Biberach an der Riss (Germania): la cittą e la chiesa barocca di San Martino
Biberach an der Riss, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Biberach an der Riss dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Biberach an der Riss, è una piccola ma interessante città della regione della Germania meridionale, nel land di Baden-Württemberg in Alta Svevia, non lontana dal lago di Costanza e nel cuore della terra del Barocco tedesco.
Ciò che la contraddistingue è la tolleranza interreligiosa. Dapprima città del Sacro Romano Impero, all’avvento della Riforma protestante impostasi a queste latitudini nel XVI secolo, seppe dar vita, a differenza della maggior parte delle altre città tedesche, a un governo in cui ebbero pari rappresentanza sia i fedeli cattolici che quelli protestanti.
Non è quindi un caso che qui si trovi la chiesa di San Martino, il più antico edificio religioso interconfessionale di tutta la Germania. La coesistenza tra la religioni cristiane cattolica e protestante, dalla diversa visione del mondo, ha finito col generare un’inconsueta commistione di stili. La struttura, inizialmente eretta in stile romanico, poi gotico e infine barocco, ha stilemi e decorazioni palesemente figlie dei compromessi fra le due diverse comunità religiose.
Nel 1531, all'epoca della Riforma, il ricco altare, un’offesa agli occhi dei morigerati luterani, venne distrutto dal popolo, in grande maggioranza avverso allo sfoggio di ricchezza tipico della Chiesa Romana, mentre furono risparmiati altri elementi, sebbene di chiara derivazione cattolica, quali il prezioso coro ligneo. Qualche anno più tardi le acque si quietarono e nel 1548 si poté tornare a praticare anche il culto romano, e la chiesa venne idealmente divisa a metà, con i cattolici che tenevano le proprie messe nel coro e i protestanti nella navata centrale, attenendosi a diversi orari di accesso in chiesa.
Inizialmente la convivenza non fu tutta rose e fiori, al punto che ci fu pure una rissa tra le opposte fazioni. Ma il tempo, scandito da un orologio con due facce visibili da ognuna delle due parti della chiesa, lenì le ferite, appianò le differenze di vedute e ha fatto sì che, ormai da diversi secoli, ora si alternano pacificamente le messe nelle diverse liturgie e che le due confessioni che un tempo si guardavano in cagnesco ora si scambiano gesti di reciproco rispetto: gli affreschi rappresentano scene accettabili a entrambe le religioni, i dipinti parietali hanno preso il dei più ricchi, i cattolici rinunciano a restaurare le dorature dell'altare per non urtare la sensibilità dei più sobri protestanti. Sul soffitto campeggia un enorme affresco - visibile anche su uno specchio per chi ha difficoltà a guardarlo a lungo con la testa rivolta verso l’alto – e un monumentale organo.
Ma non c’è slo la chiesa di S. Martino a costituire un valido motivo per una visita a questa deliziosa cittadina. Nella vasta Piazza del Mercato, dove si affaccia il campanile della chiesa di San Martino, si trova l’irriverente scultura a forma d’asino del beffardo Peter Lenk, innalzato alla stupidità umana e ispirata al romanzo satirico, ambientato nell’antica Grecia, “Storia degli Abderiti” di Christoph Martin Wieland, autore locale fra i più importanti del suo tempo, nella cui abitazione estiva di Biberach è dedicato un museo.
La storia racconta di un dentista che noleggiò un asino per andare a trovare i suoi pazienti in una giornata molto calda e che, nelle pause, non essendoci alberi in giro, si metteva all’ombra dell’animale per trovare refrigerio. Il proprietario dell’asino, che lo seguiva, disse che il dentista aveva pagato per il somaro, ma non per la sua ombra. Il dentista ribatté che se l’ombra c’era era perché lui aveva pagato per l’animale. Ne nacque una questione che finì in tribunale e divise la cittadinanza in due fazioni talmente agguerrite che, il giorno del processo, a farne le spese fu il povero asino, travolto dalla gente inferocita.
Curiosamente, le cose non andarono molto diversamente nella realtà, quando nel 2000 la gente di Biberach si divise fra chi vedeva di buon grado l’erezione del monumento nella piazza principale e chi non ce lo voleva per niente. A differenza di Wieland che ambientò la storia in un’epoca e area geografica lontana, il provocatorio Lenk non mancò di fomentare, raffigurando l’animale come composto di tante figure umane – alcune di personaggi riconoscibili come l’ex-cancelliere Helmut Khol e un’autorità religiosa locale – che raffigurano aspetti antitetici come la legge e la corruzione, il codice morale e la prostituzione, addirittura degli religiosi e degli skinheads. L’intento dello scultore è quello di auspicare che il buon senso prevalga, senza però farsi mancare il gusto di rifilare una frecciatina.
Un altro luogo cittadino degno d’interesse è il teatro dove, nel 1762, “La Tempesta” di Shakespeare, tradotta da Wieland, venne messa in scena per la prima volta in lingua tedesca. Il piccolo edificio, ritenuto il più antico teatro amatoriale del paese e decorato con colori a pastello e modanature chiare, ha delle figure di teatranti dipinte sul fronte e delle finestre dalle curiose imposte striate.
È piacevole passeggiare nel centro storico della cittadina punteggiato da alcune maestose case a graticcio, le classiche abitazioni dai bianchi muri spezzettati, come in giganteschi puzzle tridimensionali, dalle scure travi di legno a vista orizzontali, verticali e oblique e sormontate da tetti appuntiti. Biberach è anche sede di un rinomato mercatino natalizio, che dura 16 giorni e durante il quale scorrono fiume di vin brulé, e del festival storico dello Schützenfest, che inizia nella prima settimana di luglio e dura nove giorni, che vede parate, rappresentazioni storiche, feste e l’immancabile stand della birra.
