La Cappella Palatina a Palermo
Definita da Guy de Maupassant come "la chiesa pił bella del mondo", questa basilica stupisce ancora oggi i visitatori grazie ai suoi preziosi mosaici bizantini.
Dedicata a San Pietro Apostolo, questa suggestiva basilica a tre navate situata all’interno del Palazzo dei Normanni di Palermo, la più antica residenza reale d’Europa, è un vero capolavoro architettonico. Fatta costruire a partire dal 1129 da re Ruggero II° di Sicilia e consacrata nel giugno del 1143, la Cappella Palatina è dal 2015 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Gli splendidi mosaici che la abbelliscono le hanno fatto anche meritare gli apprezzamenti di Guy de Maupassant che dopo averla vista nel 1885 la definì “la più bella chiesa del mondo, il più sorprendente gioiello sognato dal pensiero umano”.
In epoca rinascimentale Giovanni II° d’Aragona commissionò i lavori per restaurare il tetto di questa superba opera d’architettura arabo-normanna oltre a farne ripristinare mosaici, arabeschi e intarsi e, a partire dal 1482, anche le pitture. Quando i viceré di Sicilia scelsero il Palazzo dei Normanni come propria residenza, abbandonando il Palazzo Chiaramonte-Steri, anche la Cappella Palatina fu sottoposta a rifacimenti: nel 1682 fu necessario ricostruire un arco danneggiato mentre nella prima metà del 1700 furono realizzati nuovi mosaici, l’altare maggiore e collocata la statua marmorea di San Pietro, opera di Giovanni Battista Ragusa.
Seppur adibita a eventi di minore importanza di quelli ospitati nella cattedrale palermitana, in epoca borbonica la cappella fu cornice del battesimo del futuro Ferdinando II° delle Due Sicilie e nel 1807 dello sposalizio fra Maria Cristina (figlia di Ferdinando III°) e Carlo Felice di Savoia. Gravemente danneggiata dal terremoto del 2002, la Palatina è stata sottoposta a restauro e riportata all’antico splendore nel 2008 grazie al mecenate tedesco Reinhold Wurth che ha donato 3 milioni di euro per finanziare il progetto dell’architetto Guido Meli realizzato da un gruppo di restauratori sotto la direzione di Mario Li Castri.
La cupola della cappella ospita al suo centro la figura di Cristo Pantocratore, nell’atto di benedire, attorniato dagli arcangeli dipinti con lo scettro nella mano destra e il globo crucigero nell’altra. Le otto finestre alla base dell’emisfero illuminano la volta celeste le cui decorazioni sono impreziosite dalle immagini dei profeti, da scritte in greco nelle pergamene e dai quattro evangelisti. Le absidi sono decorate invece con mosaici che raffigurano (fra gli altri) l’apostolo Paolo, la natività di Gesù, l’Annunciazione, la colomba dello Spirito Santo, San Gregorio Magno e San Silvestro Papa (alcune di queste figure sono state aggiunte nel tardo XVIII° secolo e non rispettano dunque i canoni bizantini).
Chiamata anche se impropriamente cripta, il complesso di Santa Maria delle Grazie è costituito da una piccola chiesa, dagli ambulacri e dal sacello dove vi era la sepoltura di Guglielmo I° di Sicilia, poi trasferita nella cattedrale di Santa Maria Nuova di Monreale. Tramite due scale si accede alla chiesa del livello superiore e in uno degli ambienti si trova il Tesoro della Cappella Palatina che ospita documenti pubblici in pergamena (datati dall’XI° al XVIII° secolo), vasellame in argento, oggetti liturgici, urne, ostensori, reliquiari e un sigillo mesopotamico. Non mancano paramenti sacri cuciti con sete pregiate e ricami in oro e argento.
Orario funzioni liturgiche: da lunedì a venerdì alle 8.30 (in italiano); domenica e festivi alle 10 (in latino con canti gregoriani). Accesso consentito ai fedeli non prima di 15 minuti dall’inizio delle celebrazioni.
Sito ufficiale www.cappellapalatinapalermo.it
Gli splendidi mosaici che la abbelliscono le hanno fatto anche meritare gli apprezzamenti di Guy de Maupassant che dopo averla vista nel 1885 la definì “la più bella chiesa del mondo, il più sorprendente gioiello sognato dal pensiero umano”.
Storia
In origine l’edificio sacro si presentava con un differente aspetto esteriore rispetto a quello attuale: l’abside era rivolta verso oriente, come da migliore tradizione bizantina, e la cappella sorgeva in posizione isolata. Oggi invece entrando nella chiesa se ne individuano due in realtà: una latina ad occidente, suddivisa da dieci colonne in tre navate, e una bizantina a oriente con pianta quadrata e una cupoletta emisferica; anche le iscrizioni sulle pareti, sia in latino che in greco, suggeriscono il fatto che all’epoca di Ruggero II° il rito religioso venisse officiato in entrambe le lingue.In epoca rinascimentale Giovanni II° d’Aragona commissionò i lavori per restaurare il tetto di questa superba opera d’architettura arabo-normanna oltre a farne ripristinare mosaici, arabeschi e intarsi e, a partire dal 1482, anche le pitture. Quando i viceré di Sicilia scelsero il Palazzo dei Normanni come propria residenza, abbandonando il Palazzo Chiaramonte-Steri, anche la Cappella Palatina fu sottoposta a rifacimenti: nel 1682 fu necessario ricostruire un arco danneggiato mentre nella prima metà del 1700 furono realizzati nuovi mosaici, l’altare maggiore e collocata la statua marmorea di San Pietro, opera di Giovanni Battista Ragusa.
