno dell’S.V.A. era invece un biplano già dotato sin dai suoi esordi di mitragliatrici con carrello fisso. Ad oggi, di questo modello se ne possono ammirare solo due esemplari, uno dei quali si trova proprio nel Museo ed era di proprietà di Gabriele D’Annunzio.
Avia: Avia FL. 3
Dalle componenti miste (legno, metallo e tela), questo aereo biposto veniva usato soprattutto come mezzo di trasporto turistico. La sua velocità massima era di 165 km/h e costava, all’epoca, appena 55.000 lire, costo che lo rendeva a tutti gli effetti il velivolo più economico in commercio. Ad oggi, soltanto quattro esemplari di Avia FL. 3 volano ancora.
Breda: Breda 19
Motore Alfa Romeo, velocità massima 210 km/h, monomotore biplano e carrello fisso. Queste sono le caratteristiche principali del Breda 19, sublime aereo acrobatico degli anni ’30 in grado di compiere meraviglie di looping rovesciati e tonneau in formazione. Su questo aereo venne stabilito il primo record del mondo di volo rovesciato nel 1933. Il Breda 19 esposto nel museo è l’ultimo sopravvissuto al mondo e lo potrete ammirare nella sua posizione migliore: al rovescio.
Bücker: Bücker Bü.131
Aereo da addestramento di produzione tedesca, è un must-see per gli appassionati di acrobazie in volo. Venduti anche in Italia, i Bücker Bü.131 vennero impiegati soprattutto durante la guerra proprio con lo scopo di addestrare i piloti.
Caproni: Ca. 60 “Transaereo Noviplano”, Bristol, Vizzola C-22J, Trento F-5
Il Ca. 60 progettato dallo stesso Caproni fu il primo velivolo italiano pensato per il trasporto di ben 100 passeggeri seduti. Lungo 25 metri, con apertura alare di 30 metri, ebbe però un destino avverso. Il pilota in occasione di un volo di prova, effettuato all’insaputa di tutti, cercò di decollare ad una velocità di appena 100 km/h e, nel tentativo di evitare lo scontro con un battello, precipitò in acqua. L’aereo venne distrutto, ma il pilota si salvò. Nel Museo sono ora visibili soltanto alcuni pezzi del Transaereo che, per l’epoca, era l’aeroplano più grande al mondo mai costruito e il primo destinato al trasporto di così tanti passeggeri.
Il Caproni Bristol, invece, era un monoplano monomotore con due posti di pilotaggio. Usato soprattutto dall’Esercito, il Bristol era il velivolo di punta del campo di aviazione militare di Somma Lombardo ove vi veniva usato per gli addestramenti dei piloti della scuola monoplani Bristol Caproni. Il modello esposto nel Museo, risalente al 1938, è il più vecchio esistente al mondo.
Il Caproni Vizzola C-22J è l’ultimo modello realizzato dall’ingegnere dietro specifica richiesta della United States Air Force. Usato come addestratore leggero era adatto anche all’atterraggio su portaerei.
Infine, il Caproni Trento F-5, dotato di propulsore a reazione, l’unico prototipo costruito venne acquistato dall’Aeronautica Militare ed è l’unico aereo presente nel Museo ad essere stato interamente costruito in Trentino.
Fokker: Fokker D. VIII
Di produzione tedesca, questo caccia usato nella Prima Guerra Mondiale è uno dei “nonni” esposti nel Museo. Costruito nel 1918, il Fokker D. VIII era il modello usato dal famoso Barone Rosso. L’esemplare presente nel Museo venne regalato all’Italia nel 1919 a titolo di risarcimento dei danni di guerra.
Gabardini: Gabardini G.51 bis
L’aereo che prende il nome dal suo progettista venne usato principalmente per addestrare piloti, molti dei quali facenti parte della Regia Aeronautica. Quello che si ammira nel Museo, l’unico esposto al pubblico, è il penultimo dei modelli prodotti, fu costruito nel 1928 e usato sia per addestramento che per voli acrobatici.
