Sao Miguel e Terceira, visita alle due isole delle Azzorre
C'è chi ama definirle le Hawaii dell'Oceano Atlantico. In realtà, al di là del verde e dei vulcani, le isole Azzorre (Açores) hanno poco da condividere con l'arcipelago americano. Può sembrare di trovarsi dall'altra parte del mondo, questo è vero, ma ricordiamoci che siamo pur sempre in Europa: la lingua portoghese suona familiare, la moneta utilizzata è l'euro e si ammirano tanti pascoli almeno quanto in Svizzera.
Il legame col Portogallo c'è e affiora anche dalla cultura, dalle tradizioni e dalla storia, sebbene almeno 2 ore e 30 minuti di volo separino queste isole dalla capitale Lisbona e circa 1500 km di mare dalle sue coste (tanto da trovarsi incredibilmente equidistanti da quelle di Terranova, in Canada).
Scoperte fra il 1427 e il 1431 da esploratori portoghesi in rotta verso le Indie, queste nove isole nel cuore dell'Oceano Atlantic, rappresentano da sempre il sogno di molti naviganti, nonché tappa obbligata delle traversate transatlantiche (il Peter Café Sport, sull’isola di Horta, è divenuto famoso in tutto il mondo proprio perchè da oltre 120 anni testimonia questo passaggio).
A dispetto di un passato più o meno glorioso che racconta di naviganti e baleniere, nel ventesimo secolo le Isole Azzorre hanno vissuto un periodo di crisi accompagnato da un fase di intensa emigrazione, soprattutto verso il continente americano (la famiglia della celebre cantautrice Nelly Furtado ne è un esempio).
Nel corso degli ultimi anni fortunatamente l’economia ha ripreso a crescere portando a un’espansione dell’agricoltura e dell’allevamento di bovini da latte. Il fatto che il numero di mucche allevate va quasi di pari passo il numero di abitanti ne è un segno tangibile, tanto che i prodotti caseari sono oggi esportati nel continente. A queste attività principali si è venuto ad aggiungere anche il turismo, con un’implementazione delle strutture e dei servizi dedicati al visitatore.
Il mio viaggio mi porta a scoprire due dei nove puntini sulla mappa del mondo che ho appeso in casa. Così piccoli che quasi si confondono perdendosi in mezzo all'immensità dell'Atlantico. Visitiamo l'isola più grande per dimensione e numero di abitanti, São Miguel, e Terceira, la terza isola a essere scoperta, come riporta poco fantasiosamente il nome. Quindi veniamo a noi, prendiamo un volo TAP Portugal e partiamo alla scoperta delle Azzorre.
Per panorami mozzafiato, anche la costa orientale regala grandi emozioni, soprattutto nei pressi di Nordeste, dove si trova il Faro di Arnel (Farol do Arnel), il primo faro a essere inaugurato nelle Azzorre a fine Ottocento. Prima di partire, verificate solo la transitabilità della strada costiera che conduce fin qui passando da sud, a causa di possibili frane.
Non solo trekking e natura: l'isola di São Miguel stupisce anche per la variegata offerta di attività per tutte le età, interessi e voglia di avventura. Dal whale watching (Picos de Aventura, nella marina di Ponta Delgada, organizza spedizioni variabili dalle 3 alle 7 ore) al surf sulle spiagge di Populo, Ribeira Quente e Ribeira Grande. Gli stessi indirizzi costieri valgono anche per chi ama solo rilassarsi sdraiato sulla sabbia nera che le ricopre.
Non dimentichiamoci che São Miguel, data l'intensa attività geotermica che la caratterizza, è anche una mecca per gli amanti delle acque termali. Per un bagno immersi nelle calde acque sulfuree circondati nell'abbraccio della natura più selvaggia c'è Caldeira Velha, situata nel cuore dell'isola, poco distante dalla bella Lagoa do Fogo.
Per chi invece non rinuncia alla comodità e ai servizi c'è il Terra Nostra Park, a Furnas, la cui piscina di acqua ferrosa e sulfurea si trova al centro di un immenso parco botanico, a fianco dell’omonima struttura alberghiera quattro stelle, L'importante è non farsi spaventare dal colore delle acque perchè in realtà, una volta a mollo, la sensazione è piacevolissima. Poco distanti si trovano le acque di Poça da Dona Beija, aperte al pubblico, non meno affascinanti e più selvagge.