Seppur adibita a eventi di minore importanza di quelli ospitati nella cattedrale palermitana, in epoca borbonica la cappella fu cornice del battesimo del futuro Ferdinando II° delle Due Sicilie e nel 1807 dello sposalizio fra Maria Cristina (figlia di Ferdinando III°) e Carlo Felice di Savoia. Gravemente danneggiata dal terremoto del 2002, la Palatina è stata sottoposta a restauro e riportata all’antico splendore nel 2008 grazie al mecenate tedesco Reinhold Wurth che ha donato 3 milioni di euro per finanziare il progetto dell’architetto Guido Meli realizzato da un gruppo di restauratori sotto la direzione di Mario Li Castri.
I mosaici bizantini
A rendere celebre questo edificio con colonne in marmo cipollino e granito sono soprattutto i mosaici bizantini, fra i più importanti di Sicilia, che ne decorano la parte superiore: dipinti musivi che appartengono in parte al periodo normanno (cupole e abside decorate per volere di Ruggero II°, navata centrale e laterali su richiesta di Guglielmo I° e Guglielmo II°) e a quello borbonico (restauri e nuovi interventi come quelli voluti da Ferdinando III°). Alle pareti della Palatina sono rappresentati episodi tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, scene raffiguranti Noè e il diluvio universale, sulla vita di Abramo e la nascita, i miracoli e la passione di Gesù oltre a schiere di angeli, profeti, dottori della chiesa e santi (molti ritratti a corpo intero e altri all’interno di medaglioni). Altre decorazioni musive ritraggono in forma allegorica la storia del regno siciliano alla fine del XVIII° secolo e un orologio in pietra (funzionante ad acqua) con iscrizioni in greco, latino e arabo; di grande pregio è infine un mosaico del Genio di Palermo raffigurato in abiti regali mentre nel nartece si trova il fonte battesimale dove furono battezzati sovrani e componenti dei Borboni.La cupola della cappella ospita al suo centro la figura di Cristo Pantocratore, nell’atto di benedire, attorniato dagli arcangeli dipinti con lo scettro nella mano destra e il globo crucigero nell’altra. Le otto finestre alla base dell’emisfero illuminano la volta celeste le cui decorazioni sono impreziosite dalle immagini dei profeti, da scritte in greco nelle pergamene e dai quattro evangelisti. Le absidi sono decorate invece con mosaici che raffigurano (fra gli altri) l’apostolo Paolo, la natività di Gesù, l’Annunciazione, la colomba dello Spirito Santo, San Gregorio Magno e San Silvestro Papa (alcune di queste figure sono state aggiunte nel tardo XVIII° secolo e non rispettano dunque i canoni bizantini).
Il soffitto a muqarnas
Ma a rendere così preziosa la Cappella Palatina sono anche i soffitti intagliati, opera di maestri di scuola fatimide su modello degli edifici arabi tipici del Maghreb e dell’Egitto. Iscrizioni e immagini rare per la tradizione musulmana (scene di caccia e d’amore, giocatori di scacchi, suonatori…) decorano i cassoni lignei e rappresentano una rarissima eccezione dell’arte islamica in terra di Sicilia. Unica nel suo genere è infatti la decorazione con dipinti e intagli di stile arabo (detta muqarnas).Chiamata anche se impropriamente cripta, il complesso di Santa Maria delle Grazie è costituito da una piccola chiesa, dagli ambulacri e dal sacello dove vi era la sepoltura di Guglielmo I° di Sicilia, poi trasferita nella cattedrale di Santa Maria Nuova di Monreale. Tramite due scale si accede alla chiesa del livello superiore e in uno degli ambienti si trova il Tesoro della Cappella Palatina che ospita documenti pubblici in pergamena (datati dall’XI° al XVIII° secolo), vasellame in argento, oggetti liturgici, urne, ostensori, reliquiari e un sigillo mesopotamico. Non mancano paramenti sacri cuciti con sete pregiate e ricami in oro e argento.
Informazioni utili, orari e prezzo dei biglietti per la visita
Per informazioni sulle visite turistiche (biglietti e orari di visita) si può contattare la Fondazione Federico II° al numero telefonico +39 091 6262833. Indicativamente l’apertura per turisti e visitatori è da lunedì a sabato dalle 9 alle 16.15 (orario continuato) e la domenica e i festivi dalle 8.30 alle 9.40 e dalle 11.15 alle 13. Ingresso da piazza Parlamento. Le tariffe vanno dai 12€ per l’intero ai 10€ sino ai 2€ per i ridotti.Orario funzioni liturgiche: da lunedì a venerdì alle 8.30 (in italiano); domenica e festivi alle 10 (in latino con canti gregoriani). Accesso consentito ai fedeli non prima di 15 minuti dall’inizio delle celebrazioni.
Sito ufficiale www.cappellapalatinapalermo.it