Il Castello Reale di Racconigi
In questa fortezza, dove è nato l'ultimo Re d'Italia Umberto II, è possibile rivivere i fasti della casata dei Savoia, con ambientazioni, stucchi ed arredamenti che attraversano oltre 300 anni di storia.
Per secoli dimora di principi e re, è oggi uno splendido museo aperto al pubblico e inserito nel circuito delle Residenze Sabaude del Piemonte. A pochi chilometri da Torino, nel Comune di Racconigi, l’omonimo Castello Reale nato come fortezza per volere dei marchesi di Saluzzo nei primi anni del XIII° secolo è uno di patrimoni mondiali dell’Unesco.
Luogo di villeggiatura reale, dai tempi di Carlo Alberto sino alla caduta della monarchia, il castello di Racconigi è anche una preziosa oasi naturalistica dove passeggiare fra giardini e serre e osservare da vicino le cicogne che nidificano nel parco.
E’ nel corso dell’Ottocento però che il castello torna al suo antico splendore, dopo un buio periodo di decadenza, grazie alla lungimiranza di Carlo Alberto, re di Sardegna, che chiama a corte l’ingegnere Ernesto Melano e l’architetto Pelagio Pelagi. Ammodernati alcuni locali dell’antica dimora dove nel 1904 nacque anche l’ultimo re d’Italia, Umberto II°, il palazzo ospitò, fra l’altro, la visita dello zar Nicola II° nel 1909 e le nozze della principessa Mafalda nel 1925.
Con il Referendum del 2 Giugno 1946, il castello venne chiuso; nel 1980, dopo 34 anni di esilio, Umberto II° decise di vendere la proprietà allo Stato Italiano chiedendo però che la nuova destinazione fosse dedicata a attività culturali. Riaperta al pubblico nel 1994, la dimora è stata oggetto, e lo è costantemente, di importanti restauri e ammodernamenti per riportare agli antichi fasti i piani nobili che custodiscono arredi e dipinti dell’epoca.
La stanza da letto della regina Maria Adelaide ospita invece la culla dell’Ottocento utilizzata per il piccolo Umberto I°, collocata vicino al letto in ferro battuto del Cambiaggio. Il secondo piano del palazzo reale, completamente ristrutturato a partire dai primi anni del Novecento, è caratterizzato da uno stile decò più tipico delle dimore borghesi che delle residenze di principi. Qui si possono ammirare la camera da letto di Maria José (in precedenza già della regina Elena) con arredi laccati di bianco e il salotto della musica, sempre della principessa, con il soffitto decorato da motivi stilizzati di strumenti musicali. Nei sotterranei, infine, vi sono le ampie cucine, vera e propria modernità per l’epoca grazie a una vasta gamma di stoviglie, attrezzi, stampi e oggetti vari; le sale attigue ospitano la macelleria e la ghiacciaia.
Il grande parco di 170 ettari progettato in origine dall’architetto della reggia di Versailles, André le Notre, nel XVII° secolo, per circondare il castello venne poi trasformato su volere della principessa Giuseppina di Lorena-Armagnac su progetto di Giacomo Pregliasco che lo disegnò con una natura più rigogliosa e selvaggia. Lo stile romantico con cui si presenta oggi risale a Carlo Alberto che nel 1836 affidò i lavori al paesaggista prussiano Xavier Kurten: il risultato, con la risistemazione dei viali, del lago e l’aggiunta di ponticelli e nuovi filari d’alberi, è il tipico spazio verde del XIX° secolo. Premiato nel 2010 come parco più bello d’Italia, ospita ben 2 mila alberi fra cui frassini, aceri, olmi, tigli e cedri ma anche meli, ciliegi e noccioli. Di grande bellezza sono un platano orientale alto 42 metri e una zelkova che raggiunge i 35 metri, di circa 200 anni. Il giardino ospita inoltre una ricca fauna di aironi cinerini, picchi, poiane, anatre, garzette, scoiattoli, tassi e volpi. Le cicogne nidificano invece sui camini del castello.
Passeggiando per il parco si possono inoltre osservare la fitta rete di canali che permette il ricambio idrico del lago e diversi edifici fra cui la Fagianaia (in origine una piccola chiesa gotica), il Tempietto dorico, la Grotta del Mago Merlino, il complesso rurale della Margaria (cascina in stile neogotico) con all’interno le serre reali dotate di un sistema di riscaldamento estremamente all’avanguardia per l’epoca.
