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Guiglia (Emilia-Romagna): il Castello, la Pieve, i sassi di Roccamalatina e cosa vedere

Guiglia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Guiglia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Sulle prime colline del versante destro inerente il fiume Panaro rimira l’orizzonte il “Balcone dell’Emilia”, ovverosia il meraviglioso paese di Guiglia, perla della provincia di Modena che si circonda della rubiconda natura di cui si veste il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, fortemente caratterizzato da una vivace biodiversità.

Quest’ultimo si estende su una superficie di complessivi 2.300 ettari ammantati di castagneti, selve e vari coltivi, fra i quali spuntano guglie in arenaria svettanti fino a 70 metri di altezza, autentici prodigi spontanei note come Sassi. L’area è protetta e comprende fra l’altro antichi borghi medievali, i Musei del Borlengo e persino una Mostra della tigella. 100 km di sentieri creano ben 12 itinerari segnalati percorribili a piedi, a cavallo o in bicicletta per delle escursioni realmente esperienziali. Arroccato ai piedi del Sasso della Croce si rende ben visibile il Borgo dei Sassi o Rocca di Sopra. Nei dintorni si può scoprire l’Oratorio della Madonnina dei Sassi, famoso per i suoi bassorilievi quattrocenteschi e la statua della Beata Vergine Maria venerata dalla popolazione di Roccamalatina.

Cosa vedere a Guiglia e dintorni

Nel cuore parcale si ritaglia un importante spazio la Pieve di Trebbio intitolata a San Giovanni Battista, esemplare costruzione dell’XI secolo che rappresenta perfettamente il Romanico d’Appennino. Nel borgo di Monte Orsello la Chiesa dell’Assunta è fiancheggiata da una duecentesca torre campanaria e contiene all’interno dell’abside una terracotta raffigurante una Madonna col Bambino scolpita nel 1545 da Antonio Begarelli, estremamente preziosa poiché si lega a un presunto miracolo: è infatti inspiegabilmente scampata al crollo della primigenia Chiesa di Santa Maria.

Non è distante da qui la casa torre cinquecentesca ospitata dalla Bottazza, borgata a corte a sua volta molto vicina al Mulino d’Andrea, in disuso ma rimasto intatto al pari del Mulino delle Vallecchie raggiungibile tramite il sentiero n° 3 del Parco dei Sassi. Esso conserva le macine originali utilizzate già nel ‘500. Il viaggio prosegue toccando la località di Castellino di Guglia, agglomerato di case incastonate nella roccia e raccolte tutt’intorno alla torre medievale sopravvissuta al Castellino delle Formiche. C’è inoltre da vedere l’Oratorio di San Lorenzo promiscuo alla Chiesa di Santo Stefano.

Una guida utile per indagare a fondo sul fenomeno incredibile dei Sassi la fornisce il Fontanazzo, centro informativo che accoglie una serie di ambienti pregevoli specialmente dal punto di vista didattico: la mostra permanente Gli ambienti del parco si compone di bacheche e pannelli luminosi atti a descrivere sommariamente naturalità e processo di antropizzazione del parco, le cui specificità vengono dettagliatamente riportate negli oltre 700 volumi monografici detenuti dalla Biblioteca storico-naturalistica. Una conoscenza più diretta è sperimentabile nel Laboratorio didattico-scientifico o intraprendendo il Sentiero botanico.

Il Castello di Guiglia

Secondo diversi documenti antichi, il trionfante borgo di Guiglia esisterebbe almeno dall’890 d.C. collocandosi in un vasto territorio militarizzato a partire dai Liguri. È tuttavia nel Medioevo che si assiste a un proliferare di castelli fra cui quello di Guiglia, incendiato e distrutto nel 1361 nel corso di un’aspra battaglia fra guelfi e ghibellini, successivamente ricostruito e assegnato nel 1405 ai Pio di Carpi. La trasformazione in dimora signorile fu decisa per volontà dei Montecuccoli, che intesero rivalutarlo architettonicamente in conseguenza alla smilitarizzazione dell’area.

Il maniero venne messo all’asta e venduto nel 1897 all’ingegnere elvetico Giovanni Beusch, che ne fece un albergo annoverante complesso termale. La Rocca subì ulteriori trasformazioni a causa dell’incombere della Seconda Guerra Mondiale, tanto che nel 1944 in piena occupazione tedesca funse da ospedale militare mentre Guiglia fece da rifugio strategico ai nazisti in prossimità della famigerata Linea Gotica. Oggi è una sorta di polo culturale destinato ad attività turistiche, ricettive e ludiche. La sua Torre del Pubblico a pianta quadrata monopolizza l’attenzione dei visitatori con il suo bel portale in cotto.

Prossimo al castello è l’Oratorio della Madonnina, quasi identico al Santuario di San Luca ubicato a Bologna, sebbene in scala ridotta. All’interno sono presenti tre nicchie e un solo altare, oltre alle tombe dei Montecuccoli, sottostanti la cupola a lanterna circolare.

L'ippocastano

Entro i confini comunali risiede un vero monumento naturale, l’Ippocastano Sofia, albero dall'altezza assimilabile a quella di un palazzo a tre piani, le cui ampie fronde s’aprono per un totale di 70 metri offrendo ombra e riparo imponenti. Non è leggenda ma storia il racconto secondo cui un reparto tedesco dell’Afrika Korps, costretto alla ritirata sul finire del Secondo Conflitto Mondiale, utilizzò l’albero per proteggere un ingente carico di munizioni, trovando anche l’occasione di istituire una scuola all’aperto di radiotelegrafisti.

Eventi, sagre e manifestazioni

Fra i prodotti tipici di cui si fregia Guiglia troviamo il noto gnocco fritto romagnolo, la buonissima crescentina e il Borlengo, sfoglia sottile e friabile ottenuta cuocendo un impasto a base di acqua, farina, uova e sale, e poi condita con cunza (pesto fatto con la pancetta, il lardo, l’aglio e il rosmarino) e una spolverata di Parmigiano Reggiano. Tutti gli anni nel mese di maggio va allora in scena la Sagra del Borlengo, occasione ghiotta per poter assaggiare questa specialità, mentre a luglio si festeggia con la Sagra di San Luigi.

Come arrivare a Guiglia

Percorrere l’Autostrada A1 del Sole, uscire a Modena sud in direzione Vignola, seguire la SP 623 e poi continuare sulla SP 4 fino a destinazione; in treno occorre scendere alla stazione Centrale di Modena e da qui procedere a bordo degli autobus SETA percorrendo una distanza restante di 32 km; una volta arrivati all’aeroporto di Bologna, avvalersi della Linea AerBus SETA per raggiungere la stazione di Modena e da lì proseguire in autobus fino alla località.
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