Se siete appassionati di fotografia infine, non perdete lo spettacolo delle piantagioni di té che disegnano il paesaggio e rappresentano un unicum in tutta Europa, come quelle che circondano la proprietà di Cha Gerreana, dove addirittura è possibile degustare gratuitamente il té dal sapore delicato e assistere a tutte le fasi di preparazione del prodotto che seguono la raccolta.
Un capitolo a sé lo merita il cibo. Non buono, buonissimo, e particolare. Dimenticatevi la pasta, perché qui si mangia tanto pesce, carne, latticini e verdure.
A Furnas addirittura la carne e le verdure vengono lasciate cuocere lentamente sottoterra, fra i bollori dell'attività geotermica per 5 ore circa e ogni ristorante sembra avere la sua pozza di acqua calda di fiducia.
Se proprio non avete tempo per un ristorante, non lasciate questa località senza avere almeno provato le pannocchie; le troverete in fondo al paese, in corrispondenza delle sue fumarole e alla modica cifra di meno di un euro l’una.
Se optate invece per un pranzo a sacco sulle isole, niente paura, troverete ovunque piazzole adibite a picnic, molte delle quali si sono accaparrate anche suggestivi punti panoramici fra scogliere a picco sul mare così come in lussureggianti giardini di ortensie. La gente del posto sembra andare matta per il picnic.
I miei consigli speciali? Non dedicate troppo tempo alla cittadina di Ponta Delgada, che non è seducente come il resto dell’isola, ma piuttosto tenetela in considerazione come punto di partenza e ritorno. Se possibile, concludete il vostro soggiorno sull'isola con una cena al ristorante di pesce fresco a Ribeira Quente, Ristorante Ponta do Garajau (restaurantepontadogarajau.com/en/), una graziosa trattoria aperta solo da aprile a ottobre.
Il legame col Portogallo c'è e affiora anche dalla cultura, dalle tradizioni e dalla storia, sebbene almeno 2 ore e 30 minuti di volo separino queste isole dalla capitale Lisbona e circa 1500 km di mare dalle sue coste (tanto da trovarsi incredibilmente equidistanti da quelle di Terranova, in Canada).
Scoperte fra il 1427 e il 1431 da esploratori portoghesi in rotta verso le Indie, queste nove isole nel cuore dell'Oceano Atlantic, rappresentano da sempre il sogno di molti naviganti, nonché tappa obbligata delle traversate transatlantiche (il Peter Café Sport, sull’isola di Horta, è divenuto famoso in tutto il mondo proprio perchè da oltre 120 anni testimonia questo passaggio).
A dispetto di un passato più o meno glorioso che racconta di naviganti e baleniere, nel ventesimo secolo le Isole Azzorre hanno vissuto un periodo di crisi accompagnato da un fase di intensa emigrazione, soprattutto verso il continente americano (la famiglia della celebre cantautrice Nelly Furtado ne è un esempio).
Nel corso degli ultimi anni fortunatamente l’economia ha ripreso a crescere portando a un’espansione dell’agricoltura e dell’allevamento di bovini da latte. Il fatto che il numero di mucche allevate va quasi di pari passo il numero di abitanti ne è un segno tangibile, tanto che i prodotti caseari sono oggi esportati nel continente. A queste attività principali si è venuto ad aggiungere anche il turismo, con un’implementazione delle strutture e dei servizi dedicati al visitatore.
Il mio viaggio mi porta a scoprire due dei nove puntini sulla mappa del mondo che ho appeso in casa. Così piccoli che quasi si confondono perdendosi in mezzo all'immensità dell'Atlantico. Visitiamo l'isola più grande per dimensione e numero di abitanti, São Miguel, e Terceira, la terza isola a essere scoperta, come riporta poco fantasiosamente il nome. Quindi veniamo a noi, prendiamo un volo TAP Portugal e partiamo alla scoperta delle Azzorre.
