Il Castello di Donnafugata a Ragusa
Il maniero, eretto a finne '800, possiede il fascino delle atmosfere decadenti de il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, anche se in realtà ha una storia diversa. E' comunque stato utilizzato per la Fiction TV de il Commissario Montalbano.
Avete presente il Gattopardo, capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, trasformato in colossal cinematografico dal regista Luchino Visconti? Il castello di Donnafugata, 15 km da Ragusa, Sicilia, in realtà non ha mai ospitato alcuna scena del film: si tratterebbe di un equivoco dovuto al fatto che lo scrittore di Palermo chiamò proprio con il nome di Donnafugata la residenza d’estate della famiglia Salina. Eppure anche questo “non legame” ha contribuito a rendere celebre la sontuosa dimora del tardo ‘800 che con un’area di 2500 metri quadrati e una bella facciata in stile neogotico è coronata da due torri laterali.
Acquistato dal Comune di Ragusa nel 1982 che, dopo averlo accuratamente restaurato, l’ha aperto al pubblico, il castello di Donnafugata avrebbe origine all’epoca dei Chiaramonte, conti di Modica, cioè nel XIV° secolo. Le notizie che vogliono questa dimora residenza di Cabrera non hanno invece alcun riscontro storico ma sono solo il frutto di leggende del Quattrocento. Trasformato nel 1648 in masseria fortificata dal barone di Serri, Vincenzo Arezzo-La Rocca, divenne in seguito un edificio neoclassico e poi castello neogotico; la maggior parte della sua costruzione si deve però a Corrado Arezzo, uomo di studi e politico: fu proprio lui il principale artefice della trasformazione della preesistente casa di villeggiatura di famiglia nell’attuale castello.
La Sala della Musica è impreziosita alle pareti da trompe-l’oeil con paesaggi di fantasia e soggetti reali fra cui il Teatro Massimo e l’Orto Botanico di Palermo e sfondo con l’Etna; il soffitto della stanza è caratterizzato da una cornice con pitture che raffigurano interessi e passatempi dei proprietari del castello. Vi sono inoltre tre pianoforti a cilindro e martelletti e uno verticale.
Il nucleo più antico della fortezza, che corrisponde alla torre originaria, ospita la Stanza della Leggenda di Bianca di Navarra e il Salotto. Il primo ambiente sarebbe legato alle notizie secondo cui il conte Bernardo Cabrera avrebbe rinchiuso in questa camera la principessa Bianca, vedova del re Martino il Giovane per costringerla a sposarlo: la giovane donna riuscì però a fuggire e il conte si arrotolò fra le lenzuola ancora calde del letto. Il salottino è stato realizzato con pavimento in pietra asfaltica e calcare bianco mentre due grandi quadri contengono all’interno meccanismi di orologio.
Si può poi visitare la Foresteria con le camere da letto per gli ospiti: in ogni stanza le porte si affacciano su un disimpegno creato per rendere più semplici gli spostamenti degli ospiti e del personale di servitù. La Quadreria invece era l’ambiente dove si collezionavano i quadri privati: ad oggi sono esposte una quindicina di opere a soggetto mitologico e due a tema religioso.
La Sala del Biliardo ospita al suo centro un prezioso biliardo circondato da poltrone sistemate lungo le pareti e rialzate su una pedana per permettere una migliore visione; soffitto e pareti presentano paesaggi marini esotici e campagne siciliane. C’è poi l’Appartamento del Vescovo dove si accoglievano ospiti importanti: qui vi sono un salotto rosso con mobili Luigi Filippo e una camera in stile Boullée. In arte impero invece è il Salone degli Specchi ispirato a quello parigino di Versailles e adibito a feste e cerimonie.
Nel Salotto del Barone si può ammirare un raro ritratto del barone Corrado Arezzo de Spuches. Il Salone degli Stemmi è impreziosito infine da circa 750 stemmi dipinti sulle pareti.
Nell’Appartamento della Contessa, che prende il nome da Clara de Lestrade (pronipote di de Spuches), si possono visitare la sala da pranzo, lo studio del conte, il salottino della contessa e la camera da letto celeste ricavata nella torre circolare.
Fra i vari divertimenti voluti dal nobile proprietario c’è anche un labirinto fatto realizzare con muri a secco in pietra bianca di Ragusa (all’ingresso un soldato in pietra lo sorveglia): abbellita con siepi di rose rampicanti, questa struttura aveva forma trapezoidale simile a quella del labirinto inglese di Hampton Court, nei pressi di Londra, probabilmente visto dal de Spuches durante uno dei tanti viaggi.
Il castello di Donnafugata ospita anche la Galleria del Costume MU.DE.CO. dove è esposta la collezione Gabriele Arezzo di Trifiletti, fra le più importanti e preziose dal punto di vista etnoantropologico. Acquistata dal Comune di Ragusa nel 2015, è una testimonianza dell’abbigliamento indossato dall’aristocrazia siciliana: vi sono esposti (a rotazione) abiti appartenuti a Vincenzo Bellini, Michele Amari, la contessa Miramon oltre al costume che ispirò quello di Angelica nel Gattopardo.