Lockheed: Lockheed F-104G Starfighter
Il famoso “cacciatore di stelle”. No, non il libro illustrato per bambini, bensì il primo, unico ed inimitabile aereo che assunse questo soprannome grazie alle sue incredibili qualità: velocità e salita. Ancora oggi, entrambe sono rimaste sua prerogativa record. Usato principalmente per l’addestramento degli equipaggi, era però parecchio difficile da governare e, proprio per questo, rappresentava uno stimolo per moltissimi piloti. Questa meraviglia, che incontrerete direttamente all’ingresso del Museo, venne costruito dalla Fiat Aeritalia.
Macchi: MB.308, MC.200, M.20
Il primo è un modello la cui costruzione cominciò nell’immediato dopoguerra (II Guerra Mondiale) ad opera dell’omonima azienda del varesotto. Il primo volo venne effettuato nel 1947 e, l’anno successivo, la ditta cominciò la produzione anche di un modello idrovolante a scarponi (per solo 10 esemplari). Quello esposto nel Museo Caproni risale al 1950 e venne donato all’esposizione museale nei primi anni ’70.
L’MC.200 Saetta era uno dei re delle picchiate veloci e, quindi, uno tra i velivoli più richiesti per i combattimenti. L’aereo, monoplano e con carrellino retrattile, era costruito interamente in metallo, una novità per l’epoca (fine anni ’30). Al Museo Caproni è esposta una parte della fusoliera, della coda e del motore.
Infine, il Macchi M.20, biposto dedicato al turismo ed all’addestramento, dalla potenza alquanto ridotta. Dotato di doppi comandi, l’M.20 del Museo Caproni è l’esemplare più vecchio di tutta la produzione Macchi.
Reggiane: Reggiane RE.2005 Sagittario
Costruito negli anni ’40 da un’azienda facente parte del Gruppo Caproni, l’RE. 2005 Sagittario è un caccia monomotore soprannominato “l’aeroplano più bello della Seconda Guerra Mondiale”. Dal design innovativo ed elegante, simile a quello di un guscio, il velivolo non aveva nulla da invidiare ai suoi più “illustri” colleghi stranieri, sia per le prestazioni che per l’armamentario. Al Museo, purtroppo, si trova esposta solo una parte dell’aereo completo, la sua coda. E’ però l’unico esemplare originale conosciuto al mondo e fu ritrovato dopo la guerra nei pressi di Capodichino.
Saiman: Saiman 202M
Modello esclusivamente da turismo, il Saiman 200M durante il conflitto venne però anche utilizzato come velivolo da addestramento. Dalla classica struttura in legno e con il carrello fisso, aveva eleganti porte ad ala di gabbiano ed era caratterizzato da un motore unico.
Savoia: Savoia Marchetti S.M.79
Tristemente famoso come aerosilurante, in origine doveva fungere come aereo di linea, ma la Seconda Guerra Mondiale ne cambiò la destinazione d’uso, come accadde a molti altri velivoli. Tela, legno, carrello retrattile, praticamente imprendibile, oltre ad un’ottima pilotabilità, furono caratteristiche che lo resero molto ambito, tanto che la Regia Aeronautica lo scelse appunto come velivolo da bombardamento. I piloti scelti che ebbero l’onore di pilotarlo venivano chiamati “I sorci verdi” proprio per la loro inafferrabilità pressoché totale. Quello cui si rende omaggio nel Museo Caproni è uno dei due soli esemplari ancora esistenti.
La chicca per aspiranti Baroni Rossi
Parte degli appuntamenti consolidati del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni è la scuola di volo. Un’iniziativa imperdibile per i più piccini, ma anche per gli adulti, che permetterà ai visitatori di coronare il sogno di volare grazie alla simulazione di volo. Che siate appassionati di aerei ultramoderni o che preferiate deltaplani o aeromobili storici, al Museo troverete la soluzione che più preferite. Noi vi consigliamo di provare il simulatore che si trova all’interno della replica (di dimensioni reali!) dell’Ansaldo S.V.A. 5.
Indirizzo: via Lidorno, 3 - 38123 Trento
Orari: il Museo è aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Il sabato, la domenica e nei giorni festivi osserva l’orario continuato dalle ore 10 alle ore 18. Il lunedì, salvo che sia festivo, il Museo rimane chiuso al pubblico, così come il 25 dicembre. Nel periodo estivo il Museo osserva un orario differente. Si consiglia di controllare sul sito ufficiale.
