La Basilica di Sant'Ambrogio a Milano
E' la chiesa pių antica di Milano e uno dei luoghi pių amati dai milanesi, dove ogni nno si svolge la fiera Oh Bej oh Bej.. Il suo stile romanico č uno dei riferimenti architettonici in Italia.
La tradizione vuole che poggiando l’orecchio su questa pietra si possano sentire i rumori dello Stige e che vicino ai due fori si senta odore di zolfo. Di cosa stiamo parlando? Della “colonna del diavolo” situata sul lato sinistro nella piazza della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Si racconta infatti che il diavolo cercando di trafiggere il santo con le sue corna le abbia invece conficcate in questa colonna di epoca romana (utilizzata in realtà per incoronare gli imperatori germanici).
Ma non è la sola curiosità che riguarda l’antica Basilica Martyrum, prezioso monumento paleocristiano e medievale e seconda chiesa per importanza della città lombarda. Non tutti sanno ad esempio che proprio nella basilica milanese è ambientato il primo atto dell’opera I Lombardi alla Prima Crociata di Giuseppe Verdi o che la Royce Hall all’Università di Los Angeles è ispirata alla facciata della chiesa. E la storia del Serpente di Mosé la conoscete? Questa scultura in bronzo all’interno di Sant’Ambrogio venne donata da Basilio II° nel 1007: si dice che quando il serpente scenderà dalla colonna su cui è accoccolato ci sarà la fine del mondo.
Con pianta paleocristiana originaria – tre navate absidate ma senza transetto e con quadriportico antistante -, la chiesa ha successivamente modificato il suo aspetto fra il 1088 e il 1099 quando, su progetto di Anselmo III° da Rho, fu ricostruita in stile romanico; in seguito venne innalzato il secondo campanile, quello dei canonici e verso la fine del XII° secolo costruito il tiburio che, andato distrutto, richiese ben presto una nuova ricostruzione.
Gravemente danneggiata dai bombardamenti anglo-americani del 1943 (fra cui la parte esterna del portico, la cupola della basilica e il mosaico dietro l’altare) venne restaurata e riportata agli antichi splendori nel corso degli anni ’50. Nel 2005, gli scavi archeologici per la costruzione di un parcheggio sotterraneo nei pressi della basilica, hanno rinvenuto a 3-4 metri di profondità una novantina di tombe dell’antico cimitero dei martiri.
La basilica, dove in epoca altomedievale gli imperatori venivano incoronati re d’Italia – si ricordano Ottone I°, Enrico VII° di Lussemburgo e Carlo IV° -, è costruita con mattoni di diverso colore, pietra e intonaco bianco; modello quasi unico di romanico lombardo (altre chiese simili come quelle di Pavia o Novara e Vercelli sono andate distrutte o radicalmente trasformate) è l’espressione di un importante rinnovamento architettonico nella concezione della luce che proviene soprattutto dalle grandi finestre della facciata.
Il prospetto a capanna della basilica si presenta largo e piuttosto schiacciato con due logge sovrapposte (con 5 arcate uguali quella inferiore e 5 differenti quella superiore); il portico ha arcate con pilastri e semicolonne e nella decorazione dei capitelli vi sono elementi pre-romanici che si mescolano a rappresentazioni animali e vegetali. Sulle pareti si trovano bassorilievi, affreschi del XII° e XIII° secolo, stemmi, scudi araldici e lapidi funerarie. Fra il portale centrale e quello di sinistra vi è infine il sarcofago di Pier Candido Decembrio del XV° secolo.
Due torri campanarie completano l’edificio religioso: quello dei monaci, a destra, più austero e risalente al IX° secolo e quello dei canonici, sulla sinistra, più alto. Entrambi i campanili cono in stile transalpino e ospitano un concerto di 5 bronzi in tono di Do3 maggiore crescente fuse da Bartolomeo Bozzi nel 1755 (i canonici) e una campana fusa nel 1582 che risuona ogni venerdì alle 15 per l’Agonia del Signore (quello dei monaci).