Ciò che la contraddistingue è la tolleranza interreligiosa. Dapprima città del Sacro Romano Impero, all’avvento della Riforma protestante impostasi a queste latitudini nel XVI secolo, seppe dar vita, a differenza della maggior parte delle altre città tedesche, a un governo in cui ebbero pari rappresentanza sia i fedeli cattolici che quelli protestanti.
Non è quindi un caso che qui si trovi la chiesa di San Martino, il più antico edificio religioso interconfessionale di tutta la Germania. La coesistenza tra la religioni cristiane cattolica e protestante, dalla diversa visione del mondo, ha finito col generare un’inconsueta commistione di stili. La struttura, inizialmente eretta in stile romanico, poi gotico e infine barocco, ha stilemi e decorazioni palesemente figlie dei compromessi fra le due diverse comunità religiose.
Nel 1531, all'epoca della Riforma, il ricco altare, un’offesa agli occhi dei morigerati luterani, venne distrutto dal popolo, in grande maggioranza avverso allo sfoggio di ricchezza tipico della Chiesa Romana, mentre furono risparmiati altri elementi, sebbene di chiara derivazione cattolica, quali il prezioso coro ligneo. Qualche anno più tardi le acque si quietarono e nel 1548 si poté tornare a praticare anche il culto romano, e la chiesa venne idealmente divisa a metà, con i cattolici che tenevano le proprie messe nel coro e i protestanti nella navata centrale, attenendosi a diversi orari di accesso in chiesa.
Inizialmente la convivenza non fu tutta rose e fiori, al punto che ci fu pure una rissa tra le opposte fazioni. Ma il tempo, scandito da un orologio con due facce visibili da ognuna delle due parti della chiesa, lenì le ferite, appianò le differenze di vedute e ha fatto sì che, ormai da diversi secoli, ora si alternano pacificamente le messe nelle diverse liturgie e che le due confessioni che un tempo si guardavano in cagnesco ora si scambiano gesti di reciproco rispetto: gli affreschi rappresentano scene accettabili a entrambe le religioni, i dipinti parietali hanno preso il dei più ricchi, i cattolici rinunciano a restaurare le dorature dell'altare per non urtare la sensibilità dei più sobri protestanti. Sul soffitto campeggia un enorme affresco - visibile anche su uno specchio per chi ha difficoltà a guardarlo a lungo con la testa rivolta verso l’alto – e un monumentale organo.
Ma non c’è slo la chiesa di S. Martino a costituire un valido motivo per una visita a questa deliziosa cittadina. Nella vasta Piazza del Mercato, dove si affaccia il campanile della chiesa di San Martino, si trova l’irriverente scultura a forma d’asino del beffardo Peter Lenk, innalzato alla stupidità umana e ispirata al romanzo satirico, ambientato nell’antica Grecia, “Storia degli Abderiti” di Christoph Martin Wieland, autore locale fra i più importanti del suo tempo, nella cui abitazione estiva di Biberach è dedicato un museo.
La storia racconta di un dentista che noleggiò un asino per andare a trovare i suoi pazienti in una giornata molto calda e che, nelle pause, non essendoci alberi in giro, si metteva all’ombra dell’animale per trovare refrigerio. Il proprietario dell’asino, che lo seguiva, disse che il dentista aveva pagato per il somaro, ma non per la sua ombra. Il dentista ribatté che se l’ombra c’era era perché lui aveva pagato per l’animale. Ne nacque una questione che finì in tribunale e divise la cittadinanza in due fazioni talmente agguerrite che, il giorno del processo, a farne le spese fu il povero asino, travolto dalla gente inferocita.
Curiosamente, le cose non andarono molto diversamente nella realtà, quando nel 2000 la gente di Biberach si divise fra chi vedeva di buon grado l’erezione del monumento nella piazza principale e chi non ce lo voleva per niente. A differenza di Wieland che ambientò la storia in un’epoca e area geografica lontana, il provocatorio Lenk non mancò di fomentare, raffigurando l’animale come composto di tante figure umane – alcune di personaggi riconoscibili come l’ex-cancelliere Helmut Khol e un’autorità religiosa locale – che raffigurano aspetti antitetici come la legge e la corruzione, il codice morale e la prostituzione, addirittura degli religiosi e degli skinheads. L’intento dello scultore è quello di auspicare che il buon senso prevalga, senza però farsi mancare il gusto di rifilare una frecciatina.
Un altro luogo cittadino degno d’interesse è il teatro dove, nel 1762, “La Tempesta” di Shakespeare, tradotta da Wieland, venne messa in scena per la prima volta in lingua tedesca. Il piccolo edificio, ritenuto il più antico teatro amatoriale del paese e decorato con colori a pastello e modanature chiare, ha delle figure di teatranti dipinte sul fronte e delle finestre dalle curiose imposte striate.
È piacevole passeggiare nel centro storico della cittadina punteggiato da alcune maestose case a graticcio, le classiche abitazioni dai bianchi muri spezzettati, come in giganteschi puzzle tridimensionali, dalle scure travi di legno a vista orizzontali, verticali e oblique e sormontate da tetti appuntiti. Biberach è anche sede di un rinomato mercatino natalizio, che dura 16 giorni e durante il quale scorrono fiume di vin brulé, e del festival storico dello Schützenfest, che inizia nella prima settimana di luglio e dura nove giorni, che vede parate, rappresentazioni storiche, feste e l’immancabile stand della birra.
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