Niger: in viaggio tra deserti, savane e cimiteri di dinosauri
Niger, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Niger dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il Niger è un paese di quasi 13 milioni e mezzo abitanti dell’Africa centro occidentale, confinante ad est con il Ciad, la Nigeria ed il Benin a sud, il Burkina Faso ed il Mali ad ovest, l'Algeria e la Libia a nord. Prevalentemente desertico e poco visitato dai turisti, questo paese offre in realtà molte attrazioni, ed il viaggiatore che abbia la possibilità di concedersi il tempo di scoprirle non ne resterà deluso.
Lentamente inghiottiti dall’avanzata del Sahara, i lussureggianti pascoli degli altopiani del nord sono andati spopolandosi negli ultimi 3000 anni lasciando spazio al deserto; la gente che qui viveva, costretta a spostarsi verso sud, ha lasciato però tracce di sé nelle pitture rupestri che ancora oggi si possono vedere nel massiccio dell’Air. In questo territorio si formò, circa mille anni fa, uno dei più grandi imperi africani, quello di Karem-Bono. Dopo aver resistito per secoli all’avanzata dell’islam, nel XV secolo fu la volta dell’occupazione di questa terra da parte dell’impero Songhai, sostituito progressivamente dall’impatto di altre etnie – tra cui i tuareg – e successivamente dal dominio delle potenze coloniali europee.
Tristemente presente anche nel Niger, il commercio degli schiavi fu qui particolarmente intenso, così come altrettanto attivo era il commercio dell’oro ad Agadez e quello del sale, estratto nelle oasi del deserto controllate dai tuareg. La dominazione francese perpetrata a partire dalla fine del XIX secolo fino al 1960, anno dell’indipendenza, fu particolarmente dura e violenta; sporcata vigliaccamente da rappresaglie e soprusi, contribuì altresì in maniera considerevole all’avanzata del deserto a causa dello sfruttamento intensivo delle terre. L’indipendenza non creò tuttavia migliori condizioni di vita, e per alcuni anni, tra colpi di stato falliti e dittature militari, il Niger continuò a trovarsi in ginocchio.
Sul finire degli anni Sessanta però, con la scoperta di giacimenti d’uranio e la crescita esponenziale del prezzo di questo metallo, il paese poté in parte svilupparsi creando infrastrutture, anche se la situazione del popolo continuò ad essere molto difficile. Gli anni Ottanta e Novanta sono stati caratterizzati da ulteriori tentativi di colpi di stato, repressioni del dissenso, fino al presunto arrivo della democrazia nel 1999 con le elezioni politiche; il Niger di questi ultimi anni è purtroppo ancora in una difficilissima situazione politica e sociale.
Entrando nel paese nella capitale Niamey, ci si imbatterà in una città straordinariamente bella, grazie anche al verde rigoglioso donatole dalle acque del fiume Niger. Qui ci si può dedicare alle passeggiate negli intriganti mercati, alla visita della maestosa moschea o, per qualcosa di altamente suggestivo, ad un’escursione in piroga sul fiume. Non lontano dalla capitale, è possibile visitare Kouré, dove vive l’ultimo gruppo di giraffe dell’Africa occidentale o ancora l’attivissimo mercato domenicale di Ayorou.
Nell’estremità meridionale del paese, il Parc regional du W si estende per oltre 9000 km quadrati (non tutti nel territorio del Niger), sconfinando anche negli stati circostanti. Qui ad attendere il visitatore ci sono la maggior parte delle specie selvatiche che caratterizzano l’Africa, dai leoni agli elefanti, dai ghepardi ai coccodrilli; aperto tutto l’anno, il periodo migliore per visitarlo –obbligatoriamente con guida- è però quello compreso tra marzo e maggio.
Spostandosi verso nord si incontra, al centro del paese, Agadez, già meta turistica privilegiata ed oggi decisamente in difficoltà a causa delle rivolte dei tuareg. Città affascinante, la sua Grande Moschée è forse l’attrattiva principale nonché la più spettacolare; ricostruita nel 1844, oltre tre secoli dopo la sua prima costruzione, vanta un’esplicita architettura saheliana-sudanese ed è visitabile anche internamente, fin sul minareto, dietro compenso al custode…
Il nord del Niger in questi ultimi anni è stato segnato dalle rivolte del popolo tuareg, e buona parte delle località un tempo visitabili sono oggi inaccessibili agli stranieri per volere del governo centrale per ragioni di sicurezza. Si segnalano comunque, anche se attualmente non visitabili, il Massiccio dell’Air ed il deserto del Teneré; nel primo, come detto, oltre alla spettacolarità del luogo in sé, si trovano alcune pitture rupestri risalenti al Neolitico, mentre nel secondo, uno dei più spettacolari deserti dell’Africa, si celano cimiteri di dinosauri e rovine medievali. La speranza è che la difficile situazione politica si risolva nel migliore dei modi e che queste meraviglie della natura possano tornare accessibili come un tempo.
