Monfalcone (Friuli Venezia Giulia): la Rocca e la visita alla cittą dei cantieri
Monfalcone, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Monfalcone dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Monfalcone è nota non soltanto per essere una bella località del Friuli Venezia Giulia, ma altresì per la sua conformazione in cittadina portuale avente in seno un cantiere navale fra i più industriosi del Mediterraneo, per tale motivo perdurano ormai da anni i soprannomi di “città delle navi da crociera” e “città dei cantieri”.
Nel 1260 è menzionata una Montis Falconis e nel 1289 si definisce ufficialmente la presenza di un nucleo fortificato che fungerà da epicentro per l’espansione urbana sotto il dominio veneziano nel ‘400. La Serenissima mantiene salda la sua egemonia fra guerre intestine e invasioni turche che si alternarono insistentemente per oltre quattro secoli, fino a che ecco giungere in queste terre Napoleone Bonaparte e le sue milizie transalpine. La venuta degli Austriaci nel 1814 non è da ritenersi esattamente un male, anche perché è proprio in questo periodo che sbocciano le maggiori attività industriali e commerciali. Nemmeno la Grande Guerra (cui è dedicato un Parco Tematico) riuscì a fermare un processo di sviluppo pienamente innescato e complice di un incremento demografico inarrestabile.
Monfalcone è la classica città-paese che coniuga il duplice volto del contesto urbano espanso, mostra semplicità nel suo articolarsi, complessità nelle trame commerciali, benessere complessivo che si può rilevare ovunque, più che mai nella sua ingente dotazione artistica concatenata al patrimonio architettonico che fa capo al porsi imponente della Rocca.
In prossimità della Rocca si possono ancora scorgere i resti dei 5 castellieri, primigeni abitati agglomeranti capanne costruite a secco sulle alture e disposti a formare una sorta di vallo a protezione del borgo sottostante. Queste vestigia si riferiscono con precisione ai castellieri della Gradiscata, Forcate, Golas, Rocca e Moschenizza. Per quanto concerne le residenze antiche, qui a Monfalcone ci sono tracce di eleganti dimore romane continuamente oggetto di studio e indagine archeologica: sono esse Villa dei Tavoloni, Villa dell’Enel, Villa di via delle Mandrie, Villa di via di Colombo e Villa della Punta.
L’architettura definisce un piacevole viaggio di avvicinamento alla contemporaneità, indi per cui dalle ville si passa ai palazzi moderni, guidati dal Palazzo Comunale datato 1860. L’ambiente interno certamente più rappresentativo si rivela essere la Sala del Consiglio, custode di due affreschi anonimi che raffigurano scene del Buon Governo. In via Sant’Ambrogio si staglia il Palazzetto Veneto, più correttamente nominato Palazzo del Rappresentante del Pubblico. Ospitava nel ‘400 il Podestà cittadino. A quel periodo risale anche la Fontana di Aris, sovrastata dal leone di San Marco.
Poco distante, il Duomo inaugura il filone ecclesiastico. Sorge sulle ceneri della Chiesa di Sant’Ambrogio, caduta sotto i colpi della Grande Guerra, ed è una ricostruzione novecentesca condotta in stile marcatamente neoromanico con campanile eretto nel 1956, voluto dai cittadini. La Chiesa di San Nicolò è più antica (risale al Seicento) e paradossalmente più ricca di opere artistiche nonché preziosi arredi, infatti reca un presbiterio affrescato con le scene del Peccato Originale e della Redenzione realizzate da Giovanni Bartoli e Rodolfo Zernetti, inoltre in fondo alla navata spicca in tutta la sua risonante bellezza l’altare maggiore in legno dorato, scolpito da Giovanni Antonio Agostini. Statue di santi coronano l’opulento patrimonio.
La Chiesa del Rosario si rinfranca invece con la statua della Madonna, un magnifico rosone istoriato e il leone marciano posto in facciata. La Chiesa di San Paolo ha un impianto che soggiace alla grandezza del Santuario della Beata Vergine Marcelliana: è un edificio tipicamente mariano, si dota di una sola navata e mostra parti di un affresco raffigurante l’Annunciazione, la Visitazione e la Vergine educata da Sant’Anna, opera purtroppo seriamente compromessa dalle devastazioni della guerra del 1915-18. Della vecchia Chiesa di San Polo rimangono soltanto poche rovine.
