Stephansdom, la Cattedrale di Santo Stefano, il simbolo di Vienna
Stephansdom è la Cattedrale di Santo Stefano, uno dei simboli di Vienna, anche grazie a Steffi la sua slanciata torre sud. Famoso il suo ripodo tetto spiovente decorato con piastrelle a motivo zig zag, e i suoi interni ricchi di arte e storia.
Lo Stephansdom, la “Cattedrale di Santo Stefano”, svetta sulla Innere Stadt di Vienna e domina il panorama cittadino da da secoli. Chiamato anche Steffl,un vezzeggiativo di Stefano, riferito all'alta guglia, l’edificio è un capolavoro di architettura gotica nonché il fulcro geografico ed emotivo della città. Costruito nel luogo dove in precedenza sorgeva una chiesa del XII secolo di cui rimangono soltanto la Riesentor, la “Porta del Gigante”, e l’Heidenturme, la “Torre dei Barbari”, entrambe in stile romanico, lo Stephansdom cominciò a prendere forma a partire dal 1304, anno di posa della prima pietra del cantiere. La Riesentor, che pare si chiami così perché un tempo vi era appesa la tibia di un mammut, scambiata appunto per quella di un gigante, rappresenta il principale ingresso ovest dell’edificio ed è incoronata da un timpano decorato con motivi a graticcio e alcune statue. Fu poi il duca di Asburgo Rodolfo IV che nel 1359 volle che la chiesa venisse ricostruita in stile gotico, guadagnandosi non del tutto a ragione il titolo di fondatore della cattedrale.
La caratteristica più grandiosa dell’esterno è la sublime Sudtrum, la “Torre Sud”, "Steffi" per i viennesi, che sfiora i 137 metri e fu portata a termine nel 1433 dopo ben 75 anni di cantiere. L’Adlerturm, o Torre dell’Aquila o più semplicemente la Torre Nord, avrebbe dovuto essere costruita seguendo il modello di quella a sud, ma fu vittima della riduzione dei costi durante l’assedio dei turchi, nel 1529; di conseguenza, il suo troncone costruito a metà fu sormontato da una cupola in rame nel 1556, mentre oggi vi si può ammirare la Pummerin, la grandiosa campana della cattedrale, accessibile in ascensore o a piedi tramite i 343 gradini che conducono alla piccola piattaforma panoramica da cui si gode di una vista meravigliosa sulla città. La campana attuale è una copia del dopoguerra dell’originale, che pesava 20 tonnellate ed era stata fusa con un cannone turco proveniente dall’assedio del 1683. Dell’esterno risalta anche il tetto estremamente spiovente e decorato nel 1490 con piastrelle multicolore a formare un disegno a zigzag che si dice sia ispirato alle trame di un tappeto saraceno. Nello specifico, sul lato sud vi è un’aquila imperiale a due teste risalente al 1831, mentre su quello nord trovano posto gli emblemi della città di Vienna e della Seconda Repubblica, oltre alla data 1950, anno in cui la copertura fu ripiastrellata. Prima di accedere all’edificio, fate un giro per ammirare i ricchi ornamenti esterni della cattedrale, le cui mura perimetrali sono disseminate di lapidi decorate con tanto di teschio e ossa incrociate, mentre sulla facciata orientale campeggia un affresco gotico dai colori sbiaditi che rappresenta la Crocifissione.
Se la facciata della cattedrale vi ha colpiti, l’interno non potrà che lasciarvi senza parole. Lo spazio centrale è dominato dal pulpito in pietra scolpita risalente agli inizi del XVI secolo e raffigurante i quattro padri della Chiesa anglicana: Sant’Agostino, San Gregorio, San Geronimo e Sant’Ambrogio, tutti raffigurati in modo naturalistico da un artista anonimo, forse Anton Pilgram, che firmò l’opera rappresentandosi nell’atto di guardare da una finestra sotto le scale del pulpito. Osservate attentamente il corrimano del pulpito, dove salamandre e rospi si scontrano nell’eterna battaglia del bene contro il male. L’altare maggiore, in stile barocco, si trova sul fondo della navata e ritrae la lapidazione di Santo Stefano. Alla sua sinistra, il presbiterio ospita la pala d’altare ad ante detta Wiener Neustadter Altar, un ricco capolavoro dorato d’arte tardogotica datato 1447, mentre a destra si trova la tomba in marmo rosso di Federico III, progettata in stile rinascimentale.
