Visitare il Museo della Comunicazione Pelagalli a Bologna
Il Museo della Comunicazione G.Pelagalli vanta una collezione invidiabile di oggetti, circa 2000 pezzi ancora funzionanti dal telefono di Meucci agli oggetti originali di Guglielmo Marconi, con la storia spazia su 3 secoli fino all'invenzione del computer.
Il centro storico di Bologna è, notoriamente, unico nel suo genere per l'affascinante connubio di portici, edifici medievali e per la vivacità dei suoi abitanti, in gran parte studenti, che frequentano l'università più antica d'Europa.
Va da sé che con una presenza tanto importante come l'Università di Bologna, la cultura non possa che essere un aspetto preponderante della città, dove tra i musei istituzionali e le attività proposte dalle centinaia di associazioni e collettivi informali, ogni giorno si può scegliere di assistere o interessarsi ad un nuovo tema culturale.
Oltre ai musei del centro – quelli più conosciuti e frequentati – ne esistono anche altri, privati ma non meno interessanti, forse solo più svantaggiati a livello di fruibilità per via della posizione esterna al centro storico.
È il caso ad esempio del "Museo della Comunicazione e del Multimediale G.Pelagalli" «Mille voci… mille suoni», fondato dal Cavalier Pelagalli, grande esperto, collezionista di vecchie radio ed imprenditore del settore. Questa sua passione lo ha portato, negli anni, ad accumulare un enorme patrimonio di pezzi ora esposti all'interno del museo, per un totale di oltre 1300 cimeli che compongono l'esposizione permanente.
Il percorso storico delle visite, effettuabili – anche dalle scolaresche – in compagnia dello stesso Pelagalli, si snoda su oltre trecento anni di storia della musica (a partire dal 1760) e della comunicazione, attraverso le diverse sezioni in cui il museo si sviluppa.
Nella prima parte, ad esempio, viene trattato l'argomento della radio, tema sempre molto sentito da Bologna e dai bolognesi, poiché qui ebbe i natali il grande scienziato Guglielmo Marconi, universalmente conosciuto l'inventore della radio. Non mancano ovviamente, e non poteva esser altrimenti, alcuni oggetti originali appartenuti a Marconi, così come stampe e francobolli di tutto il mondo dedicati al maestro.
La fonografia e la musica occupano invece gli altri due grandi settori del museo, dove tra grammofoni, dittafoni, organi musicali e fonografi a rullo si possono ammirare alcuni autentici “gioielli”, veri prodigi della tecnica e della meccanica dei secoli scorsi, antenati dei moderni riproduttori musicali.
Nella mostra vengono inoltre trattati argomenti quali la storia della canzone italiana e napoletana, dove si susseguono, uno accanto all'altro in tutto il loro fascino, alcuni fantastici esemplari di juke-box, o la storia del telefono, dal primo telefono di Antonio Meucci ai primi prototipi di telefoni mobili degli anni Settanta.
Anche il cinema e la televisione trovano spazio nel museo, con la presenza di primordiali apparecchi per la Radiovisione degli anni Venti e Trenta o le lanterne magiche ottocentesche e proiettori per i film muti degli anni Trenta.
In un settore, come quello della comunicazione e del multimediale, che nel corso del XX secolo ha compiuto progressi inimmaginabili e rapidissimi, non poteva certo mancare una sezione dedicata alla storia del computer, con l'esposizione delle prime arcaiche forme di calcolatori meccanici e degli ingombranti pc degli anni Settanta e Ottanta.
Nel museo, attualmente a rischio trasferimento – come dichiarato dallo stesso fondatore pochi mesi fa in un'intervista ad un'emittente locale vista una certa immobilità istituzionale riguardo la valorizzazione della struttura, dal 2007 inserita nel patrimonio UNESCO della Cultura – esiste inoltre una biblioteca ed una cineteca con volumi, riviste, pubblicazioni, film e locandine originali del Novecento.
Per chi volesse visitare la mostra ricordiamo che l'edifico nel quale è ospitato il museo è facilmente raggiungibile a piedi dal centro (si trova infatti circa trecento metri fuori Porta San Felice, in una strada parallela a Via Saffi - Via Emilia Ponente) o con i mezzi pubblici dalla stazione. Il museo è visitabile unicamente su prenotazione!
