Il Palazzo ed il Parco di Sanssouci a Potsdam
Questa sontuosa reggia ci racconta della passione per l'arte e l'architettura di Federico II il Grande, Re di Prussia. Da non perdere anche il vasto parco ricco di edifici ed attrazioni.
Siete mai stati a Potsdam? Se la risposta è no, allora vi conviene rimediare al più presto tanto per non perdervi la gradevolezza di una città a pochi chilometri da Berlino - specchio fiero della Germania più orgogliosa - quanto per non rinunciare alla visione di quello che dovrebbe a ragione essere considerato una meraviglia del mondo, ovvero il Palazzo di Sanssouci.
Si fa un gran parlare sia nei libri di storia che nei discorsi sognanti della rinomata Reggia di Versailles, eppure la residenza tedesca dovrebbe meritare la medesima attenzione e fama potendo rivaleggiare ad armi pari con l’attrazione transalpina.
Eretto fra il 1745 e il 1747 per poi beneficiare di un degno ampliamento sotto Federico Guglielmo IV, che nel 1841 fece allargare le ali laterali, l’edificio è dal 1990 Patrimonio dell’Umanità UNESCO in virtù del suo ergersi a lussuoso complesso traboccante di tesori e memorabilia. Il sovrano prussiano desiderava poter soggiornare in una dimora che riflettesse non soltanto il rango ma anche lo stato d’animo del proprietario. Federico II il Grande era famoso per la sua personale condotta di vita in linea con una filosofia tipica del laisser faire scevra di ansia e pensieri. Scopriamo di rimando che Sanssouci deriva dalle parole francesi “sans souci”, vale a dire “senza preoccupazioni”.
In effetti risiedere entro i confini di un tale monumento garantiva uno speciale isolamento che non poteva che essere corroborante, impossibile da scalfire o intaccare. Il re che pronunciò la celeberrima frase “Una corona non è nient’altro che un cappello nel quale ci piove dentro” pensò alle terrazze di Weinberg per creare il suo rifugio di quiete, nato per durare fino alla morte di Federico. Per fortuna Palazzo Sanssouci (sorto da un progetto disegnato dall’architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff basandosi sugli schizzi reali) ha perdurato nel tempo come a voler ambire all’immortalità, sicché oggi rifulge di uno splendore raro, acuito da un’originalità mai violata e perennemente preservata: stanze, arredi, dipinti e suppellettili appartengono tutti alla sfera dei primordi e costituiscono il filo che lega il presente al passato con indefessa continuità.
La privacy del meraviglioso schloss veniva volutamente inframezzata da concerti, salotti letterari e simposi di filosofia ai quali spesso veniva invitato lo scrittore e poeta Voltaire, che fra queste mura visse tre intensi anni (informazione ogni modo incerta, più corretto parlare di assidua frequentazione). Federico II gli dedicò la Sala Voltaire, arricchita di decorazioni comprendenti motivi naturalistici.
Il parco, accostato a un bel vigneto a terrazze cui si accede tramite una scalinata di ben 132 gradini e due rampe laterali (rappresenta la frontalità castellare, un progetto dell’architetto Friedrich Wilhelm Diterichs, poi portato a termine nel 1746 da Philipp Friedrich Krutisch), segue lo stile barocco e prevede un viale lungo 2,5 km che lo affronta in rettilineo in qualità di spettacolare decumano (che dirama in viali più corti orientati in ogni direzione per un’esplorazione a 360 gradi) sviluppato fra aiuole fiorite, enormi siepi e 3.000 alberi da frutto oltre a gruppi di statue finemente realizzate. Una visita accurata dei vari ambienti richiede di norma un’intera giornata, lo sanno bene gli oltre 18 milioni di turisti l’anno.
La Sala di Marmo si ispira per genius loci al Pantheon di Roma, è coperta da una cupola luminosa e fungeva naturalmente da sala delle feste; di distinta funzione la Biblioteca, più raccolta e a carattere prettamente culturale, annoverante ca. 2.100 volumi incentrati su poesia, storiografia greca e romana e letteratura francese sette e ottocentesca.
In conclusione, il Palazzo di Sanssouci rappresentava e rappresenta tuttora in tutto e per tutto la personalità del suo creatore, poiché Federico II, sebbene alieno a etichetta e tendenze modaiole, possedeva gusto fine e amava circondarsi di cose belle che potessero allietare la sua solitudine regia. Morì il 17 agosto 1786 su una poltrona dello studio privato, avendo preliminarmente dato disposizioni testamentarie riguardo la sua sepoltura, altro indice del suo coriaceo carattere:
“Ho vissuto come filosofo e voglio essere sepolto come tale, senza fasto, senza pompa, senza sfarzo. Non voglio che il mio corpo sia aperto né imbalsamato. Mi si seppellisca a Sanssouci, in cima alle terrazze, in una fossa che mi sono fatto predisporre [...]. Se dovessi morire in guerra o in viaggio, mi si deve seppellire nel primo miglior posto e in inverno portarmi a Sanssouci nel luogo indicato.”
