La Moschea della Koutobia e il suo grande minareto almohade
Moschea della Kutubiyya è la più grande di Marrakech. Vicina alla piazza di Djemaa el Fna si nota per il suo grande minareto almohade che è stato di ispirazione a quello della Giralda, a fianco della Cattedrale di Siviglia in Spagna.
E' sicuramente l'attrazione di Marrakech che vedrete più volte, anche solo con lo sguardo a distanza, dato che il suo minareto è la costruzione più elevata di tutta la Città Rossa: parliamo certamente della moschea di Koutobia, che si trova non distante dalla nevralgica piazza Djemaa el Fna, e che rappresenta uno dei monumenti storici della ex capitale imperiale di Marrakech. Il suo aspetto, se siete dei veri viaggiatori, vi sembrerà familiare, anche se siete per la prima volta a Marrakech: il suo minareto, alto quasi 70 metri, è stato di ispirazione per altre costruzioni, come ad esempio la Torre Hassan a Rabat, altra ex capitale imperiale del Marocco, e la celebre Giralda, la torre legata alla Cattedrale di Siviglia in Andalusia, in Spagna.
La storia della Koutobia nasce circa 850 anni fa: sul sito di una precedente moschea almoaravide, la dinastia degli Almohadi iniziò, dopo la conquista di Marrkech, verso l'anno 1150, la costruzione di una nuova moschea, la cui realizzazione fu finalizzata furante il regno del sultano Yacoub el Mansour (1184–99). Dato che nei pressivi si trovava un mercato di libri, denominato in arabo al-Koutoubiyyin, la nuova moschea prese il nome di Koutobia, oltre che il primato d'età mantiene tutt'ora il record di essere la più grande moschea di Marrakech.
I turisti che convergono verso la caleidoscopica piazza di Djemaa el Fna non potranno evitare di porre lo sguardo sulla vicina Koutobia. D'altra parte la piazza è un magnete per i turisti, se la consideriamo dal punto di vista umano e culturale, ma è piuttosto povera dal punto di vista architettonico, punto decisamente a favore della Koutobia e delle vicina mura ocra di Marrakech, i famosi Ramparts.
Essendo questa moschea, tutt'ora, un importante luogo di culto, la Koutobia non è visitabile dal punto di vista turistico. La sua pianta è rettangolare, e se proprio volecete cercare di avere uno scorcio della zona di preghiera potete avvicinarvi al muro est della costruzione, dove un porta rimane quasi sempre aperta, consentando di vedere il patio interno con gli alberi di arancio e i suoi archi a ferro di cavallo. Ammirate comunque la bellezza delle pietre di tonalità rosa (pietra di Gueliz). Quello che però non passa certamente inosservato è il suo minareto slanciato , che visto da fuori appare circondato da palme che sembrano quasi vole emulare lo slancio verticale della grande torre. Dotato di un rapporto 1:5, cioè alto 5 volte la sua larghezza (che è di poco meno 13 metri), il Minareto della Koutobia è il più antico dei 3 grandi minareti almohade che rimangono nel mondo, oltre che essere uno dei più belli. La costruzione consta di sei piani, caratterizzati da altrettante stanze (una sopra l'altra) dotate di finestre sui 4 lati, con all'interno una rampa di scale che veniva utilizzata dai muezzin per salire salire sul balcone sommitale. Le scale furono lasciate larghe a sufficienza per consentire il passaggio di un uomo a cavallo.
Noterete sulla cima degli altoparlanti, segno che in tempi moderni la voce del muezzin arriva grazie ad un sistema di amplificazione, cosa che consente un minor affiticamento per chi richiama all preghiera, altrimenti duramente provato dai cinque momenti di preghiera giornalieri. Il balcone sommitale è caratteristico per le sue merlature, preceduto e seguito da due fasce di piastrelle decorative (blu) che danno un tocco di eleganza aggiuntivo. Originariamente il minareto era completamente rivestito da intonaco e stucchi, ed c'è un progetto che vorrebbe ripristinare la copeetura, anche se il costo risulta al momento troppo elevato. C'è da dire che i mattoni rosati mantengono comunque un loro fascino.