Prima di concludere – eventualmente - il viaggio, restano alcune località del sud da visitare, sulla strada del ritorno verso Niamey; la prima di queste è Zinder, un tempo importante centro commerciale della regione. Oggi è una città regnata –formalmente- dal sultano locale. Qui è possibile immergersi nelle stradine del Birni Quartier, dove sorgono case fatte di mattoni di fango e decorate con colori vivaci o intrufolarsi nel favoloso palazzo del sultano. L’ultima città che si segnala è Maradi, terza per dimensioni del Niger e luogo decisamente conservatore dal punto di vista religioso, tant’è che è in discussione l’introduzione della legge islamica della sharia. Non offre certamente molti spunti ai turisti, se non il Grande Marché o il Centre Artisanal , ma può essere interessante dal punto di vista socio-culturale, nonché luogo di sosta dopo le fatiche del viaggio.
Il Niger è collegato al resto del continente principalmente da compagnie aeree nordafricane, mentre i collegamenti con l'Europa avvengono via Parigi; è necessario essere in possesso del certificato di vaccinazione contro la febbre gialla sia per ottenere il visto che al momento dell’ingresso nel Paese.
A quanti intendano entrare in Niger via terra, si segnala che non si presenteranno difficoltà nel caso di arrivo su mezzi pubblici, mentre i funzionari di frontiera faranno di tutto per creare problemi nel caso in cui lo straniero giunga su un mezzo privato. I confini con il Benin e il Ciad hanno procedure piuttosto semplici, anche se alla frontiera di quest’ultimo paese si verificano di tanto in tanto episodi di banditismo. Possono invece diventare fastidiosi all’inverosimile i valichi di frontiera con l’Algeria, il Mali, la Libia e la Nigeria; in questi casi è meglio informarsi prima sulle formalità da sbrigare e sull’eventuale apertura o chiusura degli accessi.
Lentamente inghiottiti dall’avanzata del Sahara, i lussureggianti pascoli degli altopiani del nord sono andati spopolandosi negli ultimi 3000 anni lasciando spazio al deserto; la gente che qui viveva, costretta a spostarsi verso sud, ha lasciato però tracce di sé nelle pitture rupestri che ancora oggi si possono vedere nel massiccio dell’Air. In questo territorio si formò, circa mille anni fa, uno dei più grandi imperi africani, quello di Karem-Bono. Dopo aver resistito per secoli all’avanzata dell’islam, nel XV secolo fu la volta dell’occupazione di questa terra da parte dell’impero Songhai, sostituito progressivamente dall’impatto di altre etnie – tra cui i tuareg – e successivamente dal dominio delle potenze coloniali europee.
Tristemente presente anche nel Niger, il commercio degli schiavi fu qui particolarmente intenso, così come altrettanto attivo era il commercio dell’oro ad Agadez e quello del sale, estratto nelle oasi del deserto controllate dai tuareg. La dominazione francese perpetrata a partire dalla fine del XIX secolo fino al 1960, anno dell’indipendenza, fu particolarmente dura e violenta; sporcata vigliaccamente da rappresaglie e soprusi, contribuì altresì in maniera considerevole all’avanzata del deserto a causa dello sfruttamento intensivo delle terre. L’indipendenza non creò tuttavia migliori condizioni di vita, e per alcuni anni, tra colpi di stato falliti e dittature militari, il Niger continuò a trovarsi in ginocchio.
Sul finire degli anni Sessanta però, con la scoperta di giacimenti d’uranio e la crescita esponenziale del prezzo di questo metallo, il paese poté in parte svilupparsi creando infrastrutture, anche se la situazione del popolo continuò ad essere molto difficile. Gli anni Ottanta e Novanta sono stati caratterizzati da ulteriori tentativi di colpi di stato, repressioni del dissenso, fino al presunto arrivo della democrazia nel 1999 con le elezioni politiche; il Niger di questi ultimi anni è purtroppo ancora in una difficilissima situazione politica e sociale.