Le sue istruzioni vennero rispettate soltanto 205 anni dopo la dipartita (subito dopo la morte, infatti, il nipote Federico Guglielmo II fece seppellire il corpo nella Chiesa della Guarnigione di Potsdam affianco a Federico Guglielmo I), il 17 agosto 1991, quando la bara con la salma fu sepolta nel cortile della residenza, adornato dal gruppo marmoreo Flora con Zefiro scolpito nel 1749 da François Gaspard Balthazar Adam.
Dove: Potsdamer Platz, 1 - Potsdam.
Orari di apertura: dall’1 novembre al 31 marzo con orario 10.00 - 17.00, dall’1 aprile al 31 ottobre con orario 10.00 – 18.00, tutti i giorni tranne il lunedì.
Biglietto: € 12.00 intero, € 8.00 ridotto.
Maggiori informazioni: consultare il sito ufficiale oppure chiamare il tel. 0331/9694200.
Come arrivare
Da Berlino il palazzo è facilmente raggiungibile con la metropolitana oppure con gli autobus 614, 650, 695, X15, 692, 697 e N17; in auto basta seguire le indicazioni.
Si fa un gran parlare sia nei libri di storia che nei discorsi sognanti della rinomata Reggia di Versailles, eppure la residenza tedesca dovrebbe meritare la medesima attenzione e fama potendo rivaleggiare ad armi pari con l’attrazione transalpina.
La Reggia di Federico II di Prussia
Il palazzo è semplicemente grandioso e riporta strutturalmente le caratteristiche di uno schloss, castello che in questo caso ottempera pienamente allo stile rococò secondo la volontà del suo esimio fondatore, il re di Prussia Federico II il Grande.Eretto fra il 1745 e il 1747 per poi beneficiare di un degno ampliamento sotto Federico Guglielmo IV, che nel 1841 fece allargare le ali laterali, l’edificio è dal 1990 Patrimonio dell’Umanità UNESCO in virtù del suo ergersi a lussuoso complesso traboccante di tesori e memorabilia. Il sovrano prussiano desiderava poter soggiornare in una dimora che riflettesse non soltanto il rango ma anche lo stato d’animo del proprietario. Federico II il Grande era famoso per la sua personale condotta di vita in linea con una filosofia tipica del laisser faire scevra di ansia e pensieri. Scopriamo di rimando che Sanssouci deriva dalle parole francesi “sans souci”, vale a dire “senza preoccupazioni”.
In effetti risiedere entro i confini di un tale monumento garantiva uno speciale isolamento che non poteva che essere corroborante, impossibile da scalfire o intaccare. Il re che pronunciò la celeberrima frase “Una corona non è nient’altro che un cappello nel quale ci piove dentro” pensò alle terrazze di Weinberg per creare il suo rifugio di quiete, nato per durare fino alla morte di Federico. Per fortuna Palazzo Sanssouci (sorto da un progetto disegnato dall’architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff basandosi sugli schizzi reali) ha perdurato nel tempo come a voler ambire all’immortalità, sicché oggi rifulge di uno splendore raro, acuito da un’originalità mai violata e perennemente preservata: stanze, arredi, dipinti e suppellettili appartengono tutti alla sfera dei primordi e costituiscono il filo che lega il presente al passato con indefessa continuità.
Cosa vedere nel complesso di Sanssouci
Come qualunque altra roccaforte regia che si rispetti, anche Sanssouci si attornia di una sterminata area parcale la cui superficie raggiunge i 290 ettari includendo, oltre al complesso principale, gioielli architettonici di impareggiabile ingegno, il Neues Palais (Nuovo Palazzo, costruito fra il 1763 e il 1769, conta 200 stanze), il Chinesisches Teehaus (Casa del Te Cinese, ospita una pingue collezione di porcellane orientali), l’Orangerie in stile rinascimentale, la Neue Kammern (Casa per gli Ospiti), il Castello Charlottenhof, la Bildergallerie (Pinacoteca) e, infine, il Mulino Storico d'impianto olandese, eretto nel 1790, distrutto dai bombardamenti nel 1945 e riedificato nel 1993.La privacy del meraviglioso schloss veniva volutamente inframezzata da concerti, salotti letterari e simposi di filosofia ai quali spesso veniva invitato lo scrittore e poeta Voltaire, che fra queste mura visse tre intensi anni (informazione ogni modo incerta, più corretto parlare di assidua frequentazione). Federico II gli dedicò la Sala Voltaire, arricchita di decorazioni comprendenti motivi naturalistici.