Indirizzo:
Museo della Comunicazione e del Multimediale G.Pelagalli
«Mille voci… mille suoni»
via Col di Lana 7/n
40121 Bologna
Ingresso: 5 euro
Visita: su prenotazione
Contatti:
tel.338 8609111
www.museopelagalli.com
Va da sé che con una presenza tanto importante come l'Università di Bologna, la cultura non possa che essere un aspetto preponderante della città, dove tra i musei istituzionali e le attività proposte dalle centinaia di associazioni e collettivi informali, ogni giorno si può scegliere di assistere o interessarsi ad un nuovo tema culturale.
Oltre ai musei del centro – quelli più conosciuti e frequentati – ne esistono anche altri, privati ma non meno interessanti, forse solo più svantaggiati a livello di fruibilità per via della posizione esterna al centro storico.
È il caso ad esempio del "Museo della Comunicazione e del Multimediale G.Pelagalli" «Mille voci… mille suoni», fondato dal Cavalier Pelagalli, grande esperto, collezionista di vecchie radio ed imprenditore del settore. Questa sua passione lo ha portato, negli anni, ad accumulare un enorme patrimonio di pezzi ora esposti all'interno del museo, per un totale di oltre 1300 cimeli che compongono l'esposizione permanente.
Il percorso storico delle visite, effettuabili – anche dalle scolaresche – in compagnia dello stesso Pelagalli, si snoda su oltre trecento anni di storia della musica (a partire dal 1760) e della comunicazione, attraverso le diverse sezioni in cui il museo si sviluppa.
Nella prima parte, ad esempio, viene trattato l'argomento della radio, tema sempre molto sentito da Bologna e dai bolognesi, poiché qui ebbe i natali il grande scienziato Guglielmo Marconi, universalmente conosciuto l'inventore della radio. Non mancano ovviamente, e non poteva esser altrimenti, alcuni oggetti originali appartenuti a Marconi, così come stampe e francobolli di tutto il mondo dedicati al maestro.
La fonografia e la musica occupano invece gli altri due grandi settori del museo, dove tra grammofoni, dittafoni, organi musicali e fonografi a rullo si possono ammirare alcuni autentici “gioielli”, veri prodigi della tecnica e della meccanica dei secoli scorsi, antenati dei moderni riproduttori musicali.
Nella mostra vengono inoltre trattati argomenti quali la storia della canzone italiana e napoletana, dove si susseguono, uno accanto all'altro in tutto il loro fascino, alcuni fantastici esemplari di juke-box, o la storia del telefono, dal primo telefono di Antonio Meucci ai primi prototipi di telefoni mobili degli anni Settanta.
Anche il cinema e la televisione trovano spazio nel museo, con la presenza di primordiali apparecchi per la Radiovisione degli anni Venti e Trenta o le lanterne magiche ottocentesche e proiettori per i film muti degli anni Trenta.
In un settore, come quello della comunicazione e del multimediale, che nel corso del XX secolo ha compiuto progressi inimmaginabili e rapidissimi, non poteva certo mancare una sezione dedicata alla storia del computer, con l'esposizione delle prime arcaiche forme di calcolatori meccanici e degli ingombranti pc degli anni Settanta e Ottanta.
Nel museo, attualmente a rischio trasferimento – come dichiarato dallo stesso fondatore pochi mesi fa in un'intervista ad un'emittente locale vista una certa immobilità istituzionale riguardo la valorizzazione della struttura, dal 2007 inserita nel patrimonio UNESCO della Cultura – esiste inoltre una biblioteca ed una cineteca con volumi, riviste, pubblicazioni, film e locandine originali del Novecento.
Per chi volesse visitare la mostra ricordiamo che l'edifico nel quale è ospitato il museo è facilmente raggiungibile a piedi dal centro (si trova infatti circa trecento metri fuori Porta San Felice, in una strada parallela a Via Saffi - Via Emilia Ponente) o con i mezzi pubblici dalla stazione. Il museo è visitabile unicamente su prenotazione!
Indirizzo:
Museo della Comunicazione e del Multimediale G.Pelagalli
«Mille voci… mille suoni»
via Col di Lana 7/n
40121 Bologna
Ingresso: 5 euro
Visita: su prenotazione
Contatti:
tel.338 8609111
www.museopelagalli.com