Tariffe d’ingresso: castello 5€ intero e 2€ ridotto (ragazzi dai 18 ai 25 anni); parco 2€. Gratuito per minori di 18 anni, giornalisti, docenti delle scuole pubbliche e private paritarie, studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia, titolari dell’abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card, persone con disabilità e accompagnatori.
L’accesso al castello è previsto con visite guidate in gruppi di massimo 25 persone; da martedì a sabato nei seguenti orari: 9, 10.30, 12, 14, 15.30, 17 e 18. La domenica la visita è accompagnata.
Indirizzo: Piazza Carlo Alberto – 12035 Racconigi (Cuneo) – Piemonte
Per raggiungere il castello: in aereo, aeroporto Sandro Pertini di Torino (info Sagat) oppure Levaldigi di Cuneo (info Geac); in treno, stazione di Racconigi; in auto, da autostrada A6 uscita Carmagnola e proseguire in direzione Racconigi; in auto da Asti/autostrada A33 fino al termine dell’autostrada nei pressi di Alba, poi procedere per Bra, Cavallermaggiore e Racconigi. Possibilità di parcheggio nelle vicinanze.
Visitatori con disabilità motorie: l’accesso al percorso di visita è reso possibile dalla presenza di ascensori. Il 1° e 2° piano sono accessibili mentre non lo sono le cucine per la presenza di barriere architettoniche.
Sito di riferimento: www.polomusealepiemonte.beniculturali.it
Luogo di villeggiatura reale, dai tempi di Carlo Alberto sino alla caduta della monarchia, il castello di Racconigi è anche una preziosa oasi naturalistica dove passeggiare fra giardini e serre e osservare da vicino le cicogne che nidificano nel parco.
La storia del castello
Divenuto proprietà nel 1620 di Tommaso Francesco di Savoia, figlio del duca Carlo Emanuele I°, l’edificio fu ristrutturato e ampliato per essere trasformato in dimora signorile grazie al progetto dell’architetto Guarino Guarini: a quel periodo risalgono la facciata nord e l’innalzamento della parte centrale col tetto a pagoda. Gli interni decorati con stucchi furono invece realizzati nel Settecento da Ludovico Luigi Vittorio di Carignano.E’ nel corso dell’Ottocento però che il castello torna al suo antico splendore, dopo un buio periodo di decadenza, grazie alla lungimiranza di Carlo Alberto, re di Sardegna, che chiama a corte l’ingegnere Ernesto Melano e l’architetto Pelagio Pelagi. Ammodernati alcuni locali dell’antica dimora dove nel 1904 nacque anche l’ultimo re d’Italia, Umberto II°, il palazzo ospitò, fra l’altro, la visita dello zar Nicola II° nel 1909 e le nozze della principessa Mafalda nel 1925.
Con il Referendum del 2 Giugno 1946, il castello venne chiuso; nel 1980, dopo 34 anni di esilio, Umberto II° decise di vendere la proprietà allo Stato Italiano chiedendo però che la nuova destinazione fosse dedicata a attività culturali. Riaperta al pubblico nel 1994, la dimora è stata oggetto, e lo è costantemente, di importanti restauri e ammodernamenti per riportare agli antichi fasti i piani nobili che custodiscono arredi e dipinti dell’epoca.