Nonostante non vi sia mai stata ambientata alcuna scena del Gattopardo, il castello e il parco sono stati scelti come location per altri set cinematografici fra cui la serie TV Il Commissario Montalbano, Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone e Andiamo a quel Paese di Ficarra e Picone.
Il biglietto per l’ingresso al castello e al parco è di 6 € intero e 3 € ridotto. La riduzione del 50% è destinata ai visitatori di età compresa fra i 6 e i 18 anni, gli over 65, gli studenti dai 18 ai 26 anni, chi presenta in cassa il biglietto di utilizzo del trasporto pubblico (autobus, treno o taxi). I gruppi di 20 persone hanno diritto a 4 biglietti gratuiti mentre per le scolaresche l’ingresso è di 2 €.
Gratis per: under 6, diversamente abili con accompagnatore, guide turistiche, tour operator e visitatori con motivi di studio e ricerca.
Per raggiungere il castello dall’aeroporto di Comiso (16,5 km) si devono percorrere le Strade Provinciali SP20 e SP13 per poi svoltare a destra sulla SP71 per 2 km. Per chi arriva invece dall’aeroporto di Catania (110 km): immettersi nella A18/E45 verso Siracusa/Ragusa, prendere l’uscita Lentini-Carlentini sulla destra e proseguire in direzione di Ragusa. Seguire la SS514 sino all’uscita Vittoria-Comiso-Gela continuando sulle SP14 e SP13; infine svoltare a destra sulla SP71 per 2 km.
Informazioni castello.donnafugata@comune.ragusa.gov.it oppure +39 0932 619333
Sito ufficiale
Storia del Castello
Qualcuno farebbe derivare il nome del palazzo dall’episodio legato a Bianca di Navarra, reggente del regno di Sicilia alla morte del re e consorte Martino I°: imprigionata dal conte Bernardo Cabrera che la voleva come sposa, la giovane riuscì però a fuggire (da qui Donnafugata). In realtà il castello pare non fosse ancora stato costruito all’epoca della leggenda. Secondo altre fonti si tratterebbe invece della trascrizione dell’arabo Ayn al-Sihhat (Fonte della Salute) che in siciliano divenne Ronnafuata e ancora di un drammatico episodio, avvenuto in un non ben noto momento storico, in cui venne ritrovato il corpo di una donna deceduta per soffocamento (“donna affucata”).Acquistato dal Comune di Ragusa nel 1982 che, dopo averlo accuratamente restaurato, l’ha aperto al pubblico, il castello di Donnafugata avrebbe origine all’epoca dei Chiaramonte, conti di Modica, cioè nel XIV° secolo. Le notizie che vogliono questa dimora residenza di Cabrera non hanno invece alcun riscontro storico ma sono solo il frutto di leggende del Quattrocento. Trasformato nel 1648 in masseria fortificata dal barone di Serri, Vincenzo Arezzo-La Rocca, divenne in seguito un edificio neoclassico e poi castello neogotico; la maggior parte della sua costruzione si deve però a Corrado Arezzo, uomo di studi e politico: fu proprio lui il principale artefice della trasformazione della preesistente casa di villeggiatura di famiglia nell’attuale castello.
La visita al Castello di Donnafugata
Disposto su tre piani, il castello conta oltre 120 stanze di cui solo una ventina però sono oggi visitabili dal pubblico. Di grande bellezza è la scalinata monumentale con pavimento e vasi in pietra asfaltica, il calcare bituminoso di Ragusa: qui spiccano due copie di statue in gesso che raffigurano le Danzatrici del Canova e una riproduzione del Fauno danzante. Al piano nobile ci sono la Sala d’Attesa (o del Lucernario), un luminoso ambiente con consolle Luigi XVI° e alcuni grandi quadri dell’inizio dell’800; il Salottino dei Fumatori con carta da parati che testimonia la funzione della stanza (sigari e pipe) mentre il gioco delle carte è decorato sul soffitto in alcuni particolari di pittura; il Salotto della Donna con il suggestivo lampadario sospeso in vetro di Murano e étagère con intarsi in legno e decorazioni in bronzo.La Sala della Musica è impreziosita alle pareti da trompe-l’oeil con paesaggi di fantasia e soggetti reali fra cui il Teatro Massimo e l’Orto Botanico di Palermo e sfondo con l’Etna; il soffitto della stanza è caratterizzato da una cornice con pitture che raffigurano interessi e passatempi dei proprietari del castello. Vi sono inoltre tre pianoforti a cilindro e martelletti e uno verticale.
Il nucleo più antico della fortezza, che corrisponde alla torre originaria, ospita la Stanza della Leggenda di Bianca di Navarra e il Salotto. Il primo ambiente sarebbe legato alle notizie secondo cui il conte Bernardo Cabrera avrebbe rinchiuso in questa camera la principessa Bianca, vedova del re Martino il Giovane per costringerla a sposarlo: la giovane donna riuscì però a fuggire e il conte si arrotolò fra le lenzuola ancora calde del letto. Il salottino è stato realizzato con pavimento in pietra asfaltica e calcare bianco mentre due grandi quadri contengono all’interno meccanismi di orologio.
