Haiti, viaggio nell'isola di Hispaniola. Mar dei Caraibi
Haiti, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Haiti dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
L’isola di Haiti, che conta quasi 9 milioni di abitanti, è situata nel Mar dei Caraibi, confina ad est con la Repubblica Dominicana, con cui divide l’isola di Hispaniola, ed è separata da un sottile lembo di mare da Cuba che si trova a nord-ovest.
Cercando nel passato di Haiti si trovano dolore e sofferenze, fin dal 5 dicembre del 1492, quando l’isola fino a quel momento abitata dagli indigeni taino e arauachi, assistette allo sbarco della "Santa Maria" comandata da Cristoforo Colombo, che rivendicò il territorio a favore della Spagna. Lo sfruttamento nelle piantagioni e le malattie decimarono le tribù locali, senza contare gli sbarchi dei pirati che mettevano a ferro e fuochi i pochi porti presenti sull’isola di Hispaniola. La parte occidentale dell’isola, l’odierna Haiti, finì così per spopolarsi in favore della capitale Santo Domingo, e in breve tempo fu occupata da bucanieri e soldati francesi che nel 1664, con il "Trattato Ryswick", ottennero ufficialmente questa porzione di territorio ribattezzata: Côte française de Saint-Domingue. L’isola si arricchì grazie alle esportazioni di zucchero e cacao, ma il regime di severità nei confronti della "gens de couleur" e dei "maroons", mulatti e schiavi africani, portò a numerose rivolte, col risultato di ottenere prima alcune leggi a tutela dei diritti dei cittadini, fino al 1 gennaio 1804 quando l’ormai ex-colonia ottenne l’indipendenza dalla Francia. Dopo un secolo di "quasi indipendenza", nel 1915 l’isola fu occupata dagli Stati Uniti anche se il periodo nero si aprì nel 1957, con la salita al potere del despota François Duvalier, soprannominato "Papa Doc", seguito dal figlio Jean-Claude Duvalier, che assoggettarono la popolazione con la forza fino al 1986. Gli ultimi anni, anch’essi difficili, hanno visto succedersi alla presidenza Jean-Bertrand Aristide e Rene Preval, che con molta fatica stanno cercando di rimettere in carreggiata questo sfortunato paese.
Oggi Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, l’economia è sottosviluppata e si basa essenzialmente sull’agricoltura, anche se nell’ultimo decennio qualcosa si è mosso, e fatta eccezione per il 2004, quando il terribile uragano Jeanne colpì l’isola, il trend sembra essere positivo. Negli ultimi anni si sta ampliando anche il settore turistico, una fonte potenzialmente ricchissima per uno stato che "paesaggisticamente" è un angolo di paradiso, con un fantastico mare più azzurro del cielo che si getta su spiagge bianche ombreggiate da grandi palme.
Geograficamente il territorio si sviluppa attorno a due penisole montuose che si protendono da nord a sud, generando in mezzo il Golfo della Gonave su cui si affaccia la capitale Port-au-Prince, una città di 1.300.000 abitanti. Questa è il centro commerciale dell’isola, con animati mercati e frequentatissime fiere, anche se volendo privilegiare il soggiorno marittimo, conviene allontanarsi dalla città alla volta della baia di Jacmel, disseminata di stabilimenti balneari. Nei dintorni è possibile visitare il Bacino Blu, con le impressionanti cascate a cingere laghi e grotte. La cascata del Saut d’Eau è meta ogni anno a luglio di centinaia di pellegrini haitiani, che ne reputano le acque purificatrici. Situata sulla costa nord, Labadee è una spiaggia privata appartenente alla compagnia di crociere "Royal Caribbean International", dove godere di magnifici paesaggi coronati da una rigogliosa flora in tutta tranquillità.
Artisticamente è la cultura creola a farla da padrone, con danze e rappresentazioni teatrali molto particolari, che lasciano sullo sfondo i coloratissimi dipinti dell’arte haitiana, capolavori realizzati da maestri del pennello. Un rituale particolare presente sull’isola sono le cerimonie voodoo, magari comiche alla vista di un occhio occidentale, ma molto importanti e significative per gli abitanti del posto.
Il clima è tropicale umido, con temperature massime elevate per tutto l’anno, che scendono sensibilmente salendo in quota, e che in generale vanno da massime medie intorno ai 33 gradi, fino a minime medie di 22 gradi. Ci sono due distinte stagioni delle piogge, la prima, la più intensa, tra i mesi di aprile e giugno, la seconda, più leggera, tra agosto e ottobre, periodi che sono soggetti al rischio di uragani, in grado di paralizzare gli spostamenti su tutta l’isola. Di conseguenza è consigliabile partire tra novembre e marzo, quando il rischio di piogge è praticamente nullo, e il clima è meno afoso e umido.
Per quanto riguarda i trasporti interni, gli spostamenti sono garantiti da camionettes (minibus) e tap-taps (pittoreschi furgoncini scoperti), mezzi a buon mercato anche se non proprio comodissimi, mentre per raggiungere Haiti, oltre all’avventuroso viaggio in nave con partenze da Cuba o anche dalla Florida, è preferibile optare per l’aereo, con voli quotidiani della linea Caribintair che sbarcano Cap-Haitien, Hinche e Jeremie.