Durata della visita: si consiglia di ritagliarsi almeno 2-3 ore per visitare bene il Museo.
Costo del biglietto d’ingresso:
adulti 4,50 €;
under 26, over 65, gruppi di più di 15 persone, insegnanti, visitatori del MUSE e altri (elenco completo alla pagina www.museocaproni.it/index.php/it/orari-tariffe-convenzioni) pagano 3 €.
Inoltre, tariffe speciali per le famiglie: 2 genitori e figli di età massima 18 anni pagano 9 €, 1 genitore con figli di età massima 18 anni pagano 4,50 €, mentre con la Family Card, destinata a nuclei famigliari di 1-2 adulti e figli minorenni, si pagano 3 €.
Sito ufficiale: www.museocaproni.it
Contatti: telefono 0461-944 888, museo.caproni@muse.it
Oggi questa eccellenza tutta italiana fa parte del comprensorio di indirizzi educativi e didattici del MUSE-Museo delle Scienze di Trento. Grazie ai gioielli in esso conservati, alle attività educative e culturali organizzate e alle mostre permanenti e temporanee, il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni è la Mecca per appassionati e curiosi di aerei e di gloriosa storia tricolore dei cieli. Tra le sue chicche si trovano aeromobili che hanno fatto la storia, antichi cimeli di guerra e non, effetti personali di diversi piloti, documenti storici, motori e strumentazioni di bordo.
Un vero e proprio viaggio nel passato viene regalato dalle esposizioni di racconti sui pionieri dell’aviazione, dai velivoli usati durante la Prima Guerra Mondiale, senza dimenticare il lato più umano, grazie a raccolte di oggetti ed effetti personali degli equipaggi.
Non solo: il museo propone anche un interessante racconto su come nacquero i primi voli per civili, inaugurati nei primi anni del Ventennio, spiega come era composta la flotta della Regia Aeronautica e mostra le eccellenze aeree utilizzate dall’Italia in occasione del secondo conflitto mondiale. Una sezione, infine, è dedicata agli amanti delle vertigini che potranno cimentarsi in simulazioni di volo.
La collezione
Ansaldo: Ansaldo S.V.A. 5 e Ansaldo A.1 “Balilla”Savoia, Verduzio, Ansaldo. Questo il significato dell’acronimo S.V.A. Il velivolo, progettato da questi tre protagonisti, effettuò il suo primo volo nel 1917 e raggiunse la velocità di 223 km/h. Non è questo, però, il suo primato, bensì il fatto che l’Ansaldo S.V.A. sia stato il primo aereo totalmente made in Italy della storia. Usato in origine come aereo da caccia, divenne in seguito un aeromobile da ricognizione e venne dotato di mitragliatrici, macchine fotografiche e attacchi per bombe. Un aereo da guerra, insomma. Anche Gabriele D’Annunzio ne fu un assiduo utilizzatore. Il modello esposto nel Museo fu quello dal quale vennero lanciati, su Vienna, i famosi manifesti tricolore. L’Ansaldo A.1 “Balilla”, nato nello stesso anno dell’S.V.A. era invece un biplano già dotato sin dai suoi esordi di mitragliatrici con carrello fisso. Ad oggi, di questo modello se ne possono ammirare solo due esemplari, uno dei quali si trova proprio nel Museo ed era di proprietà di Gabriele D’Annunzio.
Avia: Avia FL. 3
Dalle componenti miste (legno, metallo e tela), questo aereo biposto veniva usato soprattutto come mezzo di trasporto turistico. La sua velocità massima era di 165 km/h e costava, all’epoca, appena 55.000 lire, costo che lo rendeva a tutti gli effetti il velivolo più economico in commercio. Ad oggi, soltanto quattro esemplari di Avia FL. 3 volano ancora.
Breda: Breda 19
Motore Alfa Romeo, velocità massima 210 km/h, monomotore biplano e carrello fisso. Queste sono le caratteristiche principali del Breda 19, sublime aereo acrobatico degli anni ’30 in grado di compiere meraviglie di looping rovesciati e tonneau in formazione. Su questo aereo venne stabilito il primo record del mondo di volo rovesciato nel 1933. Il Breda 19 esposto nel museo è l’ultimo sopravvissuto al mondo e lo potrete ammirare nella sua posizione migliore: al rovescio.