São Miguel
L'isola di São Miguel, la più grande, custodisce laghi di origine vulcanica incastonati nella verde vegetazione dell’isola. Alcuni di questi si estendono addirittura per chilometri, creando paesaggi spettacolari come quello di Sete Cidades, nella zona occidentale. Un luogo avvolto da miti, leggende e bellezza naturale. L’importante qui è seguire i cartelli per i vari miradouros (belvedere) e, se la forma fisica lo consente, partire per un indimenticabile trekking (15 km circa) tutt’intorno ai crateri, senza mancare il punto di vista panoramico più spettacolare, denominato “Vista del Re”.Per panorami mozzafiato, anche la costa orientale regala grandi emozioni, soprattutto nei pressi di Nordeste, dove si trova il Faro di Arnel (Farol do Arnel), il primo faro a essere inaugurato nelle Azzorre a fine Ottocento. Prima di partire, verificate solo la transitabilità della strada costiera che conduce fin qui passando da sud, a causa di possibili frane.
Non solo trekking e natura: l'isola di São Miguel stupisce anche per la variegata offerta di attività per tutte le età, interessi e voglia di avventura. Dal whale watching (Picos de Aventura, nella marina di Ponta Delgada, organizza spedizioni variabili dalle 3 alle 7 ore) al surf sulle spiagge di Populo, Ribeira Quente e Ribeira Grande. Gli stessi indirizzi costieri valgono anche per chi ama solo rilassarsi sdraiato sulla sabbia nera che le ricopre.
Non dimentichiamoci che São Miguel, data l'intensa attività geotermica che la caratterizza, è anche una mecca per gli amanti delle acque termali. Per un bagno immersi nelle calde acque sulfuree circondati nell'abbraccio della natura più selvaggia c'è Caldeira Velha, situata nel cuore dell'isola, poco distante dalla bella Lagoa do Fogo.
Per chi invece non rinuncia alla comodità e ai servizi c'è il Terra Nostra Park, a Furnas, la cui piscina di acqua ferrosa e sulfurea si trova al centro di un immenso parco botanico, a fianco dell’omonima struttura alberghiera quattro stelle, L'importante è non farsi spaventare dal colore delle acque perchè in realtà, una volta a mollo, la sensazione è piacevolissima. Poco distanti si trovano le acque di Poça da Dona Beija, aperte al pubblico, non meno affascinanti e più selvagge.
Se siete appassionati di fotografia infine, non perdete lo spettacolo delle piantagioni di té che disegnano il paesaggio e rappresentano un unicum in tutta Europa, come quelle che circondano la proprietà di Cha Gerreana, dove addirittura è possibile degustare gratuitamente il té dal sapore delicato e assistere a tutte le fasi di preparazione del prodotto che seguono la raccolta.
Un capitolo a sé lo merita il cibo. Non buono, buonissimo, e particolare. Dimenticatevi la pasta, perché qui si mangia tanto pesce, carne, latticini e verdure.
A Furnas addirittura la carne e le verdure vengono lasciate cuocere lentamente sottoterra, fra i bollori dell'attività geotermica per 5 ore circa e ogni ristorante sembra avere la sua pozza di acqua calda di fiducia.
Se proprio non avete tempo per un ristorante, non lasciate questa località senza avere almeno provato le pannocchie; le troverete in fondo al paese, in corrispondenza delle sue fumarole e alla modica cifra di meno di un euro l’una.
Se optate invece per un pranzo a sacco sulle isole, niente paura, troverete ovunque piazzole adibite a picnic, molte delle quali si sono accaparrate anche suggestivi punti panoramici fra scogliere a picco sul mare così come in lussureggianti giardini di ortensie. La gente del posto sembra andare matta per il picnic.
I miei consigli speciali? Non dedicate troppo tempo alla cittadina di Ponta Delgada, che non è seducente come il resto dell’isola, ma piuttosto tenetela in considerazione come punto di partenza e ritorno. Se possibile, concludete il vostro soggiorno sull'isola con una cena al ristorante di pesce fresco a Ribeira Quente, Ristorante Ponta do Garajau (restaurantepontadogarajau.com/en/), una graziosa trattoria aperta solo da aprile a ottobre.
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Assolutamente da non perdere qui è Angra do Heroismo, la bella cittadina coloniale dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO dal 1983, con i suoi toni pastello, le strade strette e decorate e graziose chiesette, fra le quali spicca quella dedicata a São Gonçalo, fondata nel lontano 1542, e abbellita alle pareti da caratteristici azulejos bianchi e blu.
Stesso discorso di medaglia al merito vale per l’Algar do Carvão, un cono vulcanico che conduce a una grotta formatasi a causa di un’eruzione e ricoperto di vegetazione, fino laddove arriva la luce.
