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Il Queens, tour nel maxiquartiere di New York City

Visita al Queens di New York city, cosa vedere, cosa sapere e tutte le informazioni utili.

È il distretto newyorkese più orientale ed è il maggiore per estensione, ma soprattutto è il più bizzarro e variegato dal punto di vista etnico, culturale e linguistico. Poco amato dai turisti fino a pochi anni fa, nonostante la presenza di ben due aeroporti (il JFK e il LaGuardia), il Queens è popolato da una moltitudine di immigrati e discendenti di immigrati, ormai cittadini newyorkesi a tutti gli effetti. Lo si potrebbe definire un melting pot dentro il Melting Pot: metà dei residenti è nata all’estero, e i vari paesi di provenienza sono almeno 150; i buongustai potranno gustare i sapori migliori della cucina orientale, colombiana, greca o egizia all’interno di un unico borough. È il patchwork di storie che lo compongono a renderlo interessante, benché manchi dell’eleganza di Brooklyn e del valore storico di altre zone cittadine: un’area che privilegia le residenze e gli uffici, con un’architettura mutevole a seconda delle esigenze, in cui non mancano musei, parchi, uno zoo e varie attrazioni per famiglie.

I quartieri più moderni del Queens sono Long Island City e Astoria. La distinzione territoriale tra i due non è così chiara, perché il secondo è inglobato dal primo, ma a grandi linee si può dire che la vocazione di Long Island City sia industriale e residenziale, impreziosita dalla presenza del PS1 (affiliato al MoMa) e dei Silvercup Studios, importante studio televisivo e cinematografico. Astoria è caratterizzato dalle case a schiera, che se ne stanno allineate lungo i viali alberati, e dai condomini degli anni Trenta, ma prende i turisti per la gola con la sua cucina greca e li fa divertire dall’Astoria Park.

Il celebre PS1 Contemporary Art Center di Long Island City non ha una collezione d’arte fissa, ma si presta all’organizzazione di eventi e mostre temporanee a tema, con una certa cura all’effetto scenografico e spettacolare. L’ambientazione in sé è originale: il museo è allestito nelle cento aule di una vecchia scuola in mattoni dell’Ottocento. Se avete già visitato il MoMa di Manhattan (Museum of Modern Art) potrete accedere con lo stesso biglietto; il biglietto non è invece necessario per consumare un caffè, un bicchiere di vino o un piatto veloce a Le Rosie’s Café del piano terra (www.ps1.org).

Da vedere anche il Fisher Landau Center for Art, creato dall’ereditiera Emily Fisher Landau. La galleria non è mai affollata, e potrete ammirare in tutta calma le tele scelte dalla curatrice, spaziando da Yinka Shonibare a Matthew Barney, Jasper Johns o Jenny Holzer (www.flcart.org). Se la vostra passione sono i musei non perdete quelli di Astoria. Il Museum of the Moving Image ci ricorda che il quartiere, tra il 1920 e il 1928, fu la culla del cinema muto e il punto di partenza della Paramount Pictures. Il complesso dei Kaufman Astoria Studios ospita questa mostra in costante rinnovamento, ricca di documenti a tema tra cui poster, costumi, oggetti di scena, effetti speciali e fotogrammi (www.movingimage.us). Il Noguchi Museum è invece consacrato al nippo-americano Isamu Noguchi, scultore astrattista e architetto (www.noguchi.org). Un isolato più a nord potrete concedervi una pausa rigenerante al Socrates Sculpture Park: utilizzato come discarica fino al 1986, fu trasformato dallo scultore Mark di Suvero in un grande atelier a cielo aperto, e oggi è abbellito da opere d’arte bizzarre.

Procedendo verso nord si incontrano i quartieri di Sunnyside, Woodside e Jackson Heights. I primi due –storicamente irlandesi ma ormai popolati da comunità variegate- non sono esattamente imperdibili, se non fosse per i Sunnyside Gardens, “città giardino” del 1924 che potrebbe incuriosire qualche esperto di urbanistica. Meglio procedere fino a Jackson Heights, quartiere prevalentemente latinoamericano in cui sentirete parlare poco inglese: tra file ordinate di case in mattoni, graziosi giardini e invitanti panetterie messicane scoprirete un ambiente piacevole, degno di un tour guidato (tour disponibili in giugno, in occasione dell’Historic Jackson Heights Weekend. Vedi www.jhbg.org).
Tutto cambia nella vicina Little India: in un tripudio di colori, profumi speziati e scintillii di gioielli potrete gustare dell’ottimo cibo indiano, o vedere un film in hindi con sottotitoli in inglese all’Eagle Theater.