Il parco e i giardini
La "Versailles prussiana", introdotta da un eccelso vestibolo scandito da colonnine corinzie, capitelli dorati e raffigurazioni mitiche, emana costantemente romanticismo e idillio con i suoi sfavillanti giardini brulicanti di sculture (il favoloso Giardino d’Inverno ospita una galleria d’arte), grotte (mitica la Grotta di Nettuno), obelischi, la Drachenhaus (Casa dei Draghi), la pagoda adibita a sontuosa caffetteria, templi (notevoli quelli dell’Amicizia e delle Antichità) e fontane dagli scenografici giochi d’acqua. Sono essi elementi accuratamente studiati dal re per consolidare l’armonia fra uomo e natura, precetto rispettato anche con gli implementi successivi che si protrassero fino al 1842, anno in cui il palazzo poté dirsi finalmente completo e al massimo della sua mole già stupefacente.Il parco, accostato a un bel vigneto a terrazze cui si accede tramite una scalinata di ben 132 gradini e due rampe laterali (rappresenta la frontalità castellare, un progetto dell’architetto Friedrich Wilhelm Diterichs, poi portato a termine nel 1746 da Philipp Friedrich Krutisch), segue lo stile barocco e prevede un viale lungo 2,5 km che lo affronta in rettilineo in qualità di spettacolare decumano (che dirama in viali più corti orientati in ogni direzione per un’esplorazione a 360 gradi) sviluppato fra aiuole fiorite, enormi siepi e 3.000 alberi da frutto oltre a gruppi di statue finemente realizzate. Una visita accurata dei vari ambienti richiede di norma un’intera giornata, lo sanno bene gli oltre 18 milioni di turisti l’anno.
Il Castello di Sanssouci
La residenza – la cui facciata meridionale (in netta antitesi con quella settentrionale votata alla sobrietà) viene messa in risalto da telamoni, cariatidi, satiri e baccanti scolpiti direttamente sul posto dall’artista Friedrich Christian Glume - dà l’illusione di essere grandissima, ma in realtà non lo è, anzi le sue dimensioni risultano ridotte (91,6 metri di lunghezza, 15,3 di larghezza e 12,5 di altezza), a misura di intimità, enfatizzate più che altro dagli spazi esterni, e quelli vanno a perdersi sfuggendo allo spettro dell’occhio umano. Si compone di sole 12 stanze, fra le quali spicca la monumentale Sala dei Concerti, laddove fra quadri, specchi e intagli si può ammirare un dipinto del 1850 (opera di Adolf von Menzel, autore anche della Tavolata a Sanssouci, in cui è descritto un pranzo tenuto nella Sala delle Udienze) che raffigura Federico II che suona il flauto, strumento musicale prediletto dal sovrano.La Sala di Marmo si ispira per genius loci al Pantheon di Roma, è coperta da una cupola luminosa e fungeva naturalmente da sala delle feste; di distinta funzione la Biblioteca, più raccolta e a carattere prettamente culturale, annoverante ca. 2.100 volumi incentrati su poesia, storiografia greca e romana e letteratura francese sette e ottocentesca.
In conclusione, il Palazzo di Sanssouci rappresentava e rappresenta tuttora in tutto e per tutto la personalità del suo creatore, poiché Federico II, sebbene alieno a etichetta e tendenze modaiole, possedeva gusto fine e amava circondarsi di cose belle che potessero allietare la sua solitudine regia. Morì il 17 agosto 1786 su una poltrona dello studio privato, avendo preliminarmente dato disposizioni testamentarie riguardo la sua sepoltura, altro indice del suo coriaceo carattere:
“Ho vissuto come filosofo e voglio essere sepolto come tale, senza fasto, senza pompa, senza sfarzo. Non voglio che il mio corpo sia aperto né imbalsamato. Mi si seppellisca a Sanssouci, in cima alle terrazze, in una fossa che mi sono fatto predisporre [...]. Se dovessi morire in guerra o in viaggio, mi si deve seppellire nel primo miglior posto e in inverno portarmi a Sanssouci nel luogo indicato.”
Le sue istruzioni vennero rispettate soltanto 205 anni dopo la dipartita (subito dopo la morte, infatti, il nipote Federico Guglielmo II fece seppellire il corpo nella Chiesa della Guarnigione di Potsdam affianco a Federico Guglielmo I), il 17 agosto 1991, quando la bara con la salma fu sepolta nel cortile della residenza, adornato dal gruppo marmoreo Flora con Zefiro scolpito nel 1749 da François Gaspard Balthazar Adam.
Informazioni utili, date, orari e prezzo biglietti del palazzo
Nome: Palazzo di SanssouciDove: Potsdamer Platz, 1 - Potsdam.
Orari di apertura: dall’1 novembre al 31 marzo con orario 10.00 - 17.00, dall’1 aprile al 31 ottobre con orario 10.00 – 18.00, tutti i giorni tranne il lunedì.
Biglietto: € 12.00 intero, € 8.00 ridotto.
Maggiori informazioni: consultare il sito ufficiale oppure chiamare il tel. 0331/9694200.
Come arrivare
Da Berlino il palazzo è facilmente raggiungibile con la metropolitana oppure con gli autobus 614, 650, 695, X15, 692, 697 e N17; in auto basta seguire le indicazioni.