Bücker: Bücker Bü.131
Aereo da addestramento di produzione tedesca, è un must-see per gli appassionati di acrobazie in volo. Venduti anche in Italia, i Bücker Bü.131 vennero impiegati soprattutto durante la guerra proprio con lo scopo di addestrare i piloti.
Caproni: Ca. 60 “Transaereo Noviplano”, Bristol, Vizzola C-22J, Trento F-5
Il Ca. 60 progettato dallo stesso Caproni fu il primo velivolo italiano pensato per il trasporto di ben 100 passeggeri seduti. Lungo 25 metri, con apertura alare di 30 metri, ebbe però un destino avverso. Il pilota in occasione di un volo di prova, effettuato all’insaputa di tutti, cercò di decollare ad una velocità di appena 100 km/h e, nel tentativo di evitare lo scontro con un battello, precipitò in acqua. L’aereo venne distrutto, ma il pilota si salvò. Nel Museo sono ora visibili soltanto alcuni pezzi del Transaereo che, per l’epoca, era l’aeroplano più grande al mondo mai costruito e il primo destinato al trasporto di così tanti passeggeri.
Il Caproni Bristol, invece, era un monoplano monomotore con due posti di pilotaggio. Usato soprattutto dall’Esercito, il Bristol era il velivolo di punta del campo di aviazione militare di Somma Lombardo ove vi veniva usato per gli addestramenti dei piloti della scuola monoplani Bristol Caproni. Il modello esposto nel Museo, risalente al 1938, è il più vecchio esistente al mondo.
Il Caproni Vizzola C-22J è l’ultimo modello realizzato dall’ingegnere dietro specifica richiesta della United States Air Force. Usato come addestratore leggero era adatto anche all’atterraggio su portaerei.
Infine, il Caproni Trento F-5, dotato di propulsore a reazione, l’unico prototipo costruito venne acquistato dall’Aeronautica Militare ed è l’unico aereo presente nel Museo ad essere stato interamente costruito in Trentino.
Fokker: Fokker D. VIII
Di produzione tedesca, questo caccia usato nella Prima Guerra Mondiale è uno dei “nonni” esposti nel Museo. Costruito nel 1918, il Fokker D. VIII era il modello usato dal famoso Barone Rosso. L’esemplare presente nel Museo venne regalato all’Italia nel 1919 a titolo di risarcimento dei danni di guerra.
Gabardini: Gabardini G.51 bis
L’aereo che prende il nome dal suo progettista venne usato principalmente per addestrare piloti, molti dei quali facenti parte della Regia Aeronautica. Quello che si ammira nel Museo, l’unico esposto al pubblico, è il penultimo dei modelli prodotti, fu costruito nel 1928 e usato sia per addestramento che per voli acrobatici.
Lockheed: Lockheed F-104G Starfighter
Il famoso “cacciatore di stelle”. No, non il libro illustrato per bambini, bensì il primo, unico ed inimitabile aereo che assunse questo soprannome grazie alle sue incredibili qualità: velocità e salita. Ancora oggi, entrambe sono rimaste sua prerogativa record. Usato principalmente per l’addestramento degli equipaggi, era però parecchio difficile da governare e, proprio per questo, rappresentava uno stimolo per moltissimi piloti. Questa meraviglia, che incontrerete direttamente all’ingresso del Museo, venne costruito dalla Fiat Aeritalia.
Macchi: MB.308, MC.200, M.20
Il primo è un modello la cui costruzione cominciò nell’immediato dopoguerra (II Guerra Mondiale) ad opera dell’omonima azienda del varesotto. Il primo volo venne effettuato nel 1947 e, l’anno successivo, la ditta cominciò la produzione anche di un modello idrovolante a scarponi (per solo 10 esemplari). Quello esposto nel Museo Caproni risale al 1950 e venne donato all’esposizione museale nei primi anni ’70.