Per sfuggire alla folla dirigetevi verso le cappelle gemelle alle due estremità del transetto; sebbene chiusa da una cancellata in ferro battuto, la Katharinenkapelle, a sud, vanta un bel fonte battesimale risalente al 1481, mentre a nord la Barbarakapelle presenta fregi pensili decorati da borchie araldiche. La cappella è dedicata ai caduti nei campi di concentramento, ed il piccolo triangolo sul crocefisso, sotto i piedi di Cristo, contiene le ceneri provenienti da Auschwitz. Una volta fuori dalla cappella, osservate sul muro di fronte un mezzobusto raffigurante Cristo sofferente detto Zahnwehherrgott, il cui soprannome, Nostro Signore del Mal di Denti, è al centro di una leggenda secondo la quale, i tre studenti che lo coniarono, furono immediatamente colti da mal di denti che nessuno poté curare finché i tre giovani non caddero in ginocchio dinanzi alla statua e chiesero perdono. Una scala del transetto nord conduce alle Katakomben (catacombe) che, almeno a prima vista, sono un po’ deludenti in quanto fin troppo rimaneggiate negli anni ’60 del Novecento. E’ qui che sono sepolti Rodolfo IV e sua moglie insieme agli altri primi regnanti asburgici, oltre a svariati preti, vescovi e arcivescovi che officiarono nella cattedrale. Al termine delle scale, entrate nell’umido e debolmente illuminato labirinto delle catacombe, aperte all’inizio del XVIII secolo, ma chiuse nel 1783 quando il lezzo divenne insopportabile. Quasi 16.000 viennesi sono seppelliti qui; le loro ossa sono impilate in altezza per oltre 30 sale e, in quella finale, c’è una pila particolarmente macabra proveniente da una fossa medievale di appestati.
Stephansdom è aperta dalle 6.00 alle 22.00 da lunedì a sabato, dalle 7.00 alle 22.00 la domenica. L’ingresso alla cattedrale è libero. Steffi, la torre sud, è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.30 e il biglietto d’ingresso costa 3 €, mentre quella nord è accessibile dalle 9.00 alle 18.00 da aprile a ottobre, fino alle 18.30 in luglio e agosto, e dalle 8.30 alle 19.00 da novembre a marzo al prezzo di 4 €. Particolarmente suggestivi sono i concerti d’organo che si tengono alle 20.00 del mercoledì da maggio a ottobre, mentre bisogna tenere presente che buona parte della navata non si può visitare durante la messa, celebrata fino a 7 volte al giorno. Le catacombe sono aperte soltanto per le visite guidate ogni 15-30 minuti tra le 10.00 e le 11.00 e tra le 13.30 e le 16.30 dal lunedì al sabato, tra le 13.30 e le 16.30 la domenica al prezzo di 4 € / metro: U1, U3 Stephansplatz / phone: 515 52 3520 / web:http://www.stephanskirche.at
La caratteristica più grandiosa dell’esterno è la sublime Sudtrum, la “Torre Sud”, "Steffi" per i viennesi, che sfiora i 137 metri e fu portata a termine nel 1433 dopo ben 75 anni di cantiere. L’Adlerturm, o Torre dell’Aquila o più semplicemente la Torre Nord, avrebbe dovuto essere costruita seguendo il modello di quella a sud, ma fu vittima della riduzione dei costi durante l’assedio dei turchi, nel 1529; di conseguenza, il suo troncone costruito a metà fu sormontato da una cupola in rame nel 1556, mentre oggi vi si può ammirare la Pummerin, la grandiosa campana della cattedrale, accessibile in ascensore o a piedi tramite i 343 gradini che conducono alla piccola piattaforma panoramica da cui si gode di una vista meravigliosa sulla città. La campana attuale è una copia del dopoguerra dell’originale, che pesava 20 tonnellate ed era stata fusa con un cannone turco proveniente dall’assedio del 1683. Dell’esterno risalta anche il tetto estremamente spiovente e decorato nel 1490 con piastrelle multicolore a formare un disegno a zigzag che si dice sia ispirato alle trame di un tappeto saraceno. Nello specifico, sul lato sud vi è un’aquila imperiale a due teste risalente al 1831, mentre su quello nord trovano posto gli emblemi della città di Vienna e della Seconda Repubblica, oltre alla data 1950, anno in cui la copertura fu ripiastrellata. Prima di accedere all’edificio, fate un giro per ammirare i ricchi ornamenti esterni della cattedrale, le cui mura perimetrali sono disseminate di lapidi decorate con tanto di teschio e ossa incrociate, mentre sulla facciata orientale campeggia un affresco gotico dai colori sbiaditi che rappresenta la Crocifissione.