Spostandosi verso est si scopre Corona, quartiere piuttosto povero abitato da dominicani, messicani, ecuadoriani e colombiani, che in passato era quasi esclusivamente italiano. Benché molti residenti non se la passino bene, ha almeno due gioielli che vale la pena di visitare: la Louis Armstrong House e il Flushing Meadows-Corona Park. La prima, aperta al pubblico come museo nel 2003, fu dimora e studio di registrazione del grande jazzista tra il 1943 e il 1971 (anno della sua morte), e da allora è rimasta intatta. La casa è una tappa del Queens Jazz Trail Tour, insieme alle abitazioni di Count Basie, Ella Fitzgerald e altri grandi della musica.
Il Flushing Meadows-Corona Park è il paradiso dei bambini, ma si presta anche al relax, ai picnic e a ogni sorta di attività sportiva. Si tratta di un enorme appezzamento verde rimesso a nuovo negli anni Trenta, con uno zoo, alcuni musei e ciò che resta delle due fiere mondiali che vi si tennero nel 1939-40 e nel 1964-65. Si trova qui il Cati Field, campo casalingo di pallacanestro dei New York Mets, capace di ospitare 45 mila spettatori seduti, e poco più a sud si incontra il Billie Jean King National Tennis Center della US Tennis Association, dove si svolgono gli US Open di tennis ogni anno a fine estate. Con più di venti campi all’aperto e al chiuso è la struttura tennistica più grande al mondo. Risale alla fiera mondiale del ’46 la New York Hall of Science, molto apprezzata dai più piccoli per le sue mostre interattive a tema scientifico (www.nyhallsci.org), ed è del 1964 la cupola del vicino Queens Zoo. Lo zoo è più modesto di quelli del Bronx e di Central Park, ma ospita animali affascinanti (ad esempio l’alce e il bisonte) e la cupola geodetica progettata da Buckminster Fuller, trasformata in voliera, è davvero spettacolare (www.queenszoo.org). A est dello zoo non potrete non notare l’Unisphere, una sfera in acciaio alta 43 metri progettata da Robert Moses, che con la scultura intendeva abbellire il parco e renderlo simile ai giardini di Versailles.
Ma la parte più interessante del Flushing Meadows-Corona Park è senza dubbio il Queens Museum of Art, allestito in un edificio del 1939 che era stato creato in occasione della fiera mondiale, e che per un periodo ospitò la sede delle Nazioni Unite. Tra le mostre permanenti non perdete la raccolta di vetri di Louis Comfort Tiffany, che a fine Ottocento aveva il suo studio a Corona, e il Panorama of the City of New York, il più grande modello architettonico del mondo. Costruito per la fiera del 1964 riproduce la città fin nei minimi dettagli: un centimetro del modello corrisponde a 10 m reali, e non mancano ponti, moli, edifici, fiumi e addirittura gli aeroporti, con tanto di aeroplanini pronti al decollo.
Nel parco, il primo fine settimana di agosto, si svolge l’Hong Kong Dragon Boat Festival, una celebre competizione tra canoe lunghe oltre 11 m, accompagnata da spettacoli dal vivo, mercatini dell’artigianato e attività varie per grandi e piccoli (www.hkdbfny.org).

A est del parco si estende Flushing, una seconda Chinatown che in origine era una comunità di quaccheri. Meno scenografica dell’enclave orientale di Manhattan, ha mantenuto tradizioni e usi cinesi più autentici; anche la cucina è ottima e i locali sono sì affollati, ma soprattutto da gente del posto. Qualche monumento quacchero è ancora presente, così come gli edifici storici: da vedere la St. George’s Church, lungo la Main Street, fondata nel 1854 in stile neogotico; e ancora la neoromanica Flushing Town Hall, galleria d’arte e centro culturale da cui partono i già citati Queens Jazz Trail Tour (www.flushingtownhall.com). Il luogo di culto più antico della città è la Friends Meeting House di fine Settecento, che si presenta come un grazioso cottage coperto di assicelle di legno, affiancato da un cimitero plurisecolare senza lapidi, come da usanza quacchera. Altri edifici notevoli sono la fattoria di legno Kingsland Homestead, la Bowne House in cui visse John Bowne (che si oppose alla discriminazione olandese nei confronti dei non calvinisti) e la Free Synagogue of Flushing, la sinagoga di rito ebraico riformato più antica degli Stati Uniti. A conferma dell’indole orientale della zona incontrerete l’imponente Sri Mahã Vallabha Ganapati Devasthãnam, o più semplicemente Ganesh Temple, costruito in onore del dio indù dalla testa di elefante.