Al di sopra della terrazza merlata si eleva la parte sommitale del Minareto, che viene ulteriormente abbellito dalla presenza di quattro globi di rame sovapposti, di dimensioni decrescenti con l'ultimo a forma di puntale. Una leggenda vuole che i globi in realtà fossero tre, con il quarto donato, come forma di risarcimento, da parte di una moglie del sultano Yacoub el-Mansour, a titolo di risarcimento per la sua incapacità di mantenere il digiuno per un giorno, durante il mese di Ramadan. Secondo la storia la donna avrebbe fuso i suoi gioielli in oro. per ottenere il materiale sufficiente alla sua costruzione. In realtà come sappiamo oggi, i globi non sono rivestiti in oro ma bensì realizzati con il rame.
Per concludere la visita alla Koutobia potrete dare un'occhiata alle rovine della precedente moschea Almoravide, sono visibili i resti delle colonne della sala della preghiera. Nella piazza ci sono due lastre di vestro che fanno vedere i resti della fortezza di Dar El Hajar, sempre costruita dagli Almoravidi, e che fu distrutta quando gli Almohadi conquistarono Marrakech a metà del 12° secolo. Di fronte della Moschea Koutoubia trova una costruzione dalla forma cubica e bianca, particolare: si tratta di una koubba (mausoleo), che in questo caso ospita il corpo di Lalla Zohra, una figura mitica e storica della dinastia almohade. Secondo la leggenda Lalla era la figlia di una schiava liberata ed un leader religioso. Secondo il mito ogni notte si trasformava in una colomba così da poter volare su Marrakech e carpirne i suoi segreti. Questa leggenda fa si che molte donne siano ancora devote a questa figura e non mangino carne di piccione, per rispetto.
Appena a nord della moschea, intravisto attraverso un cancello chiuso, si trova una zona murata che contiene il mausoleo di Yousef Ben Tachfine, leader tribale degli Almoravidi, l'uomo a cui si attribuisce la fondazione di Marrakech.
Invece dietro alla Koutobia si trovano dei grandi giardini, che si estendono su circa 4,5 etteri di superficie, e sono composti tra un misto di palme, alberi e piante di rose. Il modo più rilassante per prendersi una pausa dopo il magico caos della piazza Djemaa el Fna.
La storia della Koutobia nasce circa 850 anni fa: sul sito di una precedente moschea almoaravide, la dinastia degli Almohadi iniziò, dopo la conquista di Marrkech, verso l'anno 1150, la costruzione di una nuova moschea, la cui realizzazione fu finalizzata furante il regno del sultano Yacoub el Mansour (1184–99). Dato che nei pressivi si trovava un mercato di libri, denominato in arabo al-Koutoubiyyin, la nuova moschea prese il nome di Koutobia, oltre che il primato d'età mantiene tutt'ora il record di essere la più grande moschea di Marrakech.
I turisti che convergono verso la caleidoscopica piazza di Djemaa el Fna non potranno evitare di porre lo sguardo sulla vicina Koutobia. D'altra parte la piazza è un magnete per i turisti, se la consideriamo dal punto di vista umano e culturale, ma è piuttosto povera dal punto di vista architettonico, punto decisamente a favore della Koutobia e delle vicina mura ocra di Marrakech, i famosi Ramparts.
