Vignola (Emilia-Romagna): il castello e la cittą delle ciliegie
Vignola, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Vignola dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Lungo l’Appennino emiliano s’assiepa una fiumana di piccoli e medi comuni la cui coabitazione territoriale rafforza la tradizione di una regione, l’Emilia-Romagna, che intorno ai suoi capoluoghi sviluppa l’anima e l’essenza del bel vedere. In provincia di Modena si distingue l’abitato di Vignola, che dalla città dista appena 25 km ed è dunque un ottimo posto dove soggiornare per mantenere il contatto con la grande realtà urbana.
E’ proprio in epoca romana che la coltivazione diffusa della vite sui terreni alluvionali intorno al fiume Panaro ha dato adito al toponimo latino Vineola, poi divenuto col tempo Vignola, dominio monasteriale nel Medioevo e per questo supponente una difesa imperniata sul primigenio castello a guardia dell’erario vescovile, minacciato dalle annose schermaglie fra guelfi e ghibellini. Successivo al 1247 fu l’insediamento della signoria dei Grassoni, alla quale succedette un secolo dopo la famiglia degli Este, sotto la quale Vignola ebbe a prosperare e a rinforzarsi ulteriormente, senonché nel 1575 il feudo fu ceduto a Giacomo Boncompagni fino al sopraggiungere di Napoleone Bonaparte nel territorio.
Decaduto definitivamente il sistema feudale, Vignola potè godere di crescente autonomia e per questo ebbe la possibilità di partecipare attivamente ai moti risorgimentali che condussero all’Unità d’Italia. Sempre alla fine dell’Ottocento risale l’implementazione tramviaria che portò dapprima alla costruzione del Ponte Muratori e poi alla realizzazione della nuova tramvia Vignola-Bazzano-Bologna, sostituita poi dalla ferrovia elettrica, a sua volta bissata da nuove linee dopo il crollo del ponte durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il suddetto ponte venne ricostruito ma la continuità anche sotto il profilo ferroviario si era ormai incrinata. Al boom economico, Vignola rispose con il potenziamento delle attività agricole in accordo con la filiera artigianale e industriale che le valsero più avanti il titolo di "Città", conferitole dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Il tour porta poco a poco ai margini dell’abitato (che comprende, non l’abbiamo detto finora, oltre 25.000 residenti), da cui partono i vari itinerari naturalistici che immergono l’avventore nel mellifluo paesaggio prevedendo la percorrenza di tracciati gradevoli quali il Percorso Sole, il Belvedere e la Ciclovia del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, non quelli di Matera bensì guglie arenacee molto simili alle Meteore greche che formano un’area calcabile sia a piedi che in bicicletta nello spazio di un’intensa giornata.
Cenni di storia
Eppure anche Vignola stessa possiede un patrimonio architettonico tale da trattenere a lungo il turista in visita in quello che doveva essere stato un punto strategico e storicamente crocevia di diverse popolazioni, vedesi gli Etruschi, i Liguri, i Galli e, naturalmente, gli onnipresenti Romani, le cui vestigia sono riesumate grazie al repertorio archeologico.E’ proprio in epoca romana che la coltivazione diffusa della vite sui terreni alluvionali intorno al fiume Panaro ha dato adito al toponimo latino Vineola, poi divenuto col tempo Vignola, dominio monasteriale nel Medioevo e per questo supponente una difesa imperniata sul primigenio castello a guardia dell’erario vescovile, minacciato dalle annose schermaglie fra guelfi e ghibellini. Successivo al 1247 fu l’insediamento della signoria dei Grassoni, alla quale succedette un secolo dopo la famiglia degli Este, sotto la quale Vignola ebbe a prosperare e a rinforzarsi ulteriormente, senonché nel 1575 il feudo fu ceduto a Giacomo Boncompagni fino al sopraggiungere di Napoleone Bonaparte nel territorio.
Decaduto definitivamente il sistema feudale, Vignola potè godere di crescente autonomia e per questo ebbe la possibilità di partecipare attivamente ai moti risorgimentali che condussero all’Unità d’Italia. Sempre alla fine dell’Ottocento risale l’implementazione tramviaria che portò dapprima alla costruzione del Ponte Muratori e poi alla realizzazione della nuova tramvia Vignola-Bazzano-Bologna, sostituita poi dalla ferrovia elettrica, a sua volta bissata da nuove linee dopo il crollo del ponte durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il suddetto ponte venne ricostruito ma la continuità anche sotto il profilo ferroviario si era ormai incrinata. Al boom economico, Vignola rispose con il potenziamento delle attività agricole in accordo con la filiera artigianale e industriale che le valsero più avanti il titolo di "Città", conferitole dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
La Rocca, il castello di Vignola
Questa “cittadina” guarda fiera all’orizzonte con la sua Rocca, un esempio di connubio sinottico fra architettura e pittura, conservato fino a oggi grazie a un attento e meticoloso restauro atto a preservare soprattutto i begli affreschi presenti nelle varie sale del piano terra, considerando anche i tardogotici custoditi dalla Cappella della Rocca, tra i quali spiccano i dipinti raffiguranti le Storie di Cristo attribuibili al Maestro di Vignola.Cosa vedere a Vignola
Tra gli edifici della località regna un equilibrio che non ammette disparità in termini di importanza: tutto ha risonanza in egual modo e tutto merita di essere visitato, come la Chiesa Plebana dedicata ai Santi Nazario e Celso (vi è custodita una bella Pietà in bronzo dorato), il Santuario della Beata Vergine della Pieve (possiede la statua assai venerata della Madonna in trono col Bambino) il Palazzo Barozzi con la sua scala a chiocciola elicoidale affrescata, la Torre Galvani e il suo giardino pensile, senza tralasciare lungo il percorso la piccola chiesetta rosa a pianta circolare di Santa Maria Rotonda.Il tour porta poco a poco ai margini dell’abitato (che comprende, non l’abbiamo detto finora, oltre 25.000 residenti), da cui partono i vari itinerari naturalistici che immergono l’avventore nel mellifluo paesaggio prevedendo la percorrenza di tracciati gradevoli quali il Percorso Sole, il Belvedere e la Ciclovia del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, non quelli di Matera bensì guglie arenacee molto simili alle Meteore greche che formano un’area calcabile sia a piedi che in bicicletta nello spazio di un’intensa giornata.