Nicaragua: viaggio tra vulcani, parchi, laghi e lagune
Nicaragua, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Nicaragua dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il Nicaragua è uno stato dell’America Centrale, situato sotto l’Honduras ed al di sopra della Costa Rica, bagnato ad est dal Mar dei Caraibi ed a ovest dall’Oceano Pacifico, abitato da più di 5 milioni di persone.
Gli Spagnoli vi misero piede per la prima volta nel 1523, completando l’occupazione tra il 1524 ed il 1529, quando venne completamente invaso dai conquistadores, che soggiogarono buona parte della popolazione indigena. Dopo gli anni sotto il controllo della Corona Spagnola, l’intera zona finì sotto l’egida dell’Impero Messicano, che l’abbandonò solo nel 1821, quando lo stato del Nicaragua ottenne la prima indipendenza come parte delle Province Unite dell’America Centrale, seguita nel 1838 dall’introduzione della repubblica come organo governativo. Il XX secolo è stato caratterizzato da colpi di stato e guerre civili, che hanno condotto il paese nel caos e buona parte della popolazione alla povertà.
Oggi il paese è tranquillo ed abbastanza sicuro, rappresenta una meta ideale per una vacanza all’insegna non solo del bel mare, ma anche di spettacolari visite naturalistiche, nell’entroterra morfologicamente ricco di laghi, foreste e vulcani, ed arricchito dalla presenza di reperti risalenti alle civiltà precolombiane.
I vulcani del Nicaragua, i cosiddetti Marabios, sono famosi in tutto il mondo e sono circa una ventina, sorti in epoca neozoica, allineati lungo la dorsale Pacifica. I più noti sono: il Momotombo, a nord del lago Managua, alto più di 1200 metri; il Mombacho che si eleva sulle sponde del lago Nicaragua all’interno della Reserva Natural Volcan Mombacho, estinto ormai da molti anni e per questo ricoperto da una fitta vegetazione; il San Cristobal, chiamato anche El Viejo o Chinandega, il più alto dello stato coi suoi 1745 metri; ed il Cosigüina, ormai ridotto ad una vasta caldera di circa un chilometro a chiusura del golfo di Fonseca.
Spostandosi ad est, verso le regioni centrali del Nicaragua, il paesaggio tende a diventare una grande e fitta distesa di vegetazione, attraversata dall’incedere violento dei fiumi che scendono dalle montagne, ed interrotta solo da qualche area agricola dedita all’allevamento. Superati questi 200 chilometri di foresta si arriva alle regioni della fascia atlantica, dove le piante tendono a diradarsi dolcemente verso il Mar dei Caraibi, lasciando spazio a sistemi di mangrovie, lagune, spiagge bianche e barriere coralline abitate da centinaia di specie di pesci. La laguna di Karatà, la riserva della biospera Bosawas, le isole Little Corn Island e Big Corn Island, sono solo alcuni degli angoli di paradiso che si affacciano sul cristallino Mar dei Caraibi, ecosistemi protetti dalle devastazioni prodotte dalla mano dell’uomo, dove ammirare fenomeni naturali unici al mondo, come la deposizione delle uova delle tartarughe Paslama che avviene tra luglio e settembre.
Le capitale del paese è Managua, sorta sulle sponde dell’omonimo lago a breve distanza dalle coste occidentali, una città da 1 milione di abitanti dove si concentrano tutte le attività del paese, governative, industriali, economiche, ma che non offre molto dal punto di vista turistico, a causa delle numerose distruzioni subite in seguito ai terremoti prodotti dallo spostamento delle faglie sismiche che si trovano sotto di essa. Altre importanti città sono Granada, molto più ricca sotto l’aspetto turistico, distante solo 40 chilometri dalla capitale e perla di architettura coloniale, dove ammirare alcune bellissime chiese, come la cattedrale, la chiesa di Jalteva e quella di Iglesia de Guadalupe, oltre al Parco Centrale, epicentro della comunità granadina; e Leòn, disseminata di caratteristiche case a patio sudamericane.
Tutti i voli diretti in Nicaragua sbarcano all’Aeroporto Internazionale Augusto C. Sandino a Managua, da cui partono mezzi che garantiscono i collegamenti con tutti i luoghi di principale attrazione turistica; in alternativa è possibile noleggiare una macchina, a suo modo una piccola avventura, considerando lo stato pessimo in cui versano buona parte delle strade dello stato.
Il clima del Nicaragua è tropicale caldo-umido, accompagnato da frequenti e violente precipitazioni anche a carattere di uragano; il periodo estivo secco va da dicembre ad aprile, mentre la stagione delle piogge inizia a maggio e termina a novembre, toccando il culmine in ottobre, quando il paese è sovente vittima di violenti cicloni. Le temperature variano molto a seconda dell’altitudine, toccando il minimo sulle montagne della regione settentrionale, ed il massimo nelle pianure del Pacifico e nelle umide coste caraibiche.