La residenza e il suo parco
La visita inizia dal primo piano del castello, o piano nobile, con gli ampi saloni di rappresentanza fra cui spiccano quello del Biliardo dove trova spazio il tavolo disegnato dal Palagi, sorretto da leoni in bronzo, e la Galleria di Eolo così chiamata per via delle scene di ispirazione omerica dipinte sul soffitto da Carlo Bellosio. Sculture dell’Ottocento, con la Dama Velata di Raffaele Monti, impreziosiscono la Cappella a cui si accede dalla galleria con le scene di Ulisse e il dio dei venti. Di grande pregio sono il Gabinetto Etrusco, salotto privato del re, la Sala del Ricevimento con il bel lampadario in cristallo di Boemia e le tappezzerie damascate; e ancora la Sala della Musica con il pianoforte Bechstein, la Galleria dei Ritratti (di Casa Savoia), le Sale Cinesi con porcellane antiche e carta di riso alle pareti, la Sala del Mappamondo e quella d’Ercole.La stanza da letto della regina Maria Adelaide ospita invece la culla dell’Ottocento utilizzata per il piccolo Umberto I°, collocata vicino al letto in ferro battuto del Cambiaggio. Il secondo piano del palazzo reale, completamente ristrutturato a partire dai primi anni del Novecento, è caratterizzato da uno stile decò più tipico delle dimore borghesi che delle residenze di principi. Qui si possono ammirare la camera da letto di Maria José (in precedenza già della regina Elena) con arredi laccati di bianco e il salotto della musica, sempre della principessa, con il soffitto decorato da motivi stilizzati di strumenti musicali. Nei sotterranei, infine, vi sono le ampie cucine, vera e propria modernità per l’epoca grazie a una vasta gamma di stoviglie, attrezzi, stampi e oggetti vari; le sale attigue ospitano la macelleria e la ghiacciaia.
Il grande parco di 170 ettari progettato in origine dall’architetto della reggia di Versailles, André le Notre, nel XVII° secolo, per circondare il castello venne poi trasformato su volere della principessa Giuseppina di Lorena-Armagnac su progetto di Giacomo Pregliasco che lo disegnò con una natura più rigogliosa e selvaggia. Lo stile romantico con cui si presenta oggi risale a Carlo Alberto che nel 1836 affidò i lavori al paesaggista prussiano Xavier Kurten: il risultato, con la risistemazione dei viali, del lago e l’aggiunta di ponticelli e nuovi filari d’alberi, è il tipico spazio verde del XIX° secolo. Premiato nel 2010 come parco più bello d’Italia, ospita ben 2 mila alberi fra cui frassini, aceri, olmi, tigli e cedri ma anche meli, ciliegi e noccioli. Di grande bellezza sono un platano orientale alto 42 metri e una zelkova che raggiunge i 35 metri, di circa 200 anni. Il giardino ospita inoltre una ricca fauna di aironi cinerini, picchi, poiane, anatre, garzette, scoiattoli, tassi e volpi. Le cicogne nidificano invece sui camini del castello.
Passeggiando per il parco si possono inoltre osservare la fitta rete di canali che permette il ricambio idrico del lago e diversi edifici fra cui la Fagianaia (in origine una piccola chiesa gotica), il Tempietto dorico, la Grotta del Mago Merlino, il complesso rurale della Margaria (cascina in stile neogotico) con all’interno le serre reali dotate di un sistema di riscaldamento estremamente all’avanguardia per l’epoca.
Informazioni utili, orari e prezzi della visita al castello
Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 9 alle 19 con ultimo ingresso alle ore 18. Chiuso il lunedì. Il parco (anch’esso chiuso al pubblico nelle giornate di lunedì) è aperto sempre da martedì a domenica in orario 9.30/19 (ultimo accesso alle 18.30)Tariffe d’ingresso: castello 5€ intero e 2€ ridotto (ragazzi dai 18 ai 25 anni); parco 2€. Gratuito per minori di 18 anni, giornalisti, docenti delle scuole pubbliche e private paritarie, studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia, titolari dell’abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card, persone con disabilità e accompagnatori.
L’accesso al castello è previsto con visite guidate in gruppi di massimo 25 persone; da martedì a sabato nei seguenti orari: 9, 10.30, 12, 14, 15.30, 17 e 18. La domenica la visita è accompagnata.
Indirizzo: Piazza Carlo Alberto – 12035 Racconigi (Cuneo) – Piemonte
Per raggiungere il castello: in aereo, aeroporto Sandro Pertini di Torino (info Sagat) oppure Levaldigi di Cuneo (info Geac); in treno, stazione di Racconigi; in auto, da autostrada A6 uscita Carmagnola e proseguire in direzione Racconigi; in auto da Asti/autostrada A33 fino al termine dell’autostrada nei pressi di Alba, poi procedere per Bra, Cavallermaggiore e Racconigi. Possibilità di parcheggio nelle vicinanze.
Visitatori con disabilità motorie: l’accesso al percorso di visita è reso possibile dalla presenza di ascensori. Il 1° e 2° piano sono accessibili mentre non lo sono le cucine per la presenza di barriere architettoniche.
Sito di riferimento: www.polomusealepiemonte.beniculturali.it