Ci si lascia alle spalle il caos urbano quando si arriva al lembo meridionale del Queens. Presso il Jamaica Bay Wildlife Refuge, che prende il nome dagli indiani Jameco originari di queste terre, si possono esplorare innumerevoli sentieri segnalati che vi accompagneranno tra gli habitat di centinaia di uccelli migratori. La riserva fa parte della Gateway National Recreation Area.
La baia è parzialmente abbracciata dalla sottile striscia di terra chiamata Rockaway, dove godrete della più bella spiaggia di New York City: la pacifica spiaggia di Jacob Riis Park è intatta ma allo stesso tempo curata e dotata di servizi, ed è l’unica zona cittadina in cui si possa praticare il surf. Per un tuffo nella cultura irlandese spingetevi all’estremità occidentale della penisola: la comunità di Breezy Point, raggiungibile comodamente a piedi o in bicicletta, è davvero graziosa e vi farà dimenticare di essere a New York.

INFORMAZIONI UTILI

Spostamenti

Long Island City e Astoria sono a pochi minuti di metropolitana da Midtown Manhattan: da Grand Central Terminal basta prendere il treno della linea 7 fino a Long Island City; le linee N e W attraversano Astoria dirigendosi a nord e toccano le strade principali, mentre la linea R arriva a Steinway Street, immettendosi nel quartiere dal lato est.
Per spostarsi verso Sunnyside, Woodside e Jackson Heights si possono prendere i treni E, R e V, e per proseguire sino a Corona ci si serve nuovamente della linea 7 fino a 103rd Street-Corona Plaza. Al capolinea della linea 7 c’è Flushing. Dulcis in fundo il Jamaica Bay Wildlife Refuge è raggiungibile con la linea A per Broad Channel, percorrendo un ultimo tratto a piedi.

Cominciando a passeggiare per il Queens vi accorgerete di una particolarità: le strade hanno un sistema di numerazione anomalo, diverso dal resto di New York City, che segue il cosiddetto “metodo Philadelphia”. Una logica c’è, ma è piuttosto complessa: le streets vanno da nord a sud e i numeri diventano più alti procedendo verso sud, mentre le avenues, le roads e le drives le tagliano da ovest a est e la numerazione aumenta procedendo verso est. Ma non disperate: perdervi in ogni caso sarà difficile, se vi aiuterete con le indicazioni, con una mappa e una guida cartacea.

Ristoranti e locali

Variegato e multietnico, il borough offre la possibilità di assaggiare delizie per tutti i gusti. Agnanti Meze, 19-06 Ditmars Boulevard, è conosciuto per gli sfiziosi antipasti greci, mentre il Kebab Café al 25-12 di Steinway Street è specializzato in cucina mediorientale, un po’ costosa ma squisita. Da provare il baba ganoush affumicato e l’anatra in gelatina di miele. Al Lounge (47-10 Vernon Boulevard) i sapori sono internazionali ma si privilegiano ghiotte specialità americane, al Malagueta (25-36 36th Avenue) servono ottime pietanze brasiliane e la Taverna Kyclades (33-07 Ditmars Boulevard) è un’accogliente locanda greca specializzata in pesce e frutti di mare. Gli appassionati di cibo indiano rimarranno soddisfatti al Jackson Diner (37-47 74th Street), a Jackson Heights, dove le porzioni abbondanti sono anche leggere e relativamente economiche, mentre i palati esigenti non possono perdere Spicy and Tasty (39-07 Prince Street), da molti considerato il miglior ristorante di New York City, specializzato in ricette della provincia cinese di Sichuan.

Per una bevuta e un po’ di divertimento serale provate il Bohemian Hall and Beer Garden di Astoria (29-19 24th Avenue), locale ceco pronto a servire una gran quantità di birre; sorseggiatele nel Beer Garden sul retro, con i tavolini da picnic disposti sotto gli alberi, dove vengono preparati hamburger e salsicce e sul palco si suona dal vivo. La birra e la carne alla griglia non mancano neppure all’Harry’s at Water Taxi Beach (2 Borden Street, www.watertaxibeach.com), un locale estivo con tanto di spiaggia artificiale, dove vengono organizzate feste danzanti per tutta la bella stagione.

 Pubblicato da il 10/11/2012 - 30.287 letture - ® Riproduzione vietata

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