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Gela (Sicilia): la storia, il mare e cosa vedere

Gela, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Gela dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Fino al 1927 Gela si conosceva con il più pomposo nome di Terranova di Sicilia. Città di oltre 73.000 abitanti in provincia di Caltanissetta, è anche uno dei centri agricolo-industriali più influenti dell'isola nonché località turistica dal duplice vanto, ovvero il possedere un litorale sabbioso di primo livello bagnato dalle acque limpide del mare del Canale di Sicilia e il raccogliere numerosissime testimonianze di un passato le cui radici affondano nell’antica cultura greca.

Storia

Fu infatti una polis di assoluto rilievo, fondata intorno al 689 a.C. dai coloni Rodii-Cretesi, anticipando di 108 anni la nascita di Agrigento. Solo dopo l’epocale battaglia contro Amilcare, Gela cominciò a ingrandirsi arricchendosi di templi e palazzi il cui numero crebbe in maniera esponenziale nel giro di pochi anni, fino a incappare nella tremenda sconfitta contro i Cartaginesi, che nel 282 a.C. distrussero la città. Ripartì come piccolo borgo sotto l’egida romana, ritrovando una proficua espansione urbanistica con gli Arabi prima e i Normanni poi.

Si arrivò così all’attribuzione del nome Terranova conferito da Federico II di Svevia, cui seguì un lunghissimo periodo feudale che si esaurì nel 1812. Al fermento politico che accompagnò l’annessione al Regno d’Italia si sostituì la ricerca di una solidità economica, illusa dalla scoperta di un giacimento di petrolio nel 1956 e l’installazione di uno stabilimento petrolchimico ENI, non così fruttuoso come i gelesi speravano.

L’odierna Gela è molto cambiata. Se prima la sua estetica era caratterizzata dall’invasione del liberty riscontrato nei palazzi gentilizi e nelle chiese, dai primi anni Sessanta l’intero impianto urbanistico ha subito una radicale trasformazione, un massiccio ammodernamento di edifici, monumenti, piazze e vie finalizzato a omogeneizzare l’architettura cittadina. Con ciò si erra a immaginare avveniristici palazzoni e alti condomini vetrati poiché si è inteso comunque preservare la tradizione costruttiva restando fedeli alle radici. Ecco perché risulta molto facile incontrare colonnati corinzi, balconi a mensoloni in pietra tagliata, portali in arenaria e portoni in legno corredati di batacchi in ferro battuto.

Cosa vedere a Gela

Semplicità ed eleganza: dall’alchimia che lega queste due caratteristiche si sono ottenuti i tanti palazzi che costeggiano principalmente Corso Vittorio Emanuele, vedasi Palazzo Presti, il Russello e il Ciaramella, il Guttilla e il Damaggio, Palazzo Ventura e Palazzo Castiglia. Decano dei tanti edifici annoverati nel centro storico è Palazzo Rosso, che dal Settecento sorge in Piazza Umberto I palesandosi come uno dei più antichi di Gela. Risaliamo gli albori del tempo rivalutando i bagni greci, facenti parte di un complesso termale rinvenuto nel 1957 nell’area compresa fra via Palazzi, via Europa e viale Indipendenza. Vasche e ipocausto risalgono all’età ellenica.

La viva corrente razionalista si evince dal Palazzo di Città progettato nel 1951 da Salvatore Cardella: la sua torre dell’orologio raggiunge la ragguardevole altezza di 30 metri. Appartengono a questo stile la Chiesa di San Giacomo, l’omonima piazza e il Palazzo di Giustizia sorto nel 2011.

Trasuda un medievalismo d’annata il Castelluccio che s’erge impettito sulla collina di gesso a guardia della costa. Il suo costrutto conta blocchi di calcare bianco e calcarenite gialla assemblati insieme a filari regolari di pietra sgrossata, così da ottenere una struttura imponente, solida e senza particolari fronzoli decorativi non utili al fine della sua erezione. Successivo è l’insorgere della Torre di Manfria, torrione cinquecentesco (coevo alla diga di Grotticelle, prima opera d’ingegneria idraulica in Sicilia) posto su un poggio affacciato sulla costa alta: si tratta di una delle tante torri di vedetta fatte erigere dagli spagnoli per il potenziale avvistamento di navi saracene.

A Timoleonte paiono legati due importanti fatti storici, ovverosia la decadenza della vecchia Acropoli e la ricostruzione delle mura nel 338 a.C., le cosiddette Mura timoleontee. Entrambi i siti, tenendo anche conto della catacomba paleocristiana, si ammantano di una somma importanza archeologica, specialmente da quando in zona si è scoperto un tempio dorico intitolato alla dea Atena.