Fra le opere più importanti della basilica vi è anche il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, una piccola cappella fatta erigere attorno al 316/328 dal vescovo Materno per ospitare le reliquie di Vittore (in realtà Ambrogio fece seppellire qui il fratello Satiro): splendide sono le decorazioni a mosaico sulle pareti e sul soffitto. Nell’attuale cripta, risultato degli interventi eseguiti nel XVIII° secolo, si può ancora vedere la lapide che ricorda dove un tempo fosse stata sepolta santa Marcellina, sorella di Ambrogio. Infine, costruito nl 1951 dalla ditta milanese Balbiani Vegezzi Bossi, è l’organo a canne della basilica, a trasmissione integralmente elettrica.
Davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre (ricorrenza festiva per i milanesi) si svolge la tradizionale fiera degli Oh Bej! Oh Bej! che ogni anno richiama migliaia di curiosi da tutt’Italia e non solo. Qui, fra vin brulé, caldarroste e bancarelle con addobbi natalizi, ci si prepara a festeggiare l’arrivo del Natale ricordando il santo considerato anche protettore delle api e degli apicoltori.
I portatori di disabilità motorie possono accedere senza problemi alla basilica: guardando la facciata principale, sulla sinistra è collocato uno scivolo provvisorio.
Indirizzo: piazza Sant’Ambrogio 15 (civico nei pressi dell’Università Cattolica) – piazza Sant’Ambrogio 25 (civico alla sinistra della basilica) 20123 Milano.
Per raggiungere la basilica con i mezzi pubblici: metropolitana MM2 (linea verde) scendendo alla fermata Sant’Ambrogio; bus ATM n° 50, 58 e 94.
Sito ufficiale www.basilicasantambrogio.it
Ma non è la sola curiosità che riguarda l’antica Basilica Martyrum, prezioso monumento paleocristiano e medievale e seconda chiesa per importanza della città lombarda. Non tutti sanno ad esempio che proprio nella basilica milanese è ambientato il primo atto dell’opera I Lombardi alla Prima Crociata di Giuseppe Verdi o che la Royce Hall all’Università di Los Angeles è ispirata alla facciata della chiesa. E la storia del Serpente di Mosé la conoscete? Questa scultura in bronzo all’interno di Sant’Ambrogio venne donata da Basilio II° nel 1007: si dice che quando il serpente scenderà dalla colonna su cui è accoccolato ci sarà la fine del mondo.
Storia
Costruita per volere del vescovo Ambrogio fra il 379 e il 386 sul luogo di sepoltura dei cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane e dedicata a Vittore, Vitale, Felice, Valeria, Gervaso, Protaso, Satiro e Nabore (da qui Basilica Martyrum), assunse il nome attuale nel 397 alla morte stessa del santo.Con pianta paleocristiana originaria – tre navate absidate ma senza transetto e con quadriportico antistante -, la chiesa ha successivamente modificato il suo aspetto fra il 1088 e il 1099 quando, su progetto di Anselmo III° da Rho, fu ricostruita in stile romanico; in seguito venne innalzato il secondo campanile, quello dei canonici e verso la fine del XII° secolo costruito il tiburio che, andato distrutto, richiese ben presto una nuova ricostruzione.
Gravemente danneggiata dai bombardamenti anglo-americani del 1943 (fra cui la parte esterna del portico, la cupola della basilica e il mosaico dietro l’altare) venne restaurata e riportata agli antichi splendori nel corso degli anni ’50. Nel 2005, gli scavi archeologici per la costruzione di un parcheggio sotterraneo nei pressi della basilica, hanno rinvenuto a 3-4 metri di profondità una novantina di tombe dell’antico cimitero dei martiri.
La basilica, dove in epoca altomedievale gli imperatori venivano incoronati re d’Italia – si ricordano Ottone I°, Enrico VII° di Lussemburgo e Carlo IV° -, è costruita con mattoni di diverso colore, pietra e intonaco bianco; modello quasi unico di romanico lombardo (altre chiese simili come quelle di Pavia o Novara e Vercelli sono andate distrutte o radicalmente trasformate) è l’espressione di un importante rinnovamento architettonico nella concezione della luce che proviene soprattutto dalle grandi finestre della facciata.