Si può poi visitare la Foresteria con le camere da letto per gli ospiti: in ogni stanza le porte si affacciano su un disimpegno creato per rendere più semplici gli spostamenti degli ospiti e del personale di servitù. La Quadreria invece era l’ambiente dove si collezionavano i quadri privati: ad oggi sono esposte una quindicina di opere a soggetto mitologico e due a tema religioso.
La Sala del Biliardo ospita al suo centro un prezioso biliardo circondato da poltrone sistemate lungo le pareti e rialzate su una pedana per permettere una migliore visione; soffitto e pareti presentano paesaggi marini esotici e campagne siciliane. C’è poi l’Appartamento del Vescovo dove si accoglievano ospiti importanti: qui vi sono un salotto rosso con mobili Luigi Filippo e una camera in stile Boullée. In arte impero invece è il Salone degli Specchi ispirato a quello parigino di Versailles e adibito a feste e cerimonie.
Nel Salotto del Barone si può ammirare un raro ritratto del barone Corrado Arezzo de Spuches. Il Salone degli Stemmi è impreziosito infine da circa 750 stemmi dipinti sulle pareti.
Nell’Appartamento della Contessa, che prende il nome da Clara de Lestrade (pronipote di de Spuches), si possono visitare la sala da pranzo, lo studio del conte, il salottino della contessa e la camera da letto celeste ricavata nella torre circolare.
Il parco del Castello
A fare da cornice al castello è uno splendido parco di 8 ettari, con 1500 specie vegetali, che si espande fra manufatti originali e essenze botaniche. Ci sono il tempietto circolare con la sottostante grotta sulla collina-belvedere, la Coffe House in architettura neoclassica, la Fontana dei Putti e il labirinto in pietra (detto Pirdituri). Ma non solo: il barone de Spuches aveva infatti fatto realizzare una finta chiesetta da dove un manichino vestito da frate abbracciava all’improvviso chi poggiava il piede sul secondo gradino dell’entrata oltre che diversi scherzi d’acqua fra cui uno collocato dietro la panchina semicircolare in pietra. Una curiosità? Le grandi foglie di ficus presenti qui nel parco potevano essere spedite come delle normali cartoline grazie a una particolare concessione regia.Fra i vari divertimenti voluti dal nobile proprietario c’è anche un labirinto fatto realizzare con muri a secco in pietra bianca di Ragusa (all’ingresso un soldato in pietra lo sorveglia): abbellita con siepi di rose rampicanti, questa struttura aveva forma trapezoidale simile a quella del labirinto inglese di Hampton Court, nei pressi di Londra, probabilmente visto dal de Spuches durante uno dei tanti viaggi.
Il castello di Donnafugata ospita anche la Galleria del Costume MU.DE.CO. dove è esposta la collezione Gabriele Arezzo di Trifiletti, fra le più importanti e preziose dal punto di vista etnoantropologico. Acquistata dal Comune di Ragusa nel 2015, è una testimonianza dell’abbigliamento indossato dall’aristocrazia siciliana: vi sono esposti (a rotazione) abiti appartenuti a Vincenzo Bellini, Michele Amari, la contessa Miramon oltre al costume che ispirò quello di Angelica nel Gattopardo.
Nonostante non vi sia mai stata ambientata alcuna scena del Gattopardo, il castello e il parco sono stati scelti come location per altri set cinematografici fra cui la serie TV Il Commissario Montalbano, Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone e Andiamo a quel Paese di Ficarra e Picone.
Informazioni utili: orari, biglietti e come arrivare
Il castello di Donnafugata è aperto da martedì a domenica dalle ore 9 alle 13 (chiusura cassa) e dalle ore 14 alle 17 (ore 16 chiusura cassa). La permanenza all’interno del castello è consentita sino alle 16.45. Lunedì chiuso.Il biglietto per l’ingresso al castello e al parco è di 6 € intero e 3 € ridotto. La riduzione del 50% è destinata ai visitatori di età compresa fra i 6 e i 18 anni, gli over 65, gli studenti dai 18 ai 26 anni, chi presenta in cassa il biglietto di utilizzo del trasporto pubblico (autobus, treno o taxi). I gruppi di 20 persone hanno diritto a 4 biglietti gratuiti mentre per le scolaresche l’ingresso è di 2 €.
Gratis per: under 6, diversamente abili con accompagnatore, guide turistiche, tour operator e visitatori con motivi di studio e ricerca.
Per raggiungere il castello dall’aeroporto di Comiso (16,5 km) si devono percorrere le Strade Provinciali SP20 e SP13 per poi svoltare a destra sulla SP71 per 2 km. Per chi arriva invece dall’aeroporto di Catania (110 km): immettersi nella A18/E45 verso Siracusa/Ragusa, prendere l’uscita Lentini-Carlentini sulla destra e proseguire in direzione di Ragusa. Seguire la SS514 sino all’uscita Vittoria-Comiso-Gela continuando sulle SP14 e SP13; infine svoltare a destra sulla SP71 per 2 km.
Informazioni castello.donnafugata@comune.ragusa.gov.it oppure +39 0932 619333
Sito ufficiale