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Carnevale Friuli Venezia Giulia 2025

Le sfilate di Carnevale più belle in Friuli Venezia Giulia: quando e dove sono

Date e programmi di tutti i Carnevali in Friuli Venezia Giulia

Il Carnevale di Nimis

Carnevale di Nimis
» Date e programma 2024

Dal 05 Gennaio 2024
al 13 Febbraio 2024 *

* Date non continuative!

Il Carnevale di Pordenone

Carnevale di Pordenone
» Date e programma 2024

Dal 03 Febbraio 2024
al 13 Febbraio 2024 *

* Date non continuative!

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Maschere, tradizioni e feste del Carnevale friulano

Influenze slave e arcaiche permeano il Carnevale del Friuli Venezia Giulia nel quale emergono, come protagoniste, figure antropomorfe ed altre più goliardiche. I Blumari ad esempio, provengono da ritualità antiche. Ad interpretarli sono giovani, maschi e non sposati che, vestiti di bianco, con cappelli che ricordano alberi fioriti (da Blume, parola tedesca che significa fiore) e campanacci al collo, devono superare una prova di iniziazione, coprendo chilometri di corsa sulla neve lungo un itinerario circolare. Percorrerlo senza sporcarsi significa superare la prova e raggiungere l'obiettivo, quindi attirare buoni auspici per l'anno entrante.

Altre maschere tipiche del Carnevale friulano sono i Maschkar, termine che significa "campanacci", figure paurose con il viso e le mani sporche di fuliggine con la quale tentano di tingere anche chi incontrano, gli "Jutalan" personaggi con il volto coperto da un velo, che indossano camicia , gonna e calze bianche "scarpets", calzature tipiche, te lipe bile maškire, le “belle maschere”, a Resia), i kukaci, esseri demoniaci, le Scheintena schembln, le maschere brutte dagli abiti rozzi e assemblati a caso e le Scheana schembln, le maschere belle dai vestiti sontuosi. In entrambi i casi i personaggi hanno il volto coperto da una maschera di legno o da un fazzoletto. Il Pust, termine del dialetto resiano che sta a significare Carnevale, si arricchisce a Monfalcone di un altro personaggio, Sior Anzoleto Postier.

Nelle Valli del Natisone, in provincia di Udine, al confine con la Slovenia, il Carnevale di Pulfero offre un ritorno alle origini arcaiche ricordate dalle figure antropomorfe che lo animano e che simboleggiano il succedersi in natura del bene e del male. La particolarità risiede anche nel carattere territorialmente "misto". Gli influssi sloveni si avvertono nelle maschere di Cerkno, colorate e intagliate nel legno, con abiti di pelliccia ed edera, combattive e rituali, con le loro danze per favorire la coltivazione delle rape. 

In Val di Resia, il Pust, quindi il Carnevale, si festeggia con il suono di antichi strumenti come la cïtira, simile al violino e la bünkula, una sorta di violoncello. Clou della manifestazione sono i veglioni e la cerimonia funebre del Babaz, il fantoccio che rappresenta lo spirito del Carnevale (www.parcoprealpigiulie.it). In Carnia, fra i monti di Sauris, continua a svolgersi ogni anno, il 14 febbraio, uno dei carnevali alpini più antichi e suggestivi, la "Notte delle lanterne", organizzata nei boschi intorno al paese.

A Nimis (Udine), le suggestioni del Carnevale escono dai confini regionali fino a trasformare la festa in un evento internazionale con la partecipazione di maschere provenienti anche dai territori limitrofi. I festeggiamenti partono il 5 gennaio, in netto anticipo rispetto alla tabella di marcia solita, data che segna l’“uscita del Pust”, quindi l'inizio del Carnevale, con le sue atmosfere folli e trasgressive. Simbolo della celebrazione è il “tômat”, maschera in legno intagliato, realizzata a mano, dato in premio alla maschera singola più bella.

Ad accogliere il pubblico che accorre per ammirare carri e maschere a Monfalcone (Gorizia) è, Sior Anzoleto Postier, re del Carnevale, che dirige la Cantada, le canzoni popolari intonate coralmente dai temi legati al quotidiano, la fatica del lavoro, le difficoltà ma anche alle gioie. Info: www.monfalcone.info

I carri allegorici sono il segno distintivo del Carnevale di Muggia del Muja (Trieste), nato nel 1400 e ancora capace di stupire e offrire allegria. I primi documenti che ne attestano l'origine testimoniano l'elargizione da parte del Comune del contributo di un ducato alle Compagnie che spendevano più di tre soldi per i musicanti. Nel 1611 viene ricordato il ballo introduttivo dei festeggiamenti del Carnevale Muggesano, il “Ballo della Verdura”, ispirato alla danza che Teseo interpretò dopo la vittoria sul Minotauro. Uomini e donne coronati da una ghirlanda composta da verdura e fiori, ballano fino a coinvolgere il pubblico. Oggi, ciò che cattura è la sfilata dei bellissimi carri allegorici tutti semoventi. Info: www.carnevaldemuja.it

L'isola lagunare di Grado (Gorizia) si distingue per la rievocazione medievale del “Manso Infiocao", il "manzo infiocchettato", che ricorda la difesa dall'attacco inflitto dal Patriarca di Aquileia nel 1162 e conclusasi a favore degli isolani. La sfilata di carri e maschere si rifà al tributo di 12 maiali ed un manzo consegnato ogni giovedì grasso ai gradesi meno abbienti dopo la sconfitta del Patriarca. Fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale veniva scelto un manzo vero, poi sostituito da un fantoccio in cartapesta. Nel mese di luglio si svolge una versione estiva del Carnevale con sfilate e musica.

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