Il prospetto a capanna della basilica si presenta largo e piuttosto schiacciato con due logge sovrapposte (con 5 arcate uguali quella inferiore e 5 differenti quella superiore); il portico ha arcate con pilastri e semicolonne e nella decorazione dei capitelli vi sono elementi pre-romanici che si mescolano a rappresentazioni animali e vegetali. Sulle pareti si trovano bassorilievi, affreschi del XII° e XIII° secolo, stemmi, scudi araldici e lapidi funerarie. Fra il portale centrale e quello di sinistra vi è infine il sarcofago di Pier Candido Decembrio del XV° secolo.
Due torri campanarie completano l’edificio religioso: quello dei monaci, a destra, più austero e risalente al IX° secolo e quello dei canonici, sulla sinistra, più alto. Entrambi i campanili cono in stile transalpino e ospitano un concerto di 5 bronzi in tono di Do3 maggiore crescente fuse da Bartolomeo Bozzi nel 1755 (i canonici) e una campana fusa nel 1582 che risuona ogni venerdì alle 15 per l’Agonia del Signore (quello dei monaci).
Interno della Basilica di Sant'Ambrogio
E l’interno? Entrando nella basilica se ne possono ammirare le volte a crociera a costoloni, il presbiterio con l’altare maggiore realizzato fra l’824 e l’859 da Vuolvino, il ciborio di epoca ottoniana voluto dall’arcivescovo di Milano Angilberto II° con gli altorilievi che ritraggono Cristo che affida il mandato a Pietro e Paolo, Sant’Ambrogio omaggiato da due monaci con San Gervaso e san Protaso, San Benedetto e Santa Scolastica omaggiati anch’essi da due monaci e due monache. Di pregio è anche il mosaico del catino absidale, in parte ricostruito dopo la seconda guerra mondiale con i resti di quello distrutto dalle bombe: realizzato nel IV° secolo ma già rimaneggiato più volte prima del IX° secolo, ospita scene di vita di Sant’Ambrogio e il Pantocratore fra Gervaso e Protaso.Fra le opere più importanti della basilica vi è anche il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, una piccola cappella fatta erigere attorno al 316/328 dal vescovo Materno per ospitare le reliquie di Vittore (in realtà Ambrogio fece seppellire qui il fratello Satiro): splendide sono le decorazioni a mosaico sulle pareti e sul soffitto. Nell’attuale cripta, risultato degli interventi eseguiti nel XVIII° secolo, si può ancora vedere la lapide che ricorda dove un tempo fosse stata sepolta santa Marcellina, sorella di Ambrogio. Infine, costruito nl 1951 dalla ditta milanese Balbiani Vegezzi Bossi, è l’organo a canne della basilica, a trasmissione integralmente elettrica.
Davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre (ricorrenza festiva per i milanesi) si svolge la tradizionale fiera degli Oh Bej! Oh Bej! che ogni anno richiama migliaia di curiosi da tutt’Italia e non solo. Qui, fra vin brulé, caldarroste e bancarelle con addobbi natalizi, ci si prepara a festeggiare l’arrivo del Natale ricordando il santo considerato anche protettore delle api e degli apicoltori.
Informazioni utili per visitare la Basilica
Possibilità di visite guidate da lunedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18, la domenica dalle 15 alle 17; i gruppi e le scolaresche devono prenotare la visita. Per informazioni si possono contattare gli uffici della segreteria dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 (lunedì-venerdì) al +39 02.86450895 o scrivendo a santambrogio@chiesadimilano.it e info@basilicasantambrogio.itI portatori di disabilità motorie possono accedere senza problemi alla basilica: guardando la facciata principale, sulla sinistra è collocato uno scivolo provvisorio.
Indirizzo: piazza Sant’Ambrogio 15 (civico nei pressi dell’Università Cattolica) – piazza Sant’Ambrogio 25 (civico alla sinistra della basilica) 20123 Milano.
Per raggiungere la basilica con i mezzi pubblici: metropolitana MM2 (linea verde) scendendo alla fermata Sant’Ambrogio; bus ATM n° 50, 58 e 94.
Sito ufficiale www.basilicasantambrogio.it