Storia ed origine del nome
Affacciato sul Mar Adriatico, il comune nasce in un’area anticamente ricca di insediamenti preistorici e inizia a essere valorizzato come castrum in età romana. Sotto l’influenza della vetusta Aquileia, il borgo prospera e l’imperatore Ottone I ne fa un luogo d’importanza strategica per la sua posizione protetta dai monti carsici che vi si stagliano alle spalle dell’abitato, in realtà ancora sprovvisto di vere e propri domicili civili.Nel 1260 è menzionata una Montis Falconis e nel 1289 si definisce ufficialmente la presenza di un nucleo fortificato che fungerà da epicentro per l’espansione urbana sotto il dominio veneziano nel ‘400. La Serenissima mantiene salda la sua egemonia fra guerre intestine e invasioni turche che si alternarono insistentemente per oltre quattro secoli, fino a che ecco giungere in queste terre Napoleone Bonaparte e le sue milizie transalpine. La venuta degli Austriaci nel 1814 non è da ritenersi esattamente un male, anche perché è proprio in questo periodo che sbocciano le maggiori attività industriali e commerciali. Nemmeno la Grande Guerra (cui è dedicato un Parco Tematico) riuscì a fermare un processo di sviluppo pienamente innescato e complice di un incremento demografico inarrestabile.
Cosa vedere a Monfalcone
Oggi la cittadina conta ca. 28.000 abitanti e il fermento è tale che anche il settore turistico seguita a conoscere apici d’oro e proiezioni su un futuro quanto mai radioso.Monfalcone è la classica città-paese che coniuga il duplice volto del contesto urbano espanso, mostra semplicità nel suo articolarsi, complessità nelle trame commerciali, benessere complessivo che si può rilevare ovunque, più che mai nella sua ingente dotazione artistica concatenata al patrimonio architettonico che fa capo al porsi imponente della Rocca.
La Rocca di Monfalcone
Essa corrisponde al simbolo incontrastato, l’emblema concretizzatosi per mano dei Patriarchi di Aquileia e poi restaurato per essere consegnato alle generazioni future. Ospita dal 1970 il Museo Speleo-Paleontologico che conserva più di 10.000 preziosissimi reperti (a Monfalcone si possono visitare poi il Museo Civico del Territorio e il Museo Virtuale di Archeologia Industriale, la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea e il Museo della Cantieristica); la sua struttura centrale consta di un mastio a pianta quadrata incorniciato da mura (che un tempo riguardavano l’intero perimetro di Monfalcone e furono addirittura opera del re goto Teodorico), un torrione a triplice livello e una balconata che offre una veduta spettacolare del panorama dove mare, colline e pianure recitano poesie d’autore.In prossimità della Rocca si possono ancora scorgere i resti dei 5 castellieri, primigeni abitati agglomeranti capanne costruite a secco sulle alture e disposti a formare una sorta di vallo a protezione del borgo sottostante. Queste vestigia si riferiscono con precisione ai castellieri della Gradiscata, Forcate, Golas, Rocca e Moschenizza. Per quanto concerne le residenze antiche, qui a Monfalcone ci sono tracce di eleganti dimore romane continuamente oggetto di studio e indagine archeologica: sono esse Villa dei Tavoloni, Villa dell’Enel, Villa di via delle Mandrie, Villa di via di Colombo e Villa della Punta.
L’architettura definisce un piacevole viaggio di avvicinamento alla contemporaneità, indi per cui dalle ville si passa ai palazzi moderni, guidati dal Palazzo Comunale datato 1860. L’ambiente interno certamente più rappresentativo si rivela essere la Sala del Consiglio, custode di due affreschi anonimi che raffigurano scene del Buon Governo. In via Sant’Ambrogio si staglia il Palazzetto Veneto, più correttamente nominato Palazzo del Rappresentante del Pubblico. Ospitava nel ‘400 il Podestà cittadino. A quel periodo risale anche la Fontana di Aris, sovrastata dal leone di San Marco.
Poco distante, il Duomo inaugura il filone ecclesiastico. Sorge sulle ceneri della Chiesa di Sant’Ambrogio, caduta sotto i colpi della Grande Guerra, ed è una ricostruzione novecentesca condotta in stile marcatamente neoromanico con campanile eretto nel 1956, voluto dai cittadini. La Chiesa di San Nicolò è più antica (risale al Seicento) e paradossalmente più ricca di opere artistiche nonché preziosi arredi, infatti reca un presbiterio affrescato con le scene del Peccato Originale e della Redenzione realizzate da Giovanni Bartoli e Rodolfo Zernetti, inoltre in fondo alla navata spicca in tutta la sua risonante bellezza l’altare maggiore in legno dorato, scolpito da Giovanni Antonio Agostini. Statue di santi coronano l’opulento patrimonio.
La Chiesa del Rosario si rinfranca invece con la statua della Madonna, un magnifico rosone istoriato e il leone marciano posto in facciata. La Chiesa di San Paolo ha un impianto che soggiace alla grandezza del Santuario della Beata Vergine Marcelliana: è un edificio tipicamente mariano, si dota di una sola navata e mostra parti di un affresco raffigurante l’Annunciazione, la Visitazione e la Vergine educata da Sant’Anna, opera purtroppo seriamente compromessa dalle devastazioni della guerra del 1915-18. Della vecchia Chiesa di San Polo rimangono soltanto poche rovine.