Raccolte presso Capo Soprano, appunto l’Acropoli e il Bosco Littorio, spuntano altre incredibili sorprese come l’Emporio Greco Arcaico, la necropoli di Piano Notaro e la colonna in stile dorico: il Museo Archeologico (in città presenti anche il Museo dell’arte contadina e il Museo mondiale della scarpa in miniatura) ha quindi elementi sufficienti per crogiolarsi al pari del Museo della Navigazione Greca, che si fregia della presenza del più antico relitto acheo, datato 500 a.C. e recuperato per l’esposizione.

Siamo in Sicilia per cui parlare di chiese è d’obbligo, soprattutto in relazione a Gela che registra un cospicuo proliferare di luoghi di culto. Primeggia fra tutte la Chiesa Madre, la cui edificazione venne completata verso la metà dell’Ottocento. Intitolata a Maria Santissima Assunta in Cielo, riporta una pianta a croce latina, tre navate, cupola e torre campanaria, il tutto introdotto da una facciata neoclassica, oltre la quale l’ambiente sfoggia spudorato un tripudio di tele e dipinti di alto pregio artistico. Vi si evidenzia nel novero il Transito di Maria realizzato su tavola da Deodato Guinaccia e la raffigurazione di Maria Santissima d’Alemanna con Bambino, patrona di Gela.

Di più modesto aspetto è la rurale Chiesa di San Biagio inscritta nel recinto del cimitero monumentale. Sconsacrata e probabilmente d’epoca bizantina, impernia la struttura sul basso abside, la facciata principale, il rosone e l’arco trionfale inserito all’interno. Ascritta al XIII secolo, la Chiesa dei Cappuccini può vantare fra i suoi meravigliosi dipinti un polittico settecentesco con cornici in legno intarsiato comprendente la Graziosa Vergine degli ammalati e Santa Maria della Porziuncola. Varie pale dipinte, un’acquasantiera cinquecentesca, un Crocifisso, un organo e una Crocifissione si ritrovano nella Chiesa del Carmine edificata nei primi decenni del ‘700. Similare il tesoro della Chiesa dei Santissimi Salvatore e Rosario di Gela, ma vi va aggiunta la cella campanaria soffittata con preziose piastrelle in maiolica colorate.

Sembrerebbe vestita di succinto minimalismo, eppure la Chiesa di San Francesco d’Assisi sposa la logica del tardo barocco siciliano (al pari della Chiesa di San Francesco da Paola), che si rivela nelle opere custodite, in particolare un’acquasantiera marmorea scolpita dal Gagini nel XVI secolo. Nella Chiesa di Sant’Agostino s’incastona armoniosamente la Cappella dei Mugnos, tutta in intaglio di travertino.

Eventi, sagre e manifestazioni

Rimanendo in materia religiosa, l’evento certamente più sentito dalla popolazione è la Festa della Madonna delle Grazie, contraddistinto da un lungo e certosino cerimoniale costituente la processione a piedi nudi dei fedeli in scia del simulacro, la vestizione dei bambini graziati dalla Madonna e i fuochi pirotecnici a mare. Laboriosa anche la Festa patronale in cui l’8 settembre si porta in processione la tavola bizantina raffigurante la Madonna d’Alemanna, ritrovata da un contadino presso il villaggio Aldisio. Vi rientra la tradizione della cuccagna a mare, divertente al contrario di u lamentu intonato in occasione dei riti della Settimana Santa. Immancabili le tavole imbandite durante la Festa di San Giuseppe che si tiene il 19 marzo e la prima domenica di maggio: il santo baccanale prevede buona parte della cucina tipica del luogo, il carciofo violetto, il pomodorino ramato, le gustose impanate, spingi e ravioli di ricotta e cioccolato.

L’Estate Gelese somma all’ingente carico di eventi stagionali lo spettacolo delle spiagge fra le dune e la macchia mediterranea del paradiso costiero affacciato sul Golfo di Gela. Il litorale protende per ben 24 km e il lato occidentale s’apre pienamente al turismo balneare inanellando tratti di sabbia fine e dorata, il Lungomare Federico II di Svevia, le Roccazzelle, la Manfria e Piana Marina, tutte processate con successo da Legambiente.

Il paesaggio regala scorci magnifici come la Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela (presidio LIPU), il lago promiscuo e la laguna del Torrente Rabbito.

Come arrivare a Gela

Gela si pone come crocevia di diverse strade, tutte praticabili in auto per raggiungere la città, ma fra le più veloci c’è sicuramente l’Autostrada A19 CataniaPalermo, che si deve seguire fino allo svincolo per Caltanissetta, da cui bisogna imboccare la SS 626 prima dell’immissione nella SS 115 diretta a Gela; la città ha una propria stazione ferroviaria; l’aeroporto Pio La Torre di Comiso dista soltanto 42 km da Gela, quindi è il più comodo.

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