Un vero e propio “must do” sull’isola, la cui visita, a pagamento, è permessa solo in determinati orari (normalmente l’ingresso alle grotte è concesso in orari pomeridiani).
Cos'è che rende quest'isola così speciale? L'autenticità, l'atmosfera umile e raccolta, il sogno ad occhi aperti delle sue coste a picco sul mare, la favola di Angra do Heroismo e... la sua straordinaria natura.
Forse aveva ragione proprio François-René de Chateaubriand, quando di queste isole scrisse: "Ho scoperto un giardino di sogno con nove isole che affiorano come ninfee galleggianti sull'oceano."
Della stessa catena troviamo anche il Terra Nostra Garden Hotel a Furnas, considerato il migliore hotel delle Azzorre.
Per spostarsi tra le isole ci sono voli interni oppure un servizio di traghetti.
Terceira
L'isola di Terceira, più discreta ma pur sempre affascinante, si raggiunge con un semplice volo interno oppure via mare per mezzo di un traghetto che impiega poco meno di 4 ore (soluzione sconsigliata se andate incontro all'oceano in subbuglio come nel mio caso).Assolutamente da non perdere qui è Angra do Heroismo, la bella cittadina coloniale dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO dal 1983, con i suoi toni pastello, le strade strette e decorate e graziose chiesette, fra le quali spicca quella dedicata a São Gonçalo, fondata nel lontano 1542, e abbellita alle pareti da caratteristici azulejos bianchi e blu.
Stesso discorso di medaglia al merito vale per l’Algar do Carvão, un cono vulcanico che conduce a una grotta formatasi a causa di un’eruzione e ricoperto di vegetazione, fino laddove arriva la luce.
Un vero e propio “must do” sull’isola, la cui visita, a pagamento, è permessa solo in determinati orari (normalmente l’ingresso alle grotte è concesso in orari pomeridiani).
Cos'è che rende quest'isola così speciale? L'autenticità, l'atmosfera umile e raccolta, il sogno ad occhi aperti delle sue coste a picco sul mare, la favola di Angra do Heroismo e... la sua straordinaria natura.
Forse aveva ragione proprio François-René de Chateaubriand, quando di queste isole scrisse: "Ho scoperto un giardino di sogno con nove isole che affiorano come ninfee galleggianti sull'oceano."
Dove dormire a Sao Miguel
L'isola di São Miguel offre una scelta maggiore in termini di strutture rispetto alle sorelle, gran parte delle quali concentrate a Ponta Delgada, dove troviamo uno degli hotel migliori da sfruttare come base per chi ha il desiderio di girarsi l'isola tenendo un punto fermo (il noleggio dell'auto è la soluzione migliore e la compagnia locale Ilha Verde offre un buon servizio), l’Hotel Marina Atlantico, della catena Bensaude (foto sotto).Della stessa catena troviamo anche il Terra Nostra Garden Hotel a Furnas, considerato il migliore hotel delle Azzorre.
Dove dormire a Terceira
Qui è presto detto, perchè la struttura che merita più di ogni altra di essere vissuta, o almeno visitata, è il Forte de Sao Sebastião. Realizzato nientedimeno che da un ingegnere italiano, Tommaso Benedetto, per volere della Corona Portoghese nel XVI secolo in difesa di Angra de Heroismo. Oggi accoglie un hotel: una struttura di livello, dotata di tutti i comfort, ad un passo dal porto e dalla città (www.pousadas.pt/en/hotel/pousada-angra)Come arrivare fino alle Azzorre
Le Azzorre si possono raggiungere in volo con TAP Portugal, che offre voli giornalieri diretti da Lisbona verso Terceira e Ponta Delgada (São Miguel) con partenze da Roma, Milano, Bologna e Venezia.Per spostarsi tra le isole ci sono voli interni oppure un servizio di traghetti.
Azzorre: quando partire?
I mesi migliori per visitare le Azzorre sono luglio e agosto, che sono i mesi più caldi e soleggiati (periodo che coincide anche con la fioritura delle ortensie); tuttavia il clima oceanico fa sì che il mare si riscaldi in ritardo, per cui settembre è più caldo di giugno, e dal punto di vista delle temperature è ancora un mese estivo. Per maggiori informazioni rimandiamo al nostro articolo dedicato al clima delle isole Azzorre.
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