L’MC.200 Saetta era uno dei re delle picchiate veloci e, quindi, uno tra i velivoli più richiesti per i combattimenti. L’aereo, monoplano e con carrellino retrattile, era costruito interamente in metallo, una novità per l’epoca (fine anni ’30). Al Museo Caproni è esposta una parte della fusoliera, della coda e del motore.
Infine, il Macchi M.20, biposto dedicato al turismo ed all’addestramento, dalla potenza alquanto ridotta. Dotato di doppi comandi, l’M.20 del Museo Caproni è l’esemplare più vecchio di tutta la produzione Macchi.
Reggiane: Reggiane RE.2005 Sagittario
Costruito negli anni ’40 da un’azienda facente parte del Gruppo Caproni, l’RE. 2005 Sagittario è un caccia monomotore soprannominato “l’aeroplano più bello della Seconda Guerra Mondiale”. Dal design innovativo ed elegante, simile a quello di un guscio, il velivolo non aveva nulla da invidiare ai suoi più “illustri” colleghi stranieri, sia per le prestazioni che per l’armamentario. Al Museo, purtroppo, si trova esposta solo una parte dell’aereo completo, la sua coda. E’ però l’unico esemplare originale conosciuto al mondo e fu ritrovato dopo la guerra nei pressi di Capodichino.
Saiman: Saiman 202M
Modello esclusivamente da turismo, il Saiman 200M durante il conflitto venne però anche utilizzato come velivolo da addestramento. Dalla classica struttura in legno e con il carrello fisso, aveva eleganti porte ad ala di gabbiano ed era caratterizzato da un motore unico.
Savoia: Savoia Marchetti S.M.79
Tristemente famoso come aerosilurante, in origine doveva fungere come aereo di linea, ma la Seconda Guerra Mondiale ne cambiò la destinazione d’uso, come accadde a molti altri velivoli. Tela, legno, carrello retrattile, praticamente imprendibile, oltre ad un’ottima pilotabilità, furono caratteristiche che lo resero molto ambito, tanto che la Regia Aeronautica lo scelse appunto come velivolo da bombardamento. I piloti scelti che ebbero l’onore di pilotarlo venivano chiamati “I sorci verdi” proprio per la loro inafferrabilità pressoché totale. Quello cui si rende omaggio nel Museo Caproni è uno dei due soli esemplari ancora esistenti.
La chicca per aspiranti Baroni Rossi
Parte degli appuntamenti consolidati del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni è la scuola di volo. Un’iniziativa imperdibile per i più piccini, ma anche per gli adulti, che permetterà ai visitatori di coronare il sogno di volare grazie alla simulazione di volo. Che siate appassionati di aerei ultramoderni o che preferiate deltaplani o aeromobili storici, al Museo troverete la soluzione che più preferite. Noi vi consigliamo di provare il simulatore che si trova all’interno della replica (di dimensioni reali!) dell’Ansaldo S.V.A. 5.
Informazioni utili per la visita
Nome: Museo dell'Aeronautica Gianni CaproniIndirizzo: via Lidorno, 3 - 38123 Trento
Orari: il Museo è aperto dal martedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Il sabato, la domenica e nei giorni festivi osserva l’orario continuato dalle ore 10 alle ore 18. Il lunedì, salvo che sia festivo, il Museo rimane chiuso al pubblico, così come il 25 dicembre. Nel periodo estivo il Museo osserva un orario differente. Si consiglia di controllare sul sito ufficiale.
Durata della visita: si consiglia di ritagliarsi almeno 2-3 ore per visitare bene il Museo.
Costo del biglietto d’ingresso:
adulti 4,50 €;
under 26, over 65, gruppi di più di 15 persone, insegnanti, visitatori del MUSE e altri (elenco completo alla pagina www.museocaproni.it/index.php/it/orari-tariffe-convenzioni) pagano 3 €.
Inoltre, tariffe speciali per le famiglie: 2 genitori e figli di età massima 18 anni pagano 9 €, 1 genitore con figli di età massima 18 anni pagano 4,50 €, mentre con la Family Card, destinata a nuclei famigliari di 1-2 adulti e figli minorenni, si pagano 3 €.
Sito ufficiale: www.museocaproni.it
Contatti: telefono 0461-944 888, museo.caproni@muse.it