Entrando nel paese nella capitale Niamey, ci si imbatterà in una città straordinariamente bella, grazie anche al verde rigoglioso donatole dalle acque del fiume Niger. Qui ci si può dedicare alle passeggiate negli intriganti mercati, alla visita della maestosa moschea o, per qualcosa di altamente suggestivo, ad un’escursione in piroga sul fiume. Non lontano dalla capitale, è possibile visitare Kouré, dove vive l’ultimo gruppo di giraffe dell’Africa occidentale o ancora l’attivissimo mercato domenicale di Ayorou.
Nell’estremità meridionale del paese, il Parc regional du W si estende per oltre 9000 km quadrati (non tutti nel territorio del Niger), sconfinando anche negli stati circostanti. Qui ad attendere il visitatore ci sono la maggior parte delle specie selvatiche che caratterizzano l’Africa, dai leoni agli elefanti, dai ghepardi ai coccodrilli; aperto tutto l’anno, il periodo migliore per visitarlo –obbligatoriamente con guida- è però quello compreso tra marzo e maggio.
Spostandosi verso nord si incontra, al centro del paese, Agadez, già meta turistica privilegiata ed oggi decisamente in difficoltà a causa delle rivolte dei tuareg. Città affascinante, la sua Grande Moschée è forse l’attrattiva principale nonché la più spettacolare; ricostruita nel 1844, oltre tre secoli dopo la sua prima costruzione, vanta un’esplicita architettura saheliana-sudanese ed è visitabile anche internamente, fin sul minareto, dietro compenso al custode…
Il nord del Niger in questi ultimi anni è stato segnato dalle rivolte del popolo tuareg, e buona parte delle località un tempo visitabili sono oggi inaccessibili agli stranieri per volere del governo centrale per ragioni di sicurezza. Si segnalano comunque, anche se attualmente non visitabili, il Massiccio dell’Air ed il deserto del Teneré; nel primo, come detto, oltre alla spettacolarità del luogo in sé, si trovano alcune pitture rupestri risalenti al Neolitico, mentre nel secondo, uno dei più spettacolari deserti dell’Africa, si celano cimiteri di dinosauri e rovine medievali. La speranza è che la difficile situazione politica si risolva nel migliore dei modi e che queste meraviglie della natura possano tornare accessibili come un tempo.
Prima di concludere – eventualmente - il viaggio, restano alcune località del sud da visitare, sulla strada del ritorno verso Niamey; la prima di queste è Zinder, un tempo importante centro commerciale della regione. Oggi è una città regnata –formalmente- dal sultano locale. Qui è possibile immergersi nelle stradine del Birni Quartier, dove sorgono case fatte di mattoni di fango e decorate con colori vivaci o intrufolarsi nel favoloso palazzo del sultano. L’ultima città che si segnala è Maradi, terza per dimensioni del Niger e luogo decisamente conservatore dal punto di vista religioso, tant’è che è in discussione l’introduzione della legge islamica della sharia. Non offre certamente molti spunti ai turisti, se non il Grande Marché o il Centre Artisanal , ma può essere interessante dal punto di vista socio-culturale, nonché luogo di sosta dopo le fatiche del viaggio.
Il Niger è collegato al resto del continente principalmente da compagnie aeree nordafricane, mentre i collegamenti con l'Europa avvengono via Parigi; è necessario essere in possesso del certificato di vaccinazione contro la febbre gialla sia per ottenere il visto che al momento dell’ingresso nel Paese.
A quanti intendano entrare in Niger via terra, si segnala che non si presenteranno difficoltà nel caso di arrivo su mezzi pubblici, mentre i funzionari di frontiera faranno di tutto per creare problemi nel caso in cui lo straniero giunga su un mezzo privato. I confini con il Benin e il Ciad hanno procedure piuttosto semplici, anche se alla frontiera di quest’ultimo paese si verificano di tanto in tanto episodi di banditismo. Possono invece diventare fastidiosi all’inverosimile i valichi di frontiera con l’Algeria, il Mali, la Libia e la Nigeria; in questi casi è meglio informarsi prima sulle formalità da sbrigare e sull’eventuale apertura o chiusura degli accessi.