Cercando nel passato di Haiti si trovano dolore e sofferenze, fin dal 5 dicembre del 1492, quando l’isola fino a quel momento abitata dagli indigeni taino e arauachi, assistette allo sbarco della "Santa Maria" comandata da Cristoforo Colombo, che rivendicò il territorio a favore della Spagna. Lo sfruttamento nelle piantagioni e le malattie decimarono le tribù locali, senza contare gli sbarchi dei pirati che mettevano a ferro e fuochi i pochi porti presenti sull’isola di Hispaniola. La parte occidentale dell’isola, l’odierna Haiti, finì così per spopolarsi in favore della capitale Santo Domingo, e in breve tempo fu occupata da bucanieri e soldati francesi che nel 1664, con il "Trattato Ryswick", ottennero ufficialmente questa porzione di territorio ribattezzata: Côte française de Saint-Domingue. L’isola si arricchì grazie alle esportazioni di zucchero e cacao, ma il regime di severità nei confronti della "gens de couleur" e dei "maroons", mulatti e schiavi africani, portò a numerose rivolte, col risultato di ottenere prima alcune leggi a tutela dei diritti dei cittadini, fino al 1 gennaio 1804 quando l’ormai ex-colonia ottenne l’indipendenza dalla Francia. Dopo un secolo di "quasi indipendenza", nel 1915 l’isola fu occupata dagli Stati Uniti anche se il periodo nero si aprì nel 1957, con la salita al potere del despota François Duvalier, soprannominato "Papa Doc", seguito dal figlio Jean-Claude Duvalier, che assoggettarono la popolazione con la forza fino al 1986. Gli ultimi anni, anch’essi difficili, hanno visto succedersi alla presidenza Jean-Bertrand Aristide e Rene Preval, che con molta fatica stanno cercando di rimettere in carreggiata questo sfortunato paese.
Oggi Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, l’economia è sottosviluppata e si basa essenzialmente sull’agricoltura, anche se nell’ultimo decennio qualcosa si è mosso, e fatta eccezione per il 2004, quando il terribile uragano Jeanne colpì l’isola, il trend sembra essere positivo. Negli ultimi anni si sta ampliando anche il settore turistico, una fonte potenzialmente ricchissima per uno stato che "paesaggisticamente" è un angolo di paradiso, con un fantastico mare più azzurro del cielo che si getta su spiagge bianche ombreggiate da grandi palme.
Geograficamente il territorio si sviluppa attorno a due penisole montuose che si protendono da nord a sud, generando in mezzo il Golfo della Gonave su cui si affaccia la capitale Port-au-Prince, una città di 1.300.000 abitanti. Questa è il centro commerciale dell’isola, con animati mercati e frequentatissime fiere, anche se volendo privilegiare il soggiorno marittimo, conviene allontanarsi dalla città alla volta della baia di Jacmel, disseminata di stabilimenti balneari. Nei dintorni è possibile visitare il Bacino Blu, con le impressionanti cascate a cingere laghi e grotte. La cascata del Saut d’Eau è meta ogni anno a luglio di centinaia di pellegrini haitiani, che ne reputano le acque purificatrici. Situata sulla costa nord, Labadee è una spiaggia privata appartenente alla compagnia di crociere "Royal Caribbean International", dove godere di magnifici paesaggi coronati da una rigogliosa flora in tutta tranquillità.
Artisticamente è la cultura creola a farla da padrone, con danze e rappresentazioni teatrali molto particolari, che lasciano sullo sfondo i coloratissimi dipinti dell’arte haitiana, capolavori realizzati da maestri del pennello. Un rituale particolare presente sull’isola sono le cerimonie voodoo, magari comiche alla vista di un occhio occidentale, ma molto importanti e significative per gli abitanti del posto.
Il clima è tropicale umido, con temperature massime elevate per tutto l’anno, che scendono sensibilmente salendo in quota, e che in generale vanno da massime medie intorno ai 33 gradi, fino a minime medie di 22 gradi. Ci sono due distinte stagioni delle piogge, la prima, la più intensa, tra i mesi di aprile e giugno, la seconda, più leggera, tra agosto e ottobre, periodi che sono soggetti al rischio di uragani, in grado di paralizzare gli spostamenti su tutta l’isola. Di conseguenza è consigliabile partire tra novembre e marzo, quando il rischio di piogge è praticamente nullo, e il clima è meno afoso e umido.
Per quanto riguarda i trasporti interni, gli spostamenti sono garantiti da camionettes (minibus) e tap-taps (pittoreschi furgoncini scoperti), mezzi a buon mercato anche se non proprio comodissimi, mentre per raggiungere Haiti, oltre all’avventuroso viaggio in nave con partenze da Cuba o anche dalla Florida, è preferibile optare per l’aereo, con voli quotidiani della linea Caribintair che sbarcano Cap-Haitien, Hinche e Jeremie.