Sarsina (Emilia-Romagna): la cittadina di Plauto e la chiesa dell'esorcismo
Sarsina, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sarsina dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Là dove nacque il celebre commediografo latino Plauto ora c’è Sarsina, cittadina adagiata sull’Appennino tosco-romagnolo a pochi chilometri, 35 per l’esattezza, da Cesena.
Sede vescovile in età medievale, fu sottomessa a feudatari e signorie che per molti anni si contesero la proprietà del nucleo urbano. La stabilità amministrativa sopraggiunse con l’Unità d’Italia, mentre uno scossone drammatico si ebbe nel 1944, quando una rappresaglia nazista piuttosto feroce arrecò morte e distruzione cui la popolazione fece onorevolmente fronte guadagnandosi la Decorazione al Valor Militare per la Guerra di Liberazione.
Il risultato finale del percorso storico intrapreso da Sarsina consta di una bella località stimolante a visitarsi, orientata tutt’intorno la scenografica Piazza Plauto, il centro vitale dell’abitato sul quale si affaccia nobile e signorile la Basilica concattedrale di San Vicinio, costruita in stile romanico fra il X e l’XI secolo.
Scorci ammirabili della basilica risultano essere il battistero, i resti della cripta e del pavimento antico, l’ambone del XII secolo e il bassorilievo marmoreo raffigurante Cristo in trono con gli arcangeli Michele e Gabriele. Scorgibile all’altezza della metà della navata destra l’organo a canne Mascioni datato 1957. Il 28 agosto di ogni anno si celebra la Festa Patronale di San Vicinio.
Dalla Piazza parte via Cesio Sabino, arteria intracittadina contraddistinta dalla presenza di numerose osterie e botteghe, alcune delle quali ancora provviste di insegne dipinte a tempera. Usciti da Sarsina, i turisti scoprono altre architetture risonanti, sono esse il Castello di Casalecchio di fondazione cinquecentesca, il Piano settecentesco, il Santuario di San Salvatore in Summano (posto in un’area calcata da molteplici sentieri e percorsi fra i più belli da intraprendere in mountain bike o a piedi), l’Arena Plautina utilizzata per mettere in scena spettacoli di vario genere (come quelli inscritti nell’estivo Plautus Festival, contemporaneo alla Festa Romana), il Museo Archeologico Nazionale afferibile al 1890 e, infine, uno spazio naturalistico ch’è il Parco delle marmitte giganti, vera e propria riserva.
Il paese si anima particolarmente nel periodo pasquale, quando viene organizzata la Sagra della Pagnotta Pasquale con annessi mercatino, stand gastronomici e animazioni. La Pagnotta è uno dei prodotti tipici di Sarsina che va a comporre il paniere contenente altresì la saporita salsiccia matta, la piadina, i salumi locali, i guscioni e il bustrengo, gustoso dolce della tradizione contadina romagnola.
Storia
In verità questo paese di oltre 3.000 abitanti già esisteva prima della venuta dei Romani, i quali lo conquistarono facendone un valido alleato nella guerra contro i Galli, cioè nel 225 a.C. Al secolo Sassina, il borgo godette di alcuni privilegi concessi alla civitas foederata (significa "città alleata"), ergo venne dotata di cinta muraria, municipalizzata, riorganizzata urbanisticamente e avviata verso uno sviluppo economico e commerciale assolutamente rilevante, almeno fino a quando l’Impero Romano non conobbe la crisi interna, la decadenza e l’invasione barbarica, la quale non poté che interessare anche Sarsina.Sede vescovile in età medievale, fu sottomessa a feudatari e signorie che per molti anni si contesero la proprietà del nucleo urbano. La stabilità amministrativa sopraggiunse con l’Unità d’Italia, mentre uno scossone drammatico si ebbe nel 1944, quando una rappresaglia nazista piuttosto feroce arrecò morte e distruzione cui la popolazione fece onorevolmente fronte guadagnandosi la Decorazione al Valor Militare per la Guerra di Liberazione.