Fonte foto, cortesia: Instituto Nicaragüense de Turismo
Gli Spagnoli vi misero piede per la prima volta nel 1523, completando l’occupazione tra il 1524 ed il 1529, quando venne completamente invaso dai conquistadores, che soggiogarono buona parte della popolazione indigena. Dopo gli anni sotto il controllo della Corona Spagnola, l’intera zona finì sotto l’egida dell’Impero Messicano, che l’abbandonò solo nel 1821, quando lo stato del Nicaragua ottenne la prima indipendenza come parte delle Province Unite dell’America Centrale, seguita nel 1838 dall’introduzione della repubblica come organo governativo. Il XX secolo è stato caratterizzato da colpi di stato e guerre civili, che hanno condotto il paese nel caos e buona parte della popolazione alla povertà.
Oggi il paese è tranquillo ed abbastanza sicuro, rappresenta una meta ideale per una vacanza all’insegna non solo del bel mare, ma anche di spettacolari visite naturalistiche, nell’entroterra morfologicamente ricco di laghi, foreste e vulcani, ed arricchito dalla presenza di reperti risalenti alle civiltà precolombiane.
I vulcani del Nicaragua, i cosiddetti Marabios, sono famosi in tutto il mondo e sono circa una ventina, sorti in epoca neozoica, allineati lungo la dorsale Pacifica. I più noti sono: il Momotombo, a nord del lago Managua, alto più di 1200 metri; il Mombacho che si eleva sulle sponde del lago Nicaragua all’interno della Reserva Natural Volcan Mombacho, estinto ormai da molti anni e per questo ricoperto da una fitta vegetazione; il San Cristobal, chiamato anche El Viejo o Chinandega, il più alto dello stato coi suoi 1745 metri; ed il Cosigüina, ormai ridotto ad una vasta caldera di circa un chilometro a chiusura del golfo di Fonseca.
Spostandosi ad est, verso le regioni centrali del Nicaragua, il paesaggio tende a diventare una grande e fitta distesa di vegetazione, attraversata dall’incedere violento dei fiumi che scendono dalle montagne, ed interrotta solo da qualche area agricola dedita all’allevamento. Superati questi 200 chilometri di foresta si arriva alle regioni della fascia atlantica, dove le piante tendono a diradarsi dolcemente verso il Mar dei Caraibi, lasciando spazio a sistemi di mangrovie, lagune, spiagge bianche e barriere coralline abitate da centinaia di specie di pesci. La laguna di Karatà, la riserva della biospera Bosawas, le isole Little Corn Island e Big Corn Island, sono solo alcuni degli angoli di paradiso che si affacciano sul cristallino Mar dei Caraibi, ecosistemi protetti dalle devastazioni prodotte dalla mano dell’uomo, dove ammirare fenomeni naturali unici al mondo, come la deposizione delle uova delle tartarughe Paslama che avviene tra luglio e settembre.
Le capitale del paese è Managua, sorta sulle sponde dell’omonimo lago a breve distanza dalle coste occidentali, una città da 1 milione di abitanti dove si concentrano tutte le attività del paese, governative, industriali, economiche, ma che non offre molto dal punto di vista turistico, a causa delle numerose distruzioni subite in seguito ai terremoti prodotti dallo spostamento delle faglie sismiche che si trovano sotto di essa. Altre importanti città sono Granada, molto più ricca sotto l’aspetto turistico, distante solo 40 chilometri dalla capitale e perla di architettura coloniale, dove ammirare alcune bellissime chiese, come la cattedrale, la chiesa di Jalteva e quella di Iglesia de Guadalupe, oltre al Parco Centrale, epicentro della comunità granadina; e Leòn, disseminata di caratteristiche case a patio sudamericane.
Tutti i voli diretti in Nicaragua sbarcano all’Aeroporto Internazionale Augusto C. Sandino a Managua, da cui partono mezzi che garantiscono i collegamenti con tutti i luoghi di principale attrazione turistica; in alternativa è possibile noleggiare una macchina, a suo modo una piccola avventura, considerando lo stato pessimo in cui versano buona parte delle strade dello stato.
Il clima del Nicaragua è tropicale caldo-umido, accompagnato da frequenti e violente precipitazioni anche a carattere di uragano; il periodo estivo secco va da dicembre ad aprile, mentre la stagione delle piogge inizia a maggio e termina a novembre, toccando il culmine in ottobre, quando il paese è sovente vittima di violenti cicloni. Le temperature variano molto a seconda dell’altitudine, toccando il minimo sulle montagne della regione settentrionale, ed il massimo nelle pianure del Pacifico e nelle umide coste caraibiche.
Fonte foto, cortesia: Instituto Nicaragüense de Turismo