Essendo questa moschea, tutt'ora, un importante luogo di culto, la Koutobia non è visitabile dal punto di vista turistico. La sua pianta è rettangolare, e se proprio volecete cercare di avere uno scorcio della zona di preghiera potete avvicinarvi al muro est della costruzione, dove un porta rimane quasi sempre aperta, consentando di vedere il patio interno con gli alberi di arancio e i suoi archi a ferro di cavallo. Ammirate comunque la bellezza delle pietre di tonalità rosa (pietra di Gueliz). Quello che però non passa certamente inosservato è il suo minareto slanciato , che visto da fuori appare circondato da palme che sembrano quasi vole emulare lo slancio verticale della grande torre. Dotato di un rapporto 1:5, cioè alto 5 volte la sua larghezza (che è di poco meno 13 metri), il Minareto della Koutobia è il più antico dei 3 grandi minareti almohade che rimangono nel mondo, oltre che essere uno dei più belli. La costruzione consta di sei piani, caratterizzati da altrettante stanze (una sopra l'altra) dotate di finestre sui 4 lati, con all'interno una rampa di scale che veniva utilizzata dai muezzin per salire salire sul balcone sommitale. Le scale furono lasciate larghe a sufficienza per consentire il passaggio di un uomo a cavallo.
Noterete sulla cima degli altoparlanti, segno che in tempi moderni la voce del muezzin arriva grazie ad un sistema di amplificazione, cosa che consente un minor affiticamento per chi richiama all preghiera, altrimenti duramente provato dai cinque momenti di preghiera giornalieri. Il balcone sommitale è caratteristico per le sue merlature, preceduto e seguito da due fasce di piastrelle decorative (blu) che danno un tocco di eleganza aggiuntivo. Originariamente il minareto era completamente rivestito da intonaco e stucchi, ed c'è un progetto che vorrebbe ripristinare la copeetura, anche se il costo risulta al momento troppo elevato. C'è da dire che i mattoni rosati mantengono comunque un loro fascino.
Al di sopra della terrazza merlata si eleva la parte sommitale del Minareto, che viene ulteriormente abbellito dalla presenza di quattro globi di rame sovapposti, di dimensioni decrescenti con l'ultimo a forma di puntale. Una leggenda vuole che i globi in realtà fossero tre, con il quarto donato, come forma di risarcimento, da parte di una moglie del sultano Yacoub el-Mansour, a titolo di risarcimento per la sua incapacità di mantenere il digiuno per un giorno, durante il mese di Ramadan. Secondo la storia la donna avrebbe fuso i suoi gioielli in oro. per ottenere il materiale sufficiente alla sua costruzione. In realtà come sappiamo oggi, i globi non sono rivestiti in oro ma bensì realizzati con il rame.
Per concludere la visita alla Koutobia potrete dare un'occhiata alle rovine della precedente moschea Almoravide, sono visibili i resti delle colonne della sala della preghiera. Nella piazza ci sono due lastre di vestro che fanno vedere i resti della fortezza di Dar El Hajar, sempre costruita dagli Almoravidi, e che fu distrutta quando gli Almohadi conquistarono Marrakech a metà del 12° secolo. Di fronte della Moschea Koutoubia trova una costruzione dalla forma cubica e bianca, particolare: si tratta di una koubba (mausoleo), che in questo caso ospita il corpo di Lalla Zohra, una figura mitica e storica della dinastia almohade. Secondo la leggenda Lalla era la figlia di una schiava liberata ed un leader religioso. Secondo il mito ogni notte si trasformava in una colomba così da poter volare su Marrakech e carpirne i suoi segreti. Questa leggenda fa si che molte donne siano ancora devote a questa figura e non mangino carne di piccione, per rispetto.
Appena a nord della moschea, intravisto attraverso un cancello chiuso, si trova una zona murata che contiene il mausoleo di Yousef Ben Tachfine, leader tribale degli Almoravidi, l'uomo a cui si attribuisce la fondazione di Marrakech.
Invece dietro alla Koutobia si trovano dei grandi giardini, che si estendono su circa 4,5 etteri di superficie, e sono composti tra un misto di palme, alberi e piante di rose. Il modo più rilassante per prendersi una pausa dopo il magico caos della piazza Djemaa el Fna.