Il risultato finale del percorso storico intrapreso da Sarsina consta di una bella località stimolante a visitarsi, orientata tutt’intorno la scenografica Piazza Plauto, il centro vitale dell’abitato sul quale si affaccia nobile e signorile la Basilica concattedrale di San Vicinio, costruita in stile romanico fra il X e l’XI secolo.
San Vicinio e il collare dell'esorcismo
Da cinema l’ambiente interno, suddiviso in tre maestose navate e confluenti verso l’abside sotto un lampante soffitto a capriate. Tre le cappelle, ovvero quella della Beata Vergine del Rosario, del Santissimo Sacramento e del Santo Titolare, San Vicinio, di cui si conservano le reliquie tra cui una catena che egli usava legarsi al collo per pregare Dio e scacciare il maligno, cosa che oggi fanno i fedeli, una pratica utilizzata anche da alcuni sacerdoti per gli esorcismi.Scorci ammirabili della basilica risultano essere il battistero, i resti della cripta e del pavimento antico, l’ambone del XII secolo e il bassorilievo marmoreo raffigurante Cristo in trono con gli arcangeli Michele e Gabriele. Scorgibile all’altezza della metà della navata destra l’organo a canne Mascioni datato 1957. Il 28 agosto di ogni anno si celebra la Festa Patronale di San Vicinio.
Cosa vedere a Sarsina
Sempre in Piazza Plauto sorge l’ex Palazzo Vescovile, al cui interno si può visitare il Museo Diocesano d’Arte Sacra, che dal 1987 espone diversi pezzi di pregio provenienti dalla basilica, raccolte di dipinti, sculture, arredi, paramenti sacri e suppellettili liturgici. L’esposizione si snoda lungo quattro sale a tema e il cortile, ove prendono posto resti architettonici e decorativi risalenti all’epoca romana e una collezione unica in Italia formata da campane anche antecedenti al ‘300. Proprio al XIV secolo risale la Campana della Pieve di Montesorbo.Dalla Piazza parte via Cesio Sabino, arteria intracittadina contraddistinta dalla presenza di numerose osterie e botteghe, alcune delle quali ancora provviste di insegne dipinte a tempera. Usciti da Sarsina, i turisti scoprono altre architetture risonanti, sono esse il Castello di Casalecchio di fondazione cinquecentesca, il Piano settecentesco, il Santuario di San Salvatore in Summano (posto in un’area calcata da molteplici sentieri e percorsi fra i più belli da intraprendere in mountain bike o a piedi), l’Arena Plautina utilizzata per mettere in scena spettacoli di vario genere (come quelli inscritti nell’estivo Plautus Festival, contemporaneo alla Festa Romana), il Museo Archeologico Nazionale afferibile al 1890 e, infine, uno spazio naturalistico ch’è il Parco delle marmitte giganti, vera e propria riserva.
I dintorni, gli eventi e le sagre
Nei paraggi si rivela di gran fascino il Cammino di San Vicinio, anello che attraversa la Valle del Savio raggiungendo la Toscana per un totale di 350 km. Altre escursioni possono essere finalizzate dirigendosi al suggestivo borgo di Ranchio che trionfa all’apice di uno sperone roccioso (e, cosa non da poco, vi si svolge la Sagra della Bistecca alla fiorentina di razza romagnola e del pane la terza domenica di aprile, precedente la Sagra della Castagna di scena la seconda domenica di ottobre), oppure rivolgendo la propria attenzione al Lago di Quarto, agli argini del fiume Savio e alla pittoresca Foresta di Pino Nero.Il paese si anima particolarmente nel periodo pasquale, quando viene organizzata la Sagra della Pagnotta Pasquale con annessi mercatino, stand gastronomici e animazioni. La Pagnotta è uno dei prodotti tipici di Sarsina che va a comporre il paniere contenente altresì la saporita salsiccia matta, la piadina, i salumi locali, i guscioni e il bustrengo, gustoso dolce della tradizione contadina romagnola.