Se la facciata della cattedrale vi ha colpiti, l’interno non potrà che lasciarvi senza parole. Lo spazio centrale è dominato dal pulpito in pietra scolpita risalente agli inizi del XVI secolo e raffigurante i quattro padri della Chiesa anglicana: Sant’Agostino, San Gregorio, San Geronimo e Sant’Ambrogio, tutti raffigurati in modo naturalistico da un artista anonimo, forse Anton Pilgram, che firmò l’opera rappresentandosi nell’atto di guardare da una finestra sotto le scale del pulpito. Osservate attentamente il corrimano del pulpito, dove salamandre e rospi si scontrano nell’eterna battaglia del bene contro il male. L’altare maggiore, in stile barocco, si trova sul fondo della navata e ritrae la lapidazione di Santo Stefano. Alla sua sinistra, il presbiterio ospita la pala d’altare ad ante detta Wiener Neustadter Altar, un ricco capolavoro dorato d’arte tardogotica datato 1447, mentre a destra si trova la tomba in marmo rosso di Federico III, progettata in stile rinascimentale.
Per sfuggire alla folla dirigetevi verso le cappelle gemelle alle due estremità del transetto; sebbene chiusa da una cancellata in ferro battuto, la Katharinenkapelle, a sud, vanta un bel fonte battesimale risalente al 1481, mentre a nord la Barbarakapelle presenta fregi pensili decorati da borchie araldiche. La cappella è dedicata ai caduti nei campi di concentramento, ed il piccolo triangolo sul crocefisso, sotto i piedi di Cristo, contiene le ceneri provenienti da Auschwitz. Una volta fuori dalla cappella, osservate sul muro di fronte un mezzobusto raffigurante Cristo sofferente detto Zahnwehherrgott, il cui soprannome, Nostro Signore del Mal di Denti, è al centro di una leggenda secondo la quale, i tre studenti che lo coniarono, furono immediatamente colti da mal di denti che nessuno poté curare finché i tre giovani non caddero in ginocchio dinanzi alla statua e chiesero perdono. Una scala del transetto nord conduce alle Katakomben (catacombe) che, almeno a prima vista, sono un po’ deludenti in quanto fin troppo rimaneggiate negli anni ’60 del Novecento. E’ qui che sono sepolti Rodolfo IV e sua moglie insieme agli altri primi regnanti asburgici, oltre a svariati preti, vescovi e arcivescovi che officiarono nella cattedrale. Al termine delle scale, entrate nell’umido e debolmente illuminato labirinto delle catacombe, aperte all’inizio del XVIII secolo, ma chiuse nel 1783 quando il lezzo divenne insopportabile. Quasi 16.000 viennesi sono seppelliti qui; le loro ossa sono impilate in altezza per oltre 30 sale e, in quella finale, c’è una pila particolarmente macabra proveniente da una fossa medievale di appestati.
Stephansdom è aperta dalle 6.00 alle 22.00 da lunedì a sabato, dalle 7.00 alle 22.00 la domenica. L’ingresso alla cattedrale è libero. Steffi, la torre sud, è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.30 e il biglietto d’ingresso costa 3 €, mentre quella nord è accessibile dalle 9.00 alle 18.00 da aprile a ottobre, fino alle 18.30 in luglio e agosto, e dalle 8.30 alle 19.00 da novembre a marzo al prezzo di 4 €. Particolarmente suggestivi sono i concerti d’organo che si tengono alle 20.00 del mercoledì da maggio a ottobre, mentre bisogna tenere presente che buona parte della navata non si può visitare durante la messa, celebrata fino a 7 volte al giorno. Le catacombe sono aperte soltanto per le visite guidate ogni 15-30 minuti tra le 10.00 e le 11.00 e tra le 13.30 e le 16.30 dal lunedì al sabato, tra le 13.30 e le 16.30 la domenica al prezzo di 4 € / metro: U1, U3 Stephansplatz / phone: 515 52 3520 / web:http://www.stephanskirche.at